Un giro in casa clavia

kyma1999 25-01-10 20.35
la svezia ha parecchi marchi dedicati all'audio pro (se paragonati al numero di abitanti che ospita la nazione), anche perchè è un paese con una forte tradizione sulla produzione musicale, basta ricordare i famosissimi polar studios, che all'epoca erano tra i piu moderni in europa, e il fredman, da cui è nato il black/gothic metal, anche se a molti di voi presumo non piacerà, ma è solo un esempio per capire bene come vanno le cose li...

moltissmi artisti dance anni 90 erano svedesi, dralban, denniz pop (r.i.p.), army of lovers, vacuum, leilak, stakka bo, haddaway, ace of base, gli abba...e molti altri, per non parlare di produzioni pop di altissimo livello, come cardigans, andreas johnsson, backstreet boys, britney spears (molti dischi di questi ultimi due sono stati arrangiati, registrati e suonati da musicisti svedesi proprio in svezia!)

....insomma rispetto a noi italiani hanno sfornato molte piu hit mondiali, la svezia musicalmente sa fare tendenza di brutto e mischiare/inventare nuovi stili, e non è certo l'ultima arrivata....quindi è normale che in uno stato con un tale fermento di musica e voglia di suonare, soprattuto nell'ambito pop/rock/dance, possano nascere marchi prestigiosi di prodotti dedicati alla musica, perchè i predisposti e le idee ci sono! e forse anche piu soldi a disposizione....
però parlandoci chiaro, noi in italia in 40 anni che cosa abbiamo sfornato ed esportato all'estero? gigi d'alessio, la pausini, bocelli.....tutto rispetto ma siamo un altro mondo, siamo una realtà piu provinciale, la svezia esporta invece, non solo strumenti ma anche e soprattutto musica, e idee....non cè da stupirsi troppo insomma secondo me del successo di clavia.

in svezia oltre a clavia ci sono anche altri marchi come la elektron ad esempio, costruiscono strumenti molto originali come la monomachine e il sidstation (un synth cn il chip sonoro del commodore 64).

cè la propellerheads software che ha rivoluzionato prima con rebirth e poi con reason il concetto di computer music (all'epoca vedere un power mac g3 far suonare dal nulla due bassline analogiche e due batterie elettroniche tr808 e 909, con tanto di sequencer, automazione ed effetti, era una cosa molto innovativa)

poi cè anche la golden age music, che produce in cina microfoni e preampli clonati da prodotti del passato, famosi per il basso costo ma la buona qualità....


Edited 25 Gen. 2010 19:43
afr 25-01-10 20.45
Questo accostamento musicisti - produttori di strumenti mi pare un pelino azzardato, se davvero ci fosse relazione in UK dovrebbero proliferare le aziende di strumenti musicali, ma così non è.
kyma1999 25-01-10 20.54
e infatti in UK è pieno di produttori!!!! e molti di loro, qualitativamente, sono semplicemente i numeri uno....non si parla solo di "tastiere" ma anche di produttori di apparecchiature per l'audio in generale....e l'inghilterra è la patria dei mixer e dei premplificatori! sono stati prodotti e venduti piu mixer dall'inghiltera che in tutte le nazioni messe assieme....vorrà dire qualche cosa, o credi sia solo un caso? emo

Neve, SSL, focusrite, Amek, novation, ems, analogue systems, cheetah, chandler, SADIE (la prima vera daw al mondo non linear gestita da computer, standard negli studi di mastering dai primi 90), Genex (gli unici registratori digitali che supportavano il formato DSD, fino a poco tempo fa), studiomaster, evolution synthesis, marshall, vox, orange.....solo per citare i piu famosi che mi vengono in mente!!!

pensa rapportato alla grandezza della nazione e al numero di abitanti...e pensa alla fama che hanno questi marchi, alcuni di essi non solo sono lo stato dell'arte nella loro categoria ma ne hanno praticamente fatto la storia!

