@ vin_roma
Ahah...
Vi siete mangiati il finale. La mia voleva essere una parodia tragicomica:
"era meglio se mi imparavo zappatore perché...
PERCHÉ 'O ZAPPATORE NUN S' A SCORDA A MAMMA!" (Merola docet)
Ma in realtà un po' è vero.
Un po' deluso lo sono. Fare un lavoro per "campare" è una cosa, scegliere una strada per poter dire qualcosa e poi ritrovarsi in orchestra a premere tasti o a far basi per quello o quell' altro, come vogliono loro, oppure trascrivere per banda i brani di Buscaglione... insomma, stai li ad eseguire quello che già sai, non aggiungi niente a ciò che già esiste, diventa solo un uso metodico delle proprie capacità.
Ho suonato con personaggi più o meno famosi, ma facevo quello che serviva, non quello che volevo e tante volte, anche se ero nelle maggiori trasmissioni televisive del sabato sera, mi rompevo a star li per fare quattro accordi in croce ogni mezz' ora.
Ma quando ero giovane dicevo: se adesso son qui, dopo sarà meglio... e invece...
La soddisfazione ce l' ho quando faccio i concerti con le musiche da film, musiche che ho scelto, che mi hanno appassionato sin da quando ero un bambino, che ho riarrangiato per poterle rieseguire con la mia impronta e questo si, mi fa felice, molto e quando ci sono le prove non vedo l' ora di essere li per sentire il suono degli archi, per rivivere l' emozione del "Shon Shon" di "Giù la Testa" o della scena delle pellicole di "Nuovo Cinema Paradiso", delle poesie di Troisi ne "Il Postino" e sentire poi che il pubblico apprezza la mia voglia di riportare alla mente certe emozioni mi riempie di gioia.
Ma purtroppo queste occasioni sono sempre più rare e nel professionismo in genere c' è molta crisi.
Forse il brutto è che altri lavori puoi anche maledirli... la musica no, fa parte di noi stessi, come il fegato o la faccia!
a volte penso che dovevo restare in convento, lì avevo una libertà artistica enorme...e nessuno mi obbligava a suonare questo o quello
tuttalpiù il padre provinciale o il cardinale commentavano: bell'armonizzazione, un pochettino esotica in verità