Ennio Morricone, da vedere!

Gixson 06-10-13 13.47
Negli ultimi 10 anni ho avuto la stra fortuna di girare il mondo e conoscere la realtà delle altre culture viste da dentro; Usa, Russia, Europa (centro nord e sud), Centro sud America, Africa e Asia.
Non è anti italianismo e credimi, sarei molto più contento se non fosse così. ma gli italiani nel mondo sono considerati più per le cose negative che per quelle positive. E non parlo solo dei fatti noti, parlo anche di quello che pensano dell'italiano comune, quelli con cui interagiscono. Gli italiani all'estero, soprattutto i turisti e in minor misura anche quelli che si sono trasferiti per lavoro, a differenza degli altri popoli occidentali, sono quelli con minor capacità di interazione, faccio un esempio banale per capirci: Messico lato del pacifico, bar frequentato da gente di varia nazione, dopo qualche bicchiere le persone presenti iniziano a cazzeggiare cantando pezzi famosi. Nel gruppo al bancone c'erano americani, centro nord europei, francesi, spagnoli e gente del posto. Iniziano col cantare Angel di Robbie Williams, che a quanto pare è diventato un classico universalmente riconosciuto (in veste di parente di un membro dell'equipaggio, io facevo parte di un gruppo misto in disparte, che per ovvie ragioni, era fuori dai giochi)... continuano con gli Abba, Beatles, Queen poi qualche pezzo latino americano ecc... Il gruppo di italiani, come sempre, invece di unirsi alla baldoria, iniziano a criticare (anche questo lo noto spessissimo) il modo spontaneo di lasciarsi andare del gruppo al bancone. In tutta risposta, ma non tanto per puro divertimento e cazzeggio come facevano gli altri, ma per provocazione, gli italiani iniziano a cantare pezzi tradizionali come Funiculì funiculà, Surdato innamorato e altri su questo genere tradizionale. Ad un certo punto, un italiano si alza e dice verso il bar (ma non credo l'abbia capito qualcuno): questi sono canzoni, non quelle canzoni di merda che cantate voi. In risposta, all'unisono dal bancone è partito un fragoroso "yeeaaahh!!!", pensando che l'intenzione e l'intervento fosse scherzoso come il loro. Gli spagnoli chiamavano gli italiani al banco, ma questi hanno rifiutato dicendo che stavano meglio dov'erano, e facendo critiche tra di loro per il fatto che il gruppo al bancone fossero tutti ubriachi. Difficilmente un italiano si integra con altri gruppi per cazzeggiare, e inoltre, pur incontrandolo più volte per diversi giorni nello stesso hotel, non ti saluta e non ti risponde nemmeno quando lo saluti. Inutile dire che gli altri ritengono molto maleducato il non salutare, e spesso oltre al saluto, ti chiedono com'è andata la giornata ecc... Anche quando ti vedono per la prima volta in una situazione ravvicinata (al bar in attesa del drink, in ascensore, in treno ecc...), immancabilmente ti salutano e ti chiedono da dove vieni. L'italiano no. L'italiano spesso si sente piuttosto a disagio quando si trova fuori dal proprio contesto sociale. E' spesso maleducato con i locali perché (come ho sentito io stesso) "a questi morti di fame gli portiamo i soldi quindi faccio quello che voglio". Non tutti, ci mancherebbe, ma credo che la maggior parte ragioni in questi termini, soprattutto quando sono in paesi più poveri...
Markelly 06-10-13 14.02
Gixson ha scritto:
Negli ultimi 10 anni ho avuto la stra fortuna di girare il mondo
... ecc ecc

Gixson, concordo in tutto!
E aggiungo che tutto questo succede spesso anche qui in Italia, tra italiani e stranieri, e tra italiani e ... italiani! emo
Gixson 06-10-13 14.44
continua...

ti chiederai cosa c'entri tutto questo col discorso di partenza? Ho raccontato questo perché penso che questo modo di pensare tipicamente italiano lo porti a chiudersi nel proprio contesto sociale, diventando cieco con tutto quello che lo circonda. Gli altri interagiscono e si confrontano, l'italiano no: critica e si isola.

