Ha senso continuare a suonare?

  • Master1962
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06-04-18 10.24

@ lucabbrasi
buongiorno, oggi mi son svegliato con la lamentite acuta. Se non volete leggere, liberi di skippare.
Allora: età ormai vetusta (54), suono da molti, troppi anni.
Con l'attuale gruppo ormai ci vediamo da circa 7 anni, ci ho dato e ci do dentro anima e corpo.
Anche quest'anno sono riuscito (nonostante tutto) a trovare (si, io, me medesimo) una decina di serate a data attuale.
Propongo sempre pezzi, sono io che in sala mi sobbarco la maggior parte delle idee arrangiative, io che devo stare sempre con l'orecchio alzato per migliorare il livello generale.
Io che mi porto appresso sempre i 15 kg e passa di strumenti, la sera (sempre infrasettimanale) cerco un posto auto a mezzanotte passata, e poi 2 rampe di scale. Da quest'anno mi tocca anche cantare qualche pezzo. Presentare i live. Ci metto sempre la faccia. Sacrifico la famiglia, spesso arrivo stracotto alle prove causa lavoro.
E sono sempre io che curo i rapporti tramite Facebook, mi elaboro eventuali audio sonori tramite Logic, faccio i (artigianali) video con iMovie,
E mi tocca contrastare e cercare di insinuarmi nel panorama live fiorentino costituito dai soliti prezzemoli, pseudo-ex-professionals che devono tirare a campare e sputano merda su noi dopolavoristi e coveristi. Mi devo letteralmente prostituire.
Stasera ho un bel live, bel posto. ieri posto su Whatsapp la scaletta e...uno dei membri dice "si, però togli questo e quello, vengono male, alcuni pezzi sono dei tormentoni con pochi accordi" (malato di fusion, premetto, costui...). E io "cavolo e lo vieni a dire ora? potevi dirlo durante le prove???"...insomma, ho fatto un gran calderone ma mi sto chiedendo: cacchio sto a continuare? soddisfazioni, zero: nessuno che mi riconosca mai un minimo, un centesimo del lavoro che faccio (all'interno del gruppo): Fuori se va bene raccatti un 50€, qualche applauso strappato.
Tanta fatica, tanto sudore, la moglie e le figlie che spesso ti danno per desaparecito...basta la passione per giustificare tutto ciò? boh, me lo sto chiedendo...
Scusa se intervengo per dare il mio contributo. Io sono un diplomato pianista non con il massimo dei voti ma pur sempre diplomato che ha ripreso dopo tanti anni a suonare e a mettere su progetti per suonare live con le sue band. Purtroppo ho notato che anche suonando per hobby e quindi per diletto personale ci sono difficoltà a reperire serate in quanto i locali di Roma puntano sempre sulle stesse band (anche se il livello può essere più o meno inferiore a quello di tante altre) per far cassa e i direttori artistici stessi si vendono gli spazi nei locali per far suonare (come jam session) gruppi diversi nella stessa serata e senza corrispondere nulla a livello economico. In questo caso da una parte garantiscono il pienone al locale sfruttando la voglia delle band che pur di suonare sono disposti gratis ad avere uno spazio di mezz'ora al massimo magari in un locale di prestigio dove non suonerebbero mai nella vita e dall'altra riescono a farci scappare anche la loro provvigione. Come definite questo? Non sarebbe il caso di far intervenire anche legislativamente il nostro Governo che se ne stà così inerte di fronte allo strapotere decisionale che hanno i gestori dei locali? Se un musicista o una band vogliono suonare perché devono passare attraverso questa forma di taglieggiamento o gara al ribasso? E poi perché i famosi impresari o agenzie di spettacolo se ne guardano bene da inserirsi in questi contesti per regolarizzare meglio la cosa? Guadagnare poco ma guadagnare tutti penso che sia più corretto.
Io per fortuna non ci campo con la musica ma è una vergogna che in un paese civile con alte tradizioni musicali possa succedere questo. E' un disincentivo all'arte musicale.
  • zaphod
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06-04-18 10.51

@ lucabbrasi
..scusate, a questo punto vi aggiorno subito della situazione. Premetto: quello che ho scritto e che scrivo è vero, sincero. Sono il primo a farmi sempre autocritica ma, credetemi, vi riporto in onestà i fatti come avvenuti.
Ieri, live a Prato, bellissimo posto, anche ottimo ingaggio. Purtroppo causa traffico arriviamo tardi, e facciamo i suoni sul ns piccolo PA in 5 minuti. Ero già incazzato da ieri, figuriamoci...cmq, attacchiamo. Tra l'altro era presente anche un "gestore" di un club a Firenze, tizio che fa suonare solo chi vuole lui (ovviamente), quindi ci tenevo tantissimo a far bella figura e fargli capire "ahò, ci siamo anche noi".
Capisco subito che il saxman non c'è, non ci sta con la testa, non ne azzecca una che sia una. Facciamo alla meno peggio il primo set, alla pausa esco fuori che sono ovviamente un bufalo, mi schianto 2 sigarette di seguito...arriva il sax, e mi attacca "cavolo, non mi sento, TU mi hai cambiato l'effetto sul mixer, mi è cambiato tutto il suono del sax". Io cado dalle nuvole: "ma stai scherzando???". Certo, è possibile che abbia aggeggiato sul piccolo Behringer, ma eventualmente ho cambiato da fx #13 a fx#14 del Behringer: cavolo, mica sarò Alan Parson che stravolgo i suoni? ammesso che sia successo...cmq, ci rimango male. Mi apostrofa "non si fa così, non è serio". Io dico "come? non ne azzecchi una e dai la colpa a me? anche questo mi merito?" e, capendo che di autocritica non ve ne è manco l'ombra, mi chiudo in un mutismo di tomba.
Finisco il live. Ah, tra l'altro, alla ripresa lui si è modificato l'effetto, ha detto agli altri "ora si, ora è OK", e cmq ha continuato a cannare note per il resto della sera.
Siam tornati a casa, i restanti membri sembravano non avvertire minimamente il mio profondo (a sto punto) malumore, come se niente fosse.
Al 99% lascio la band. Ho sabato prossimo un altro impegno live, che manterrò perchè sono una persona seria. Volessi fare il bimbo lascerei ora, cancellerei ogni dato social (profili, video, etc) e bonanotte, ma sono, ripeto, serio. Però molto, molto offeso e addolorato: m'avessero dato una ciaffata in faccia avrei sentito meno male...
ah, beh, la questione è più chiara.
Non è una tua repulsione nei confronti della musica, ma solo verso alcuni musicisti.
Succede. E' normale. In questi casi, l'opzione migliore è tagliare fuori gli elementi di disturbo o, più radicalmente, levare le tende.
Non c'è nulla di scandaloso in questo, io l'ho fatto parecchie volte: quando si è incompatibili musicalmente con qualcuno, e il resto della band non sente la stessa incompatibilità, si va via. Magari si sta un periodo in cui non si suona live, si studia, si cresce, e poi nascerà qualcos'altro, indubbiamente migliore. E' proprio un ciclo.
  • anonimo

