Hai fatto il conservatorio!???!!!

cripod 17-12-11 16.44
miglio77 ha scritto:
IO non mi scandalizzo di fronte a questo titolo

Ma nemmeno io, assolutamente, mi scandalizzo solo di fronte a chi pensa che sia obbligatorio per poter fare musica ad alti livelli, e mi scandalizzo ancor di più se chi lo pensa non capisce un carciofo di musica.
miglio77 ha scritto:
Mi sembra che si voglia SEMPRE cogliere la minima provocazione per fare i DETENTORI del valore dell'arte suprema.

Lungi da me questa intenzione, sono l'ultimo che può dire di esser detentore di quest'arte, qui dentro sono sicuramente uno dei meno preparati, le mie erano delle considerazioni personali su esperienze personali, dato che di questo si sta parlando in questa discussione che io trovo molto interessante.
Non voglio fare polemiche a prescindere Miglio, semplicemente non ho condiviso il tuo precedente post e ti ho spiegato il motivo, tutto qui emo
vin_roma 17-12-11 16.46
Il Conservatorio crea dei grigi replicanti di repertorio classico.

L' arte e la creatività stanno fuori da un programma ministeriale.

Lo studio insegna ad essere padroni di uno strumento, delle basi teoriche...ma sviluppa solo quelli che musicisti lo sono a prescindere, altrimenti avremo solo dei musicanti ammaestrati col titolo buono solo per insegnare nelle strutture statali.

certo, miglio77, sono opinioni personali.

Io non sto contestando il titolo, dico che questo certifica solo l' idoneità per le strutture statali.

Perché non posso mettere sullo stesso piano due individui (diplomati o laureati) per lo svolgimento di un dato lavoro. Non è come andare all' ufficio di collocamento e chiedere l' assunzione dei primi 3 commessi in graduatoria, tanto uno vale l' altro.
Un' orchestra di "grattacorde" sfiatati e diplomati con 6 non suonerà mai come quella dei Berliner che non chiede il diploma me di mostrare le proprie capacità, capacità che spesso sono sì supportate da un percorso di studio "serio" come quello di un conservatorio, ma non basta, serve, e ripeto, la musicalità a priori che non te la certifica un diploma, quella o ce l' hai o non ce l' hai.

Quindi, per me, un diplomato è uno che ha un titolo spendibile espressamente in certi ambiti, se devessi sceglierti io vorrei sentire cosa "fai" e non leggerlo sul curriculum.

Nel mio percorso di studi ho cominciato con Organo e Composizione Organistica e ho fatto gli esami di armonia e contrappunto con votazioni eccellenti, quando poi ho intrapreso anche il corso di Pianoforte principale ho dovuto fare, dopo il 5° anno, anche quella boiata di esame di armonia complementare e ho preso...6 (sufficiente!).
Per quell' esame dovevo solo realizzare dei bassi a 4 voci in modo elementare e su regole che non superassero il programma stabilito. Burocraticamente ero una scheggia impazzita perchè io ero stato abituato a fare i bassi e il contrappunto fiorito suonando all' istante e fermarmi a certe elementarità mi era difficile.
L' insegnante che mi preparò per l' esame (pace all' anima sua) non era capace neanche lontanamente di fare un decimo di quello che successivamente sono riuscito a fare io (in ambito compositivo e di arrangiamento/orchestrazione). Lui mi insegnava le basi teoriche, non il farla la musica.

In seguito ho avuto a che fare moltissime volte con situazioni in cui ho incontrato "sedicenti" titolari di cattedra in conservatorio a cui non avrei affidato neanche l' esecuzione dell' Ape Maja!
Altre volte ho incontrato insegnanti o esecutori incredibilmente performanti.

In ambo i casi si parla di persone diplomate, solo che nel primo parlerei di "Musicanti", nel secondo di "Musicisti veri".
la differenza stà nel fatto che a parità di titoli, se sei musicista lo sei a prescindere, se non lo sei non lo diventi neanche col diploma.
LittleApple 18-12-11 22.59
Io creo conserve di frutta e di pomodoro. Va bene uguale?
Jeanlu 19-12-11 15.37
Io la questione la vedo un po' diversamente..
Il metodo della meritocrazia nel mondo della musica va adottato, ma bisogna prima fissare dei paletti.
Mi spiego.

