Italia fuori dall'euro: chiarimento

drmacchius 27-11-14 22.00
15 anni fa la logica europeista avrebbe voluto che insieme all´euro si fosse portato avanti il progetto federale europeo, creando un nucleo forte italo-franco-tedesco in cooperazione col benelux e con associati stati piü deboli ma on possibilitä di sviluppo come gli stati iberici e balcanici.

Ma correvano gli anni dei governi bush. USA e UK erano insieme a combattere i mulini a vento ma arrichendosi alle spalle del mondo e sulla vita dei morti di fame afgani e iraqeni. In italia c´erano i governi corrotti e criminosi che , sostenuti o meno dalla CIA -o da Gelli o chi per lui-, urlavano "Noi non vogliamo il superstato europeo ma l´europa delle nazioni" quando non volevano che enti esterni si mettessero a fare i conti nell´economia fallimentare di tremonti o si mettessero a fare rigore nelle questioni di giustizia degli esponenti politici...stesso discorso in grecia. In Francia le olitiche radicali di Chirac avevano indebolito la societä enormemente e l´apertura delle frontiere aveva terrorizzato le classi sociali piü deboli -cosa che adesso sta avvenendo in germania e in olanda per motivi simili- dell´immigrazione in massa dai paesi piü poveri. Daltro canto l´europa era di fatto stata sino a quel momento -e continua ad essere- l´associazione degli studenti erasmus, dei grandi latifondisti europei e degli accattoni, perché di fatto oltre che i grandi poteri economici che si arricchivano con politiche protezioniste, i liberi professionisti in cerca di carriera e chi si spostava in cerco dei sussidi sociali di paesi con Sistemi welfare piü generosi nessuno ha beneficiato dell´europa unita.

In quegli anni al governo europeo c´era prodi, che aveva la guerra in casa con berlusconi e fini che cercavano di sputtanarlo per avvantaggiarsi per le politiche, e lui seppur idealista ed europeista convinto -sono ancora convinto che molte delle sue idee e delle sue prospettive economiche di italia protagonista nel contesto europeo siano state estremamente lungimiranti e sagge- non volendo fare il don chisotte contro i mulini a vento cercando di creare un microstato europeo costituito da germania-benelux-francia vedendol´italia esclusa o che entrava con riserva forse in un secondo momento e con grosse sanzioni, ha preferito fare gli interessi dei suoi veri grandi sostenitori di sempre, ossia il grande potere finanziario italiano, la mediobanca, finmeccanica, ecc, ecc facendo l´allargamento ad est e l´europa a 25.....uccidendo il progetto federale europeo, facendo felici stati uniti e UK e soprattutto chi deteneva il vero potere economico in italia.......si, perché gli unici che hanno approfittato dell´allargamento ad est sono stati gli agnelli, quelli come loro, e la criminalitä romena e bulgara che si é messa a spacciare sussidi di assistenza sociale tedesca e olandesa come una volta faceva la mafia con i posti fissi in fiat e sip.

Gli italiani sono piü poveri, ma il potere finanziario italiano tiene per le palle l´industria tedesca, si é impossessato di Detroit, decide ancora le politiche di spesa militare -vedi i caccia che nessuno vuole ma che comprano tutti-. E i tedeschi e gli olandesi, da paesi ultraeuropeisti con la logica dell´integrazione nel DNA vedono rinascere giorno dopo giorno movimenti radicali nazionalisti -e i bavaresi quando dicono le cose di salvini hanno piü ragioni per farlo ma sono anche pericolosamente piü coerenti con quello che dicono

drmacchius 27-11-14 22.13
gli italiani sono ridiventati un paese di migranti ma con un campanilistico orgoglio nazionale che si risveglia ogni volta che si vede un profugo o qualsiasi altro disperato sul territorio del bel paese, e i francesi che hanno una stratificazione sociale per classi che non si vedeva dai tempi del Re sole.

In tutta questa situazione non ho la piü pallida idea di quale possa essere la soluzione. L´euro ormai e´radicato e abbandonarlo vorrebbe dire ce qualcuno dichiara default -italia grecia- visto che vi sono paesi con l´economia in crisi che hanno poco da produrre ma hanno un bisogno drastico di importazioni di materie prime, con conseguente crisi internazionale.

Ritornare indietro sul progetto federalista potrebbe essere una soluzione, ma con l´europa a 25 verosimilmente si farebbe con i criteri del merito economico piü che in base agli storici trattati, vedendo escludere l´italia e tutti i paesi indebitati, ma anche in quel caso ci sarebbe di sicuro un freno da parte della francia che non ci starebbe mai a essere il partner che ha bisogno dell´aiuto economico della germania.

Laq germania é sull´orlo della crisi sociale, con un welfare che é sempre piü vicino ad essere simile a quello italiano, da una partenza di tipo scandinavo, con il 30% della popolazione straniera e con milioni di europei che immigrano dall´europa ogni anno.

