I motivi del successo

SavateVoeanti 26-02-15 01.10
su Facebook ho una amica di facebook che va pazza per Ligabue e pubblica sempre le immagini con le frasi mitiche delle canzoni.. forse Ligabue eccelle nel testo piu che nella musica (che non credo..) però c'è questa quà che ne va proprio pazza, quindi forse siamo noi che non capiamo il genio del Liga. emo
efis007 27-02-15 13.17
vin_roma ha scritto:
Molte volte sono intervenuto in discussioni in cui si proponevano all' ascolto i lavori dei forumers e spesso sono stato attaccato per le mie idee in quanto, pur riconoscendo l' ottima fattura dei prodotti attuali, ben registrati, ben mixati, a mio giudizio mancavano spesso di "profondità emotiva".

Caro Vin, difficile capire il perchè delle cose.
Io posso solo fare una supposizione.
Tanti anni fa il "sociale" aveva poco o niente, e il solo fatto di poter qualche volta ascoltare musica ti portava ad uno stato di emozione e di rispetto verso la musica stessa.
La musica era un bene prezioso e non tutti potevano permettersela.
C'era chi andava al bar e metteva le monetine del jukebox pur di ascoltare un brano.
E dopo averlo ascoltato rimetteva le monetine e lo ascoltava un'altra volta.
C'era sete, sete di musica!
Anche andare nel negozio a comprare il disco era un gesto che suscitava una forte emozione: finalmente ho il disco, finalmente posso portare a casa il disco.
I più fortunati si potevano permettere anche l'autoradio in macchina (era una chicca, non tutti l'avevano) o l'impianto stereo a casa.
Insomma intorno alla musica c'era una consapevolezza globale che rendeva "emozionante" la musica.
La musica la si ascoltava col cuore e la si godeva per mesi, forse anni, si custodivano gelosamente i dischi, li pulivamo, li trattavamo come bambini da cullare.
Tutto questo rispetto non faceva altro che valorizzare la musica, bella o brutta che fosse, era valorizzata, faceva parte della nostra vita, era aria per noi, la respiravamo intensamente, la godevamo intensamente.

Oggi è tutto diverso.
Oggi della musica ci si stufa dopo 10 minuti, non c'è più l'arte del comprare il disco, di andare al jukebox per ascoltare il disco, etc.
Oggi la musica viene proposta dappertutto, persino nei cessi pubblici con gli altoparlantini appesi al muro.
Suonerie telefoniche, jingle pubblicitari, internet, youtube, smartphone, mp3 da scaricare a migliaia di mb per fare.... niente... solo il gusto di avere quanta più roba possibile nel tamagochi.
E oltre a questo c'è la musica non suonata, mixata, remixata, taroccata, ci sono i cantanti che fanno i versacci anzichè cantare poesie come faceva Battisti, c'è l'unzi unzi unzi, c'è, c'è, c'è, c'è.
C'è troppo, c'è tutto!
La musica non è più un bene sociale, anzi alle volte e spesso rompe anche le balle, da fastidio, ci trapana il cervello dappertutto.
Una volta non era così.
Una volta il rapporto uomo musica era come stare su un laghetto con una barchetta: c'era il rispetto, la natura, la calma, la gioia, il godimento di quel momento.
Oggi è un uragano!
E' come stare in mezzo ad una tempesta, si viene letteralmente "sballottati" qua e la dalla musica, non la sia ma più, quasi la si teme.
Ricordo che io mi ascoltavo per mesi e mesi lo stesso disco, chessò Alan Parson, Pink Floyd, etc.
Lo stesso disco per MESI con profondo rispetto e cogliendo tutti i particolari nascosti.
Oggi chi lo fa?
La gente non sa più ascoltare.
Si ascolta un brano 1 minuto, poi si cambia brano, poi ha stufato ne voglio un altro, poi un'altro, poi senti questo come pompa, poi senti questo come sbraita, poi, poi, poi, poi.
Oggi c'è l'inquinamento musicale, non c'è più la musica.
Basta vederlo anche con le tastiere.
Una volta con 1 oscillatore si facevano i capolavori.
Oggi ci vuole la mega workstation altrimenti non si fa niente. emo
vin_roma 27-02-15 17.15
Mi piace "inquinamento musicale"... rende l' idea molto bene.

