Le dimensioni dell'universo

mima85 11-04-13 16.49
efis007 ha scritto:
Riusciamo a sopravvivere fintanto che la zattera "Terra" ci tiene al sicuro, ma tolta questa zattera noi non siamo niente.
Il nostro Sole un giorno si spegnerà, è già scritto nella bibbia della fisica.
E con lui tutto il sistema solare, Terra compresa.
E con lei anche noi.
Non facciamoci illusioni, noi non andremo da nessuna parte.
Siamo nati quì, e qui ci moriremo.


Mah chissà, magari in futuro, tra qualche migliaio di anni, si sarà in grado di andare su un'altra "zattera". Ovviamente sperando che nel frattempo l'umanità abbia radicalmente cambiato mentalità, perché oggi non ci meriteremmo nemmeno di vivere su questo pianeta per come lo stiamo conciando.
vin_roma 11-04-13 17.31
efis007 ha scritto:
E' tipico della mentalità umana volere sapere tutto, conoscere tutto, comandare tutto, usare tutto a proprio vantaggio.
Pensiamo di essere onnipotenti, di poter viaggiare tra le galassie, di essere stelle che non si spengono mai in un universo dove invece anche le stelle (quelle vere) muoiono, si estinguono, si ritrasformano, rinascono, etc.
Inutile dire che ci sbagliamo.

...la nostra esistenza era già calcolata dal sistema naturale, siamo esattamente quello che dovevamo essere. Non credo più alle teorie che l' uomo è un errore sulla terra e si comporta come un virus che attacca un organismo, facciamo parte dell' evoluzione con tutti i nostri inquinamenti, le nostre modifiche genetiche perché siamo esattamente quello che dovevamo essere, era tutto scritto nel lampo del Big Bang perché ogni cosa è conseguenza dell' altra e se anche per noi calcolare tutte le variabili dalla creazione ad oggi e nel futuro sarebbe una cosa folle, per il sistema delle cose è tutto semplice perché è esattamente quello che deve essere. Siamo noi che, con la sensazione temporale dello svolgimento delle cose, diamo un peso alle cose ma in realtà per l' infinito il tempo non esiste...

Noi non siamo un incidente, siamo quello che dovevamo essere tra una dimensione ed un' altra, tra il prima e il dopo dell' assoluto. E se io oggi voglio sapere è una condizione che la natura stessa mi ha messo dentro perché era logico che sarebbe accaduto, lo sapeva...

efis007 ha scritto:
Non facciamoci illusioni, noi non andremo da nessuna parte.
Siamo nati quì, e qui ci moriremo.

Certo, con questo corpo, anzi, come dico da sempre, con questa radio ricevente con cinque antenne (i nostri limitati sensi) che sotto forma di bipede ci da "un senso" delle cose...
Ma già il fatto stesso di pensare crea campi magnetici che si diffondono all' infinito nel sistema galattico... lo sappiamo oggi ma se ci fossimo basati solo sulla materia rilevata dai nostri cinque sensi non ne sapremo niente, eppure questa è una forma di immortalità non rilevabile da noi che, così come siamo fatti, siamo soggiogati dal sistema comunque o apparentemente finito dell' universo.

La nostra è una dimensione, ce ne sono un' infinità che non conosciamo che si celano oltre le nostre cinque antenne e che forse non appartengono neanche all' universo stesso.
efis007 12-04-13 05.58
mima85 ha scritto:
Mah chissà, magari in futuro, tra qualche migliaio di anni, si sarà in grado di andare su un'altra "zattera". Ovviamente sperando che nel frattempo l'umanità abbia radicalmente cambiato mentalità, perché oggi non ci meriteremmo nemmeno di vivere su questo pianeta per come lo stiamo conciando.