Forse la soluzione potrebbe essere il doppio euro o forse altro...dopo le elezioni presidenziali di un paio di anni fa mi sono cascati completamente i coglioni per terra e sapere che ancora non vi é una nuova legge elettorale o vedere lo pseudoberlusconi che governa con la chiaccherä rifondando la DC dipinta di rosso mi fa dubitare che in qualsiasi sviluppo europeo l´italia possa essere protagonista.

La situazione su scala continentale é difficile e bisogna trovare una situazione infretta. Siamo quello che eran l´impero arabo ai tempi delle crociate o l´unione sovietica ai tempi di Regan: siamo quelli con la cultura, la ricchezza, la tradizione che si stanno rovinando con le proprie mani e che non si stanno accorgendo che i paesi piü poveri che noi snobbiamo -gli USA di regan erano indebitati sino all´orlo del Default- ci stanno superando e soppiantando.

Se la soluzione la troveranno i paesi europei singolarmente -la germania e la UK hanno continuato a mantenere le proprie politiche estere parallelamente alla EU- o unitariamente lo decideraqnno i cittadini europei.....ma al momento i demagogi anti europei manovrano i cittadini come pifferai coi topi in tutta europa. CHi vivrä, vedrä!
anonimo 28-11-14 21.04
La soluzione non la troveranno.

L'Europa e' troppo divisa per arrivare a trovare una soluzione. L'Inghilterra vorrebbe uscire dall'Europa o limitare i trattati (vedi Schengen), e continua a premere anche per buttare fuori dall'Euro l'Italia.

La Germania mira a mantenere i suoi ritmi ossessionata (a buona ragione) dal rischio di venir trascinata dai paesi zavorra dell'area euro..

E mentre l'Europa si divide su queste cose, in oriente c'e' un pericolo ancora piu' grande, che si finge di ignorare : la bolla cinese !.

La bolla cinese e' cosi' grande che quelle delle banche americane (causa della crisi del 2007) in confronto sono nanoparticelle, e se esplode (anzi : quando esplodera') avra' gli stessi effetti devastanti di una guerra o di un'atomica.

Forse dopo quel botto la soluzione sara' automatica, e tutto diventera' come nel dopo guerra del 45...
franzphone 30-11-14 19.05
qua parlate di svalutazione della Lira a rispetto della Germania… Mi ricordo che quando c' era il Marco, la Lira valeva lo stesso prezzo o anche più…
Ricordo nel 2000 (anno prima dell' Euro) che ci volevano 12 Marchi per fare 10.000 Lire…
Sarà la Lira che è stata svalutata o chi ha fatto i cambi dell' Euro che ci ha mangiato?!
L' Europa è solo un bando di burattini in mezzo alle banche.
Tutte le tasse se ne vanno dove?
La maggior parte per pagare la Bce, banca di privati che fanno una banconota da 100€ da un pezzo di carta con un costo di meno di 1 centesimo, senza garanzie auree, e le vendono agli stati per 130€…
A me non importerebbe andare in Germania e spendere soldi, ma rimanere in Italia e vivere bene…
Se penso che quando ero bambino andavo tutte le domeniche a mangiare la pizza con mio fratello ed i miei genitori, ed ora, i miei genitori vanno 1 volta ogni 2 mesi e sono in 2, mi vengono i brividi solo a pensare alla grande fregatura che è stato questo Euro e l'Europa, senza contare che era ciò che volevano i Tedeschi prima della seconda guerra mondiale… In pratica c'è stata una guerra per NON far comandare i l'Europa ai Tedeschi, e poi si è fatto l' Euro e tutto il resto…
Se l'Italia uscisse fuori dall' Euro e sarebbe capace a produrre le sue monete (dubito, perché era dal '70 che non lo faceva più… Stampava e basta) in base alle risorse auree (quindi vere banconote e non come la BCE) si andrebbe ad avere un' economia forte, basata sul lavoro come dice la nostra costituzione… Chiudo però dicendo che un certo Kennedy che non voleva dare il suo paese alle banche fù assassinato...
anonimo 01-12-14 00.09
franzphone ha scritto:
A me non importerebbe andare in Germania e spendere soldi, ma rimanere in Italia e vivere bene…


Secondo te, l'italia che lascia l'euro e' la stessa di quanto lo ha fatto entrare in vigore?..

Non ti sembra che manchi qualcosa attualmente?..

Prima dell'Euro avevamo la Perugina, Motta, Alemagna (alimentare), poi il polo chimico, quello metalmeccanico e la grande industria dell'auto...

Ora neppure i pannolini (lines) sono italiani...

Centinaia di industrie svendute a multinazionali straniere (anche per entrare nell'euro) e qualche milione di posti di lavoro in meno...