06-04-18 10.54

@ Master1962
Scusa se intervengo per dare il mio contributo. Io sono un diplomato pianista non con il massimo dei voti ma pur sempre diplomato che ha ripreso dopo tanti anni a suonare e a mettere su progetti per suonare live con le sue band. Purtroppo ho notato che anche suonando per hobby e quindi per diletto personale ci sono difficoltà a reperire serate in quanto i locali di Roma puntano sempre sulle stesse band (anche se il livello può essere più o meno inferiore a quello di tante altre) per far cassa e i direttori artistici stessi si vendono gli spazi nei locali per far suonare (come jam session) gruppi diversi nella stessa serata e senza corrispondere nulla a livello economico. In questo caso da una parte garantiscono il pienone al locale sfruttando la voglia delle band che pur di suonare sono disposti gratis ad avere uno spazio di mezz'ora al massimo magari in un locale di prestigio dove non suonerebbero mai nella vita e dall'altra riescono a farci scappare anche la loro provvigione. Come definite questo? Non sarebbe il caso di far intervenire anche legislativamente il nostro Governo che se ne stà così inerte di fronte allo strapotere decisionale che hanno i gestori dei locali? Se un musicista o una band vogliono suonare perché devono passare attraverso questa forma di taglieggiamento o gara al ribasso? E poi perché i famosi impresari o agenzie di spettacolo se ne guardano bene da inserirsi in questi contesti per regolarizzare meglio la cosa? Guadagnare poco ma guadagnare tutti penso che sia più corretto.
Io per fortuna non ci campo con la musica ma è una vergogna che in un paese civile con alte tradizioni musicali possa succedere questo. E' un disincentivo all'arte musicale.
Perfettamente d’accordo! Anch’io non ci campo con la Musica, la mia Professione è tutt’altra, ma sarebbe giusto che, chi suona in un locale, venisse pagato: se è un hobbyista, magari un po’ di meno di un Professionista che lo fa di mestiere per vivere. Tanto più che c’è la possibilità di compilare il famoso modulo che esenta il gestore/proprietario del locale dal pagamento dei contributi per chi già lavora altrove e paga i propri contributi all’INPS o altro Ente Professionale (esempio: ENPAM per i Medici ecc...).
  • lucabbrasi
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06-04-18 10.56

@ zaphod
ah, beh, la questione è più chiara.
Non è una tua repulsione nei confronti della musica, ma solo verso alcuni musicisti.
Succede. E' normale. In questi casi, l'opzione migliore è tagliare fuori gli elementi di disturbo o, più radicalmente, levare le tende.
Non c'è nulla di scandaloso in questo, io l'ho fatto parecchie volte: quando si è incompatibili musicalmente con qualcuno, e il resto della band non sente la stessa incompatibilità, si va via. Magari si sta un periodo in cui non si suona live, si studia, si cresce, e poi nascerà qualcos'altro, indubbiamente migliore. E' proprio un ciclo.
...zaphod, in verità sono stato accusato IO di aver pregiudicato una performance di uno strumentista solo perchè presumeva che io avessi cambiato un riverbero! dico, un effetto. Anche se fosse, secondo te questo giustifica il cannare note su note? io, quando sbaglio, lo so e lo ammetto. Se ho suonato male, non me la rifaccio con gli altri o accampando scuse varie...non è repulsione, anzi, pensavo che fosse l'unico col quale avessi piena sintonia, pensa te...
  • ahivela
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06-04-18 11.12

andrealentullo ha scritto:
- se si vuole cambiare qualcosa bisogna far passare l'idea che la fatica, il tempo e i soldi spesi a suonare, a studiare e a comprare gli strumenti hanno un valore: se siamo noi i primi ad accettare di suonare gratis, siamo noi i primi a non dare valore a quello che facciamo. per quale motivo dovremmo aspettarci che questo valore venga riconosciuto da altri?


