vin_roma ha scritto:
Molte volte sono intervenuto in discussioni in cui si proponevano all' ascolto i lavori dei forumers e spesso sono stato attaccato per le mie idee in quanto, pur riconoscendo l' ottima fattura dei prodotti attuali, ben registrati, ben mixati, a mio giudizio mancavano spesso di "profondità emotiva".
Caro Vin, difficile capire il perchè delle cose.
Io posso solo fare una supposizione.
Tanti anni fa il "sociale" aveva poco o niente, e il solo fatto di poter qualche volta ascoltare musica ti portava ad uno stato di emozione e di rispetto verso la musica stessa.
La musica era un bene prezioso e non tutti potevano permettersela.
C'era chi andava al bar e metteva le monetine del jukebox pur di ascoltare un brano.
E dopo averlo ascoltato rimetteva le monetine e lo ascoltava un'altra volta.
C'era sete, sete di musica!
Anche andare nel negozio a comprare il disco era un gesto che suscitava una forte emozione: finalmente ho il disco, finalmente posso portare a casa il disco.
I più fortunati si potevano permettere anche l'autoradio in macchina (era una chicca, non tutti l'avevano) o l'impianto stereo a casa.
Insomma intorno alla musica c'era una consapevolezza globale che rendeva "emozionante" la musica.
La musica la si ascoltava col cuore e la si godeva per mesi, forse anni, si custodivano gelosamente i dischi, li pulivamo, li trattavamo come bambini da cullare.
Tutto questo rispetto non faceva altro che valorizzare la musica, bella o brutta che fosse, era valorizzata, faceva parte della nostra vita, era aria per noi, la respiravamo intensamente, la godevamo intensamente.
Oggi è tutto diverso.
Oggi della musica ci si stufa dopo 10 minuti, non c'è più l'arte del comprare il disco, di andare al jukebox per ascoltare il disco, etc.
Oggi la musica viene proposta dappertutto, persino nei cessi pubblici con gli altoparlantini appesi al muro.
Suonerie telefoniche, jingle pubblicitari, internet, youtube, smartphone, mp3 da scaricare a migliaia di mb per fare.... niente... solo il gusto di avere quanta più roba possibile nel tamagochi.
E oltre a questo c'è la musica non suonata, mixata, remixata, taroccata, ci sono i cantanti che fanno i versacci anzichè cantare poesie come faceva Battisti, c'è l'unzi unzi unzi, c'è, c'è, c'è, c'è.
C'è troppo, c'è tutto!
La musica non è più un bene sociale, anzi alle volte e spesso rompe anche le balle, da fastidio, ci trapana il cervello dappertutto.
Una volta non era così.
Una volta il rapporto uomo musica era come stare su un laghetto con una barchetta: c'era il rispetto, la natura, la calma, la gioia, il godimento di quel momento.
Oggi è un uragano!
E' come stare in mezzo ad una tempesta, si viene letteralmente "sballottati" qua e la dalla musica, non la sia ma più, quasi la si teme.
Ricordo che io mi ascoltavo per mesi e mesi lo stesso disco, chessò Alan Parson, Pink Floyd, etc.
Lo stesso disco per MESI con profondo rispetto e cogliendo tutti i particolari nascosti.
Oggi chi lo fa?
La gente non sa più ascoltare.
Si ascolta un brano 1 minuto, poi si cambia brano, poi ha stufato ne voglio un altro, poi un'altro, poi senti questo come pompa, poi senti questo come sbraita, poi, poi, poi, poi.
Oggi c'è
l'inquinamento musicale, non c'è più la musica.
Basta vederlo anche con le tastiere.
Una volta con 1 oscillatore si facevano i capolavori.
Oggi ci vuole la mega workstation altrimenti non si fa niente.