Thanksatoemo
Roberto_Forest 27-02-15 19.14
theolonius ha scritto:
io sono dell' idea che a certi livelli la musica andrebbe "fatta" da gente capace, la divulgazione andrebbe non dico controllata, ma guidata, accompagnata, dovrebbe avere una funzione culturale ed educativa, oltre che di svago, ma lo so che è un' utopia.


Ahahahaha! emo È proprio quello che spesso penso anch'io.. immaginandomi in una specie di dittatura in cui IO decido che musica deve essere ascoltata.. Diciamoci la verità, la democrazia (sicuramente nella musica, ma un po' in tutto) non funziona..il fatto che sia la massa che decide i gusti non va bene.
La massa, per definizione, non ha conoscenze specifiche dei vari campi, tra cui la musica, eppure è la massa che ne determina il livello di diffusione, e non va bene.

L'errore alla base di tutto è che vige la legge del mercato:
se io compro un cd lo pago 20 €, e per me quel cd ha un alto valore per la mia vita, è molto importante, perchè io sono un musicista; mettiamo che anche un altro tizio acquista lo stesso cd a 20€, ma non è un musicista, e nella sua vita questo cd conta molto molto meno che la me. però sempre 20€ sono, sempre 20€ sono entrati nelle tasche di chi l'ha prodotto..

ora scrivo un po un'assurdità: se chi non è interessato alla musica (i non musicisti, o chi reputa la musica importante meno del 5% della propria vita) pagasse il cd 1€, mentre chi è interessato lo pagasse 100€, cioè non pagarlo tutti la stessa cifra, ma pagarlo in base alla importanza che ha il cd nella vita di ciascuno, allora a quel punto sì che questo nuovo "mercato" funzionerebbe. gli individui quindi non avrebbero tutti la stessa importanza, la stessa influenza nella diffusione della musica, ma gli esperti di musica avrebbero singolarmente un'importanza maggiore rispetto ai non esperti.
non più tutti uguali, ma diversi livelli ponderati alla propria conoscenza nell'ambito.

invece siamo in democrazia, e dobbiamo sopportare chi crede che ligabue o vasco siano tra i primi 10 musicisti degli ultimi 30 anni, che the voice, x factor e i reality abbiano realmente un qualsiasi valore musicale e che quelli che hanno un valore per davvero spesso siano ignorati e lasciati ai margini del mercato.
Edited 27 Feb. 2015 18:15
SavateVoeanti 28-02-15 00.59
Però allora tra questi calcoli bisogna fare i conti anche con quanti soldi un prende al mese, esempio, se io ho un lavoro fisso e prendo 1500uro al mese un'altro al mese prende 1000uro(senza contare che probabilmente è anche precario), non è giusto che tutti e 2 paghiamo il CD lo stesso prezzo.

Si apre una parentesi che è un bel casino!
Markelly 28-02-15 08.10
Abbastanza assurdo come ragionamento! emo
emo
Mak979 28-02-15 12.21
Efis hai PERFETTAMENTE ragione, un thanks anche da parte mia. E' come se si fosse persa la magia, sia nell'ascolto che nella composizione. C'è troppo, abbiamo troppe alternative. Mi viene in mente il film "Il pianista sull'oceano", quando il protagonista sta per scendere dalla nave e poi cambia idea, dicendo che almeno sulla nave ha il suo pianoforte, ha 88 note e quelle sono. Il mondo è troppo grande, è come un pianoforte con infinite note, e alla fine non sapresti piu' quali suonare. Sono i limiti e i problemi a tirare fuori il meglio di noi; l'insoddisfazione, al contrario, tira fuori il peggio.
Tutto questo IMHO ovviamente.
Edited 28 Feb. 2015 11:22
anonimo 28-02-15 12.51
Dico le mie due o tre "pensate"

In primis il successo é dovuto all'aderenza (naturale o calcolata) alla weltanschauung dell'epoca
In secundis al battage mediatico

A livello più granulare

Rapporto tra tradizione ed innovazione
Rapporto tra ripetizione e variazione
Rapporto tra semplicità e complessità (sia a livello melodico che ritmico ed armonico)
Rapporto tra consonanza e dissonanza
Capacità di parlare la "lingua psicologica" dell'epoca
theolonius 01-03-15 15.10
@ Markelly
Considera anche che una volta non c'era la tv, non c'era internet, nessuno sapeva nulla, era tutto da scoprire, soprattutto da chi ascolta. Era più facile anche far passare un'ovvietà per una genialata.

