@ Roberto_Forest
Boh io il contrario, ho avuto 6 mesi l’orribile nord stage 2 HP e il piano acustico sembrava di sbattere delle chiavi su delle ringhiere, il royal d era così, il silver grand anche, l’Italian pure (il white grand non era ancora uscito).
Poi ho avuto due anni il nord stage 2 HA, che era molto meglio, per regolazione velocity e tasto. Ma continuavo a cambiare piani perché non mi soddisfacevano, ero arrivato a fare uno split tra royal d e studio grand 2, che forse era la soluzione migliore, ogni tanto usavo il white grand, ma non mi ha mai convinto.
Poi preso il Cp73 e uso il CFX così com’è, suona bene per tutto. L’unica cosa che ho mosso è la manopola del tone un po’, ma solo quando lo uso da una cassa sola. Il vantaggio è che Yamaha suona bene sempre, Nord solo se lo ascolti in stereo e io normalmente non ho l’ascolto in stereo.
Per i piani elettrici la differenza era ancora più marcata.
Quindi io tutta sta cosa che nord esce bene non l’ho mai percepita. Esce forte sì, perché ha una curva dinamica iper compressa, ma bene no. E l’ho usata in duo jazz/folk, quartetto Soul jazz, quartetto pop, quintetto rock.
Ma infatti secondo me il discorso è anche che ci sono riferimenti diversi sia per l'idea di bellezza del suono, che per l'idea di "uscire bene" (che non significa, almeno non soltanto, uscire forte), e in base a questo i preset o comunque la natura di uno strumento (e anche delle proprie condizioni di ascolto...) possono appagare o meno. Poi è chiaro che il campionamento di base deve essere bello e presente.
Poi ricordiamo che un suono con una gamma dinamica ampia può essere "ristretto" tramite l'uso di compressori o di trucchetti con la velocity, il contrario non si può fare, di sicuro non così facilmente...