Noi siamo nati per esplorare, è indubbio.
Ma lo spazio non è fatto per noi, le distanze sono inconcepibili, le radiazioni letali, la gravità che permette al nostro organismo di essere ciò che siamo è assente (per poi magari diventare enorme quando non lo vorremmo), etc etc.
Noi in quanto "terrestri" non potremo mai andare da un'altra parte.
Potremo farlo solo creando una nuova specie di noi stessi: l'uomo spaziale.
Cos'è?
Semplice, è un superman, un essere modificato allo scopo di adattarsi allo spazio e di rinascere (inteso proprio come partorire, concepire) in una continua evoluzione organica.
Il viaggio sarà lungo, durerà migliaia di anni, e nessuno può sopravvivere a viaggi del genere dove basta un piccolo "guasto tecnico" a bye bye umanità spaziale.
Di insidie lassù ce ne sono una caterba: micrometeoriti, campi gravitazionali, radiazioni, assenza d'aria, cibo, acqua, assenza di ospedali per curarci da eventuali malattie, e chissà cos'altro.
Non siamo fatti per questi elementi, non possiamo fare i pesci fuor d'acqua.
Dobbiamo rigorosamente evolverci.
Proprio come i pesci hanno abbandonato l'acqua milioni di anni fa diventando organismi terrestri, noi dovremo fare altrettanto.
Chi arriverà (se mai arriverà) su un lontanissimo pianeta oggi sconosciuto non sarà più un "terrestre" inteso come tale.
Sarà un'altra forma organica, nata e sviluppata nello spazio e nei millenni del lungo viaggio di andata.
E quando arriverà là magari non respirerà più ossigeno ma gas metano, magari non avrà più le ossa ma sarà un ammasso gelatinoso di tessuti, magari sarà immune alla radiazioni anzi le userà per sondare il mondo al posto degli occhi che non avrà più (perchè nello spazio non servono gli occhi, è tutto buio).
Io penso che questa trasformazione tra "essere umano terrestre" e "essere alieno spaziale" sia inevitabile se un giorno dovremmo partire verso un altro pianeta.
Noi qui resteremo ciò che siamo.
Loro, là, non faranno praticamente più parte di noi, saranno un forma nuova, diversa, probabilmente anche irriconoscibile.
Se questa è la nostra evoluzione futura.... se questo è il nostro vero intento futuro (visitare altri pianeti)... allora prepariamoci mentalmente e fisicamente a diventare qualcos'altro.
Prepariamoci da "pesci acquatici" a diventare una nuova forma.
Migliaia di anni di viaggio spaziale sono troppi.
Bebè dopo bebè inevitabilmente cambieremo, moltissimo.
E a quel punto scopriremo che gli alieni... siamo noi.
Chissà. emo
efis007 12-04-13 06.43
E comunque volete sentire una teoria strana?
Non è farina del mio sacco, era stata esposta da uno scienziato olandese di cui ora mi sfugge il nome, e l'avevo letta anni fa.
Costui turbò la comunità scientifica ipotizzando che gli alieni eravamo noi (nel preciso, "essere umani terrestri evoluti in alieni").
La base su cui si fondava questa bizzarra teoria era.... l'uranio.
Al che ci si chiede "che centra l'uranio"? emo
Tra tutti i pianeti del sistema solare, l'uranio, inteso come roccia radioattiva, pare sia presente solo sulla Terra.
Lo scienziato si incuriosì e si pose una domanda: "perchè la Terra ha rocce radioattive, e altri pianeti privi di schermatura solare non le hanno"?
Da qui la sua ipotesi: la Terra ha già vissuto un catastrofico periodo di nucleare! emo
Quando?
Molto ma molto prima dei dinosauri e di tutto ciò che conosciamo.
Stando allo scienziato, sulla Terra c'erano già forme di vita intelligenti che si sarebbero autodistrutte in un mostruoso cataclisma atomico (guerra o incidente non è dato a saperlo).
Talmente potente da aver cancellato qualsiasi prova o traccia sulla faccia del pianeta.
La distruzione fu di portata tale da "impregnare" alcune rocce di radioattività trasformandole in quello che per noi oggi è il convenzionale uranio.
Ecco il perchè la Terra avrebbe questo elemento presente in natura, e sugli altri pianeti no.
Tuttavia prima del cataclisma molti dei nostri "pre-terrestri" riuscirono a scappare a bordo di navi spaziali.
Direzione?
Boh chi lo sa.

Morale, costoro oggi... cioè quelli che chiamiamo alieni, omini verdi, marziani, vattelapesca, insomma quella roba lì... saremmo noi!
Sarebbero i nostri antichissimi terrestri diventati alieni. emo

Teoria bizzarra?
Sicuramente!
Però quella roba lì dell'uranio è curiosa.
Sono convintissimo che esistono spiegazioni molto più serie e logiche del perchè c'è uranio sulla Terra.
Tuttavia quella dell'olandese devo ammettere che è una storiella che fa riflettere, insomma diciamo che panzana o no (e sono convinto che sia una panzana) è una storia simpatica, una di quelle storie che ti fa dire: "e se magari avesse ragione?"

Niente.
Era solo una piccola curiosità che avevo letto e ve l'ho voluta riportare così come la ricordavo.
Nulla a cui dare peso.