Oggi tanto è stato fatto, e anche rifatto. Se si vanno a sentire certe cose, specie nella contemporanea e nel jazz, che erano state accolte come delle meraviglie, adesso sfido chiunque ad ascoltarle con piacere... anche certo rock anni 70.
Molta arte musicale ha fatto il suo tempo, adesso sembra addirittura ridicola

Imho
io ascolto bill evans oggi con la stessa emozione di 30 anni fa, lo stesso vale per corea, jarreau, vannelli, ci metto anche alcuni brani dei genesis, yes, e addirittura rock più duro. se oggi ci sembra ridicola certa musica di anni fa, vuol dire che o siamo cresciuti noi musicalmente o che in effetti quella musica aveva un valore effimero. ci sono un paio di album di battisti con degli arrangiamenti che saranno eccezionali per sempre (ha fatto anche delle cagate, però...) , delle cose di zappa che saranno sempre attuali. sia dal punto di vista emozionale che tecnico la musica va sempre in relazione alle nostre capacità analitiche e di ascolto, alla nostra cultura musicale, tecnica e sociale. ad un bravo pianista o tastierista è difficile possa piacere ligabue, (magari un pezzo o due, lo posso capire) ma non succederà mai che non apprezzi un pezzo di bill evans o george duke, a volte preferirà ascoltare altro, alcune cose le troverà meno interessanti di altre, ma va in una determinata direzione in relazione a quello che lui sa fare, o che gli piace fare. c' è così tanta grande musica fatta in precedenza che nemmeno conosciamo ancora....io decido cosa voglio ascoltare e come lo voglio ascoltare con consapevolezza e distacco da condizionamenti. quanti possono dire altrettanto? i musicisti di solito hanno questa capacità, ma la massa non è analitica, vuole consumare e basta. se facevi sentire Madonna negli anni 50 pensi avrebbe venduto tutti quei dischi? quanti brani di oggi sono stati scritti 10 anni fa ma sono stati congelati perchè non era il momento opportuno per poter vendere? io oggi con internet, sono tornato indietro, ho potuto scoprire una mondo di musica che non conoscevo e della musica di oggi ne faccio volentieri a meno. per gli altri...de gustibus
Edited 1 Mar. 2015 14:12
Markelly 01-03-15 15.19
Ci sono anche Fruitori di musica con la F maiuscola, molto preparati, anche più in gamba di molti musicisti.
Il valore del mio ascolto lo fa la mia cultura, prima della mia tecnica, nel mio caso specifico pure scarsa. emo
emo
theolonius 01-03-15 15.23
io sono sicuro che se LInus vuole che un disco venda..il disco in questione vende (almeno in italia), non ci sono cazzi. c'è chi può condizionare i fruitori di musica martellandoli dalle radio, e se vogliono far vendere ci riescono e lo fanno. se Bello figo gu o Canazzo girano sul web, essendo libero, posso capire che alcuni lo vedano. ma se certi soggetti lo invitano addirittura ad una trasmissione televisiva vogliamo stare ancora quì a parlare di gusti musicali, di analizzare concetti sociali profondi ecc. ecc.? ma vadaviaiciap!
Edited 1 Mar. 2015 14:24
theolonius 01-03-15 15.37
@ Markelly
Ci sono anche Fruitori di musica con la F maiuscola, molto preparati, anche più in gamba di molti musicisti.
Il valore del mio ascolto lo fa la mia cultura, prima della mia tecnica, nel mio caso specifico pure scarsa. emo
emo
concordo, ho saltato questo argomento....ma concordo, la mia non era un accusa, intendevo dire che a volte le nostre capacità tecniche ci aiutano ad apprezzare e valorizzare ciò che ascoltiamo, ma in linea di massima sì, concordo. ci sono intenditori di jazz o di musica classica che non sanno suonare. di contro purtroppo ci sono un sacco di cazzoni (...come ad esempio Arbore, Luzzato Fegiz, Boncompagni, il prima da me citato Linus e molti altri) che pur non capendo un assoluto cazzo di musica hanno saputo vendersi come intenditori e con questo si sono arricchiti e, a volte, condizionato sia il mercato che una moltitudine di poveri fessi (basti pensare che qualcuno, anche pubblicamente, chiama Arbore "musicista"). emo
ahivela 01-03-15 18.29
efis007 ha scritto:
Oggi c'è l'inquinamento musicale, non c'è più la musica.