Il valore non ce lo diamo noi (sarebbe facile cosi'...), ne' il gestore: ce lo da' il mercato, ovvero domanda vs offerta. Visto che viviamo in una economia di mercato (ma questo concetto stenta ad entrare nella testa di molti). Il gestore, in genere, non e' un mecenate, ma un imprenditore, che ha tutto il diritto di spendere il meno possibile per avere quello che gli serve. Se il mercato e' ULTRA-saturo di gente che vuole suonare, ed e' disposta a farlo pure gratis, non ci sono santi che tengano. Il gestore, a cui per vendere la sua fottutissima birra vanno bene pure i cani, purche' costino meno e gli facciano vendere la birra, ha perfettamente ragione, dal suo punto di vista, ed ogni buon proposito va a farsi friggere.
Le uniche armi a nostra disposizione sono:
- alzare il tiro. Cioe' alzare (di molto) la propria offerta, offrire un prodotto musicale di grande qualita' e di nicchia, ed ovviamente esibirsi solo dove la gente PAGA per sentire musica, e non dove va per chiacchierare, rimorchiare, ubriacarsi o mangiare la pizza. Ovviamente e' la strada piu' difficile e selettiva.
- suonare ESCLUSIVAMENTE quello che ci piace, quando ci piace, come ci piace e alle nostre condizioni, senza alcuna velleita' di compiacere gestori o pubblico. In questo caso lo si puo' fare a qualunque prezzo, pure gratis: il piacere che se ne ricava e' di gran lunga superiore a quei quattro spiccioli che se ricaverebbero mettendosi a tappetino di fronte al mercato, a fare gli schiavi-intrattenitori fino alle quattro del mattino...
- fare gli schiavi-intrattenitori SOLO se pagano bene. Smazzarsi di prove, strumenti, tempo e benzina per andare a suonare roba che nemmeno ci entusiasma a 50 euro e' una cosa, a mio parere, priva di senso. Se invece suoniamo roba che ci piace veramente e ci fa stare bene veramente, 50 euro o zero non fa molta differenza: il nostro tempo e il nostro benessere vale molto di piu'.
Occorrerebbe ogni tanto farsi un esame di coscienza, e ragionare in questi termini: quanto sarebbe disposto a pagare il pubblico, per sentirmi? E se si e' convinti di valere qualcosa avere anche il coraggio di organizzarsi in proprio i concerti, con un biglietto di ingresso, anche di importo minimo. Implacabilmente verrebbe fuori la verita', nel bene o nel male.
E' inutile appellarsi all'avidita' dei gestori, all'ignoranza del pubblico, al destino cinico e baro, o peggio che mai a fantomatiche leggi che dovrebbero tutelare i cachet degli artisti (che non avrebbero alcun senso).
  • ahivela
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06-04-18 11.25

Master1962 ha scritto:
Non sarebbe il caso di far intervenire anche legislativamente il nostro Governo che se ne stà così inerte di fronte allo strapotere decisionale che hanno i gestori dei locali?


In che senso? Cosa dovrebbe fare il Governo, secondo te? Sovvenzionare a pioggia i gestori? Aprire locali di Stato? Impedire il libero mercato? Dare le patenti (tu si', tu no)?

Master1962 ha scritto:
Se un musicista o una band vogliono suonare perché devono passare attraverso questa forma di taglieggiamento o gara al ribasso?


Perche' il mercato funziona cosi'. D'altronde nessuno costringe i musicisti ad esibirsi per forza, e nessuno gli impedisce di diventare bravissimi, quindi superappetibili e quindi superpagati.

Master1962 ha scritto:
E poi perché i famosi impresari o agenzie di spettacolo se ne guardano bene da inserirsi in questi contesti per regolarizzare meglio la cosa?


Sono impresari, imprenditori, mica sono legislatori o vigili urbani...

Master1962 ha scritto:
ma è una vergogna che in un paese civile con alte tradizioni musicali possa succedere questo.


Sono scelte politiche, e non c'entra nulla la civilta'. Abbiamo scelto il mercato, e questo e' l'ovvio risultato, nel bene e nel male.
Se vivessimo in una dittatura di stato potrebbe funzionare come dici tu. A Cuba, per esempio, funziona un po' cosi', con tutti i pro e i contro del caso.
Non sto dando giudizi, e non saprei dire cosa e' meglio e cosa e' peggio, tirando le somme. Solo una placida constatazione di come stanno le cose.
  • zaphod
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06-04-18 11.47

@ ahivela
andrealentullo ha scritto:
- se si vuole cambiare qualcosa bisogna far passare l'idea che la fatica, il tempo e i soldi spesi a suonare, a studiare e a comprare gli strumenti hanno un valore: se siamo noi i primi ad accettare di suonare gratis, siamo noi i primi a non dare valore a quello che facciamo. per quale motivo dovremmo aspettarci che questo valore venga riconosciuto da altri?