Edited 25 Gen. 2010 20:10
buratta 25-01-10 21.03
Vado un pò controtendenza.....emo
Amo i suoni Clavia, soprattutto sbavo per il C2, ma continuo sempre più a chiedermi:

perchè ca**o non mettono i drawbars fisici invece che digitali che fanno cagare sia funzionalmente che esteticamente?emo
kyma1999 25-01-10 21.07
buratta ha scritto:
perchè ca**o non mettono i drawbars fisici invece che digitali che fanno cagare sia funzionalmente che esteticamente?emo


eh, per lo stesso motivo (credo) per cui roland continua a mettere quella cosa strana che combina il pitch bender con la modulation, anzichè mettere un joystick come korg o due wheels come yamaha, come studiologic ha messo la wheel sul lato della numa (avendo a disposizione tra l'altro un pannello interamente vuoto....) o per lo stesso motivo per cui la mini ha il tachimetro dove solitamente cè il climatizzatore o la radio, anzichè metterlo dietro il volante dove dovrebbe stare!

scelte progettuali inspiegabili, insomma....evidentemente la ritengono piu funzionale, che costi di meno non penso (le drawbars vere sono alla fine dei tiranti con un pezzo di plastica) però....la mano sul fuoco che costi meno la soluzione a led non ce la metterei....alla fine riciclano pulsanti che gia usano per altri synth e prodotti che fanno.
Adottare delle drawbars vere vorrebbe dire acquistarne o farsele fare su misura, mentre di pulsantini grigi tipo store/copy/monitor ne hanno una caterva in casa....
Edited 25 Gen. 2010 20:12
buratta 25-01-10 21.21
Kyma1999 ha scritto:
eh, per lo stesso motivo (credo) per cui roland continua a mettere quella cosa strana che combina il pitch bender con la modulation, anzichè mettere un joystick come korg o due wheels come yamaha, come studiologic ha messo la wheel sul lato della numa (avendo a disposizione tra l'altro un pannello interamente vuoto....) o per lo stesso motivo per cui la mini ha il tachimetro dove solitamente cè il climatizzatore o la radio, anzichè metterlo dietro il volante dove dovrebbe stare!

scelte progettuali inspiegabili, insomma....evidentemente la ritengono piu funzionale, che costi di meno non penso (le drawbars vere sono alla fine dei tiranti con un pezzo di plastica) però....la mano sul fuoco che costi meno la soluzione a led non ce la metterei....alla fine riciclano pulsanti che gia usano per altri synth e prodotti che fanno.
Adottare delle drawbars vere vorrebbe dire acquistarne o farsele fare su misura, mentre di pulsantini grigi tipo store/copy/monitor ne hanno una caterva in casa....



No no no, mi spiace amico mio ma non sono daccordo....emo
Qui stiamo parlando di una macchina (C2) nata apposta apposta per emulare Pipe Organ, Hammond, Vox e Farfisa. Non si può pensare che i drawbars fisici siano superflui o meno funzionali o poco "originali" manco quelli a led fossero un marchio di fabbrica irrinunciabile. E, ancora peggio, non si può pensare di risparmiare sui drawbars fisici quando poi vendono il "giocattolo" a costi non certo popolarissimi...emo
Non mi convince affatto...
Edited 25 Gen. 2010 20:22
am0 25-01-10 21.26
@ anumj
hanno sbancato.
sono 4 gatti, sono svedesi, non hanno tradizioni, ma una passione e dei progetti che fanno invidia a tutto il mercato mondiale.

se penso che in italia 30 anni fa facevamo il synthex, ora al massimo riusciamo a fare qualche arranger di merda per conto terzi.
La tradizione tastieristico/fisarmonicistica italiana dell'anconetano era forte, ma si è letteralmente sbriciolata con l'avvento del digitale.
Per esempio Elka è sprofondata quando ha provato ad emulare il DX7. Non potevano competere con i giapponesi.

Chissà se sarebbero sopravvissuti continuando a sfornare sintetizzatori "tradizionali" sulla scia del glorioso Synthex.
Io penso di no.
Peccato.

cullum ha scritto:
Per il resto, tremendo: è veramente una fabbrichetta da 4 soldi emo
Sul lato produzione a occhio non mi sembrano tanto avanti come lo sono sui loro prodotti.

sarei curioso di sapere il fatturato. Con appena 20 dipendenti se fanno più di 100 milioni c'è da togliersi il cappello. ma non credo.