Se uscissimo ora dall'euro sarebbe una carneficina, perche' sarebbe impossibile ricostruire tutte quelle industrie che sono state mandate in fumo...

Con la svalutazione lo farebbero gli stranieri, gia' proprietari delle produzioni di acciaio, materie prime e semilavorati : impianterebbero industrie dettando i loro ritmi.... che vorrebbe dire diventare la Cina d'Europa ...

Meno soldi e ritmi di lavoro da schiavitu' per un pezzo di pane...

Non sarebbe proprio la stessa cosa no?.. (e te lo dice un antieuropeista, uno che se potesse rimetterebbe il passaporto anche per andare in Francia), o quasi......
franzphone 01-12-14 16.26
@ anonimo
franzphone ha scritto:
A me non importerebbe andare in Germania e spendere soldi, ma rimanere in Italia e vivere bene…


Secondo te, l'italia che lascia l'euro e' la stessa di quanto lo ha fatto entrare in vigore?..

Non ti sembra che manchi qualcosa attualmente?..

Prima dell'Euro avevamo la Perugina, Motta, Alemagna (alimentare), poi il polo chimico, quello metalmeccanico e la grande industria dell'auto...

Ora neppure i pannolini (lines) sono italiani...

Centinaia di industrie svendute a multinazionali straniere (anche per entrare nell'euro) e qualche milione di posti di lavoro in meno...

Se uscissimo ora dall'euro sarebbe una carneficina, perche' sarebbe impossibile ricostruire tutte quelle industrie che sono state mandate in fumo...

Con la svalutazione lo farebbero gli stranieri, gia' proprietari delle produzioni di acciaio, materie prime e semilavorati : impianterebbero industrie dettando i loro ritmi.... che vorrebbe dire diventare la Cina d'Europa ...

Meno soldi e ritmi di lavoro da schiavitu' per un pezzo di pane...

Non sarebbe proprio la stessa cosa no?.. (e te lo dice un antieuropeista, uno che se potesse rimetterebbe il passaporto anche per andare in Francia), o quasi......
beh! Hai pienamente ragione, ma lo stato producendo soldi proprio potrebbe cominciare a dare posti di lavoro veri e non in esubero, comunque l' Italia è sempre stata la Cina Europea (in confronto ai prezzi degli altri paesi), solo che i soldi dei lavoratori erano molto meglio di quelli di adesso.
anonimo 01-12-14 21.17
franzphone ha scritto:
potrebbe cominciare a dare posti di lavoro veri e non in esubero


Questa e' la percezione che ha la maggior parte della gente, ma non io.

Per dare posti di lavoro devi produrre, e per produrre devi comprare materia prima e semilavorati ma se queste cose ce le hanno i paesi stranieri, e ci tocca comprarle da loro con una lira debole, non ci sono le condizioni per fare impresa, e neppure per creare posti di lavoro.

La sola FIAT a Torino, occupava completamente gli stabilimenti di Mirafiori, Rivalta, Chivasso ecc, ed attorno a questi stabilimenti c'erano tutte le piccole imprese dell'indotto.

Ora tutto questo (solo a Torino) non c'e' piu', e quel che e' peggio e che nel resto del paese mancano enormi fette di settori produttivi (tessile, chimico, acciaio ecc..)...
Tutta roba costruita in piu' di un secolo di storia del paese, e con sincero rispetto per la tua percezione, io temo che il solo ritorno alla lira non basta a ricostruire i 100 anni di crescita imprenditoriale (con tutti i posti di lavoro inclusi), che sono stati distrutti nei 14 anni dell'euro.

Il rischio e' che col ritorno alla lira, per effetto dell'impennata del debito (causa svalutazione) si debba anche svendere quel poco di Italia che rimane.

Con sincero rispetto franz. emo spero tanto di essere io a sbagliarmi.
obiwan 02-12-14 15.29
robykaiman ha scritto:
Per dare posti di lavoro devi produrre, e per produrre devi comprare materia prima e semilavorati ma se queste cose ce le hanno i paesi stranieri, e ci tocca comprarle da loro con una lira debole, non ci sono le condizioni per fare impresa, e neppure per creare posti di lavoro.

La sola FIAT a Torino, occupava completamente gli stabilimenti di Mirafiori, Rivalta, Chivasso ecc, ed attorno a questi stabilimenti c'erano tutte le piccole imprese dell'indotto.