Il valore non ce lo diamo noi (sarebbe facile cosi'...), ne' il gestore: ce lo da' il mercato, ovvero domanda vs offerta. Visto che viviamo in una economia di mercato (ma questo concetto stenta ad entrare nella testa di molti). Il gestore, in genere, non e' un mecenate, ma un imprenditore, che ha tutto il diritto di spendere il meno possibile per avere quello che gli serve. Se il mercato e' ULTRA-saturo di gente che vuole suonare, ed e' disposta a farlo pure gratis, non ci sono santi che tengano. Il gestore, a cui per vendere la sua fottutissima birra vanno bene pure i cani, purche' costino meno e gli facciano vendere la birra, ha perfettamente ragione, dal suo punto di vista, ed ogni buon proposito va a farsi friggere.
Le uniche armi a nostra disposizione sono:
- alzare il tiro. Cioe' alzare (di molto) la propria offerta, offrire un prodotto musicale di grande qualita' e di nicchia, ed ovviamente esibirsi solo dove la gente PAGA per sentire musica, e non dove va per chiacchierare, rimorchiare, ubriacarsi o mangiare la pizza. Ovviamente e' la strada piu' difficile e selettiva.
- suonare ESCLUSIVAMENTE quello che ci piace, quando ci piace, come ci piace e alle nostre condizioni, senza alcuna velleita' di compiacere gestori o pubblico. In questo caso lo si puo' fare a qualunque prezzo, pure gratis: il piacere che se ne ricava e' di gran lunga superiore a quei quattro spiccioli che se ricaverebbero mettendosi a tappetino di fronte al mercato, a fare gli schiavi-intrattenitori fino alle quattro del mattino...
- fare gli schiavi-intrattenitori SOLO se pagano bene. Smazzarsi di prove, strumenti, tempo e benzina per andare a suonare roba che nemmeno ci entusiasma a 50 euro e' una cosa, a mio parere, priva di senso. Se invece suoniamo roba che ci piace veramente e ci fa stare bene veramente, 50 euro o zero non fa molta differenza: il nostro tempo e il nostro benessere vale molto di piu'.
Occorrerebbe ogni tanto farsi un esame di coscienza, e ragionare in questi termini: quanto sarebbe disposto a pagare il pubblico, per sentirmi? E se si e' convinti di valere qualcosa avere anche il coraggio di organizzarsi in proprio i concerti, con un biglietto di ingresso, anche di importo minimo. Implacabilmente verrebbe fuori la verita', nel bene o nel male.
E' inutile appellarsi all'avidita' dei gestori, all'ignoranza del pubblico, al destino cinico e baro, o peggio che mai a fantomatiche leggi che dovrebbero tutelare i cachet degli artisti (che non avrebbero alcun senso).
quoto tutto emo

06-04-18 11.50

ahivela ha scritto:
Il valore non ce lo diamo noi (sarebbe facile cosi'...), ne' il gestore:


solo tu sai il valore che hanno l'impegno e le spese che hai messo per arrivare a suonare in un locale. se tu non dai valore a questo non puoi pretendere che lo diano gli altri. il mercato è così perchè c'è gente che suona gratis. se nessuno suonasse gratis (affermando così che ciò che fa ha un valore) i gestori dei locali non si sognerebbero nemmeno di chiedere prestazioni gratuite. non si tratta di considerare il gestore un mecenate ma di considerare la tua prestazione come lavoro che come tale va retribuito. l'unico buon proposito a mio avviso è quello di mantenersi saldi sulla questa posizione: "vuoi che io suoni nel tuo locale? pagami!". chi suona gratis fa un cattivo servizio a sè e agli altri.

ahivela ha scritto:
Occorrerebbe ogni tanto farsi un esame di coscienza, e ragionare in questi termini: quanto sarebbe disposto a pagare il pubblico, per sentirmi? E se si e' convinti di valere qualcosa avere anche il coraggio di organizzarsi in proprio i concerti, con un biglietto di ingresso, anche di importo minimo.


questo è un passo che può arrivare dopo che si è cercato di fare il cambiamento culturale di cui parlavo. in una situazione come quella attuale si rischia di mettere su uno spettacolo della madonna con zero spettatori. ovviamente il cambiamento culturale passa dall'educazione (scuola in primis) quindi, come dicevo, occorreranno tempi biblici. ma cambiare si può
  • paolo_b3
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06-04-18 12.07

@ lucabbrasi
..scusate, a questo punto vi aggiorno subito della situazione. Premetto: quello che ho scritto e che scrivo è vero, sincero. Sono il primo a farmi sempre autocritica ma, credetemi, vi riporto in onestà i fatti come avvenuti.
Ieri, live a Prato, bellissimo posto, anche ottimo ingaggio. Purtroppo causa traffico arriviamo tardi, e facciamo i suoni sul ns piccolo PA in 5 minuti. Ero già incazzato da ieri, figuriamoci...cmq, attacchiamo. Tra l'altro era presente anche un "gestore" di un club a Firenze, tizio che fa suonare solo chi vuole lui (ovviamente), quindi ci tenevo tantissimo a far bella figura e fargli capire "ahò, ci siamo anche noi".
Capisco subito che il saxman non c'è, non ci sta con la testa, non ne azzecca una che sia una. Facciamo alla meno peggio il primo set, alla pausa esco fuori che sono ovviamente un bufalo, mi schianto 2 sigarette di seguito...arriva il sax, e mi attacca "cavolo, non mi sento, TU mi hai cambiato l'effetto sul mixer, mi è cambiato tutto il suono del sax". Io cado dalle nuvole: "ma stai scherzando???". Certo, è possibile che abbia aggeggiato sul piccolo Behringer, ma eventualmente ho cambiato da fx #13 a fx#14 del Behringer: cavolo, mica sarò Alan Parson che stravolgo i suoni? ammesso che sia successo...cmq, ci rimango male. Mi apostrofa "non si fa così, non è serio". Io dico "come? non ne azzecchi una e dai la colpa a me? anche questo mi merito?" e, capendo che di autocritica non ve ne è manco l'ombra, mi chiudo in un mutismo di tomba.
Finisco il live. Ah, tra l'altro, alla ripresa lui si è modificato l'effetto, ha detto agli altri "ora si, ora è OK", e cmq ha continuato a cannare note per il resto della sera.
Siam tornati a casa, i restanti membri sembravano non avvertire minimamente il mio profondo (a sto punto) malumore, come se niente fosse.
Al 99% lascio la band. Ho sabato prossimo un altro impegno live, che manterrò perchè sono una persona seria. Volessi fare il bimbo lascerei ora, cancellerei ogni dato social (profili, video, etc) e bonanotte, ma sono, ripeto, serio. Però molto, molto offeso e addolorato: m'avessero dato una ciaffata in faccia avrei sentito meno male...
Guarda, i dettagli interessano non mi fraintendere, ma non importano. Suoni per divertirti? Allora lascia perdere, mandali a fare i fanghi a Fangulo. Io di recente sono giunto a questa conclusione: suono in assieme per divertimento, quindi stress, professionisti della mutua, donne perennemente nella fase di ciclo... non ne ho più voglia. Ti dico solo che il mese scorso ho dato il ben servito ad una formazione in cui militavo da 18 anni.
  • lipzve
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06-04-18 12.08