Spero. emo
Edited 12 Apr. 2013 4:47
anonimo 12-04-13 10.03
Piu' facilmente e verosimilmente, la teoria del nostro essere alieni e' legata alla possibilita' che l'acqua, o materie organiche (vita primordiale) siano arrivate sulla terra attraverso corpi celesti vaganti (si presume comete) infettando la terra.

Ora mi chiedo quale pianeta puo' contenere quel batterio o virus o organismo unicellulare, che nel suo DNA ha dei codici cosi' strambi da mutare fino a diventare "umanita' " : l'unica specie nell'universo che inquina la stessa aria che respira....

emo
mima85 12-04-13 10.31
efis007 ha scritto:
Noi in quanto "terrestri" non potremo mai andare da un'altra parte.


Non ne sarei così sicuro. E se più semplicemente, senza tirare in ballo tutto il discorso evolutivo che è comunque interessante, tra qualche millennio avremo veicoli in grado di teletrasportarsi da un punto all'altro, anche lontano anni luce, in un istante? E se quel punto fosse un altro pianeta con caratteristiche analoghe al nostro?

OK, adesso è fantascienza e sicuramente noi (inteso come me, te, e tutti gli altri utenti che leggono questo thread) non arriveremo mai a vedere una cosa del genere. Ed è ovvio che ragionando con i termini scientifici conosciuti fin d'ora sosteniamo che è impossibile compiere questa impresa. Ma non dimentichiamoci che cose che una volta erano considerate fantascienza oggi sono realtà.

Secondo me conosciamo ancora troppo poco della natura che ci circonda per dire che "è impossibile, non ce la faremo mai". Non ce la faremo a breve, questo è sicuro. Ma non me la sento di dire "mai", in fondo non possiamo sapere che direzione prenderà la ricerca scientifica in futuro. Io per queste cose la vedo in modo possibilistico, forse in futuro si faranno delle scoperte nell'ambito della fisica tali da rendere possibile ciò che oggi è categoricamente bollato come impossibile.

L'unica cosa di cui sono ragionevolmente sicuro è che appunto, queste scoperte non farò in tempo a vederle.
zaphod 12-04-13 16.06
@ Efis: tu stesso hai dubitato della notizia della radioattività prodotta da supposte guerre nucleari di eoni fa.
E infatti è una bufala, essendo che i nuclei radioattivi vengono prodotti nelle stelle e dispersi nel cosmo da esplosioni delle supernove (come tutti gli elementi pesanti, del resto)
Per quanto riguarda l'estinzione della specie umana in seguito allo spegnimento del sole, beh, è un pericolo remoto e l'umanità rischia di estinguersi molto prima per propria causa. Infatti, il sole ha ancora abbastanza idrogeno per "bruciare" almeno ancora 5 miliardi di anni...

@ Mima: bravo, hai trovato una cosa interessante. Molto. Direi che il 99% delle persone non si rende conto delle effettive dimensioni di un nucleo atomico o di una struttura a grande scala dell'universo.
Anche fare alcuni esempi, tipo che 1 grammo di idrogeno contiene un numero di atomi pari a circa 6 seguito da 23 zeri, oppure che la nostra Galassia sia un disco di 100.000 anni luce di diametro, non rende abbastanza l'idea. Sono dimensioni, piccole o grandi, che mettono alla prova qualsiasi raziocinio e turbano.
Turbano, come dicevate voi, perchè in quest'ottica l'umanità non è che un infinitesimo del tutto, quasi un incidente di percorso o una nota di colore locale.
Poi, comunque, sul "tutto" ci sarebbe da discutere, visto che la materia conosciuta rappresenta tra l'1 e il 5% della massa totale dell'universo (stimata). Per la cronaca, il resto sarebbe materia oscura, energia oscura, particelle esotiche non ancora scoperte, ecc. Quindi noi siamo una frazione della frazione!!!
Non è che l'universo non ci voglia. Siamo solo una parte. Un granello di sabbia su un pianeta. Utile, forse, ma trascurabile.emo

