Platipo ha scritto:
avro' le orecchie strane io, ma vi assicuro che partire da una init e giocare solo con un oscillatore modulando i suoi parametri puo' gia dare delle notevoli soddisfazioni
Quoto in pieno. Utilizzo Ultranova da qualche mese, sia in studio che sul palco, anche in veste di interfaccia audio con il portatile: non la trovo una macchina esente da compromessi, ma certo può risultare estremamente funzionale e, complessivamente, dotata di un buon rapporto Q/P.
E quanto alla programmazione: ragazzi, che vi devo dire? E' maledettamente divertente. Francamente non sono sicuro che le forma d'onda di Ultranova siano campionate - al contrario, avevo capito che anche quelle non base, escluse le 36 wavetable da 9 forme d'onda ciascuna, fossero generate matematicamente - ma al di là di ciò l'architettura è disseminata di punti di forza (o di semplice economia operativa) che possono rivelarsi interessanti:
- è vero che non si possono mettere in sync due oscillatori fra loro, ma è anche vero che ogni oscillatore dispone di una funzione
vsync - modulabile, ovviamente - con la quale ottenere il risultato timbrico della sincronizzazione non con un altro oscillatore, bensì con una copia virtuale di se stesso. A ciò aggiungo come la coppia di parametri
density/detune - da non confondersi con l'unisono, pur sempre disponibile - permetta di "moltiplicare" l'oscillatore senza doverne usare un secondo in leggera scordatura. E vogliamo parlare della regolazione indipendente della fase degli oscillatori, dell'
hardness (con la quale smussare il profilo della forma d'onda), del
drift fra gli oscillatori e della modulazione ad anello?
- il filtro: due filtri multimodo fra loro indipendenti, che possono lavorare in serie o in parallelo. Al di là della tipologia di filtraggio che si sceglie (attingendo a un parco ricco, ma che di fatto non contiene nulla di esoterico), vorrei rimarcare la possibilità di saturare lo stadio del filtro, impostando non solo il grado di distorsione ma anche il comportamento di essa (scegliendo fra una mezza dozzina di algoritmi:
bitdown e
downrate sono gustosi e nemmeno troppo diffusi, a mio modo di vedere). Non basta: un parametro strategico a disposizione è quello che consente di regolare il rapporto fra risonanza del filtro e ampiezza del segnale, così da simulare il diverso comportamento di quella pletora di filtri che tutti conosciamo.
- i modulatori: tre LFO con un ricco parco di forme d'onda, e sei inviluppi - che possono essere fatti lavorare in loop - dotati di slope sul segmento di attacco e decadimento. Il tutto pilotato da una matrice di modulazione dotata di 20 slot (sorgente A x sorgente B > destinazione) che non conterrà tutto, ma poco ci manca.
- gli effetti: cinque slot gestibili in assoluta libertà, concatenabili fra loro in vario modo. Niente di sconvolgente, intendiamoci: parliamo di distorsione, equalizzazione, compressione, modulazione (chorus/phaser), ritardo e riverbero. L'essenziale c'è, e per di più è modulabile.
Sperando di non aver tediato... Ciao!
Jacopo