d_phatt ha scritto:
Ho provato (molto velocemente), e neanche a me sembra che quel Mi si comporti diversamente dagli altri tasti vicini (comandavo dal P45).
Qui entriamo in un altro terreno, di solito minato !!
Queste differenze di cui parlate, di solito, sono dovute alle diverse risposte date dalla meccanica. Quando, in korg, facevo i test sulle tastiere (e parliamo di un secolo fa) già le meccaniche avevano risultanze diverse una dall'altra, ma soprattutto, da un tasto all'altro. La prova che si fa spesso, pur senza grossa precisione, però spesso illuminante, è il collegare lo strumento al "classico" MidiOX e fare un po' di esperimenti sui tasti. Cercando di avere la stessa pressione sui tasti, provare a suonarli random e vedere il risultato della velocity. Anche se non c'è la precisione di una macchina, si può arrivare ad una rilevazione abbastanza attendibile. I risultati sono , ancora oggi, evidenti. Ai tempi , la promozione a pieni voti era sempre della meccanica yamaha, che in quegli anni , korg, montava su T1, 01w proX e SG1D e poi su SG1d proX (anche i synt montavano yamaha, fino al Prophecy). Non a caso il mio SG1D proX faceva il giro dei produttori per essere smontato e studiato. Quello strumento ha lavorato dalla presentazione in Italia, credo 96/97 , per almeno 15 anni ininterrottamente girando tutta l'italia sul camion del service !!
Questa è una foto, forse proprio della presentazione o di una delle prime demo.
Tutta sta storia per sottolineare un concetto attuale, quel genere di meccanica non esiste più, nemmeno nei marchi storici dell'epoca, l'industrializzazione attuale e le dinamiche dei prezzi non permettono più quella qualità e durata nel tempo. Spesso le nostre sensazioni su note che emergono di più o campioni che si sentono meno sono proprio dovute alle diversità dinamiche dei tasti.
Per esempio se sbatti in mezzo a un cambio di campione sul layer è matematico che un punto in più o in meno fa suonare quello step dinamico piuttosto che quello dopo o prima, è naturale.
In altri casi, più legati alle frequenze di ascolto, sono gli ascolti che utilizziamo oppure l'acustica della stanza dove stiamo suonando.
Può capitare che una cassa abbia una risposta differente su alcune frequenze o il risultato di cassa+stanza possa dare delle riflessioni inaspettate compromettendo il giusto equilibrio del suono. Sempre il nostro guru ziokiller fa un esempio sul leslie che è perfetto, girando la testa a destra e a sinistra, ascoltando un suono di hammond da un leslie, si ha una percezione del timbro completamente diversa a seconda del punto di ascolto.
Sempre "nella preistoria", tra i programmatori era d'uso il gioco : Indovina il monitor dal campione
Si doveva indovinare il modello di cassa ascoltando il campione sulla tastiera, le NS10 le beccavi sempre !!
Tutta sta roba per dire che prima di stabilire che una nota suona più dell'altra bisognerebbe fare un po' di prove in situazioni diverse, del resto è quello che si fa normalmente prima di produrre uno strumento.
Vi lascio con alcuni test che , se riuscite, è interessante e divertente.
Pianoforte digitale con il mobile : Provatelo in diversi punti della stanza spostandolo per poi ritornare nel tradizionale "attaccato al muro"
Pianoforte mobile o stage amplificato : Sentitelo con la sua amplificazione e poi collegato alle casse (escludendo l'interno anche con un jack nella cuffia)
Pianoforte digitale : provatelo con la sua meccanica e , via midi, pilotandolo da un'altra tastiera.
Ciao a tutti !