17-01-18 08.04
@ didark
Cyrano ha scritto:
L'Arte per me non deve mostrare le emozioni dell'artista, ma deve aprire uno spiraglio sul Vero (che è Bello, è Bene ed è Uno...pur se attraverso il conflitto tra Terra e Mondo)
Quello che mi lascia perplesso è il concetto per cui l'arte "non deve" o "deve", ovvero, come detto da qualcun l'altro, il tentativo di razionalizzazione assoluta del processo di creazione artistica.
Io ho fatto due esempi stupidi, ma la musica è piena di capolavori universalmente riconosciuti che non sono stati concepiti con "intenzione" (intesa come i 4 elementi che hai ben descritto). Basta leggersi le biografie degli artisti.
La stessa cosa la si può verificare nelle altre arti, vedi la pittura o la scultura, strapiena di capolavori realizzati assolutamente con "intenzione" ma piena anche di esempi opposti, dove soltanto pochi (o addirittura nessuno) dei 4 elementi dell'intenzione era presente nel processo creativo.
Che ci piaccia o meno (perché è noto che l'uomo per sua natura tende a cercare il "controllo") nell'arte a volte (ovviamente non sempre, come detto) c'è anche tanto (benedetto) CAOS.
Sempre assolutamente
Questo tuo intervento è importante, perché mi ha fatto venire in mente due aspetti della questione:
1) Quanto c’è di conscio (o inconscio) nell’intenzione? Secondo me una parte del processo creativo è inconscia. In particolare quando c’è di mezzo l’improvvisazione. Per quanto riguarda la composizione (cosa che, anche se qui da alcuni trattata, esula - secondo me - dal topic), essa, al pari della creazione di opere d’arte di altro tipo, presenta ugualmente aspetti inconsci. Perlomeno, a me succede. Crei una cosa, qualunque cosa, poi ti metti a guardarla e cogli alcuni aspetti che si incastrano tra di loro perfettamente, con armonia... aspetti che non avevano raggiunto comunque il livello di coscienza, durante l’atto creativo.
2) preparazione culturale dell’ascoltatore (o del fruitore in genere dell’opera d’arte): può essere maggiore della preparazione dell’artista? Si. E questo permette al fruitore di vedere cose che l’artista intuisce solamente. Può anche essere che, in questo modo, vengano date letture di un’opera pure fuorvianti, anche cervellotiche, e magari non pertinenti all’intenzione dell’artista.
Ora sto diventando cervellotico io.