Hai citato nomi che senza dubbio hanno un alto livello artistico, ma non sono ineguagliabili a livello mondiale, come dici tu, anche perché ogni nazione ha ragione nell'affermare lo stesso. Mettendo da parte le nazioni forti America, Inghilterra e Spagna (per i motivi da te citati), ci sono altre nazioni più "piccole" della nostra (e non solo geograficamente) che però riescono ad esportare la propria tradizione anche in templi della musica anglosassone, come questo, tradizione da cui anche il nostro Lucio Dalla ha preso ispirazione, in questo caso dal Fado.

Noi ci convinciamo di avere in casa nostra già il massimo, e da li non ci muoviamo, mentre gli altri spopolano in tutto il mondo, persino la musica araba, la musica gitana ecc... Credimi, non si tratta ne di una questione di "potenza" politico economica, di lingua o di quant'altro: è solo una questione di carisma, di carattere, caratteristica che all'italiano manca totalmente. Per questo fatica ad uscire dai propri confini. Pensa solo a quanti attori italiani hanno avuto fama internazionale, e invece quanti sono quelli spagnoli, francesi, inglesi ecc.. ma non per i motivi da te descritti: gli spagnoli e gli altri citati hanno quel carisma che l'italiano non ha.

Ho visto Benigni intervistato da Letterman, e confrontato con le altre interviste correlate, la sensazione non è proprio quella di orgoglio, anzi: a me sembra una macchietta. Che poi, per farti capire il livello di autocritica tipicamente italiano, Letterman fa satira su tutto e tutti, anche sullo stesso Obama, sul papa... per capirci, ma quando ha fatto satira su Schettino (attenzione, non sulla nave o tragedia in generale, solo su Schettino), gli italiani, come si vede dai commenti, sono insorti in italica indignazione, addirittura dicendo che loro, gli americani, hanno poco da parlare vista la tragedia del... Titanic emo l'italiano ha poco senso autocritico, ma non tutti, per fortuna.

Non odiarmi, ma considero questo video di una pubblicità norvegese abbastanza recente, uno spaccato molto realistico della realtà italiana: è un po' come veniamo percepiti non solo dai norvegesi, ma un po' da tutto il mondo. E' il carisma che trasmettiamo. Non si vedranno mai pubblicità simili collegate ad altre nazioni al mondo.

carisma italiano emo

Dobbiamo lavorare sulla personalità emo


Per quanto mi riguarda, non ho bisogno di espatriare, grazie sopratutto alla tecnologia: come ho spiegato altrove, dei ragazzi inglesi interpreteranno i miei pezzi, con testi scritti da loro, quindi, per quanto mi riguarda, posso anche restare in italì. emo



Edited 6 Ott. 2013 14:08
vin_roma 06-10-13 17.30
gixson... e se parliamo di questo... mi trovi d' accordissimo

Forse mi sbaglio, ma da come hai descritto alcune cose penso che tu lavori nell' ambito turistico o mi sbaglio?

Comunque, guarda che l' italianismo fine a se stesso l' ho sempre odiato sin da quando avevo 10 anni, da quando ebbi l' opportunità di andare fin sotto la pancia di un Pan American che quando aprì il portellone ne uscì un profumo e una ventata di novità che ancora oggi, se lo sento, mi riporta a quel momento in cui vidi hostess e passeggeri che avevano tutto un altro andazzo, molto lontano dalla mediocrità dell' allora mia periferia romana...

L' ho sempre rincorsa quell' aria e anch' io, nonostante un pessimo inglese per via della mediocrità anche scolastica italiana (parlo degli anni '60/'70), per lavoro e per turismo ho girato un bel po' il mondo e appena ho potuto ho voluto portare anche i miei figli per abituarli alla globalità e così hanno potuto avere l' opportunità di giocare in un parco di Malaga con i bambini che uscivano da scuola, hanno bevuto la coca in riva all' oceano del Marocco, hanno visto la mamma mettersi il velo per rispetto ad altre culture e appena potranno vorrei che per studio seguissero i tanti cugini sparsi per il mondo.
Anch' io odio gli italiani che vanno in Thailandia e chiedono gli spaghetti e poi dicono: come cazzo cucinano? Ma più che altro questi sono personaggi da villaggio turistico... onestamente ho incontrato anche di meglio, forse perché non vado per villaggi.

Comunque è vero, socialmente siamo diventati belve pressapochiste e ingorde... è la parte decadente di un' arco che ci ha visto migliori di così... ...forse è fisiologico.
Ma io spero di aver coltivato "lo spirito decente" dell' italianità e sento comunque la differenza tra l' effimero entusiasmo americano per Guerre Stellari e la filosofia di un film come novecento.