Se crei un sistema fatto di scuole, costi, iscrizioni, corsi, studi, diplomi e controdiplomi, lauree di 1° e 2° livello, e poi vai a premiare il talento naturale che però non ha fatto un cazzo per 20 anni ed è campato di rendita onestamente c'è qualcosa che non torna.
Puoi essere talento quanto vuoi, ma ti devi anche sbattere quanto gli altri!
Se sei più bravo, se hai una marcia in più, magari finirai prima e più brillantemente il tuo percorso di studi, vincerai un concorso più facilmente di uno "meno talentuoso" di te, suonerai e/o comporrai musica meglio e più velocemente di altri e prima o poi verrai notato perchè il tuo talento è un valore aggiunto che nessuno ti può togliere.
Perchè chi intraprende un percorso di studi di 10 o anche 20 anni nel 90% dei casi lo fa perchè qualcuno ha visto in lui delle doti o del talento, e qualche particolare affinità musicale e non perchè un giorno si è svegliato dicendo "adesso studio pianoforte per 10 anni poi altri 10 di composizione, così da grande faccio IL MUSICISTA"! E mi pare una bestemmia colossale arrivare in fondo a un tale percorso di studi per poi notare che il "sistema" premia invece l'autodidatta che, può essere anche LISTZ in persona, ma non ha TITOLI in mano!
Non può venire prima lui di te!!
Non dev'essere per forza un diploma in conservatorio, lo so. Ma dev'essere un qualcosa di equiparabile, che attesta che tu hai investito e intendi seriamente investire in futuro in questo tuo TALENTO.
Altrimenti, ragazzi, il mondo va a rotoli....
Chiaro che anche l'estremo opposto, ovvero premiare "IL TITOLO" solo in quanto tale, a prescindere dalle capacità musicale CONCRETE della persona, è risaputo e ritengo che sia una cavolata immane, ingiusta e pericolosa. Su quello sono d'accordo.
vin_roma 20-12-11 02.50
Jeanlu ha scritto:
Se crei un sistema fatto di scuole, costi, iscrizioni, corsi, studi, diplomi e controdiplomi, lauree di 1° e 2° livello, e poi vai a premiare il talento naturale che però non ha fatto un cazzo per 20 anni ed è campato di rendita onestamente c'è qualcosa che non torna...


Un talento naturale "é" e fa scuola, senza i talenti naturali non ci sarebbero scuole, conservatori etc...

I talenti naturali segnano la strada, gli altri si limitano (me compreso) a percorrerla studiandoli e chi più, chi meno, aggiungendo o modificando qualcosa.

I talenti non nascono per decreto ministeriale, quando nascono dietro non c' è niente, sono loro che creano...

Come fai a fare un discorso del genere? Pensi che a qualcuno sarebbe interessato vedere il diploma di Verdi? o di Jimi Hendrix, di Errol Garner, Jimmy Smith, o di (non ricordo bene chi ne sia sprovvisto) Accardo/Asciolla?

Gianni Morandi si è fermato al 5° di contrabbasso...che facciamo, al posto suo ci mandiamo quello che nella graduatoria al collocamento gli sta un attimo sopra?

Nella musica serve il risultato non il percorso.

Nel mio percorso di studi ho tentato per due volte l' ammissione a Composizione Principale ma all' apoca, al S. Cecilia di Roma (anni '70), erano molto selettivi (nonostante fossi interno) e dipendeva dai posti vacanti che i diplomi permettevano, non più di 2/3 all' anno.
Mai stato preso, ma l' accesso non fu negato a ben più blasonate discendenze (dalla presidenza della SIAE alla nobiltà decaduta dell' est Europa sino ai corpi diplomatici), sì, ancora mi rode...

