(riprende)
Detto questo... se io collego due microfoni al pianoforte cosa catturo?
Catturo l'ambiente.
Non la stereofonia in sè, ma l'ambiente in cui quel suono si sta sviluppando!
Questa cattura "stereo/ambientale" assume un ruolo determinante quando si vuole dare all'ascoltatore in CUFFIA l'esatta immagine del suono.
Ossia se voglio trasmettergli l'immagine sonora di un concerto registrato alla Scala di Milano, indossando le cuffie percepisco esattamente quell'immagine, e mi sembra di essere lì alla Scala.
Ma la stessa ambienza sparata fuori dalle CASSE (che sono una cosa ben diversa dalla cuffia) magari posizionate a larga distanza tra loro, e magari posizionate in uno stadio, spesso e volentieri diventa catastrofica.
Perchè?
Perchè dalle casse esce un'immagine sonora già ambientata (la Scala di Milano), la quale viene ri-ambientata dallo stadio, la quale viene ri-ambientata dalle nostre orecchie che hanno una caratteristica particolare: trasformano in stereo TUTTO quanto, anche uno strumento all'apparenza monofonico.
Le nostre orecchie sono due e captano sempre per due.
Per loro non esiste il "mono", trasformano tutto in stereo... un pianoforte, un flauto, un sax, persino la voce umana di un tizio che ci parla davanti.
Affinchè quindi il suono che voglio sentire in uno stadio SIA il suono naturale dello stadio non devo dargli un suono ambientato in un altro ambiente, altrimenti faccia un sovraccavallamento di immagini stereo ambientate e viene fuori un puttanaio.
Preferibile dare un suono mono su entrambe le casse e lasciare che siano le nostre orecchie a trasformare tutto in stereo (come fanno sempre in natura) nonchè lasciare che le nostre orecchie percepiscano l'ambiente naturale in cui quel suono si propaga.
In sostanza... se sono in un teatro e voglio sparare al pubblico il suono del pianoforte devo lasciare che il pianoforte venga emesso dalle casse in modo pulito, lineare, diretto.
Mono o stereo non ha alcuna importanza.
Ci penseranno le orecchie dell'ascoltatore a creare la percezione stereo ESATTA per l'ambiente in cui mi sto esibendo (nel caso specifico il teatro).
Volendo è possibile truccare un po' il suono emesso a fini di "effetto speciale", ossia posso mandargli il suono del pianoforte con un riverbero intubato che simula un pianoforte suonato in un condotta forzata.
Ok ci sta, ma solo per fare effetti speciali.
Ma quando devo dare il suono del pianoforte che sia il più reale possibile devo fare uscire dalle casse il suono più pulito possibile.
Il resto lo fa poi l'ambiente naturale e le orecchie del pubblico.
Ricordate che il pubblico di solito non vuole sentire ambienti "inventati".
Vuole sentire l'ambiente vero!
Se sono in un jazz club non voglio sentire l'ambiente della Scala.
Se sono in uno stadio non voglio sentire l'ambiente di una chiesa.
Al jazz club voglio sentire il jazz club.
Allo stadio l'ambiente dello stadio.
In chiesa l'ambiente della chiesa.
Quindi l'emissione monofonica è preferibile al quella stereofonica (perchè la sterefonia si porta sempre dietro anche l'ambiente!).
Diverso invece il discorso CUFFIA.
In cuffia è
assolutamente essenziale portare all'ascoltatore anche la stereofonia e l'ambiente di ripresa perchè la cuffia NON possiede mai ambiente esterno, è priva di monofonia, e non consente alle orecchie di trasformare i suoni in stereo.
Ma nel live music... con le casse... è completamente diverso.