Una scoperta devastante

  • anonimo

21-08-18 21.03

@ mondomeme
https://youtu.be/SkCSzN_K4ko

Guardate che oscenità! Meno male che ci sono molti non mi piaceemoemo
Orrore senza nome
  • anonimo
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21-08-18 21.24

@ Charlie78
Spectrum ha scritto:
Poi ci sono i cantanti italiani che imitano altri italiani tipo
Niccolò Fabi - > Jovanotti


Eh, no...questa non te la concedo!! emo
Lo ha sempre dichiarato nelle interviste, il suo "punto" di riferimento è Lorenzo Cherubini. Parole sue. Che ti devo dire, rifattela con lui. emo
  • paolo_b3
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21-08-18 21.45

@ anonimo
raptus ha scritto:
Giusy Ferreri è stata una operazione di marketing all'italiana sfruttando l'onda del periodo Amy Winehouse


Beh allora vogliamo citare gli innumerevoli tentativi dell'industria discografica italiana di clonare in salsa locale big estere?...

Lista in ordine sparso (tra il serio e il faceto)

Il Primo De André - > G. Brassens
Gaber - > J. Brel
Celentano - > Jerry Lewis
Ricchi e poveri - > Abba
Mina - > Dalida
Banco / Goblin - > Emerson Lake Palmer
Elisa - > A. Morrisette
Consoli - > Dolores O'Riordan (cramberries)
Zucchero - > Joe Cocker
Modena city ramblers - > Pogues
Massimo Urbani - > Charlie Parker
Enrico Rava - > C. Baker - M. Davis
Bruno Martino - > Jobim
Etc etc etc

Poi ci sono i cantanti italiani che imitano altri italiani tipo
Niccolò Fabi - > Jovanotti
Baustelle - > De André
Etc etc etc

Non parliamo poi di canzoni clonate sennò ci facciamo notte.
Facciamo il contrario. Chi è che ti 'arba dei cantanti italiani? emo
  • anonimo
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21-08-18 21.58

@ paolo_b3
Facciamo il contrario. Chi è che ti 'arba dei cantanti italiani? emo
Gli Squallor emo
  • anonimo
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21-08-18 22.37

@ paolo_b3
Facciamo il contrario. Chi è che ti 'arba dei cantanti italiani? emo
Altre new entry:
Sabrina Salerno - > Samantha Fox
Petra Magoni - > 100% Bjork emo
Elio - > 50% Frank Zappa 50% Gentle Giant
Negramaro - > 50% Keane 50% the Killers
emo

Se uno imita non significa che non mi piaccia. Sempre secondo me, bisogna distinguere fra "imitare" e "scimmiottare", ovvero se un cantante, pur imitando all'inizio per guadagnare consensi, aggiunge in seguito del suo, sviluppando uno stile riconoscibile... A differenza di chi invece scimmiotta, che letteralmente non va oltre l'imitazione. emo
  • Dallaluna69
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22-08-18 00.13

@ markelly2
Ma conta ancora qualcosa dire "io non guardo la tv, l'ho buttata/regalata"?
Io ce l'ho ancora, ogni tanto la guardo, ma non mi sento per niente succube.
Ma che è, un nuovo status? emo

A parte che poi molti di quelli che vantano di non guardare la tv passano ore sui social emo
emo
Scusa ma... mica ho detto "fate come me, che sono un gran figo!"
Ho riportato una mia scelta di cui sono soddisfatto, tutto qui.
Anche gli altri che hanno riferito di non possedere una televisione, non mi sembra volessero catechizzare alcunché.
Non passo ore sui social, neanche minuti.
Come ho scritto, passo comunque molte ore davanti ad un monitor. Per lavoro, per studio, anche per svago.
Questo non mi fa sentire migliore degli altri e non ho detto che chi guarda la televisione ne è succube. Solo che io ne faccio a meno e non voglio usarla come babysitter.
Birra anche per te emo
  • Raptus
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22-08-18 09.08

@ anonimo
SimonKeyb ha scritto:
a mio avviso non toglie alcuna dignità al lavoro degli stessi.