@ andrealentullo
ahivela ha scritto:
Il valore non ce lo diamo noi (sarebbe facile cosi'...), ne' il gestore:


solo tu sai il valore che hanno l'impegno e le spese che hai messo per arrivare a suonare in un locale. se tu non dai valore a questo non puoi pretendere che lo diano gli altri. il mercato è così perchè c'è gente che suona gratis. se nessuno suonasse gratis (affermando così che ciò che fa ha un valore) i gestori dei locali non si sognerebbero nemmeno di chiedere prestazioni gratuite. non si tratta di considerare il gestore un mecenate ma di considerare la tua prestazione come lavoro che come tale va retribuito. l'unico buon proposito a mio avviso è quello di mantenersi saldi sulla questa posizione: "vuoi che io suoni nel tuo locale? pagami!". chi suona gratis fa un cattivo servizio a sè e agli altri.

ahivela ha scritto:
Occorrerebbe ogni tanto farsi un esame di coscienza, e ragionare in questi termini: quanto sarebbe disposto a pagare il pubblico, per sentirmi? E se si e' convinti di valere qualcosa avere anche il coraggio di organizzarsi in proprio i concerti, con un biglietto di ingresso, anche di importo minimo.


questo è un passo che può arrivare dopo che si è cercato di fare il cambiamento culturale di cui parlavo. in una situazione come quella attuale si rischia di mettere su uno spettacolo della madonna con zero spettatori. ovviamente il cambiamento culturale passa dall'educazione (scuola in primis) quindi, come dicevo, occorreranno tempi biblici. ma cambiare si può
Ne ho passate di tutti i colori, e sebbene ora mi diverta a suonare a casa e mettere le musiche sul tubo, a rendita zero ma pure a stress zero, ho elaborato una serie di regolette che vanno sicuramente perfezionate ma che - almeno per quanto mi riguarda - rappresentano un buon punto di partenza qualora decidessi di riprendere con qualche gruppo.

- Suonare tutti la musica che piace, trovando un punto di incontro. Chi si adatta, pur di suonare in un gruppo, lascierà quando ne trova un altro con il repertorio più pertinente
- Essere tutti - grosso modo - dello stesso livello. Il più scarso verrà rimpiazzato presto, il più bravo se ne andrà presto
- Avere tutti lo stesso numero di compiti. Inultilesovraccaricare il tastierista perchè di norma è "l'informatico del gruppo".
- Concordare, fin dall'inizio, il numero di prove mensili che si sposi con le esigenze e gli impegni di tutti.
- Diffidare ci chi, a meno che non sia benestante o disoccupato, suoni con più gruppi.
- Limitare, se non proprio evitare, presenze femminili nel gruppo.
- La cantante, anche bravina, che invece che avere il proprio mic personale usa quello della sala prove va gentilmente defenestrata. Io sono il mona con migliaia di euro di attrezzi e tu non spendi un 300 euro?
- Chi fa il bello e brutto tempo, avvisando che non viene quando ormai tutti sono in sala (in genere la femmina) va defenestrato all'istante a meno di provata emergenza.
- Il batterista, ma anche il chitarrista o qualsiasi altro che sovrasta tutti come se esistesse solo lui, e che suona sempre allo stesso volume indipendentemente dal brano o dalla dinamica dello stesso, va defenestrato all'istante senza concerergli alcuna ulteriore chance
- Se basso e batteria non sono in syncro, suona un allarme, e per farlo smettere molto probabilmente uno dei due dovrà andarsene.
- Non si suona gratis dove la gente paga. Mai. (Inteso anche dove la gente paga la consumazione, o peggio, il supplemento per la musica)
- Se ci si da un certo tempo per preparare alcuni brani, e questo tempo è coerente con impegni familiari, difficoltà del brano e numero dei brani, chi non viene preparato è fuori.
  • fulezone
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06-04-18 12.16

@ ahivela
andrealentullo ha scritto:
- se si vuole cambiare qualcosa bisogna far passare l'idea che la fatica, il tempo e i soldi spesi a suonare, a studiare e a comprare gli strumenti hanno un valore: se siamo noi i primi ad accettare di suonare gratis, siamo noi i primi a non dare valore a quello che facciamo. per quale motivo dovremmo aspettarci che questo valore venga riconosciuto da altri?


