@ markelly2
Penso di conoscere Cuba e il suo sistema sanitario molto bene, per tanti motivi, uno fra tutti ci ho fatto ricorso più volte.
Detto ciò, so perfettamente che Cuba è un paese povero con una crisi economica profonda, soprattutto in quest'ultimo anno.
Ma la sanità è un fiore all'occhiello.
E permettimi, ma i tuoi dubbi su Cuba, sono congetture basate su un po' di pregiudizio e nessuna prova.
In un certo senso hai ragione, nel senso che ho avuto modo soltanto di lavorare con infermieri provenienti da Cuba, e di partecipare alle raccolte di materiale chirurgico perché il mio ex primario era uno di quelli che andava in delegazione, ma di non aver conosciuto direttamente la loro sanità.
In questo senso sì, ma permettimi di dissentire sulla trasparenza politica, che non è un problema limitato a Cuba, ma comune a tutti i paesi governati in maniera non democratica a prescindere dall'orientamento politico, basta vedere per restare in tema la gestione della pandemia e l'informazione fatta in paesi come il Brasile, l'Ungheria, e in certi aspetti anche la gestione Trump (che pur non essendo gli USA paesi totalitari in senso stretto, con il tycoon hanno offerto al mondo un tipo di propaganda molto orientata).
Comunque tornando agli aspetti scientifici, questi vaccini a veicolo proteico sono i benvenuti, come tutti gli altri del resto.
Ma dopo un anno preferisco essere più pompiere che entusiasta, perché il vero nodo è la durata dell'immunità, oltre agli effetti indesiderati su larga scala (e 8 milioni sono ancora pochi, per Pfizer i casi di trombosi, poco pubblicizzati, sono iniziati a emergere dopo decine di milioni di dosi).
I vaccini finora prodotti stimolano una risposta solo contro la proteina Spike, utilizzando veicoli diversi: adenovirus, mRNA, o la proteina stessa.
Possibile che per avere una durata della protezione maggiore serva altro, come una risposta anticorpale contro più determinanti antigenici o l'associazione con adiuvanti.
Per cui al momento siamo un po' in un cul di sacco, siamo al punto che comunque per qualsiasi vaccino servono richiami, e che per i nuovi farmaci i costi sono elevati, hanno indicazioni ben precise e una burocrazia spaventosa per l'autorizzazione all'impiego.
Per cui, oltre ai dubbi sulla bontà della comunicazione riguardo al vaccino cubano, le incertezze di base che ho sono le stesse.
Sinceramente, che l'eventuale quarta dose il prossimo inverno sia Pfizer, Moderna, Novavax o Soberana mi interessa poco, perché alla fine sono farmaci con un profilo di efficacia e sicurezza che al momento sembrerebbe insuperabile (purtroppo).