Io ci andrei piano a definirla una "fabbrichetta da quattro soldi".
Cosa vuol dire avanti in produzione? Che non hanno linee di montaggio automatico?
Gli automatismi in produzione sono giustificati solo per numeri medio/grandi.In genere la parte elettronica viene montata e saldata da ditte specializzate, all'azienda spetta solo l'assemblaggio e il quality test finale. Ecco, piuttosto da questo aspetto, secondo me, si vede l'efficienza di un'azienda di quelle dimensioni, dal controllo della qualità. Una partita di strumenti difettosi comporterebbe probabilmente la bancarotta.
Edited 25 Gen. 2010 20:35
afr 25-01-10 21.27
@ kyma1999
e infatti in UK è pieno di produttori!!!! e molti di loro, qualitativamente, sono semplicemente i numeri uno....non si parla solo di "tastiere" ma anche di produttori di apparecchiature per l'audio in generale....e l'inghilterra è la patria dei mixer e dei premplificatori! sono stati prodotti e venduti piu mixer dall'inghiltera che in tutte le nazioni messe assieme....vorrà dire qualche cosa, o credi sia solo un caso? emo

Neve, SSL, focusrite, Amek, novation, ems, analogue systems, cheetah, chandler, SADIE (la prima vera daw al mondo non linear gestita da computer, standard negli studi di mastering dai primi 90), Genex (gli unici registratori digitali che supportavano il formato DSD, fino a poco tempo fa), studiomaster, evolution synthesis, marshall, vox, orange.....solo per citare i piu famosi che mi vengono in mente!!!

pensa rapportato alla grandezza della nazione e al numero di abitanti...e pensa alla fama che hanno questi marchi, alcuni di essi non solo sono lo stato dell'arte nella loro categoria ma ne hanno praticamente fatto la storia!

Edited 25 Gen. 2010 20:10
Effettivamente! Avevo erroneamente considerato solo le kbd. A proposito, cheetah, mi ricordo nei primi anni 90 un sampler ad 1U rack, purtoppo dai noi non se ne videro molti, poi il marchio scomparì. Oggi che fanno costoro?
kyma1999 25-01-10 21.30
mah sai, forse l'azienda avendo in casa tonnellate di pulsati rettangolari grigi e neri, gli stessi che si trovano su tutti i synth di clavia (nord wave, nord lead 2x) e nordstage/electro, facendo cosi risparmia perchè li acquista (o li fabbrica o se li fa fare...) a un prezzo inferiore, essendo la quantità a volte a fare la differenza nel prezzo, magari piu ne prendono, piu ne usano e piu li acquistano a un prezzo conveniente.

Ovviamente facendo cosi sfruttano tutto quello che hanno in casa, danno uniformità alla linea dei loro prodotti e magari...risparmiano! poi se li vendono a prezzi cmq elevati questo non lo sappiamo, chi sa esattamente quanto gli costa fabbricarlo lo strumento in svezia a mano.
magari dovendo acquistare le drawbars in piu farebbe lievitare di piu i costi di produzione.

spesso le aziende re ingegnerizzano i prodotti per venderli a un costo inferiore, perchè con certe modifiche il prezzo di realizzazione è minore, e quindi possono venderla a prezzi piu bassi....il commodore 64 ad esempio, le versioni successive venivano vendute a prezzi piu bassi anche perchè gli costava meno produrlo.


kyma1999 25-01-10 21.48
afr ha scritto:
Effettivamente! Avevo erroneamente considerato solo le kbd. A proposito, cheetah, mi ricordo nei primi anni 90 un sampler ad 1U rack, purtoppo dai noi non se ne videro molti, poi il marchio scomparì. Oggi che fanno costoro?


guarda, la cheetah era un azienda di cardiff che nei primi anni 80 era specializzata nella realizzazione di periferiche da gioco per spectrum, c64 etc....poi si sono convertiti agli strumenti musicali, realizzando il synth analogico ms6 (un matrix 1000 in pratica senza matrix mod ma multitimbrico e con editing da pannello), il campionatore sx16, il synth wavetable ms800 (molto raro) e le famose master keyboards, molto vendute in inghilterra soprattutto per via dei prezzi convenienti.
Lo slogan dell'azienda era "affordable excellence", i loro prodotti erano infatti rinomati per il prezzo contenuto rispetto alla concorrenza, e purtroppo anche per la scarsa qualità costruttiva.....
Io ho tutta la serie dvd di mister bean e nella sezione "the making of" ci sono diverse persone intervistate tra cui il coompositore delle musiche per le scenette....e dietro di lui troneggia una master keyboard a 88 tasti cheetah! una piccola testimonianza del successo che ebbero in inghilterra.
Poi nel corso degli anni 90 il marchio è pian piano scomparso fino a scomparire del tutto dal mercato....stessa sorte è toccata alla collega evolution synthesis, che dopo evs1 si è messa a fare soprattutto controllers midi, e infine è stata acquistata dalla m-audio (e quindi, dal gruppo digidesign/avid)