Da ciò che scrivi deduco che per te la ripresa italiana, nel caso dovessimo uscire dall'euro, debba per forza passare dall'industria metalmeccanica?!
Io però, giusto per buttare lì le prime cose che mi vengono in mente, confiderei sull'enorme patrimonio artistico (il più bello del mondo secondo me) che abbiamo e che da tutto il mondo vengono ad ammirare e il cibo italiano, anche questo invidiato (e copiato) da tutto il pianeta...forse anche su marte ci sta un "italian restaurant"?!?!?!
franzphone 02-12-14 15.49
@ anonimo
franzphone ha scritto:
potrebbe cominciare a dare posti di lavoro veri e non in esubero


Questa e' la percezione che ha la maggior parte della gente, ma non io.

Per dare posti di lavoro devi produrre, e per produrre devi comprare materia prima e semilavorati ma se queste cose ce le hanno i paesi stranieri, e ci tocca comprarle da loro con una lira debole, non ci sono le condizioni per fare impresa, e neppure per creare posti di lavoro.

La sola FIAT a Torino, occupava completamente gli stabilimenti di Mirafiori, Rivalta, Chivasso ecc, ed attorno a questi stabilimenti c'erano tutte le piccole imprese dell'indotto.

Ora tutto questo (solo a Torino) non c'e' piu', e quel che e' peggio e che nel resto del paese mancano enormi fette di settori produttivi (tessile, chimico, acciaio ecc..)...
Tutta roba costruita in piu' di un secolo di storia del paese, e con sincero rispetto per la tua percezione, io temo che il solo ritorno alla lira non basta a ricostruire i 100 anni di crescita imprenditoriale (con tutti i posti di lavoro inclusi), che sono stati distrutti nei 14 anni dell'euro.

Il rischio e' che col ritorno alla lira, per effetto dell'impennata del debito (causa svalutazione) si debba anche svendere quel poco di Italia che rimane.

Con sincero rispetto franz. emo spero tanto di essere io a sbagliarmi.
rileggendo il tuo discorso, non fa una piega!
Povera Italia!
anonimo 02-12-14 20.02
obiwan ha scritto:
Da ciò che scrivi deduco che per te la ripresa italiana, nel caso dovessimo uscire dall'euro, debba per forza passare dall'industria metalmeccanica?!


No, e se tu avessi letto attentamente, ho parlato anche di tessile, di alimentare e di altro.
Ho descritto la situazione che mi e' territorialmente piu' vicina per fare un esempio, e poi ho esteso il concetto ad altre realta', per dare l'idea di quanti settori produttivi siano stati svenduti.

Alemagna, Motta, Perugina, Sasso-Carapelli e Bertolli, Riso Scotti, Star, Gancia, Fiorucci, Peroni, Galbani, Parmalat !....

Quando l'Italia fu svenduta per entrare nell'euro, gli inglesi dissero "vi restano solo il calcio e la buona cucina, ma ancora per poco"....

Quanti sono i prodotti che crediamo essere italiani, ed invece sono stranieri?.

obiwan ha scritto:
confiderei sull'enorme patrimonio artistico (il più bello del mondo secondo me) che abbiamo e che da tutto il mondo


Secondo te e' sufficiente per sfamare 60 milioni di italiani? Secondo te tutti i romani possono vivere di Colosseo, e i torinesi di Mole Antonelliana?.... e chi vive in zone che hanno poco o nulla di turistico, o peggio ancora che dopo essere state de industrializzate, sono perfino inguardabili cosa fa?..
Hai idea di cosa significherebbe convertire il paese al solo turismo, in termini di investimenti?

La Francia il PIL lo fa con Danone, Airbus, Alsthom (queste due assieme all'UK), PSA auto, e colossi multinazionali di dimensioni enormi.

Tu vorresti farlo con Pompei e con la soppressata calabrese, o la bagna caoda piemontese?.

Certo, col turismo si puo' fare qualcosa in piu', ma non e' sufficiente per competere con un economia globale e spietata.

Conoscerai sicuramente le Langhe (famose per il tartufo ecc.) : lo sai che una bella fetta di case, terreni, vigneti ecc, e' stata venduta agli stranieri?.

Forse non hai idea di quanto e' stato svenduto, e quanto ancora stanno svendendo... (e non molto tempo fa si parlava pure di Colosseo e monumenti vari..)..



anonimo 02-12-14 20.31
P.S. : questa e' l'Italia in svendita ...

Capannoni industriali, commerciali, case, terreni...
Dalle mie parti si vedono i cartelli "vendesi" scritti in cinese...

Per l'ILVA di Taranto ci sono in corsa gli indiani, l'Alitalia e' araba, e gli stessi arabi stanno comprando grosse fette Italia. Poi ci sono i tedeschi, gli americani ecc..