Misunderstood. Ci sono casi di imitazione anche oggi che si rifanno a cantanti del passato, tu citi Capossela Waits giustamente. Ho listato alcuni cloni "coevi" perché chiari tentativi di cavalcare l'onda del cantante imitato. Per esempio il primo successo di Elisa, è chiaramente una imitazione della Morrisette, che in quel periodo spopolava. Quando la sentii in radio la prima volta fui io stesso ingannato, pensavo ingenuamente che si trattasse davvero di Alanis.
Ma il problema non è chi imita, è chi ci investe. Un po' come quando in Usa uscivano gli horror d'autore tipo zombie nightmare venerdì 13 etc e in Italia le piccole produzioni cercavano di farne dei sequel nel tentativo di guadagnare sulla scia del successo altrui, con fortune alterne... Stessa cosa, da 50 anni fa ad oggi in Italia in ambito pop non è cambiato niente, esterofilia a go go.
Sarebbe interessante invece valutare l'evoluzione della musica "commerciale" negli altri paesi d'Europa, sociologicamente sarebbe uno studio interessante.
Ad esempio in Francia ha avuto un peso enorme l'elettronica, in un modo talmente ampio che molti gruppi famosi nazionali sono capisaldi di generi come trip hop, electronic acid jazz etc...creando dei mix veramente interessanti. In Romania e in generale nell'est europeo va molto la dance/trance e l'hip hop.
Nei paesi germanici e nordici la musica hard rock/metal ha sempre spopolato, anche su Mtv... lasciando stare l'inghilterra, restano i paesi mediterranei, escludendo la suddetta Francia, da noi e in Spagna va forte la leggera, neomelodica, la canzoncina malinconica d'amore e l'esterofilia.
Non è un caso infatti che molti artisti italiani siano famosi anche in Spagna (il viceversa non mi sembra, a parte i tormentoni estivi).
Colpa dei discografici? Io credo sia colpa più che altro delle orecchie.
  • alemar78
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22-08-18 09.22

Spectrum ha scritto:
Negramaro - > 50% Keane 50% the Killers


se parliamo degli esordi mainstream, quando ho visto per la prima volta i Negramaro a Sanremo con Mentre tutto scorre ho subito pensato ad una copia dei Muse più che altro...e in quell'album infatti ci sono molti rimandi ai Muse di quell'epoca che poi in seguito abbiano praticamente rifatto Somebody told me/Nuvole e lenzuola ok è innegabile...
  • Raptus
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22-08-18 10.00

@ alemar78
Spectrum ha scritto:
Negramaro - > 50% Keane 50% the Killers


se parliamo degli esordi mainstream, quando ho visto per la prima volta i Negramaro a Sanremo con Mentre tutto scorre ho subito pensato ad una copia dei Muse più che altro...e in quell'album infatti ci sono molti rimandi ai Muse di quell'epoca che poi in seguito abbiano praticamente rifatto Somebody told me/Nuvole e lenzuola ok è innegabile...
Periodo che si son lasciati subito alle spalle, dopo aver capito che se alleggerivano il tutto buttandola nella neomelodica avrebbero raccolto madri, figlie, cuggine e tutto il patentado di fan.
Un gruppo come i Muse, nel senso di idee compositive, capacità e soprattutto nessuna paura di fare canzoni "pesanti", non avrebbe successo da noi se non nella nicchia... farebbe la fine degli n-mila gruppi (validissimi) del panorama alternative italiano... ma chi li ascolta?
  • alemar78
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22-08-18 10.52

@ Raptus
Periodo che si son lasciati subito alle spalle, dopo aver capito che se alleggerivano il tutto buttandola nella neomelodica avrebbero raccolto madri, figlie, cuggine e tutto il patentado di fan.
Un gruppo come i Muse, nel senso di idee compositive, capacità e soprattutto nessuna paura di fare canzoni "pesanti", non avrebbe successo da noi se non nella nicchia... farebbe la fine degli n-mila gruppi (validissimi) del panorama alternative italiano... ma chi li ascolta?
Per quanto riguarda i Negramaro, almeno fino al 2007 (poi non ho più ascoltato nulla, quindi non so) devo dire che dal mio punto di vista c'era una certa ricercatezza sia sui suoni (in generale, non solo tastiere) che sugli arrangiamenti e la scrittura di Sangiorgi io l'ho sempre trovata originale e di personalità. Un mix molto credibile secondo me. Anche i Muse nel tempo però si sono un po' ammorbiditi, ora li trovo un po' meno coraggiosi rispetto ad una volta. Ma forse sono solo io che sono cambiato e non riesco a dedicare il tempo necessario agli ascolti
  • anonimo