Il valore non ce lo diamo noi (sarebbe facile cosi'...), ne' il gestore: ce lo da' il mercato, ovvero domanda vs offerta. Visto che viviamo in una economia di mercato (ma questo concetto stenta ad entrare nella testa di molti). Il gestore, in genere, non e' un mecenate, ma un imprenditore, che ha tutto il diritto di spendere il meno possibile per avere quello che gli serve. Se il mercato e' ULTRA-saturo di gente che vuole suonare, ed e' disposta a farlo pure gratis, non ci sono santi che tengano. Il gestore, a cui per vendere la sua fottutissima birra vanno bene pure i cani, purche' costino meno e gli facciano vendere la birra, ha perfettamente ragione, dal suo punto di vista, ed ogni buon proposito va a farsi friggere.
Le uniche armi a nostra disposizione sono:
- alzare il tiro. Cioe' alzare (di molto) la propria offerta, offrire un prodotto musicale di grande qualita' e di nicchia, ed ovviamente esibirsi solo dove la gente PAGA per sentire musica, e non dove va per chiacchierare, rimorchiare, ubriacarsi o mangiare la pizza. Ovviamente e' la strada piu' difficile e selettiva.
- suonare ESCLUSIVAMENTE quello che ci piace, quando ci piace, come ci piace e alle nostre condizioni, senza alcuna velleita' di compiacere gestori o pubblico. In questo caso lo si puo' fare a qualunque prezzo, pure gratis: il piacere che se ne ricava e' di gran lunga superiore a quei quattro spiccioli che se ricaverebbero mettendosi a tappetino di fronte al mercato, a fare gli schiavi-intrattenitori fino alle quattro del mattino...
- fare gli schiavi-intrattenitori SOLO se pagano bene. Smazzarsi di prove, strumenti, tempo e benzina per andare a suonare roba che nemmeno ci entusiasma a 50 euro e' una cosa, a mio parere, priva di senso. Se invece suoniamo roba che ci piace veramente e ci fa stare bene veramente, 50 euro o zero non fa molta differenza: il nostro tempo e il nostro benessere vale molto di piu'.
Occorrerebbe ogni tanto farsi un esame di coscienza, e ragionare in questi termini: quanto sarebbe disposto a pagare il pubblico, per sentirmi? E se si e' convinti di valere qualcosa avere anche il coraggio di organizzarsi in proprio i concerti, con un biglietto di ingresso, anche di importo minimo. Implacabilmente verrebbe fuori la verita', nel bene o nel male.
E' inutile appellarsi all'avidita' dei gestori, all'ignoranza del pubblico, al destino cinico e baro, o peggio che mai a fantomatiche leggi che dovrebbero tutelare i cachet degli artisti (che non avrebbero alcun senso).
Ti faccio un esempio analogo,
io ogni tanto ormai a tempo perso, sono anche fotografo, non sono un professionista
ma sono un discreto fotografo e ho attrezzatura da utente prosumer
riuscendo a fare servizi molto belli,
una volta ho chiesto a un mio amico chi gli facesse
le foto per il suo matrimonio e lui mi ha detto che ci pensava il cugino che è un appassionato,
allora io ingenuamente chiedo se posso fare qualche foto e se non do fastidio.
Lui mi risponde che anzi è contento, alla fine le mie foto sono diventate il suo album di matrimonio,
non ho mai visto le foto del cugino e a dir il vero non ho capito nemmeno chi fosse questo cugino
forse l'ho intimidito bho!!!!
Allora gli propongo se come regalo di nozze avrebbe gradito l'album
di nozze, io ho risparmiato il regalo (spendendo meno di quanto avevo previsto) lui è rimasto contento.
Con questo voglio dire che ormai si da per scontato tutto, basta avere in mano una macchina fotografica
e si è fotografi, basta avere due cassa con un pc è si è DJ, basta sentirti DJ per essere musicisti e tutto il resto!
Basta prenotare un biglietto di ryan air su internet e si diventa agente di viaggio!
Oggi si tende a sminuire tutto e troppo, tutto vale niente, intanto categorie merceologiche chiudono per questo
modo di pensare, vedi gli empori musicali, vedi le agenzie di viaggio, vedi i fotografi, per ora tengono duro
solo le attivitèà gastronomiche che non hanno molto riscontro in internet!
  • paolo_b3
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06-04-18 12.16

@ ahivela
Master1962 ha scritto:
Non sarebbe il caso di far intervenire anche legislativamente il nostro Governo che se ne stà così inerte di fronte allo strapotere decisionale che hanno i gestori dei locali?


In che senso? Cosa dovrebbe fare il Governo, secondo te? Sovvenzionare a pioggia i gestori? Aprire locali di Stato? Impedire il libero mercato? Dare le patenti (tu si', tu no)?

Master1962 ha scritto:
Se un musicista o una band vogliono suonare perché devono passare attraverso questa forma di taglieggiamento o gara al ribasso?


Perche' il mercato funziona cosi'. D'altronde nessuno costringe i musicisti ad esibirsi per forza, e nessuno gli impedisce di diventare bravissimi, quindi superappetibili e quindi superpagati.

Master1962 ha scritto:
E poi perché i famosi impresari o agenzie di spettacolo se ne guardano bene da inserirsi in questi contesti per regolarizzare meglio la cosa?


Sono impresari, imprenditori, mica sono legislatori o vigili urbani...

Master1962 ha scritto:
ma è una vergogna che in un paese civile con alte tradizioni musicali possa succedere questo.


Sono scelte politiche, e non c'entra nulla la civilta'. Abbiamo scelto il mercato, e questo e' l'ovvio risultato, nel bene e nel male.
Se vivessimo in una dittatura di stato potrebbe funzionare come dici tu. A Cuba, per esempio, funziona un po' cosi', con tutti i pro e i contro del caso.
Non sto dando giudizi, e non saprei dire cosa e' meglio e cosa e' peggio, tirando le somme. Solo una placida constatazione di come stanno le cose.
Certamente, Ahivela, pensare che la situazione vada regolamentata con delle leggi è forse un po' eccessivo, ma in qualità di persone civili, dovremmo pensarci prima di andare a suonare gratis, a meno che non sia per una nobile causa. E' vero, secondo me, che chi cerca musicisti che suonino gratis non punta alla qualità, ma un po' di correttezza sarebbe auspicabile, almeno da parte nostra.
Tuttavia la regolamentazione del mercato non devi vederla come un sottoprodotto del vetero comunismo, pensa alle leggi contro la concentrazione di mercato (leggi antitrust), sono strumenti nati proprio nelle società liberiste.
  • Raptus
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06-04-18 12.19

@ lipzve
Ne ho passate di tutti i colori, e sebbene ora mi diverta a suonare a casa e mettere le musiche sul tubo, a rendita zero ma pure a stress zero, ho elaborato una serie di regolette che vanno sicuramente perfezionate ma che - almeno per quanto mi riguarda - rappresentano un buon punto di partenza qualora decidessi di riprendere con qualche gruppo.

