Grazie per il link!
Mi piace chiedermi che cosa potesse ideare e suonare il nostro Bob Moog primitivo, dal punto di vista musicale-compositivo...
Pitagora (sì,
quel Pitagora) un bel giorno, passando accanto alla bottega di un fabbro rimase colpito dal fatto che alcuni colpi di martello sembravano proprio "suonare bene" assieme.
Si mise a giocare con martelli e oggetti (non ricordo se contenitori o cosa...) di varie dimensioni, e scoprì gli intervalli di quarta, di quinta e di ottava. Forse anche altri...
(Da lì, a noi sembrerebbe così naturale farsi prendere dall'emozione e tirare fuori prima la scala maggiore, poi la minore, su diverse tonalità, fino ad ottenere nel giro di qualche ora i nostri cari intervalli diatonici. E invece no, essi arrivarono centinaia e centinaia di anni più tardi con Bach... sono sempre rimasto affascinato e incuriosito da questa cosa!
)
Pitagora è comunque del VI-V secolo a.C., il nostro raffinatissimo scuoiatore cannibale o stupratore indefesso risale a un bel po' di tempo prima
Chitarra in mano e ascoltando il video, si sentono le seguenti note (dalla più grave alla più acuta):
Si, Do#, Fa, La#, Si, Do#, Mi : uno strumento da jazzisti
Quindi pensate: l'orecchio di quell'uomo primitivo riconosceva gli intervalli diatonici.
Da lì, agli intervalli ci si arrivava, magari (anzi, sicuramente) suonando quelle note a caso, ma ci si arrivava!
Semitoni (La# - Si), toni (Si - Do#), terze minori (Do# - Mi, La# - Do#) e maggiori (Do# - Mi#), quarte (Si - Mi), quinte diminuite (Si - Fa) ed eccedenti (La# - Mi), seste (Do# - La#), settime maggiori (Si - La#) e ottave (Si, Do#)
Mancano solo la quinta (strano, proprio quello che a noi sembra il più ovvio) e la settima.
Affascinante, veramente!
grazie per lo spunto per la riflessione