12-02-18 16.36
@ vin_roma
michelet ha scritto:
Più che altro, sarebbe auspicabile che Mamma RAI, invece di far chiudere alcune orchestre accorpandole ad altre, le ripristinasse per "fare cultura" attraverso i concerti
La RAI, oltre quella di Torino, non ha più orchestre. Ma comunque quella di Torino si comporta bene, fa belle cose. L'orchestra di Sanremo è quella stabile della città a cui sono aggiunti quelli free della ritmica e alcuni fiati. Prima le orchestre fisse erano tante, a Torino, Milano, Roma, Napoli... Ora i tempi son cambiati, non c'è più una Nilla Pizzi da accompagnare e in generale il sound ha cambiato direzione. Potrebbe, la RAI, magari incentivare quelle classiche e non nei posti chiave dove già hanno problemi quelle che ci sono e crearne, che so, una a Mantova, una a Perugia, a Reggio Calabria e sfruttarle a turno per le dirette su RAI 5. Sarebbe una bella spinta culturale destinando magari spazi a nuove sperimentazioni. Sarebbe un bel motore.
Sanremo oramai è solo un fenomeno strano, tutto rodato, tutto uguale, soprattutto le canzoni che, dovendo avere dei requisiti, impegnano e bloccano le fantasie di gran parte degli autori nostrani. Sanremo non l'ho visto, solo qualche sporadica sbirciata quando ero in casa ma ho visto per intero Gazzè perché lo conosco e soprattutto perché ho qualche volta dato consigli al suo arrangiatore/direttore che è un mio carissimo amico e mi ha fatto piacere che l'orchestra l'abbia premiato come miglior arrangiamento e Max ha fatto il bel gesto di regalare a lui il premio. Comunque per me Sanremo può anche finire qui, poteva essere qualcosa quando si vendevano i 45 giri ma oggi è fuori dai tempi e condiziona gran parte della musica italiana.
Ma chi ci è stato dice sempre "è uno sballo..."
A volte, me compreso, si dimentica che il Festival di Sanremo è un evento nazional-popolare, non la vetrina del meglio della musica italiana... (anche se sul concetto di "meglio" ci sarebbe da discutere, vista la varietà di stili e stilemi).
Certo, i tempi cambiano come pure i gusti musicali ai quali lo show business si deve adeguare. E nessuno di buon senso pretenderebbe un concetto univoco di qualità della musica, specie in tali contesti.
Riconosco, però, a Claudio Baglioni il merito di averci provato, ad elevare la qualità...
Non foss'altro per quel rispetto per i colleghi che, quest'anno, non hanno avuto limiti nella durata del brano...