Se torniamo alla lira, ci guadagnano solo loro : stipendi in lire (da fame) esportazioni record a prezzi europei ma i guadagni vanno ai paesi stranieri.

kaiman.
obiwan 03-12-14 12.47
Ok, allora andiamo un po' a ritroso fino al dopoguerra. Italia e Germania non mi sembra che stessero messe proprio bene, eppure di lì a poco ci sarebbe stato il boom economico. Io non credo che la situazione attuale sia peggio di quella. Per quanto riguarda il turismo e la ristorazione: io non ho detto che l'Italia dovrebbe campare di soli colosseo e soppressata calabrese ma ho buttato lì le prime due cose che mi sono venute in mente e che fanno parte del patrimonio italiano. Ricordiamoci anche che le università italiane sfornano fra i migliori cervelli richiesti in tutto il mondo, soprattutto per quanto riguarda la ricerca scientifica e tecnologica. A parte la classe politica che ci governa, siamo un popolo laborioso ed in gamba, oltre che astuto. Io non sarei così pessimista...tutte considerazioni personali ovviamente...giusto per non farti scaldare ancora emoemo
jacus78 03-12-14 13.59
obiwan ha scritto:
Italia e Germania non mi sembra che stessero messe proprio bene, eppure di lì a poco ci sarebbe stato il boom economico. Io non credo che la situazione attuale sia peggio di quella.

è molto peggio. almeno prima si aveva una sovranità monetaria, e un patrimonio che si è rimpicciolito del 70% negli ultimi 20 anni. ma avevi un mezzo stato a cui ti potevi rivolgere non senza qualche difficoltà ovviamente, ma ci contavi, c'era la speranza.....adesso a chi ti rivolgi? chi ti protegge? i tuoi diritti intendo, chi li fa valere?
obiwan ha scritto:
Ricordiamoci anche che le università italiane sfornano fra i migliori cervelli richiesti in tutto il mondo, soprattutto per quanto riguarda la ricerca scientifica e tecnologica.

già ma che ce ne facciamo poi se i cervelli vanno all'estero e magari prendono la cittadinanza all'estero, parlano inglese più dell'italiano, e di italiano gli resta solo il nome? vorrei che suddetti cervelli stiano in italia, siano aiutati dallo stato, paghino le tasse in italia, vivano in italia, potrebbero andare fieri del paese a cui appartengono, con un certo (perche no) ritorno pubblicitario sul territorio.
ma questo magari in una altra vita.

obiwan ha scritto:
A parte la classe politica che ci governa, siamo un popolo laborioso ed in gamba, oltre che astuto.

io direi più furbo che astuto, tanto furbo da scovare il pelo nell'uovo in ogni cosa e rivoltare la frittata sempre a proprio favore, fregandosene delle regole civili e comuni per vivere bene insieme nella società. furbo, non astuto.
laborioso? può essere. in gamba? non direi proprio, un popolo in gamba non si sarebbe fatto mettere i piedi in testa dal primo che capita nella misura in cui se li è fatti mettere per 20 anni e anche più.


insomma obi, il tuo non voler essere pessimista mi da conferma che ancora tanta gente ha di che mettere a tavola a pranzo e a cena, e fin quando è così tutto va bene.
Edited 3 Dic. 2014 13:13
jacus78 03-12-14 14.20
robykaiman ha scritto:
Il rischio e' che col ritorno alla lira, per effetto dell'impennata del debito (causa svalutazione) si debba anche svendere quel poco di Italia che rimane.

non so come gira l'economia mondiale, come funziona....
ma sinceramente riscrivere i trattati e trattare usgli stipendi, le esportazioni ecc a nostro favore non mi sembra un'impresa cosi ardua, perlomeno ci si prova.
il rischio è quello che si deve reiniziare tutto da capo, si deve ricostruire come dici tu, un secolo di storia manifatturiera, metalmeccanica, alimentare e tutto il resto. non è semplice. ma sono sicuro che prima o poi accadrà per forza di cose.
Edited 3 Dic. 2014 13:23
obiwan 03-12-14 17.00
jacus78 ha scritto:
insomma obi, il tuo non voler essere pessimista mi da conferma che ancora tanta gente ha di che mettere a tavola a pranzo e a cena, e fin quando è così tutto va bene


Hai detto bene: "il mio non voler essere pessimista"...perchè se dovessi stare lì a pensare e ripensare che ogni giorno che vado a lavorare non so se sarà l'ultimo sarebbe un'agonia continua. Sappi che lavoro nel polo industriale di Augusta (SR) che in tanti (troppi) sostengono che verrà chiuso a breve. Praticamente ogni giorno tanti operai vengono mandati in cassa integrazione o licenziati. Con questi numeri meglio non essere pessimisti e godersi ciò che ancora si ha.