@ vin roma: interessante la tua interpretazione del principio antropico...
efis007 12-04-13 16.30
Io penso che esista un limite all'impossibile.
Faccio un esempio semplice, se oggi agitando le manine non riusciamo a volare come fanno gli uccelli, sarà così anche tra 10.000 anni (a meno che l'uomo si evolva in un essere diverso con delle manone grandi 100 metri quadrati).
Se le future tecnologie di propulsione ci permetteranno propulsioni prossime alla velocità luce i viaggi durerebbero migliaia di anni per andare in posti che neppure conosciamo (e che tutto protebbero essere tranne che ospitali).
Sarebbe un viaggio al cieca e nel completo silenzio in cui l'equipaggio perderebbe ogni possibile contatto con la Terra a seguito delle distanze (onde radio e luce non posso barare la fisica, viaggiano a 300.000 km/s, e così rimarranno).
Anche ammesso che trovassimo un modo per "smaterialiggiarci" divenendo un "programma" da sparare nello spazio verso un punto prestabilito viaggeremo sempre alla velocità luce, per migliaia di anni.
E lassù (nel punto dove dobbiamo andare) servirebbe una "ricevente" che ci capta e ci rimaterializza sul posto.
Sono teorie troppo assurde per essere vere e per essere realizzabili.
Noi non siamo numeri o bit, siamo atomi che formano materia organica, siamo fatti di carne ed ossa, siamo una massa, non un'energia.
E se Einstein ha ragione, avvicinandoci alla velocità luce perderemo la massa e diventeremo energia, ossia ci disintegriamo.
Per sopravvivere in questo stato ci vorrebbe che la legge di Einstein fosse sbagliata e che il nostro "essere organici" rimanesse immutato.
Immutato e "congelato nel tempo" in quanto (sempre secondo Einstein) alla velocità luce il tempo è zero, si ferma, si blocca, si congela.
In questo modo allora sì che sarebbe possibile viaggiare nello spazio.
Noi saremmo come delle fotografie statiche, congelate nel tempo nell'istante stesso in cui sono state scattate, e dopo migliaia di anni di viaggio non sarebbe passato alcun tempo per i viaggiatori spaziali.
Si risveglierebbero com'erano prima, organici come erano prima, ma in tutt'altro posto dello spazio.
Il problema è che se Einstein ha ragione questa condizione non è possibile, una massa a velocità luce non può esistere in forma di massa.
Ma soprattutto, anche ammesso che sia possibile, colui che arriverebbe là, lontano migliaia di anni luce dalla Terra, come farebbe a dirci "funziona, sono arrivato intero, sto bene, guardate che funziona!"?
Per il viaggiatore cosmico il suo viaggio sarà stato istantaneo, ma per noi che viviamo quì sarebbero passati invece migliaia di anni, e in quel tempo forse noi non ci saremo neanche più, magari ci siamo già estinti tutti per cause naturali o volute.
E se lui tornasse subito indietro (all'istante per lui) sarebbero passati altre migliaia di anni per noi, ossia X2 migliaia di anni.
E chi troverebbe quì, o cosa?
Magari troverebbe il silenzio totale, magari neppure più la Terra come la conosciamo.
Per cui sarebbe un duplice salto nel buio.
Se quel viaggio spaziale andrà bene o male solo il viaggiatore saprà cosa è successo, e dubito potrà condividerlo con qualcuno.
Lui resterà un alieno a tutti gli effetti.
Un uomo preistorico in un mondo lontano tutto da esplorare (sperando che sia un mondo accogliente per lui, altrimenti game over, come sopravviverebbe?).
Edited 12 Apr. 2013 14:31
efis007 12-04-13 17.04
zaphod ha scritto:
@ Efis: tu stesso hai dubitato della notizia della radioattività prodotta da supposte guerre nucleari di eoni fa.
E infatti è una bufala, essendo che i nuclei radioattivi vengono prodotti nelle stelle e dispersi nel cosmo da esplosioni delle supernove (come tutti gli elementi pesanti, del resto)