22-08-18 11.02

tutti copiano e tutti hanno dei riferimenti a cui si ispirano di geni ne nascono pochissimi ogni secolo
  • Raptus
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22-08-18 11.28

@ alemar78
Per quanto riguarda i Negramaro, almeno fino al 2007 (poi non ho più ascoltato nulla, quindi non so) devo dire che dal mio punto di vista c'era una certa ricercatezza sia sui suoni (in generale, non solo tastiere) che sugli arrangiamenti e la scrittura di Sangiorgi io l'ho sempre trovata originale e di personalità. Un mix molto credibile secondo me. Anche i Muse nel tempo però si sono un po' ammorbiditi, ora li trovo un po' meno coraggiosi rispetto ad una volta. Ma forse sono solo io che sono cambiato e non riesco a dedicare il tempo necessario agli ascolti
Credo sia un'impressione da quello che senti in radio e da una ricerca dei suoni più raffinata, in realtà continuano a sfornare pezzi che per l'Italia sarebbero pesanti o comunque particolari, pensa a Throught Contagion...
  • alemar78
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22-08-18 12.13

raptus ha scritto:
Credo sia un'impressione da quello che senti in radio e da una ricerca dei suoni più raffinata, in realtà continuano a sfornare pezzi che per l'Italia sarebbero pesanti o comunque particolari, pensa a Throught Contagion...

Ah beh rispetto all'Italia certo emo...io li confrontavo con quanto facevano loro stessi qualche anno prima: sono stati per anni la mia band preferita in assoluta, sono stato folgorato dalle sonorità di Origin of Simmetry e ho trovato Absolution un'evoluzione ed una maturazione del disco precedente. Black Hole and Revelations contiene perle di assoluto valore...poi da Resistance in avanti, dal mio punto di vista sono in fase calante...2nd Law non mi ha impressionato e Drones l'ho trovato un "more of the same"...ma ribadisco sono cambiati molto anche i miei tempi e modi di ascolto. E' chiaro comunque che rispetto all'Italia non c'è paragone, avercene di band così!
  • anonimo
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22-08-18 12.55

@ alemar78
raptus ha scritto:
Credo sia un'impressione da quello che senti in radio e da una ricerca dei suoni più raffinata, in realtà continuano a sfornare pezzi che per l'Italia sarebbero pesanti o comunque particolari, pensa a Throught Contagion...

Ah beh rispetto all'Italia certo emo...io li confrontavo con quanto facevano loro stessi qualche anno prima: sono stati per anni la mia band preferita in assoluta, sono stato folgorato dalle sonorità di Origin of Simmetry e ho trovato Absolution un'evoluzione ed una maturazione del disco precedente. Black Hole and Revelations contiene perle di assoluto valore...poi da Resistance in avanti, dal mio punto di vista sono in fase calante...2nd Law non mi ha impressionato e Drones l'ho trovato un "more of the same"...ma ribadisco sono cambiati molto anche i miei tempi e modi di ascolto. E' chiaro comunque che rispetto all'Italia non c'è paragone, avercene di band così!
Se vogliamo proseguire nel giochino dei cloni, potremmo dire che senza i Radiohead non sarebbe esistiti né i Muse né i Coldplay.
  • Marcher
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22-08-18 13.35

@ anonimo
Se vogliamo proseguire nel giochino dei cloni, potremmo dire che senza i Radiohead non sarebbe esistiti né i Muse né i Coldplay.
Allora tutta l'arte è un clone per te perché in ogni forma artistica vi è sempre chi ha iniziato in principio a realizzare....il maestro è colui che da l'avvio e l' allievo affascinato dal maestro lo imiterà fino a quando troverà il suo modo di esprimersi.....
es.....tu hai detto De Andrè-Brassens....gli ultimi capolavori di Fabrizio con Brassens non hanno nessuna somiglianza....anzi l'allievo ha superato il maestro....
  • Synthex77
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22-08-18 13.38