anche ms800 rimane uno dei synth piu particolari e originali (ed estremamente difficile da gestire!) che sia mai stato prodotto!
Edited 25 Gen. 2010 20:52
kyma1999 25-01-10 22.08
am0 ha scritto:
Chissà se sarebbero sopravvissuti continuando a sfornare sintetizzatori "tradizionali" sulla scia del glorioso Synthex.
Io penso di no.
Peccato.


io però imputerei la cosa anche a una mentalità imprenditoriale spesso incomprensibile, e largamente discutibile, magari le idee (anzi di sicuro) c'erano e ci sono anche qui.
Per esempio proprio anumj in passato aveva parlato di come spesso "noi" italiani facciamo come la vacca, ossia riempiamo di latte un secchio e poi con un calcio lo rovesciamo!

Perchè effettivamente in italia ad esempio gem e farfisa nel campo degli arranger erano nei primi anni 90 molto piu avanti di technics, korg, roland e yamaha, almeno come idee....il testo che scorre sul display in sync con la musica, il microfono dentro la tastiera pre amplificato e processato dagli effetti interni (farfisa f1), l'idea della multisintesi (sempre f1), la possibilità di collegare un monitor esterno per farci karaoke (gem wx2, cosa assurda se pensiamo che il giappone era il paese che ha inventato il karaoke), il "syngroove system" presente nella solton ms4, ossia usare un sample audio come "base" in un arrangiamento.
Oggi magari sono cose abbastanza comuni, ma all'epoca erano idee innovative! sl che è difficile stare al passo con chi ha piu soldi e mezzi di te, roland e korg ad esempio avevano grandi suoni a disposizione riciclati dalla ricerca fatta per realizzare i loro synth di punta, solton ad esempio no!

Poi ci sono altri fattori....ad esempio come non citare quando Iura ingegnere presso la crumar in un intervista sul web cita l'episodio clamoroso dei pooh....cioè che quando i pooh vollero introdurre per la prima volta il synth nei loro dischi, andarono a sentire il polymoog e il DS della Crumar....quest'ultimo gli piacque di piu a facchinetti, che però essendo a digiuno di sintesi ed essendo molto complicato all'epoca reperire informazioni (nn come oggi che con you tube hai il mondo in casa) chiese se potessero affiancargli un tecnico/programmatore di suoni durante le session di registrazione.
Iura ne parlò al capo della crumar che però non voleva investire in questo senso...e cosi i pooh scelsero alla fine il polymoog perchè la moog mise a disposizione di facchinetti un tecnico per lui!
è ovvio che anche se fosse andata diversamente magari non avrebbe cambiato la storia questo episodio, ma mostra chiaramente il nostro spirito a non fiutare a volte mezzi come la pubblicità che contano moltissimo in questo campo.

quanti hanno voluto un vcs3 perchè lo usavano i pink floyd nel disco dark side of the moon, e quanti hanno voluto un kurzweil dopo aver visto l'idolo rudess suonarlo dal vivo....

ci sono molte ragioni insomma, le idee progettuali forse sono l'ultimo dei problemi in questo senso....
anumj 25-01-10 22.21
La Nord è la più giovane tra le aziende produttrici di sintetizzatori, sono circa 20 anni che è sulla cresta. Partita in sordina con un batteria elettronica, poi il nord lead a sole 5 voci in un mondo (primi '90) dove la parola d'ordine era 128, 256...

Non gli si dava 1 lira, nessuno avrebbe immaginato che la ex-Clavia avrebbe fatto letteralmente scuola anche a Korg, Yamaha e Roland, che sempre più allineano i loro prodotti al trend costruttivo degli svedesi (vedi sv1).

Hanno avuto culo? Ci hanno saputo fare? Non lo so.

So pero' che noi abbiamo avuto alcuni tra i primi veri pionieri della musica elettronica.

