luke_j ha scritto:
Mima... ma questo è l'interno del waldorf
? Sai che nella mia dx7 fai fatica a farci entrare uno spillo? Proprio si sono ridotti tutte le componentistiche...
È la normale evoluzione dei circuiti integrati. Anch'io se apro la mia SY-77 trovo dentro una marea di roba, mentre se apro l'Electro 3 la situazione è molto simile al Waldorf Q. E come potenza di calcolo pura la "ridicola" mainboard dell'Electro 3 mangia le 2 piastre della SY-77 a colazione e ne sputa le ossa.
Si tende appunto ad integrare il più possibile diverse componenti in un solo chip.
Un esempio visivo, prendendo spunto dall'informatica:
questa è la scheda madre di un vecchio IBM AT (286, classe 1985, più o meno la stessa epoca del DX-7), mentre
questa è una scheda madre Intel D510 (recente ed ancora in produzione). Un buon 95% degli integrati che vedevi nella scheda madre del 1985 (a parte il gruppo di chip tutti uguali in basso a destra, che è la RAM, ma che oggi possono essere tranquillamente contenuti
qui dentro) sono contenuti in quei 2 chip quadrati della scheda Intel, più ovviamente tutte le altre funzioni che la scheda del 1985 non aveva (audio/video integrate, ecc...).
luke_j ha scritto:
Ma era meglio come prima se non erano così delicate...
La delicatezza è dovuta a come vengono prodotti i componenti e le schede (leggi: quanto il produttore di detti componenti ha risparmiato sulla qualità) e non al loro livello di integrazione.
Componenti più miniaturizzati ed integrati per forza di cose sono più complessi, quindi il produttore deve sforzarsi di più (ovvero spendere di più per produrli) per raggiungere un certo livello di qualità. È chiaro che puntare al minor prezzo possibile non è molto compatibile con il produrre componenti sempre più complessi ed integrati.
D'altronde anche le macchine computerizzate che vengono usate negli ospedali, nelle fabbriche, ecc... usano componenti ad alta integrazione, solo che sono costruite con un certo criterio che punta più all'affidabilità che al minor costo possibile.