Detto questo, a mio modo di vedere, attualmente, peggio di ciò che sta accadendo all'Italia ed agli italiani ci sarebbe solo il non aver da mangiare, perchè per il resto l'economia è stata completamente annientata, ogni giorno chiudono centinaia di attività commerciali, i nostri governanti ci svendono a mezzo mondo, ecc. ecc. ecc. ecc....ma che importanza ha??! L'importante è che abbiamo da mangiare, e il giorno che non ne avremo più rovisteremo tra i rifiuti, come fanno già in tanti.
anonimo 03-12-14 19.56
jacus78 ha scritto:
il rischio è quello che si deve reiniziare tutto da capo, si deve ricostruire come dici tu, un secolo di storia manifatturiera, metalmeccanica, alimentare e tutto il resto. non è semplice.



E qui sta l'inghippo mio caro Jacus.
Una cosa e' ripartire tutti da zero (italia, germania, francia ecc) come nel dopoguerra : ricostruire quando c'e' il nulla nel resto del mondo, e non ci sono le enormi multinazionali che dettano le loro leggi e le loro speculazioni fu decisamente piu' semplice perche' si correva tutti piu' o meno allo stesso passo.

Tutt'altra cosa e' pensare di riuscire a ricostruire i tessuti produttivi di un paese distrutto, mentre tutto intorno ci sono multinazionali enormi, dai capitali spropositati che fanno una concorrenza insostenibile.

E' come aprire una ditta di trasporti con 4 carrozze, mentre la concorrenza offre treni veloci e Tir enormi, ed ha capitali talmente grandi da farti fallire la tua impresa, chiuderla divorarla e poi imporre i suoi mezzi e le sue tariffe.

Sono in tanti (ed in passato c'ero anche io tra questi) a credere che se si torna alla lira, si ricrea uno scenario simile ai tempi d'oro, ma le cose non stanno cosi'.

Ricostruire 100 anni di economia in un paese circondato da economie piu' forti e' praticamente impossibile : l'Italia diventerebbe un pesciolino rosso, in una vasca di squali. (e te lo dice un anti euro per eccellenza che e' il sottoscritto)...


Tieni conto che manca un'altra componente che fu importante per la distribuzione del benessere : il blocco comunista (non fraintendermi non sono comunista).

Quando c'era il rischio che mezzo mondo passasse al comunismo, i capitalisti ed i potenti del mondo erano costretti a tollerare un benessere distribuito tra tutti, perche' senno' operai sfruttati, contadini ecc avrebbero appoggiato il comunismo fino a consentirne l'estensione.
Si concedevano diritti, orari di lavoro salari ecc, proprio per dare il messaggio che con il capitalismo si sta bene tutti.

Caduto il comunismo, questa necessita' e' venuta meno, e chi tira i fili dell'economia non ha esitato ad abbattere uno per uno i vari diritti, il costo del lavoro eccetera. (in italia piu' che altrove).

Non ti fa strana la coincidenza che l'economia italiana e' cominciata a crollare proprio in concomitanza con la caduta del muro di Berlino? : il muro cadde nel 1989, la crisi italiana arrivo' nel 90.... nel 92 venne abbattuta la classe politica del dopoguerra, coinvolta in tangentopoli ma si spazzarono via anche quei personaggi che si battevano ancora per conservare un po' di sovranita' nei nostri confini.

Poi iniziarono i sacrifici per entrare nell'Euro, in seguito l'11 settembre che diede un altro scossone al mondo (con il petrolio che e' schizzato alle stelle) e subito dopo sono scoppiate le bolle economico finanziarie.. con la crisi mondiale dalla quale l'Italia ne e' uscita piu' frantumata di altri paesi.

Ora immagina in questo scenario di tornare alla lira, creare una compagnia aerea italiana e metterla in competizione con la Lufthansa, o AirFrance.... (solo per fare un esempio di ricostruzione del paese)... il risultato sarebbe scontato..emo
drmacchius 05-12-14 22.31
@ obiwan
robykaiman ha scritto:
Per dare posti di lavoro devi produrre, e per produrre devi comprare materia prima e semilavorati ma se queste cose ce le hanno i paesi stranieri, e ci tocca comprarle da loro con una lira debole, non ci sono le condizioni per fare impresa, e neppure per creare posti di lavoro.

La sola FIAT a Torino, occupava completamente gli stabilimenti di Mirafiori, Rivalta, Chivasso ecc, ed attorno a questi stabilimenti c'erano tutte le piccole imprese dell'indotto.