Beh, composizione, la mia passione, l' ho sperimentata da solo e ti garantisco che anche chi (tra i miei ex compagni di studi) oggi ricopre il ruolo di docente in conservatorio mi chiede consigli o mi passa lavori di cui non si sente all' altezza.
Jeanlu 20-12-11 12.42
J'ACCUSE...

Mi piacerebbe un sistema in cui il musicista di un' ORCHESTRA non fosse un raccomandato, ma un'ottimo musicista titolato e riconosciusto (non solo a livello cartaceo) come tale.
Mi piacerebbe un sistema più basato sulla meritocrazia, chiaro, ma nel quale le scuole musicali, i Conservatori, i titoli e i riconoscimenti avessero più peso e importanza.
Mi piacerebbe che per accedere a certe istituzioni musicali il possesso di uno tra i suddetti titoli fosse un requisito imprescindibile.
Mi piacerebbe che i DJ fossero dei grandi esperti, degli insegnanti di musica elettronica e COMPUTER MUSIC in genere, anzichè dei bambocci discotecari e disoccupati alla ricerca disperata della HIT con cui far ballare le nuove generazioni di ragazzini smidollati (e ciò nonostante vengono definiti MUSICISTI, e guadagnano milioni di euro).
Mi piacerebbe che il sistema musicale/discografico italiano venisse in contro al talento musicale che si sbatte per 20 anni, studia, vince titoli onorifici e concorsi garantendogli un futuro, piuttosto che dar spazio, gloria, fama, e ricchezza al MARCO CARTA della situazione, che se ne esce con in mano una brandello di stupida canzone scritta per lui da qualcun'altro, e arrangiata da un cazzo di produttore.
Mi piacerebbe porre fine all'invadenza e all'arroganza dei produttori discografici che passano mesi a comporre e riarrangiare musica scritta da altri per rendere il tutto più RADIO ORIENTED. Ma limitatevi a curare la PRODUZIONE cazzo, non fate i musicisti (quand'anche foste bravi). A ognuno il suo compito!
Mi piacerebbe che la musica oggi giorno fosse più sostanza, più sound, più ricerca sonora, e sempre meno marketing e immagine.
Mi piacerebbe che la composizione della musica fosse a pannaggio esclusivo dei musicisti. Le altre figure a metà strada sarebbe meglio facessero quello che meglio sanno fare, piuttosto che fare un po' di qua e un po' di là.
Mi piacerebbe che la musica tornasse e tenere le redini della società, la musica e la cultura musicale sono molto più importanti di quanto crediamo. Sarebbe il caso che si decidesse finalmente di investire seriamente nell'innovazione, nei giovani, NEL NUOVO!


E' questo concetto che " LA MUSICA E' PER TUTTI" che non mi va giù. Non dev'essere così!
Una volta la musica era una vera arte, un mestiere destinato ad artisti. Artisti che studiavano, artisti che emozionavano, artisti che influenzavano notevolmente la cultura di un popolo. Oggi la musica è solo marketing, business, immagine.....non è la più la musica a farla da padrona, ma sono le masse che la controllano. Le masse e di conseguenza i MASS MEDIA.
Va da sè che il mercato musicale è un po' lo specchio della società in cui viviamo (IN MANIERA DEL TUTTO ANALOGA A QUANTO ACCADE IN POLITICA), ed è risaputo/dimostrato quanto la cultura musicale in ITALIA sia DE FACTO molto indietro rispetto ad altri paesi europei (eccezion fatta per le storiche nicchie della musica classica e talvolta del jazz, musica d'elite, quella se dio vuole è una tradizione secolare che non sembra venir meno).
Date un occhiata, a cosa vuol dire la RICERCA SONORA, la SPERIMENTAZIONE, L'AVANGUARDIA musicale nei paesi scandinavi o in Germania, o in Islanda (quest'ultima è un bacino di sperimentazione e innovazione impressionante, proprio un'altra cultura).
Leggero OT, ma sentivo di dovermi collegare a questo discorso....emo
Edited 20 Dic. 2011 14:27