@ Antony
Il "noto" negozio piemontese "campa" e si arricchisce semplicemente perchè de facto è detentore di una o più "finanziarie" e se ne fotte della vendita " massiccia" di strumenti musicali. Il noto negozio piemontese ha introiti mostruosi con le sue finanziarie e non con i "volumi di vendita" degli strumenti musicali.
Antony non sto difendendo "il noto magazzino piemontese", conosco la sua struttura di vendita e non mi interessa il suo aspetto.
Certo e' che avendo appunto una struttura di vendita che gli permette di campare di altro, puo' anche permettersi di tener fuori un marchio come Roland ora e come Gem 20 anni fa.
Il mio intervento voleva focalizzare un altro aspetto.
Sono a conoscenza di alcuni negozi che si son visti praticamente "strozzinare" da alcuni marchi (tendenzialmente i marchi piu' noti).
In pratica da un certo periodo in poi, per poter ottenere gli sconti non bastava piu' ordinare che so "10" sintetizzatori "Pinco pallino", ma veniva preteso da questi marchi l'acquisto dell'intero catalogo, compresi prodotti che cambiano in continuazione versione.
Con la crisi in atto tanti di questi negozi non hanno potuto certo fare ordini di tale imponenza, ed hanno perso la possibilita' di vendere una o piu' categorie (ad esempio synth e tastiere arranger) a prezzi scontati, cosi' son finiti per non tener nulla in negozio perche' a prezzo pieno non si vendeva, e a vendere praticamente su ordinazione.
Questa politica e' andata si a discapito dei negozianti, ma anche dei clienti e di gran parte del mercato italiano.
A questo punto, visto che il tema del thread e' "tempi di crisi anche per roland" (e non per il magazzino piemontese), io ho voluto dare una testimonianza di come alcuni marchi (e immagino che anche Roland sia tra questi) nel tentare di imporre condizioni restrittive, in alcuni casi l'hanno spuntata (negando gli sconti) ma in altri hanno perso un referente che bene o male vendeva volumi di strumenti considerevoli in tutto il nord italia (ripeto non mi interessa con quale politica).
Di fatto il marchio Roland in Piemonte e' quasi assente visto che tolto il negozio del centro di Torino, ed un'altro fuori torino (che pero' tiene solo qualche unita') si e' perso un punto vendita importante, il quale (politiche discutibili a parte) ha per sua imposizione di vendere a prezzi scontati, o in alternativa di rinunciare al marchio (senno' perderebbe la sua fama).
Poi c'era anche l'altro discorso : Roland e' in crisi, ma consegna le novita' col contagocce.
Conosco diversi utenti che per alcune novita' han dovuto penare mesi, alcuni di questi sconfortati dall'attesa son poi passati ad altri prodotti.
Degli stessi modelli introvabili, in altri negozi del Piemonte se ne son visti col contagocce (ne compariva uno, che veniva venduto subito, e poi di nuovo settimane di attesa).
Sempre sugli stessi modelli invece in Germania (ad esempio) la disponibilita' era praticamente illimitata.
Pare che chi ha contattato il distributore Roland per l'Italia, si sia sentito ammettere che in questo momento il marchio stia privilegiando quei paesi con un assetto economico piu' solido, dove si vendono volumi di merce piu' ampi, e forse dove non e' un problema tenere in magazzino l'intero catalogo di merce.
Insomma una crisi relativa, dove in pratica ho il sospetto si distribuisce meno per non rischiare, ma allo stesso tempo si ha l'effetto boomerang di un calo di vendite.
Forse un vero esempio di crisi psicologica del costruttore e non reale (o quasi)? Non lo so, ma puo' essere una concausa, non certo la causa principale.