Da ciò che scrivi deduco che per te la ripresa italiana, nel caso dovessimo uscire dall'euro, debba per forza passare dall'industria metalmeccanica?!
Io però, giusto per buttare lì le prime cose che mi vengono in mente, confiderei sull'enorme patrimonio artistico (il più bello del mondo secondo me) che abbiamo e che da tutto il mondo vengono ad ammirare e il cibo italiano, anche questo invidiato (e copiato) da tutto il pianeta...forse anche su marte ci sta un "italian restaurant"?!?!?!
quindi vorresti che l´italia diventasse un paese che vive di turismo come la tailandia o cuba? li i cittadini non stanno molto meglio che in italia....e poi ai tropici non hanno bisogno del riscaldamento, mentre noi dobbiamo comprarci tutto
drmacchius 05-12-14 22.50
@ obiwan
Ok, allora andiamo un po' a ritroso fino al dopoguerra. Italia e Germania non mi sembra che stessero messe proprio bene, eppure di lì a poco ci sarebbe stato il boom economico. Io non credo che la situazione attuale sia peggio di quella. Per quanto riguarda il turismo e la ristorazione: io non ho detto che l'Italia dovrebbe campare di soli colosseo e soppressata calabrese ma ho buttato lì le prime due cose che mi sono venute in mente e che fanno parte del patrimonio italiano. Ricordiamoci anche che le università italiane sfornano fra i migliori cervelli richiesti in tutto il mondo, soprattutto per quanto riguarda la ricerca scientifica e tecnologica. A parte la classe politica che ci governa, siamo un popolo laborioso ed in gamba, oltre che astuto. Io non sarei così pessimista...tutte considerazioni personali ovviamente...giusto per non farti scaldare ancora emoemo
ma scusa, ma tu le informazioni le prendi dalla propaganda di quale partito!?

Le universitä italiane sono tra le peggiori del mondo civilizzato, costano carissime ai cittadini, offrono molto poco, sono governate da famiglie che si spartiscono il potere su scala nazionale e, nonostante riescano a sopravvivevere grazie a una tradizione antichissima -sono le piü antiche del mondo- fanno scappare la propria creme perché nella ricerca, nelle libere professioni o nelle realtä accademiche si va avanti solo per logiche nepotistiche e clientelari.

Il quadro realte delle universitä medie italiane é quello di essere dei diplomifici....

se in alcuni settori siamo ancora rinomati é perché la tradizione del settore si é lasciata corrompere meno dalla cultura madre del fascismo che ha portato all´assurdo di far scappare all´estero gente come Fermi e Pontecorvo per osannare plagiatori come croce.

L´india sforna i migliori ingegneri del mondo ma non si puö dire che l´indiano medio sia una persona piü istruita dell´europeo medio.

Allo stesso modo l´italia sforna cervelli che nel mondo ottengono successo quando poi il laureato comune in lingue non parla le lingue, il laureato in legge non ha la piü pallida idea di come gestire un processo, quello in economia non sa fare una dichiarazione dei redditi, il medico non sa visitare un paziente e l´ingegnere non sa fare un progetto
drmacchius 05-12-14 23.33
@ anonimo
jacus78 ha scritto:
il rischio è quello che si deve reiniziare tutto da capo, si deve ricostruire come dici tu, un secolo di storia manifatturiera, metalmeccanica, alimentare e tutto il resto. non è semplice.



E qui sta l'inghippo mio caro Jacus.
Una cosa e' ripartire tutti da zero (italia, germania, francia ecc) come nel dopoguerra : ricostruire quando c'e' il nulla nel resto del mondo, e non ci sono le enormi multinazionali che dettano le loro leggi e le loro speculazioni fu decisamente piu' semplice perche' si correva tutti piu' o meno allo stesso passo.

Tutt'altra cosa e' pensare di riuscire a ricostruire i tessuti produttivi di un paese distrutto, mentre tutto intorno ci sono multinazionali enormi, dai capitali spropositati che fanno una concorrenza insostenibile.

E' come aprire una ditta di trasporti con 4 carrozze, mentre la concorrenza offre treni veloci e Tir enormi, ed ha capitali talmente grandi da farti fallire la tua impresa, chiuderla divorarla e poi imporre i suoi mezzi e le sue tariffe.

Sono in tanti (ed in passato c'ero anche io tra questi) a credere che se si torna alla lira, si ricrea uno scenario simile ai tempi d'oro, ma le cose non stanno cosi'.

Ricostruire 100 anni di economia in un paese circondato da economie piu' forti e' praticamente impossibile : l'Italia diventerebbe un pesciolino rosso, in una vasca di squali. (e te lo dice un anti euro per eccellenza che e' il sottoscritto)...


Tieni conto che manca un'altra componente che fu importante per la distribuzione del benessere : il blocco comunista (non fraintendermi non sono comunista).

Quando c'era il rischio che mezzo mondo passasse al comunismo, i capitalisti ed i potenti del mondo erano costretti a tollerare un benessere distribuito tra tutti, perche' senno' operai sfruttati, contadini ecc avrebbero appoggiato il comunismo fino a consentirne l'estensione.
Si concedevano diritti, orari di lavoro salari ecc, proprio per dare il messaggio che con il capitalismo si sta bene tutti.

Caduto il comunismo, questa necessita' e' venuta meno, e chi tira i fili dell'economia non ha esitato ad abbattere uno per uno i vari diritti, il costo del lavoro eccetera. (in italia piu' che altrove).