Lo spazio è pieno di radioattività, lo sappiamo, ma la cosa su cui aveva fatto leva quello scienziato olandese era il perchè, tra tutti i pianeti del sistema solare analizzati dalle sonde, l'uranio in forma rocciosa radioattiva (insomma come "sasso radioattivo") è presente solo sulla Terra.
Terra che a dispetto di altri pianeti è ben schermata dalle radiazioni cosmiche grazie alle fasce di Van Allen e dall'atmosfera.
Mercurio ad esempio (il pianeta più vicino al Sole e alle poderose radiazioni solari) ha un campo magnetico pari a 1 centesimo di quello terrestre e non ha un'atmosfera schermante.
Praticamente è un pianeta inerte, sottoposto a bombardamenti radioattivi molto più intensi di quelli terrestri vista la sua vicinanza al Sole.
Ciononostante non presenta rocce radioattive nella sua geologia quando teoricamente ne dovrebbe essere abbastanza pieno (così si suppone andando a naso).
E' proprio su queste apparenti "stranezze", tra virgolette, che l'olandese scrisse quella fantasiosa tesi.
Che è appunto fantasiosa, premettiamolo!
Ma simpatica e curiosa. emo
Quello che secondo me non ha considerato l'olandese (e che troverebbe una spiegazione scientifica al fenomeno dell'uranio terrestre) è non aver considerato tutto l'arco evolutivo della formazione della Terra.
Cioè lui si si è fermato al "prima dei dinosauri" supponendo che esisteva già l'uomo e che tale civiltà si è distrutta atomicamente.
Ma se fosse andato molto più indietro saprebbe che la Terra e tutti i pianeti del sistema solare sono nati come palle incandescenti orbitanti intorno a un neonato Sole.
La Terra come la conosciamo non esisteva, era un corpo infernale, privo di vita, un semplice agglomerato di materia spaziale infuocata, bollente, bombardata da radiazioni solari.
Era tutto un gioco di forze, di gravità, di calore, di agglomerati atomici che si mescolavano tra loro.
E un tutto questo carosello si è probabilmente formato anche l'uranio in forma rocciosa.
Nulla di strano o di impossibile viste le inimmaginabili forze in gioco.
Fa parte del teatro cosmico stupirci continuamente con "oggetti" di cui non ne comprendiamo la grandezza e la potenza.
Basti pensare ai Quasar.
Sono entità di una forza inaudita, inconcepibile, qualcosa che non riusciamo neanche ad immaginare, però sono una realtà concreta, li abbiamo scoperti, li stiamo studiando, etc.
Poi il come e il perchè si formano spontaneamente non lo sappiamo ancora con certezza.
Ma poco ci interessa.
Sappiamo che ci sono, punto.
E così è l'uranio sulla Terra.
Esiste perchè esiste.
Se durante la formazione del sistema solare la Terra ha avuto la "fortuna" di avere questo materiale in forma rocciosa, vuol dire che così doveva essere.
Dopotutto anche Giove è fatto solo di gas e non di rocce.
E i suoi satelliti invece sono rocciosi.
Ma guarda che strano.
Strano o no, si vede che così doveva essere!
Che ce lo spieghiamo o no. emo
efis007 12-04-13 17.43
robykaiman ha scritto:
Piu' facilmente e verosimilmente, la teoria del nostro essere alieni e' legata alla possibilita' che l'acqua, o materie organiche (vita primordiale) siano arrivate sulla terra attraverso corpi celesti vaganti (si presume comete) infettando la terra.

Beh sai una cosa Roby?
Che tra le varie teorie scientifiche, quella dell'acqua portata dalle comete faccio un po' fatica ad accettarla.
Premetto che questo è un mio pensiero, è farina del mio sacco (non sono le robe bizzarre di quell'olandese là). emo
Tuttavia la teoria delle comete mi ha sempre lasciato forti dubbi.
E posso spiegare il perchè.
Il periodo "cometario" più intenso che ha vissuto la Terra è avvenuto durante la formazione del sistema solare.
C'era un caos pazzesco, gas, polveri, rocce, tutta materia che orbitava intorno al Sole, si scontrava, si univa, si fondeva, etc.
I pianeti si sono formati a seguito di queste coesioni, ed erano tutti estremamente caldi, bollenti.
Man mano che il pianetino prendeva forma la gravità si faceva sentire, li schiacciava, li compattava.
Era tutto un turbinio di forze, calore, magma, fusioni, che lentamente davano origine al "nucleo" rovente del pianeta, e in seguito piano piano al mantello freddo (generalmente molto sottile rispetto alla parte "calda" del pianeta).
Affinchè la Terra si riempisse di acqua avrebbe dovuto essere già molto fredda, l'atmosfera già consolidata (l'acqua in forma liquida svanisce nel vuoto), e avrebbe dovuto essere stata bombardata da non so quanti milioni di comete.
Ed è qui il problema.
L'acqua in forma liquida non può rimanere in forma liquida nel vuoto, è un dato fisico, può rimanerci solo in forma gassosa o ghiacciata.
Serve quindi un'atmosfera che la mantenga liquida.
Ma l'atmosfera della Terra primordiale era rovente, simile al pianeta Venere.
Come farebbero le comete a "innaffiare" la Terra con una simile atmosfera?
Non solo.
L'atmosfera stessa genera attrito, fa vaporizzare le comete (abbiamo visto cosa è successo in Russia), ergo se tale cometa trasporta acqua ghiacciata si vaporizza nell'alta atmosfera con l'attrito, e l'acqua non rimane sottoforma di vapore acqueo ma diventa gas e si disperde nello spazio.
E ancora.
Ammesso che milioni di comete molto grosse abbiano colpito la Terra "eludendo" la forza di attrito atmosferica e impattando il suolo, l'impatto stesso avrebbe generato una calore mostruoso e un'onda d'urto abnorme da fondere le rocce, nonchè da "aprire" l'atmosfera (aprire proprio un varco nell'atmosfera a seguito della velocità e dell'onda d'urto) facendo sì che l'acqua gassificata dall'impatto venisse sparata fuori dall'atmosfera.
E ancora.
Dove sarebbero i segni di questi milioni di mega impatti sul nostro pianeta?
Ok che il tempo e l'erosione cancellano tutto, ma qui si parla di milioni di impatti colossali di cui la Terra, erosione o no, dovrebbe esserne piena zeppa ancora adesso.
Ma i dati radar dello Shuttle che ha mappato tutta la Terra non mostrano nulla del genere, ne sopra il mantello, ne sotto il mantello.
E non sono stati trovati neanche segni gravitazionali di simili impatti (ovunque c'è un'impatto rimane solitamente una anomalia gravitazione).

