WTF_Bach ha scritto:
2) musica ipercolta: trascende verso la complessità, la tensione continua, la varietà estrema. Oltre un certo limite cessa di essere musica e diviene uso intellettualistico del suono, volto alla mera ricerca intellettuale.
Questa discussione (sempre interessante) riemerge ogni anno
Il "limite" tra la musica e l'uso intellettualistico o, dal basso, tra le varie forme "basse" e la Musica dipende però dall'ascoltatore e non intrinsecamente dall'"oggetto artistico". Io posso ascoltare senza nessuna fatica Messiaen o Hindemith e magari andare in difficoltà su una sequenza di Berio, tu magari ti bevi senza fare una piega Prometeo di Luigi Nono, altri magari già rifiutano l'ultimo Beethoven. Capisci che non se ne esce...
Per tornare in topic, mi ritrovo molto in quanto dice Vin. Conosco piuttosto bene il mondo di chi prova a fare il cantautore o la cantautrice, con alcuni ho collaborato altri li ho accompagnati in qualche concorso nazionale, e al di là del fatto che come è ovvio non tutti sono ugualmente "bravi", ho trovato una qualità media piuttosto alta.
Ma per emergere e viverci essere bravi non basta, come non basta essere bravi e belli e come non basta nemmeno essere bravi e belli e figli di [grosso nome].
Se proprio uno sente che è la sua vocazione, allora provarci è giusto, ma se non si hanno le spalle coperte in altro modo e soprattutto non si è preparati a sbattere contro una gran quantità di pali, il mio suggerimento, per quanto sgradevole, è di lasciar perdere e tenersi questa passione come hobby.
Solo per fare un esempio (di questi concorsi e di come funzionano si può parlare in altra sede), provate a guardare la lista dei vincitori di Musicultura o del Bianca D'Aponte e guardate quanti ne conoscete.