- Suonare tutti la musica che piace, trovando un punto di incontro. Chi si adatta, pur di suonare in un gruppo, lascierà quando ne trova un altro con il repertorio più pertinente
- Essere tutti - grosso modo - dello stesso livello. Il più scarso verrà rimpiazzato presto, il più bravo se ne andrà presto
- Avere tutti lo stesso numero di compiti. Inultilesovraccaricare il tastierista perchè di norma è "l'informatico del gruppo".
- Concordare, fin dall'inizio, il numero di prove mensili che si sposi con le esigenze e gli impegni di tutti.
- Diffidare ci chi, a meno che non sia benestante o disoccupato, suoni con più gruppi.
- Limitare, se non proprio evitare, presenze femminili nel gruppo.
- La cantante, anche bravina, che invece che avere il proprio mic personale usa quello della sala prove va gentilmente defenestrata. Io sono il mona con migliaia di euro di attrezzi e tu non spendi un 300 euro?
- Chi fa il bello e brutto tempo, avvisando che non viene quando ormai tutti sono in sala (in genere la femmina) va defenestrato all'istante a meno di provata emergenza.
- Il batterista, ma anche il chitarrista o qualsiasi altro che sovrasta tutti come se esistesse solo lui, e che suona sempre allo stesso volume indipendentemente dal brano o dalla dinamica dello stesso, va defenestrato all'istante senza concerergli alcuna ulteriore chance
- Se basso e batteria non sono in syncro, suona un allarme, e per farlo smettere molto probabilmente uno dei due dovrà andarsene.
- Non si suona gratis dove la gente paga. Mai. (Inteso anche dove la gente paga la consumazione, o peggio, il supplemento per la musica)
- Se ci si da un certo tempo per preparare alcuni brani, e questo tempo è coerente con impegni familiari, difficoltà del brano e numero dei brani, chi non viene preparato è fuori.
- Diffidare ci chi, a meno che non sia benestante o disoccupato, suoni con più gruppi.

Di solito il batterista ha almeno 2 gruppi, è una legge matematica... emo

  • mike71
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06-04-18 12.41

ahivela ha scritto:

In che senso? Cosa dovrebbe fare il Governo, secondo te? Sovvenzionare a pioggia i gestori? Aprire locali di Stato? Impedire il libero mercato? Dare le patenti (tu si', tu no)?

Verificare, come previsto dalla legge che per le prestazioni venga emaeesa fattura e vengano pagati i contributi, e che venga pagata la SIAE.
Allo stesso modo con cui dovrebbe essere verificata la salubrità delle cucine e che vengano correttamente emessi gli scontrini fiscali.
Verificare che le persone che stanno lavorando nel locale siano pagate e correttamente inquadrate seconlo la legge e che non si paghino in nero i camerieri.

Ci sono molti locali in cui succedono cose poco piacevoli, e se un gestore inizia a risparmaire non pagando i musicisti, probabilmente pensa di risparmiare non pagando i contributi ai camerieri e magari non facendogli fare bene le pulizie in cucina, o non buttando via le cose scadute.

ahivela ha scritto:
Perche' il mercato funziona cosi'. D'altronde nessuno costringe i musicisti ad esibirsi per forza, e nessuno gli impedisce di diventare bravissimi, quindi superappetibili e quindi superpagati.

Il risultato, purtroppo, non solo nel campo della musica, ma anche in altri campi è quelli che quelli bravi prendono e se ne vanno all'estero.
E' vero che il mercati funziona in questo modo, ma esiste anche una questione culturale, per cui sembra logico e normale cercare la cosa che costa meno, a scapito di tutti gli altri parametri, compresa la qualità ed il rispetto delle leggi.

ahivela ha scritto:
Sono scelte politiche, e non c'entra nulla la civilta'. Abbiamo scelto il mercato, e questo e' l'ovvio risultato, nel bene e nel male.

Non è vero. Il mercato non significa cercare di fregarci a vicenda.
Keynes suppone una economia di mercato. Ma è molto differente da quello che viene proposto dai neoliberisti. Questo in generale: poi esiste anche una questione culturale e di educazione.

Ci sono molte persone che vengono convinte che un lavoro è sempre meglio di niente, e non sono capaci di farsi i conti in tasca, sono convinti che non ci sia alternativa agli stage gratis, alle finte partite iva, ed alle finte agenzie di consulenza ed alle finte ccoperative, aggli apprendisti cin esperienza.
D'altra parte non c'è scritto da nessuna parte che in una economia capitalistica ci debba essere lo stage obbligatorio per gli universitari o l'alternanza scuola lavoro.

Mi fermo qui, ma questo stato di cose ha portato in Italia ad avere un crollo della produttività, che ha causato una mancata crescita del PIL ed una stagnazione economica.