Gizzi (alias J.P. Posit per me uno dei più grandi compositori italiani contemporanei) e Musumarra forse per alcuni (e spero pochi) giovani distratti saranno due comici da zelig, ma ama visceralmente la grande musica elettronica sa che si tratta di due geni che nel dicembre del 77 con un synth prototipo l'MCS70 registrarono a Roma uno dei capolavori, universalmente riconosciuti a livello internazionale "Automat". Album che usci in contemporanea con quello di un tipo ancora sconosciuto... un giovane francese tale Jarre.

Il synth era nato dalle mani di un uomo dal multiforme ingegno, un vero e proprio "ulisse" della sintesi sonora, Mario Maggi, il mago di oz dietro la elka, colui che creo' un mostro da 29 kg. che tantò amo quel giovane francese, sopracitato, da farne il suo featuring-sound per tutta la vita.

Noi facevamo synth. Noi facevamo grandi strumenti elettronici. Non facevamo solo grandi synth come il Synthex, ma anche sintetizzatori per tutte le tasche di buona fattura.

Farfisa in questo nel suo piccolo era molto competitiva, vendeva il syntorchestra o il performer che avevano un suono analogico semplice ma caldo e generoso come un buon barolo o sincero e piacevole come un corvo di salaparuta.

Oggi ci sono ancora tanti progetti chiusi nel cassetto che non trovano sbocco per la politica ottusa, le assurde leggi, i continui tagli all'arte e alla creatività che provocano ignoranza e povertà in ogni centimetro del nostro paese. C'è paura, c'è incertezza, chi ha le capacità si trova spesso a fare altro con le pezze al culo e i sogni archiviati in cantina. Chi faceva buone tastiere in italia oggi fa citofoni.

Della elka che rimane, dopo l'ultimo synthex fatto su richiesta da Stevie Wonder nel 1988? Questo rimane: clicca

Una volta noi facevamo sintetizzatori ... clicca

Altro che clavia per dio!
cullum 25-01-10 22.26
am0 ha scritto:
Io ci andrei piano a definirla una "fabbrichetta da quattro soldi".
Cosa vuol dire avanti in produzione? Che non hanno linee di montaggio automatico?
Gli automatismi in produzione sono giustificati solo per numeri medio/grandi.In genere la parte elettronica viene montata e saldata da ditte specializzate, all'azienda spetta solo l'assemblaggio e il quality test finale. Ecco, piuttosto da questo aspetto, secondo me, si vede l'efficienza di un'azienda di quelle dimensioni, dal controllo della qualità. Una partita di strumenti difettosi comporterebbe probabilmente la bancarotta.[/Uedit]


Per fabbrichetta da quattro soldi intendevo solamente che la dimensione è molto piccola, non me l'aspettavo. E' stata una sorpresa, ciò vuol dire che alla fine anche se vendono in tutto il mondo i volumi non sono poi così alti.
Solo tre postazioni di assemblaggio, ed a occhio mi sembra andassero in configurazione parallela. Il lotto economico di produzione sembra abbastanza elevato.
Per questo tipo di aziende, dove, anche per posizione geografica, la manodopera costa, conviene di certo fare solo le operazioni di assemblaggio, che sono quelle a maggior valore aggiunto, ed esternalizzare tutto il resto.
E' ovvio che con il rapporto volumi-varietà che hanno non ha senso una linea di assemblaggio automatizzata. Ovviamente per avanti non intendevo questo: per avanti intendo per esempio l'applicazione di alcuni concetti di "lean manufacturing" (che per molti settori sta diventando ormai una condizione necessaria).
am0 25-01-10 22.40
@ cullum
am0 ha scritto:
Io ci andrei piano a definirla una "fabbrichetta da quattro soldi".
Cosa vuol dire avanti in produzione? Che non hanno linee di montaggio automatico?
Gli automatismi in produzione sono giustificati solo per numeri medio/grandi.In genere la parte elettronica viene montata e saldata da ditte specializzate, all'azienda spetta solo l'assemblaggio e il quality test finale. Ecco, piuttosto da questo aspetto, secondo me, si vede l'efficienza di un'azienda di quelle dimensioni, dal controllo della qualità. Una partita di strumenti difettosi comporterebbe probabilmente la bancarotta.[/Uedit]