Non ti fa strana la coincidenza che l'economia italiana e' cominciata a crollare proprio in concomitanza con la caduta del muro di Berlino? : il muro cadde nel 1989, la crisi italiana arrivo' nel 90.... nel 92 venne abbattuta la classe politica del dopoguerra, coinvolta in tangentopoli ma si spazzarono via anche quei personaggi che si battevano ancora per conservare un po' di sovranita' nei nostri confini.

Poi iniziarono i sacrifici per entrare nell'Euro, in seguito l'11 settembre che diede un altro scossone al mondo (con il petrolio che e' schizzato alle stelle) e subito dopo sono scoppiate le bolle economico finanziarie.. con la crisi mondiale dalla quale l'Italia ne e' uscita piu' frantumata di altri paesi.

Ora immagina in questo scenario di tornare alla lira, creare una compagnia aerea italiana e metterla in competizione con la Lufthansa, o AirFrance.... (solo per fare un esempio di ricostruzione del paese)... il risultato sarebbe scontato..emo
comunque l´italia non é una vittima della globalizzazione, bensí colpevole della situazione in cui si trova.

E´vero che contrariamente a francia e germania l´italia ha avuto sempre una politica molot piü manovrata dalle logiche deviate NATO di stile gelliano -e il fatto stesso che in italia vi fosse il secondo piü grande partito comunista del mondo seguito da un enorme partito socialista come principali movimenti di resistenza nel 43´conferma di gran lunga la teoria- , é vero che l´italia ha cominciato a indebitarsi 40 anni fa, é vero che Prodi ha forzato troppo l´entrata nell´euro, ma é vero anche che in questo macello ci sono stati degli italiani che si sono arricchiti come mecenate mandando il paese a prostitute.

Il berlusconismo é stato ciö che ha incentivato speculazione finanziaria penalizzando l´industria, perché le leggi ad personam favorivano i suoi interessi, che erano principalmente finanziari e non industriali.

I grandi poteri industriali si sono convertiti in finanza e speculazione edilizia, non sono crollati....anzi sono diventati quello che oggi tiene per le palle l´europa, ossia le banche e la BCE.

Il credito industriale tedesco é tutto nelle mani di banche italiane!!

La FIAT, mente prima produceva macchine italiane, per italiani a prezzi italiani.......adesso é padrona di Detroit e di tutto il mercato agricolo mondiale: la differenza é che non produce in italia.

Chi gestiva la olivetti credo che non faccia piü elettronica, ma abbia in mano la gestione delle comunicazioni di tutta europa.

Quello che é crollato non e´stata la ricchezza dell´italia, ma la distribuzione di questa.

La grande industria italiana, non volendo combattere il berlusconismo -o forse obbligata da questo- ha fatto quello che ha fatto l´inghilterra dopo l´era delle colonie: ha confertito tutto in finanza. Solo che questo processo non é avvenuto con alle spalle un gooverno che comunque aveva come obiettivo il miglioramento delle condizioni dei propri cittadini, ma anzi pensava solo ad arricchirsi con leggi fatte ad ho per la propria azienda di famiglia.

Quello che é crollato in italia é stato tutto l´indotto della grande industria, che era quello che dava da mangiare a metä degli italiani e che dava la percezione del benessere.

La media e piccola industria italiana, che ai tempi della lira faceva quello che ora fa la cina, producendo prodotti dal basso tenore tecnologico e a prezzi bassi grazie a moneta debole e evasione fiscale, é crollata non avendo piü industrie trainanti. La piccola e media azienda italiana haa un´efficienza sul lavoro di poco superiore a quella del botzwana....ha tirato a campare nel ventennio Berlusconi con leggi che incentivavano il precariato e abbattevano il potere contrattuale sindacale, ma é crollata in un mercato globale dove la roba di scarsa qualitä viene prodotta in paesi in cui la manodopera schiavizzata costa molto meno e i prodotti finiti di qualitä vengono prodotti in aziende ultraspecializzate come quelle tedesche.

La grande industria italiana invece aveva indici produttivi superiori a quelli tedeschi e costava la metä, ma con dirigenti pagati 5 volte di piü....gli stessi dirigenti che hanno arricchito le casse degli azionisti convertendosi in finanza e impoverendo l´italia.
drmacchius 05-12-14 23.36

L´italia non é un´isoletta sul pacifico vittima della globalizzazione. E´una delle principali protagoniste di questo processo e gli italiani sono colpevoli di quello che stanno vivendo perché quanto sta accadendo erano in molti a preannunciarlo dai tempi del governo ciampi e hanno preferito gli zuccherini per evitare di tirarsi su le maniche e mettersi a lavorare come hanno fatto i tedeschi, che si ritrovano a rischiare la crisi sociale ma con l´industria piü forte del mondo.