@ igiardinidimarzo
tutto ha un inizio ed ha una fine:
arrivera' (presto) il tempo della fine per il piano 'classico';
quando uscirono i televisori al plasma (ricordo perfettamente i pareri degli esperti) tutti erano pronti a scommettere che nessuna tv avrebbe mai superato quella catodica:
oggi, a distanza di pochi anni, nessuno (tanto meno gli 'esperti') vorrebbe tornare indietro...
e' accaduto con la fotografia digitale...
e' il progresso...
Qui però Giardini debbo contraddirti. Tu hai parlato di riproduzione di immagini... TV con tecnologie che evolvono, e fotocamere che rimpiazzano le pellicole. Ma tutte avevano lo stesso obiettivo: riprodurre l'immagine reale, o in movimento, o statica, a fini artistici e comunicativi.
Per il piano acustico è diverso. Ma poi, che vogliamo acusticare? Non esiste il pianoforte acustico, esiste il pianoforte, e il pianoforte digitale. Se io dico "pianoforte", non dev'esserci equivoco: parlo di uno Steinway, di un Bosendorfer, di uno Yamaha, Kawai, Petrof e compagnia bella. Ma di quelli veri, in legno, grossi o piccoli, con corde e martelletti.
Qui non si parla di tecnologia che evolve per riprodurre un qualcosa. Qui parliamo di un qualcosa che esiste, a se stante, con un'anima, una personalità e una storia, e di altri oggetti, strumenti, che emulano questo qualcosa. Non sono due modi diversi per avvicinarsi all'idea che risiede nell'Iperuranio. Il pianoforte è il degno abitante dell'Iperuranio, e il pianoforte digitale non è altro che la materia che si plasma secondo la forma per riprodurre l'idea. Il discorso tuo, Giardini, si applica benissimo alla riproduzione del pianoforte: piano digitale e VST. Anni fa, pensare di avere un bel suono di pianoforte in un PC era fantascienza, nulla poteva superare l'hardware nella performance. Poi uscirono i campioni, megabyte su megabyte, e ancora gli scettici: "Non garantiscono la suonabilità dei pianoforti digitali hardware". Vero. Poi spuntarono nuove tecnologie, nuovi campionamenti, i modelli fisici, mappature non più lineari, ma adattabili al vero modo di suonare... Tutto progredisce, tutto avanza. Ma non c'è pericolo che il pianoforte scompaia. O meglio, il pericolo c'è nel senso che non ci sarà più bisogno di lui (cosa impossibile a mio avviso, finché esisterà la musica classica, Dio la benedica). Ci sarà il pericolo che scompaiano i pianoforti digitali in virtù dei VST, questo sì. Ma non può scomparire il modello, l'idolo, il personaggio, in virtù di un qualcosa che lo riproduce. Sarebbe come distruggere la Luna, per poi attaccare in casa una sua fotografia.
Qui non stiamo parlando di sostituire Julia Roberts con una sua sosia, ma stiamo ipotizzando di sostituire Julia Roberts con un videogame che la vede protagonista, una sua immagine digitale. Forse arriveremo a livelli di dettaglio assurdi da non distinguere l'immagine vera da quella riprodotta, chissà. Ma non si può digitalizzare la grazia, l'espressione, l'intenzione. Non si può digitalizzare l'anima.