Comunque ora siamo un bel po' OT...
Edited 6 Ott. 2013 19:32
vin_roma 06-10-13 18.25
giusto... troppo OT
Edited 6 Ott. 2013 16:59
Gixson 08-10-13 14.13
Farò il possibile per rimanere in ot, limitandomi a Morricone e Williams emo

Come si può pensare che la cultura musicale di Williams è giovane in quanto americano? Gli americani "occidentali", non sono che europei emigrati. La scuola di Williams non è altre che la vecchia scuola europea. Morricone è bravo di suo. Quello che fa Morricone è semplicemente la conseguenza delle sue abilità come compositore, e non certo per i motivi socio culturali di cui parli. Se così fosse, cosa dovrebbe dire allora un egiziano, con la sua cultura molto più antica di quella italiana. Probabilmente un egiziano si sente avanti, per quello che è stato l'antico Egitto, rispetto al resto del mondo. Eppure nella realtà di oggi guarda come sono ridotti.

Morricone vs Williams ricorda tanto il Verdi vs Wagner. Esattamente lo stesso discorso di differenza di temperamento musicale, eppure un italiano avrà mille motivi per preferire Verdi, limitando un Wagner a semplice trombettista d'assalto. Ma sappiamo tutti che non è così. Si può preferire uno rispetto all'altro, ma non si può dire che uno è meglio dell'altro, altrimenti diventiamo come quelli che parlano di calcio al bar.


E per rimanere in ot concludo con... VIVA M.O.R.R.I.C.O.N.E. emo



vin_roma 08-10-13 16.26
Gixson ha scritto:
Come si può pensare che la cultura musicale di Williams è giovane in quanto americano? Gli americani "occidentali", non sono che europei emigrati. La scuola di Williams non è altre che la vecchia scuola europea.

Se non sei riuscito a "vedere" il clichè della stragrande maggioranza dei film americani in cui c' è il buono, il cattivo, la botta di amore contrastato a 3/4 del film e il finale sempre in gloria per i buoni...

se pensi che il jazz sarebbe potuto nascere anche in Europa non considerando l' impatto e la fertilità di una terra nuova in cui i semi euro/africani hanno saputo fondersi e crescere senza pesi storici...

se pensi che il fatto di avere un territorio circondato da due oceani, "sicuro" e tutto da scoprire, che si è riempito delle persone di tutte le razze, le più volenterose e determinate non sia un fattore determinante per la nascita di un pensiero socialmente giovane con tutte le conseguenze del caso... (vedi "il sogno americano" o il clichè filmico di cui sopra)

insomma... il mio discorso puntava sul fatto che ogni società compie un' arco... si nasce, si cresce, si raggiunge l' apice e si scende... noi siamo in discesa e per noi le testimonianze del passato contano ed averle accanto ogni momento influiscono sul nostro modo di essere, altrochè... il pensiero americano è giovane... ancora è giovane! e si può essere geni anche da piccoli...

Wendell Lowe (ti prego di seguirlo tutto il video) una cosa così in Europa non sarebbe potuta nascere, serve un territorio "pulito"... noi, tra i nostri vicoli, tra i nostri ruderi sentiamo Sant' Agostino, San Francesco... non saremmo riusciti ad osare tanto. Ma non credere che io sia "bacchettone", comunque apprezzo ed amo queste cose per la naturalezza e l' innocenza che emanano. Forse, "purtroppo", io se voglio rivolgermi al divino ho San Pietro a due passi, con tutto il peso e i dogmi sulle spalle, ma forse con una verità più vicina perché molta strada, storicamente, l' ho percorsa...

Comprendi cosa voglio dire con "in alcuni casi la musica di Williams (e molto del contesto americano, film compresi) è giovane, facilona, poco profonda"? e non è un difetto ma una mia sensazione che spesso è poco evidente a molti...
Questo lo penso perché con il nostro carico storico le cose le vediamo in un altro modo, forse stanco, con immobilismo, ci entusiasmiamo di meno, insomma, è più difficile fare qualcosa di nuovo, di mai tentato... perciò ho detto che dovremmo saper sfruttare questo tempo "alle spalle" come saggezza da esprimere... ma siamo in decadenza, quì da noi non molti hanno fiducia nel futuro, solo pochi hanno la forza di percorrere la strada già tracciata con intensità morale e culturale (nel campo musicale Morricone ne è uno)... noi ci siamo persi appresso ai sogni del superenalotto, alla politica corrotta, al campionato di calcio, alle veline, ai suv da comprare...

