paolo_b3 ha scritto:
Sto cercando di capire secondo te cos'è importante per poter ritenere che un musicista sia stato significativo per la storia della musica.
Innovazione e influenza.
paolo_b3 ha scritto:
Non posso credere che la tua valutazione sia una ratifica acritica del parere degli altri.
Come leggo e accolgo da ignorante i saggi di letteratura e arte pittorica ecc, così anche i libri sulla storia, la tecnica, l'impatto culturale e sociale della musica li leggo per imparare. Poi, unendo la mia conoscenza (fatta anche grazie a questi studi) e la mia esperienza, giudico "criticamente", e il più delle volte, concordo.
paolo_b3 ha scritto:
Hai parlato di dati oggettivi, quindi dovrebbe esistere un modo per misurarli, non so, magari il numero di dischi venduti? Il numero di paesi in cui ha tenuto dei concerti? Il numero di suoi brani rifatti da altri artisti o band famose?
Tutto ciò può avere una parte di valore, ma prima di tutto: innovazione e influenza.
paolo_b3 ha scritto:
Io ho fatto un'affermazione forte attaccando Bob Dylan, è un artista che ha tutto il mio rispetto, ma a parte che non mi piace quasi niente della sua produzione, quello che ho sentito grosso modo è Rock and Roll, estremamente simile a quello che si ascoltava prima di lui, se levi i testi secondo me non sarebbe mai esistito.
Ripeto, per me è un poeta, un grandissimo poeta. Che ci azzecca con la storia della musica?
A parte i tuoi insindacabili gusti (che stai esprimendo, ma che sarai d'accordo che non possiamo prendere in considerazione in questo caso), è un fatto che Dylan non si è distinto per la sua tecnica o per aver inventato un nuovo modo di suonare la chitarra o l'armonica, ma proprio per i testi, l'impegno, il coraggio e l'impatto sociale. Se queste cose non contano nulla nell'arte, allora forse non stiamo parlando della stessa cosa.