Quello che dice Little non è del tutto errato.
Ma c'è un discorso.
Per loro stessa natura i suoni tastieristici sono caratterizzati da frequenze a sfumature diverse.
Ci sono suoni che anche se mantenuti a basso volume si fanno sentire.
Altri che anche se mantenuti ad alto volume faticano ad uscire e/o se ne perde gran parte del contenuto.
Spesso quando si provano le tastiere da sole (es un suono di piano DX) i musicisti dicono "mi puoi abbassare il piano? è troppo alto".
E in effetti lo sarebbe anche se durante la serata non vengono addizionati suoni con una spiccata tendenza a "sommergere" tutto.
In primis le chitarre distorte.
Il suono di chitarra distorta è come il rumore di un caccia militare, ha la sfortunata tendenza a far letteralmente scomparire tutto ciò che gli sta sotto.
Questo perchè è un suono tremendamente medioso che agisce su uno spettro di frequenze devastanti per l'orecchio, il quale per sua natura fisica percepisce enormemente le frequenze medie, e meno le basse e le alte.
La riprova è che se dotiamo un basso elettrico e una chitarra elettrica di amplificatori con stessa potenza in watt (es 50 watt) il basso sparisce letteralmente, non riesce a restituire la stessa quantità di decibel della chitarra.
Il risultato sarà che la chitarra con 50 watt farà un baccanero infernale come un Motobecane smarmittato che si sente anche a 100 metri di distanza, mentre il basso farà un timido "pio pio" appena percettibile a 10 metri di distanza.
In parole povere il basso sparisce, ha bisogno di almeno (indicativamente) 400 watt per sostenere i 50watt fraccassosi di una chitarra e farsi sentire.
Il tutto perchè il nostro orecchio ha quella proprietà: a parità di db sente moltissimo le frequenze chitarristiche, e molto meno le altre.
Non per niente gli impianti audio hanno... chessò... i satelliti da 100 watt e i subwofer da 500 watt.
Per compensare la percezione uditiva delle nostre orecchie.
E quì entrano in gioco le tastiere.
Il volume del pianoforte DX che prima (a sound check pulito) sembrava esagerato viene "spento" non appena la chitarra invade l'orecchio con le sue frequenze mediose.
Il risultato sarà che tutto l'attacco "campanelloso" del piano DX se va letteralmente a ramengo, non lo si percepisce più, e rimane solo un timido "uuhh uhhh" di coda del suono.
Il suono diventa scuro, senza dinamica, senza colore, senza sapore, senza apparente timbro.
Anche cambiando preset spesso chi sta sul palco non capisce nemmeno che si è cambiato preset.
Continueranno tutti a sentire un "pastone" quasi fastidioso.
Ma il problema non è la tastiera che sta facendo pastone.
E' la chitarra che satura le orecchie e cancella la percezione delineata dei suoni della tastiera.
E' sufficiente infatti che la chitarra smette di suonare, ed ecco che immediatamente tutti i colori dei suoni tastieristici saltano fuori in tutta la loro evidenza di attacco, timbro, tipologia, etc.
Per cui c'è poco da girarci intorno.
Tastiere e chitarre (soprattutto distorte) non andranno mai d'accordo finchè si suona in questo modo.
Andranno invece d'accordo qual'ora il chitarrista è un "educato" che non caga fuori dal vaso, e anzichè saturare il palco col suo roboante suono si "inserisce" all'interno delle tastiere col giusto volume.
Che non deve mai essere più alto.
Deve essere un mix perfetto tra lui e le tastiere.
Ma fategliela capire ai chitarristi!