In questo contesto citare la diatriba Verdi-Wagner la trovo totalmente fuori luogo... il problema che cerco di tirar fuori, di comprendere, è più nascosto ed è forse lo stesso che ti ha fatto aprire il 3d sui problemi del comporre musica...
Edited 8 Ott. 2013 15:27
Gixson 08-10-13 17.16
vin_roma ha scritto:
se pensi che il jazz sarebbe potuto nascere anche in Europa non considerando l' impatto e la fertilità di una terra nuova in cui i semi euro/africani hanno saputo fondersi e crescere senza pesi storici...
ecc...


Ho capito, ma noi non stavamo parlando di storia della musica americana, parlavamo in specifico dell'influenza di Morricone e Williams. Delle differenze tra compositori italiani e anglosassoni ecc... Williams non si è ispirato certo alla musica dei neri americani (come tu stesso hai dimostrato). La sua cultura e formazione musicale va cercata nel repertorio classico, romantico, contemporaneo ecc... del vecchio continente. Il discorso che hai fatto sopra esce completamente da quello che stavamo dicendo su Morricone e Williams.


Riguardo al "carico storico" di cui parli, non ho capito se ti riferisci a quello italiano o europeo in generale.




vin_roma 08-10-13 17.42
Mi accorgo che volendo continuare a cercare motivazioni al concetto mi ritrovo quasi a far differenza di qualità tra i due musicisti... ma non la penso così.

Di Morricone apprezzo l' uso "mentale" del commento musicale ai film, di Williams apprezzo la forza e le orchestrazioni, magistrali.
Per i miei gusti Williams lo trovo stretto, a livello interpretativo, dal business Hollywoodiano ma comunque tira fuori perle preziose, Morricone mi tocca le corde dell' anima, con semplicità e senza tanti fronzoli...

Ovviamente ognuno ha i suoi gusti insindacabili!emo
Gixson 09-10-13 00.36
vin_roma ha scritto:
Ovviamente ognuno ha i suoi gusti insindacabili


Su questo non ci piove emo
giacomo_torino 22-10-13 06.59
Discutete pure, Morricone mi emoziona, punta sempre al cuore. E "vede" la musica. Una decina almeno di capolavori assoluti del cinema se li privi della sua colonna sonora valgono la metá.
Stop, null'altro da dire.
Non finirò di inchinarmi al Maestro
emo
michelet 22-10-13 18.53
@ giacomo_torino
Discutete pure, Morricone mi emoziona, punta sempre al cuore. E "vede" la musica. Una decina almeno di capolavori assoluti del cinema se li privi della sua colonna sonora valgono la metá.
Stop, null'altro da dire.
Non finirò di inchinarmi al Maestro
emo
Su questo avrei da dire....
Ho conosciuto la musica di Morricone prima di vedere i film ad essa collegati e devo dire che in tante occasioni non sono riuscito ad avere le stesse sensazioni avute prima di aver visto le immagini.
In altre parole, trovo che non sempre la musica di Morricone - come spesso lui sottolinea con tono secco - sia a servizio del film, bensì vada per i fatti suoi.
giacomo_torino 23-10-13 04.01
@ michelet
Su questo avrei da dire....
Ho conosciuto la musica di Morricone prima di vedere i film ad essa collegati e devo dire che in tante occasioni non sono riuscito ad avere le stesse sensazioni avute prima di aver visto le immagini.
In altre parole, trovo che non sempre la musica di Morricone - come spesso lui sottolinea con tono secco - sia a servizio del film, bensì vada per i fatti suoi.
La pensiamo diversamente, nulla di male... emoemo
michelet 25-10-13 00.19
@ giacomo_torino
La pensiamo diversamente, nulla di male... emoemo
Direi che è condizione necessaria e sufficiente per uno scambio di opinioni. Il pensiero unico non fa per noi emo
giacomo_torino 29-10-13 04.14
@ michelet
Direi che è condizione necessaria e sufficiente per uno scambio di opinioni. Il pensiero unico non fa per noi emo
emo Saggezza che non posso che condividere... emo