Ultimamente i pezzi più quotati nelle radio di massa merdose sono veramente scialbi... Sia svogliata che oramai canta solo per pagarsi la bamba... Carboni che andrebbe bene cremato (carboni - cremato AHA... a?) quel tizio scialbo rosso che oramai canta solo per pagarsi l'erba e la guinnes... GIOVANNOTTI??? GIOVANNOTTI!!! AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHH!!! Altro che è andato sotto qualche scrivania in giovane età a suonare il piffero in cambio di fama e gloria...
  • Raptus
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22-08-18 13.55

@ Synthex77
Ultimamente i pezzi più quotati nelle radio di massa merdose sono veramente scialbi... Sia svogliata che oramai canta solo per pagarsi la bamba... Carboni che andrebbe bene cremato (carboni - cremato AHA... a?) quel tizio scialbo rosso che oramai canta solo per pagarsi l'erba e la guinnes... GIOVANNOTTI??? GIOVANNOTTI!!! AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHH!!! Altro che è andato sotto qualche scrivania in giovane età a suonare il piffero in cambio di fama e gloria...
Ne abbiamo parlato spesso di Jovanotti, è bravo più nel capire cosa piace alla gente rispetto alle qualità (?!) musicali.
Ai tempi dove andava la prima rap l'ha portata al (allora) giovane pubblico, sul finire degli anni novanta ha fatto il Manu Chao per poi diventare un cantautore smielato in anni più recenti, dal punto del vista del marketing non è poco... Per me a parte le discutibili qualità artistiche, per diventare e restare famosi serve una gran dose di carattere che non si può certo dire che non abbia avuto.
I Muse non ci sarebbero senza i Radiohead? Per me è una cavolata, a parte che hanno gli stessi anni (dal 1992), cosa li legherebbe scusa? Quale pezzo? Porca miseria nei primi del 2000 i Muse erano quasi industrial metal!!!
  • anonimo
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22-08-18 13.58

@ Raptus
Sarebbe interessante invece valutare l'evoluzione della musica "commerciale" negli altri paesi d'Europa, sociologicamente sarebbe uno studio interessante.
Ad esempio in Francia ha avuto un peso enorme l'elettronica, in un modo talmente ampio che molti gruppi famosi nazionali sono capisaldi di generi come trip hop, electronic acid jazz etc...creando dei mix veramente interessanti. In Romania e in generale nell'est europeo va molto la dance/trance e l'hip hop.
Nei paesi germanici e nordici la musica hard rock/metal ha sempre spopolato, anche su Mtv... lasciando stare l'inghilterra, restano i paesi mediterranei, escludendo la suddetta Francia, da noi e in Spagna va forte la leggera, neomelodica, la canzoncina malinconica d'amore e l'esterofilia.
Non è un caso infatti che molti artisti italiani siano famosi anche in Spagna (il viceversa non mi sembra, a parte i tormentoni estivi).
Colpa dei discografici? Io credo sia colpa più che altro delle orecchie.
I paesi che citi hanno gruppi con un forte matrice folk nazionale che li accomuna. Per esempio in Francia l'influenza dei chansonnier la senti un po' ovunque, da Manu Chao a Noir Desir etc
Paesi scandinavi e Germania risentono dei canti popolari mescolati alle leggende nordiche, dove l'elettronica la fa spesso da padrona, metal compreso (Rammstein); Poi sì, hanno una tradizione metal con forti venature folk (tipici i ritmi in 2/4 e i refrain da osteria, senti Dr Stein degli Helloween) ma diversa da quella anglosassone, un gruppo metal tedesco lo riconosci subito, è senza arrangiamenti né abbellimenti, freddo, più pop che rock nelle dinamiche... mentre gli inglesi curano di più gli arrangiamenti, retaggio di una cultura classica che non hanno mai svalutato... Il metal americano è invece più "pompato", aggressivo e ammiccante, come le tettone dei film di Russ Meyer.
La leggera italiana si riconosce per il canto che sovrasta tutto il resto, perciò non sfondano generi come il metal dove protagonisti sono gli strumenti oltre al canto. D'altronde siamo stati la patria del melodramma, il retaggio è quello. Poi c'è il problema attuale dell'esterofilia in particolare anglosassone, che spesso riduce le canzoni a scolastici esercizi di stile. Il regionalismo per fortuna fa ancora la sua parte, al sud abbiamo la scuola napoletana, il neomelodico, che saltuariamente ci regala perle, vedi il sound fresco e mediterraneo di Mia Martini e Murolo (Resta cu'mme), degli Alma Megretta.. al nord abbiamo sonorità più mitteleuropee (Bluvertigo, Subsonica, Verdena, Marlene Kuntz, Afterhours), dopotutto non si cancellano con un colpo di spugna le influenze culturali dettate da secoli di dominazioni austriache da una parte e franco-sabaude dall'altra.
Ragionare in termini folk per l'Italia non è facile, è un paese molto frammentato.
E forse alla fine i generi che mettono d'accordo tutti i regionalismi sono proprio quelli importati dall'estero, una sorta di globalizzazione della musica su scala nazionale che valorizza il sound d'importazione a scapito della tradizione regionale, ma mette d'accordo tutti da Palermo ad Aosta e in fin dei conti al discografico va bene così, la quadratura è compiuta e i soldi in cassa arrivano lo stesso.
  • anonimo
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22-08-18 14.22