Insomma c'è qualcosa che non mi torna in questa teoria dell'acqua portata dalle comete.
Non mi ha mai convinto pienamente. emo
Forse c'è un'altra spiegazione.
Fusione nucleare magari? (idrogeno e ossigeno che si combinano) emo
vin_roma 12-04-13 17.47
zaphod ha scritto:
@ vin roma: interessante la tua interpretazione del principio antropico...

AZZ! ...andiamo pesante.

Le mie sono solo divagazioni condite, con quello che posso, di intuito e poche conoscenze. Brandon Carter l' ho solo sentito nominare, mai studiato.
vin_roma 12-04-13 18.05
efis007 ha scritto:
Insomma c'è qualcosa che non mi torna in questa teoria dell'acqua portata dalle comete.
Non mi ha mai convinto pienamente. emo

A me nemmeno...!

La butto lì, così a caso (mi è venuta adesso):

Non è che la rotazione intorno al sole generi degli anelli/strati di eccellenza per alcuni elementi, come una sorta di torre per gli idrocarburi da dove a varie altezze si estrae gasolio, kerosene, benzina, gas vari etc...? ovvero, Venere ha la massa giusta per trattenere un' atmosfera ma, mi pare, è principalmente costituita da ammoniaca, quella della Terra da azoto, ossigeno etc..., quella debole di Marte non lo so, così dicasi per Giove, Saturno etc... ma Nettuno (o Urano mi pare) ha l' atmosfera carica di metano...
efis007 13-04-13 02.44
Tutto è possibile Vin. emo
Ma tra le tante cose possibili, gli impatti cometari rappresentano la teoria che mi convince di meno.
Immagina scenari del genere.



Quando simili corpi collidono contro la Terra "scavano" letteralmente l'atmosfera.
Scavano anche il suolo nel punto di impatto, naturalmente, ma fanno anche un buco nell'aria.
E' la teoria dei fluidi, quando lanci un sasso dentro uno stagno l'acqua si sposta con violenza è per un istante si "buca", avviene un buco nell'acqua causato dall'impatto e dall'onda d'urto.
L'atmosfera è un fluido, è fatta di aria, e quando un corpo dotato di enorme velocità ed enorme massa la penetra come un proiettile genera un immane spostamento del fluido.
A questo si aggiunge l'onda d'urto creata dall'impatto al suolo.
E a questo si aggiunge l'immenso calore generato dal fenomeno.
Ora, metti insieme tutti questi fattori ed ecco spiegato perchè la teoria dell'acqua cometaria non mi ha mai convinto.
Come possono simili impatti cosmici depositare acqua sulla Terra? emo
Semmai dovrebbero fare la cosa opposta: vaporizzare l'acqua, gassificarla, e proiettarla con violenza fuori dall'atmosfera, nello spazio.
E più acqua questi corpi dovessero trovare nel punto di impatto (chessò c'è un mare), più lo devasterebbero, lo vaporizzerebbero, lo prosciugherebbero, lo sparerebbero gassificato fuori nello spazio attraverso il vuoto d'aria da loro stessi creato.