Per fabbrichetta da quattro soldi intendevo solamente che la dimensione è molto piccola, non me l'aspettavo. E' stata una sorpresa, ciò vuol dire che alla fine anche se vendono in tutto il mondo i volumi non sono poi così alti.
Solo tre postazioni di assemblaggio, ed a occhio mi sembra andassero in configurazione parallela. Il lotto economico di produzione sembra abbastanza elevato.
Per questo tipo di aziende, dove, anche per posizione geografica, la manodopera costa, conviene di certo fare solo le operazioni di assemblaggio, che sono quelle a maggior valore aggiunto, ed esternalizzare tutto il resto.
E' ovvio che con il rapporto volumi-varietà che hanno non ha senso una linea di assemblaggio automatizzata. Ovviamente per avanti non intendevo questo: per avanti intendo per esempio l'applicazione di alcuni concetti di "lean manufacturing" (che per molti settori sta diventando ormai una condizione necessaria).
Totalmente d'accordo emo
Edited 25 Gen. 2010 21:41
kyma1999 25-01-10 22.47
anumj ha scritto:
Noi facevamo synth. Noi facevamo grandi strumenti elettronici. Non facevamo solo grandi synth come il Synthex, ma anche sintetizzatori per tutte le tasche di buona fattura.


beh ad esempio Generalmusic era molto apprezzata in inghilterra, per il progetto S2/S3 soprattutto....e anche Crumar con il synth BIT 99, usato ad esempio da 808 state e Orbital, due grandi realtà della musica elettronica inglese anni 90...

comunque il mercato nazionale secondo me era in funzione negli anni 90 delle tastiere "arranger", perchè effettivamente vendevano, dato il gran numero di orchestre da ballo sul nostro territorio.
gli aspetti culturali anumj sono fondamentali....sai poter marchiare un compressore "made in california", un mixer analogico "handmade in uk" o un microfono "made in germany" fa molta differenza pubblicitaria, non cè storia su questo aspetto....magari scrivere "made in italy" su un synth non ne fa....non lo so di preciso, suppongo, guardando anche al target di musicisti a cui vanno quei prodotti....la musica che hai postato la conoscono in pochi purtroppo! mentre invece i pink floyd, dream theater, michael jackson etc la conoscono tutti emo
quindi forse pochi sanno che in italia c'erano menti pensanti in quel periodo.

e i synth c'erano è vero, però probabilmente qualcuno li ha snobbati....le tradizioni se le sono tenute gli americani e i giapponesi, i tedeschi nel campo della musica elettronica alla kraftwerk....
Insomma non è una coincidenza! per me la musica che un paese esporta influisce e pesantemente anche sugli strumenti che questo paese poi produrrà....
La dance made in germany (compresa techno e trance) è sempre stata vista come garanzia di qualità negli ultimi 20 anni, senza andare a prendere la musica "sequenziale" alla tangerine dream e kraftwerk....e infatti la germania è piena di produttori che fanno strumenti cosi: quasimidi, doepfer, mfb, waldorf, access....

in italia la musica dance effettivamente aveva mercato e infatti è nato S2 che leggeva samples akai ed era molto di moda anche nel campo della dance/house per la sua tendenza a creare suoni sintetici d qualità.

insomma credo che le cose nn succedano quasi mai per caso....noi in italia avevamo molti compositori di musica contemporanea, come donatoni, berio, maderna, nono, gentilucci....e infatti è nato durante gli anni 50 uno dei primi laboratori di musica elettronica del mondo, lo studio di fonologia della rai....di realtà cosi all'epoca se ne contavano sulla punta delle dita.
Se la RAI però ha investito è perchè c'era fermento e "mercato" intorno alla cosa....sennò chi avrebbe investito ad esempio in burundi in un progetto del genere?
Edited 25 Gen. 2010 21:50
stesgarbi 25-01-10 22.50
Kyma1999 ha scritto:
Iura ingegnere presso la crumar in un intervista sul web cita l'episodio clamoroso dei pooh....cioè che quando i pooh vollero introdurre per la prima volta il synth nei loro dischi, andarono a sentire il polymoog e il DS della Crumar....