Concordo su tutto il post. Aggiungo che forse il problema e' di ordine superiore, e coinvolge tutta la sfera della comunicazione, a contenuto artistico-emotivo (come la musica e le arti in genere) e no. E' un problema di sovraccarico cognitivo. E' una cosa che forse per noi non-piu'-adolescenti e' ancora nuova, e la cui portata ancora non sappiamo quale sia e sara'. Anche perche' questa e' l'era della comunicazione orizzontale, dove tutti "scrivono". Ma se tutti "scrivono" chi rimane a leggere? Se tutti parlano, suonano, chi rimane ad ascoltare?
Concordo anche con quanto dice Topone, sacrosanto e inappellabile: "la musica è figlia del proprio tempo".
E la musica del-nostro-tempo sara' tanto oggettivamente "migliore" quanto piu' sara' figlia fedele del nostro tempo, anche se non lo capiamo, anche se non ci piace, ahime'.
Tutti i discorsi del tipo "eh pero' una volta era diverso" sanno inesorabilmente di vecchio, e lasciano il tempo che trovano, come e' sempre stato, del resto.
Sono profondamente convinto che qualsiasi cosa abbia successo, in virtu' di quanto sopra, e' solo e sempre perche' lo merita, anche se non ci piace, anche se non la capiamo.
Non ricordo piu' chi ha detto che le persone sostanzialmente hanno tre approcci con la musica: per alcuni e' piacere, per altri compagnia, per altri rumore.
Aggiungo che una caratteristica tipica di oggi, e che si ricollega a quanto diceva efis007, e' la paura del silenzio (che forse e' la paura di se' stessi), l'horror vacui, donde il bisogno di riempirlo sempre e comunque, anche nei cessi con gli altoparlantini appesi al muro... magari anche solo per la paura o il ribrezzo dei nostri stessi rumori corporali... :-)
Quando si imparera' a rivalutare il silenzio, nel senso piu' ampio del termine, forse cambieranno anche i parametri estetici e fruitivi della musica.
anonimo 01-03-15 19.50
Tutto molto più semplice di così: in ciascuno di noi c'é la capacità innata di distinguere il bello dal brutto.
I media distruggono la nostra convinzione di esserne capaci, dicendoci che ciò che é palesemente brutto (ad esempio una voce stonata, un brano semplicistico e malfatto) é invece il non plus ultra del bello
Allora noi perdiamo la capacità autonoma di giudicare, che viene sostituita dalla pressione comunicazionale dei media
E dopo aver perduto la fiducia nella nostra capacità autonoma di riconoscere il bello...diventerà più difficile anche fidarsi della nostra capacità di distinguere il bene dal male (bello e bene sono strettissimamente legati)
Ecco che la morale, l'etica basate sulla coscienza spariscono, e tutto diventa manipolabile attraverso la pressione mediatica
Ecco a cosa serve farci credere che la Consoli é intonata e che Bocelli ha una bella voce
ahivela 01-03-15 21.03
Cyrano ha scritto:
Tutto molto più semplice di così: in ciascuno di noi c'é la capacità innata di distinguere il bello dal brutto.