Le immagini che hai visto sono ovviamente dei dipinti.
Ma non sono fantasia.
Eventi del genere produrrebbero davvero effetti del genere.
E' c'è una prova scientifica che lo dimostra: l'impatto della cometa Shoemaker-Levy 9 contro il pianeta Giove nel 1994.
L'evento è stato fotografato e filmato.
Giove è un pianeta gigante, enorme, gassoso.
La cometa era grande 5 km e gli è finita addosso in piccoli pezzi.
Nonostante quella cometa era un microbo rispetto a Giove, lo ha "bucato" letteralmente, lo ha devastato a tal punto che si vedevano chiaramente le cicatrici (i buchi atmosferici) sulla superficie di Giove.




La domanda è: "come possono simili devastanti impatti lasciare acqua sul nostro pianeta sino a riempirlo per 3/4 di mari e oceani"?
A ma francamente sembra una teoria un po' campata per aria.
Poi magari è vera eh!
Magari è successo davvero così!
Ma io rimango molto scettico lo stesso, è una teoria che non mi convince. emo
vin_roma 13-04-13 03.42
Ti do ragione efis... sono solo dubbioso sul fatto che comunque certe teorie le abbiano fatte persone con più elementi dei nostri sul tavolo, ma rimango interdetto e mi dispiace non avere le competenze giuste, mi sarebbe tanto piaciuto studiare e lavorare in questo campo.

Va be'... sarà per la prossima vita... poi confido sempre che nell' aldilà possa trovare qualcuno che mi spieghi tutto!
zaphod 13-04-13 12.07
che thread spesso, ragazzi.
Quanta carne al fuoco.
Ma d'altronde la cosmologia è talmente varia e vasta che anche un discorso generale rispecchia questa immensità.
Quindi, nel migliore metodo scientificoemo, un po' di considerazioni buttate lì a caso:

- il bombardamento cometario come origine dell'acqua sulla terra è una teoria che si affianca a quella dell'origine endogena. Come dire "non ci abbiamo ancora capito niente". Un po' come la teoria della formazione della Luna. Ci sono 3 teorie in piedi, ora prevale una, ora l'altra, ma nessuna è definitiva. Io non ho strumenti per fare un'ipotesi, ma se devo commentare, l'acqua che arriva dalle comete è un'ipotesi interessante e fondata, ma fallace sui punti che sottolinea Efis.
Ah, tra parentesi, idrogeno e ossigeno non si combinano per fusione nucleare ma per semplice reazione chimica. E' la più semplice reazione di combustione che esista: idrogeno + ossigeno --> acqua + energia.

- interessante il paragone tra una torre di cracking e un disco protoplanetario di Vin roma. In pratica, secondo te, le varie sostanze si porrebbero a diversa distanza dal Sole. Non so se sia fondato o meno, ma è un ragionamento che mi piace. Quello che so, è che l'ossigeno sulla Terra non esisteva, o comunque ce n'era molto meno: l'atmosfera era una cosa inospitale tipo quella di Venere. C'erano parecchi composti dello zolfo gassosi. Lo zolfo ne veniva dalle rocce in formazione. Sono stati i microrganismi allora viventi che hanno cambiato l'atmosfera. Detta brutale, mangiavano anidride solforosa e cagavano ossigeno. Quello che respiriamo oggi era uno scarto dei primi abitanti della Terra. Ovviamente, questo ha ucciso altre specie viventi e ha favorito altre forme di vita, non ultime le piante che utilizzano un altro sottoprodotto (anidride carbonica) per produrre ulteriore ossigeno.

- secondo la relatività, avvicinandosi alla velocità della luce, un corpo acquista massa, non la perde. Anzi, tende a diventare infinita man mano che la velocità aumenta. E' il motivo per cui non possiamo raggiungere tale velocità limite, infatti per accelerare un corpo di massa (quasi) infinita ci vorrebbe una quantità infinita di energia.
Qui c'è qualche lume.

(segue)
zaphod 13-04-13 12.09
- la radioattività naturale (di fondo) della Terra non è dovuta a meteoriti radioattive, se non in minor parte: è innata nella Terra, essendosi formata (la Terra) con elementi già radioattivi in partenza. I raggi cosmici sono pericolosi non perchè radioattivi (non lo sono), ma perchè hanno energie elevatissime e sono molto penetranti, il che unito alla loro dimensione (sempre atomica, non sono palline da golf) li rende pericolosissimi per un organismo vivente. L'irraggiamento solare, dalla sua, non "radioattivizza" un elemento che non è radioattivo di suo. Anzi, il vento solare non è proprio radioattivo: è formato da plasma e nuclei di elio (tra cui l'elio-3, che molti favoleggiano di andare a recuperare sulla luna per usarlo qui come combustibile in centrali a fusione)