Alla fine, il non pagare i musucisti che suonano in un locale, è solo un aspetto di un problema generale molto più grande.
  • lipzve
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06-04-18 12.53

@ Raptus
- Diffidare ci chi, a meno che non sia benestante o disoccupato, suoni con più gruppi.

Di solito il batterista ha almeno 2 gruppi, è una legge matematica... emo

i batteristi, questi sconosciuti.... ho anche aggiornato il post aggiungendo loro
  • paolo_b3
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06-04-18 13.10

@ mike71
ahivela ha scritto:

In che senso? Cosa dovrebbe fare il Governo, secondo te? Sovvenzionare a pioggia i gestori? Aprire locali di Stato? Impedire il libero mercato? Dare le patenti (tu si', tu no)?

Verificare, come previsto dalla legge che per le prestazioni venga emaeesa fattura e vengano pagati i contributi, e che venga pagata la SIAE.
Allo stesso modo con cui dovrebbe essere verificata la salubrità delle cucine e che vengano correttamente emessi gli scontrini fiscali.
Verificare che le persone che stanno lavorando nel locale siano pagate e correttamente inquadrate seconlo la legge e che non si paghino in nero i camerieri.

Ci sono molti locali in cui succedono cose poco piacevoli, e se un gestore inizia a risparmaire non pagando i musicisti, probabilmente pensa di risparmiare non pagando i contributi ai camerieri e magari non facendogli fare bene le pulizie in cucina, o non buttando via le cose scadute.

ahivela ha scritto:
Perche' il mercato funziona cosi'. D'altronde nessuno costringe i musicisti ad esibirsi per forza, e nessuno gli impedisce di diventare bravissimi, quindi superappetibili e quindi superpagati.

Il risultato, purtroppo, non solo nel campo della musica, ma anche in altri campi è quelli che quelli bravi prendono e se ne vanno all'estero.
E' vero che il mercati funziona in questo modo, ma esiste anche una questione culturale, per cui sembra logico e normale cercare la cosa che costa meno, a scapito di tutti gli altri parametri, compresa la qualità ed il rispetto delle leggi.

ahivela ha scritto:
Sono scelte politiche, e non c'entra nulla la civilta'. Abbiamo scelto il mercato, e questo e' l'ovvio risultato, nel bene e nel male.

Non è vero. Il mercato non significa cercare di fregarci a vicenda.
Keynes suppone una economia di mercato. Ma è molto differente da quello che viene proposto dai neoliberisti. Questo in generale: poi esiste anche una questione culturale e di educazione.

Ci sono molte persone che vengono convinte che un lavoro è sempre meglio di niente, e non sono capaci di farsi i conti in tasca, sono convinti che non ci sia alternativa agli stage gratis, alle finte partite iva, ed alle finte agenzie di consulenza ed alle finte ccoperative, aggli apprendisti cin esperienza.
D'altra parte non c'è scritto da nessuna parte che in una economia capitalistica ci debba essere lo stage obbligatorio per gli universitari o l'alternanza scuola lavoro.

Mi fermo qui, ma questo stato di cose ha portato in Italia ad avere un crollo della produttività, che ha causato una mancata crescita del PIL ed una stagnazione economica.

Alla fine, il non pagare i musucisti che suonano in un locale, è solo un aspetto di un problema generale molto più grande.
Con queste tue affermazioni, nel mio caso sfondi una porta aperta. Ma per la prestazione musicale occorre tenere in considerazione qualche aspetto in più. Altrimenti, applicando alla lettera la legislazione del lavoro come ci stai proponendo tu, dovrebbe essere obbligatorio per le parrocchie pagare l'organista la domenica.
  • ahivela
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06-04-18 13.37

paolo_b3 ha scritto:
Altrimenti, applicando alla lettera la legislazione del lavoro come ci stai proponendo tu, dovrebbe essere obbligatorio per le parrocchie pagare l'organista la domenica.


Veramente non sto proponendo nulla. Sto solo mettendo in evidenza alcune questioni.
Che poi, cosa ci sarebbe di male, nel pagare l'organista la domenica?
Il prete e il sagrestano non mi pare lavorino gratis...emo
  • ahivela
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06-04-18 13.40

paolo_b3 ha scritto:
pensa alle leggi contro la concentrazione di mercato (leggi antitrust), sono strumenti nati proprio nelle società liberiste.


Non vedo cosa c'entri la concentrazione di mercato con l'eccesso di offerta, ovvero il numero abnorme di musicisti che hanno voglia di suonare, e la naturale concorrenza e selezione naturale.
Qualsiasi legge che limiti questo andrebbe contro la liberta' individuale di esibirsi, in definitiva contro l'arte (o quello che e'...) stessa.
  • ahivela
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06-04-18 13.42

fulezone ha scritto:
Oggi si tende a sminuire tutto e troppo, tutto vale niente, intanto categorie merceologiche chiudono per questo
modo di pensare, vedi gli empori musicali, vedi le agenzie di viaggio, vedi i fotografi, per ora tengono duro
solo le attivitèà gastronomiche che non hanno molto riscontro in internet!


Sono i tempi che cambiano, come e' sempre stato, nella storia. E non c'e' nulla da fare.
E' piu' saggio capirli per tempo, e adeguarsi, che maledirli, o lamentarsi...
  • ahivela
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06-04-18 13.45

lipzve ha scritto:
- Non si suona gratis dove la gente paga. Mai.


Dove la gente paga cosa?
Se paga un biglietto di ingresso per ascoltare musica mi pare sacrosanto, ma se paga la sua birra, o il suo panino con la salsiccia, la faccenda e' molto meno banale di quanto si pensi...
Per il resto sono assolutamente d'accordo con tutti gli altri punti che elenchi.