Non sono molto d'accordo.
Cio' che e' bello oggi sara' brutto o insignificante domani, e viceversa.
Una cosa sara' bella quanto piu' sara' collocata con esattezza nel suo tempo.
E qua entra in gioco il fattore successo: saro' impopolare, ma penso che sia il giudice ultimo e imparziale per decretare cio' che e' bello, nel senso di giustamente collocato.
E se una cosa di successo ci pare brutta, puo' anche darsi che siamo noi ad essere fuori dal tempo, cioe' a non capirlo, a essere collocati male. Vecchi, insomma... emo
Non credo a tutto questo ipotetico complottismo dei media. Penso che si limitino a raccogliere, appunto, i segnali, la "bellezza" del tempo. D'altronde, perche' dovrebbero investire su una cosa di scarso valore o impopolare? In fondo il loro scopo e' guadagnare, e allo scopo si investe sempre su qualcosa di valido, cioe' di significativo. Anche se non piace a puristi e nostalgici.
Edited 1 Mar. 2015 20:07
anonimo 01-03-15 21.10
Esperimenti antropologici hanno provato senza ombra di dubbio che i maschi di una tribù mai venuta in contatto con l'uomo bianco, posti davanti a una bella donna europea ed ad una racchiona sempre europea hanno trovato più attraente...indovina tu...la bella gnocca!

Inutile fingere: il bello é bello, tale é sempre stato e tale sempre resterà (ovviamente inverandosi in modalità diverse secondo la weltangschaaung dei tempi), mentre la Consoli sempre sarà stonata e sgradevole

Se abbiamo perso questa capacità di discernimento fino al punto di dire che Bocelli "ha una meravigliosa voce lirica"...allora mi spiace siamo arrivati al capolinea
Edited 1 Mar. 2015 20:21
anonimo 01-03-15 21.24
I media portano avanti una "cultura" della bruttezza, della mediocrità, del semplicismo per ridurre quanta più gente possibile al ruolo di gregge facile da controllare (del resto "panem et circenses" non me lo sono inventato io
ahivela 01-03-15 21.35
Cyrano ha scritto:
Esperimenti antropologici hanno provato senza ombra di dubbio che i maschi di una tribù mai venuta in contatto con l'uomo bianco, posti davanti a una bella donna europea ed ad una racchiona sempre europea hanno trovato più attraente...indovina tu...la bella gnocca!


Mica fessi, i trogloditi... emo
Pero' e' una questione "tecnica", istintiva, piu' che estetica in questo caso.
La donna bona e' in genere quella che si riproduce meglio, che invita meglio alla riproduzione, o almeno che da' l'impressione di essere una buona "fattrice". E questo all'istinto del maschio, chiunque egli sia, non sfugge. Non e' un fatto estetico o culturale.

Cyrano ha scritto:
Inutile fingere: il bello é bello, tale é sempre stato e tale sempre resterà (ovviamente inverandosi in modalità diverse secondo la weltangschaaung dei tempi), mentre la Consoli sempre sarà stonata e sgradevole


E' tutto relativo.
Chissa' che ne verrebbe fuori confrontando la voce (e soprattutto le emozioni che fa scaturire, in un certo qual modo quindi la valenza, la bellezza) di Natalino Otto, di un cantore Tuva, Gianni Celeste o Mauro Nardi, con quella di Battisti, Patti Smith, Nick Drake o Vasco Rossi...

Cyrano ha scritto:
fino al punto di dire che Bocelli "ha una meravigliosa voce lirica"


"voce lirica" e' un connotazione squisitamente tecnica, non estetica.

PS
Sulla Consoli sono d'accordo con te, ma questo non mi impedisce di cercare di essere obiettivo, rispetto al discorso che si faceva.
anonimo 01-03-15 21.49
Bello discutere cordialmente anche se si hanno idee diverseemo
Markelly 01-03-15 22.44
La musica è un'arte strana, dove anche un idiota potrebbe avere un successo planetario.
E perché? Perché è un'arte che per fruirne, non necessita di grandi sforzi.
Non è ad esempio come la letteratura, dove come minimo per leggerla bisogna fare lo sforzo di... leggere! E avere un minimo di preparazione culturale.
Per la musica bastano le orecchie, la si sente anche dove e quando non la cercheresti, insomma... qualunque persona vi si avvicina, senza o con poco studio, e spesso nemmeno l'intelligenza in altri ambiti garantisce di capirla davvero.
Il successo in musica dipende troppo dalla sua diffusione.
Certo, vale anche per le altre arti, ma in misura minore, e in numeri comunque inferiori.