- @ Vin roma: sono nelle tue stesse condizioni... a volte ho l'impressione di aver sbagliato campo di studi, perchè la cosmologia mi affascina tantissimo. Poi mi accorgo che oggi il cosmologo non può prescindere da nozioni fisiche non comuni (partendo dalla relatività, passando dalla fisica quantistica per arrivare all'inconcludente ed eterna promessa della string theory).
Quindi sono arrivato ad un approccio pragmatico: voi studiate, scoprite, poi traducete l'astruso linguaggio matematico in parole e infine io leggerò il risultato dei vostri sforziemo
vin_roma 13-04-13 16.53
zaphod, avrei giurato che invece eri dentro...

comunque, sapevo che l' ossigeno di cui abbiamo bisogno in realtà è lo scarto dei processi vitali dei primi microorganismi che hanno popolato la Terra e se andremo avanti di questo passo saremo noi la causa di una nuova rivoluzione vitale ma temo che questa volta non faremo in tempo ad adattarci!

Il mistero del "da dove veniamo e dove andiamo?" ha da sempre accompagnato il mio vivere quotidiano. In mancanza di studi specifici anch' io aspetto le risposte belle e pronte...
zaphod 13-04-13 19.54
vin_roma ha scritto:
zaphod, avrei giurato che invece eri dentro...

troppo buono e ti ringrazio. Sono invece un povero farmacista che si dibatte nella tua stessa domanda:
vin_roma ha scritto:
da dove veniamo e dove andiamo?

e il mio percorso di studi, che ha necessariamente contemplato matematica, fisica e mooolta chimica, mi permette di non addormentarmi quando leggo un testo scientifico (divulgativo, comunque, non tecnico) e di non strabuzzare gli occhi quando vedo anche solo un numero tipo 6.022*10^23.

Trovo paradossale, per quanto mi riguarda, che la ricerca del perchè ultimo delle cose mi faccia tralasciare la conoscenza del mondo odierno: se mi chiedi "cos'è la radiazione cosmica di fondo?" ti posso fare un discorso di mezz'ora; se mi chiedi "chi è il premier britannico?" ci devo pensare 5 minuti rischiando di sbagliare risposta.
Forse è incoscienza, forse è il discorso di Mima: ci sono cose tanto grandi, là fuori, e noi ci scanniamo su questa Terra per cose così futili...
anonimo 13-04-13 20.21
efis007 ha scritto:
Ma tra le tante cose possibili, gli impatti cometari rappresentano la teoria che mi convince di meno.


Ma infatti ne io (che sono un puro lettore, che ha imparato la porno scienza su focus o giu' di li) neppure gli scienziati, hanno mai parlato di impatti.emo

Hai presente la famosa catena degli eventi? ... Prova ad immaginarne una anche per la teoria (sono comunque teorie, ma formulate da gente col cervello molto sviluppato) dell'influenza delle comete nel trasportare condizioni favorevoli alla formazione di vita.



Edited 13 Apr. 2013 18:23
zaphod 13-04-13 21.17
robykaiman ha scritto:
Prova ad immaginarne una anche per la teoria (sono comunque teorie, ma formulate da gente col cervello molto sviluppato) dell'influenza delle comete nel trasportare condizioni favorevoli alla formazione di vita.

che TUTTA l'acqua sulla Terra sia arrivata dalle comete, come ho detto prima, è difficile da credere: è difficile per le nostre menti di oggi in cui basta che la NASA dica "asteroide!" e noi ci caghiamo sotto. 3 - 4 miliardi di anni fa, le comete piovevano come ridere (a quanto pare), quindi tutto può essere.
Che molecole della vita (proteine, ma anche già acidi nucleici) siano arrivati con una cometa... possibile anche questo. Sembra più plausibile della teoria dell'acqua. Ma si sposta solo la domanda: dove si è creata la vita?

Comunque, c'è un bel libro di Francis Crick intitolato DNA che parla (anche) della nascita della vita sulla Terra, e discute delle condizioni in cui era la Terra agli albori della vita. Niente fa pensare che possa essere stata portata da altrove. Anche se non esclude la panspermia.
Per inciso, è il Crick che insieme a James Watson ha scoperto il DNA.
Curiosità: fu proprio Einstein, allora già in America, a mettere sulla strada giusta i due futuri premi Nobel: suggerì infatti loro la possibilità che i costituenti del dna si combinassero proprio nel modo confermato da Watson e Crick.