Piccolo OT:
Non ho letto l'intervista di Iura, ma mi pare che ci siano alcune "discrepanze storiche".
I Pooh, infatti, introdussero per la prima volta il synth nel 1972 (un minimoog, in "noi due nel mondo e nell'anima") mentre il Polymoog venne prodotto a partire dal 1975 ed i Crumar DS 1 e 2 a partire dal 1978.
Facchinetti in effetti utilizzò il Polymoog solo nella seconda metà dei '70 e primissimi '80 in pezzi come "La Gabbia".
Peraltro, mi pare strano che Facchinetti abbia confrontato un synth realmente polifonico (polymoog) con il DS che era sostanzialmente mono/duofonico (aveva una funzione di polifonia limitatissima nei suoni e non certo paragonabile a quella del polymoog).

Tornando in topic, rimane certamente il fatto che molto spesso noi italiani sappiamo tirare fuori idee innovative e vincenti . . . salvo poi non saperle sfruttare commercialmente, buttandole via.
Su questo mi dichiaro d'accordo con Kyma e Anumj.

Ad esempio, oggi, in Italia si producono i migliori cloni Hammond in circolazione, superiori all'ultimo nato della Clavia (il C2) . . . eppure è quest'ultimo (speriamo per ora) ad essere il più conosciuto sui mercati.

Forsenoi Italiani abbiamo grandi doti di creatività e sappiamo cogliere l'eccellenza . . . ma non sappiamo "fare sistema" .

Stefano
Edited 25 Gen. 2010 21:51
am0 25-01-10 22.52
@ anumj
La Nord è la più giovane tra le aziende produttrici di sintetizzatori, sono circa 20 anni che è sulla cresta. Partita in sordina con un batteria elettronica, poi il nord lead a sole 5 voci in un mondo (primi '90) dove la parola d'ordine era 128, 256...

Non gli si dava 1 lira, nessuno avrebbe immaginato che la ex-Clavia avrebbe fatto letteralmente scuola anche a Korg, Yamaha e Roland, che sempre più allineano i loro prodotti al trend costruttivo degli svedesi (vedi sv1).

Hanno avuto culo? Ci hanno saputo fare? Non lo so.

So pero' che noi abbiamo avuto alcuni tra i primi veri pionieri della musica elettronica.

Gizzi (alias J.P. Posit per me uno dei più grandi compositori italiani contemporanei) e Musumarra forse per alcuni (e spero pochi) giovani distratti saranno due comici da zelig, ma ama visceralmente la grande musica elettronica sa che si tratta di due geni che nel dicembre del 77 con un synth prototipo l'MCS70 registrarono a Roma uno dei capolavori, universalmente riconosciuti a livello internazionale "Automat". Album che usci in contemporanea con quello di un tipo ancora sconosciuto... un giovane francese tale Jarre.

Il synth era nato dalle mani di un uomo dal multiforme ingegno, un vero e proprio "ulisse" della sintesi sonora, Mario Maggi, il mago di oz dietro la elka, colui che creo' un mostro da 29 kg. che tantò amo quel giovane francese, sopracitato, da farne il suo featuring-sound per tutta la vita.

Noi facevamo synth. Noi facevamo grandi strumenti elettronici. Non facevamo solo grandi synth come il Synthex, ma anche sintetizzatori per tutte le tasche di buona fattura.

Farfisa in questo nel suo piccolo era molto competitiva, vendeva il syntorchestra o il performer che avevano un suono analogico semplice ma caldo e generoso come un buon barolo o sincero e piacevole come un corvo di salaparuta.

Oggi ci sono ancora tanti progetti chiusi nel cassetto che non trovano sbocco per la politica ottusa, le assurde leggi, i continui tagli all'arte e alla creatività che provocano ignoranza e povertà in ogni centimetro del nostro paese. C'è paura, c'è incertezza, chi ha le capacità si trova spesso a fare altro con le pezze al culo e i sogni archiviati in cantina. Chi faceva buone tastiere in italia oggi fa citofoni.

Della elka che rimane, dopo l'ultimo synthex fatto su richiesta da Stevie Wonder nel 1988? Questo rimane: clicca

Una volta noi facevamo sintetizzatori ... clicca

Altro che clavia per dio!
Davvero scritto con l'anima emoemoemoemoemo
Thanks
kyma1999 25-01-10 22.53
intervista

guarda puoi leggere qui....sembra una fonte molto attendibile.

Amministratore 25-01-10 22.59
C'è un po' d'Italia anche nei clavia.
stesgarbi 25-01-10 23.05
@ kyma1999
intervista

guarda puoi leggere qui....sembra una fonte molto attendibile.

Davvero interessante.
Un thanks emo