@ Marcher
Allora tutta l'arte è un clone per te perché in ogni forma artistica vi è sempre chi ha iniziato in principio a realizzare....il maestro è colui che da l'avvio e l' allievo affascinato dal maestro lo imiterà fino a quando troverà il suo modo di esprimersi.....
es.....tu hai detto De Andrè-Brassens....gli ultimi capolavori di Fabrizio con Brassens non hanno nessuna somiglianza....anzi l'allievo ha superato il maestro....
Infatti ho scritto "IL PRIMO De André - > Brassens"

Il discorso che fai l'ho già spiegato in qualche post indietro. Se hai voglia di leggerlo, sennò fa nulla... Si chiacchiera. emo

Non dimenticarti che, in generale, stiamo parlando di musica di consumo, come la etichettò giustamente Adorno. Si ragiona in termini di vendite, per cui il valore artistico è sempre al ribasso perché deve accontentare un po' tutti, anche chi considera la musica un sottofondo riempitivo del silenzio.

Personalmente sono sempre andato alla ricerca del musicista imitato, perché se la musica dell'imitatore mi risulta godibile, figuriamoci quella dell'imitato. In molti casi ci ho azzeccato e sono state piacevoli scoperte, in altri casi, pochi a dire il vero, la scoperta è stata deludente.
  • Raptus
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22-08-18 14.24

@ anonimo
I paesi che citi hanno gruppi con un forte matrice folk nazionale che li accomuna. Per esempio in Francia l'influenza dei chansonnier la senti un po' ovunque, da Manu Chao a Noir Desir etc
Paesi scandinavi e Germania risentono dei canti popolari mescolati alle leggende nordiche, dove l'elettronica la fa spesso da padrona, metal compreso (Rammstein); Poi sì, hanno una tradizione metal con forti venature folk (tipici i ritmi in 2/4 e i refrain da osteria, senti Dr Stein degli Helloween) ma diversa da quella anglosassone, un gruppo metal tedesco lo riconosci subito, è senza arrangiamenti né abbellimenti, freddo, più pop che rock nelle dinamiche... mentre gli inglesi curano di più gli arrangiamenti, retaggio di una cultura classica che non hanno mai svalutato... Il metal americano è invece più "pompato", aggressivo e ammiccante, come le tettone dei film di Russ Meyer.
La leggera italiana si riconosce per il canto che sovrasta tutto il resto, perciò non sfondano generi come il metal dove protagonisti sono gli strumenti oltre al canto. D'altronde siamo stati la patria del melodramma, il retaggio è quello. Poi c'è il problema attuale dell'esterofilia in particolare anglosassone, che spesso riduce le canzoni a scolastici esercizi di stile. Il regionalismo per fortuna fa ancora la sua parte, al sud abbiamo la scuola napoletana, il neomelodico, che saltuariamente ci regala perle, vedi il sound fresco e mediterraneo di Mia Martini e Murolo (Resta cu'mme), degli Alma Megretta.. al nord abbiamo sonorità più mitteleuropee (Bluvertigo, Subsonica, Verdena, Marlene Kuntz, Afterhours), dopotutto non si cancellano con un colpo di spugna le influenze culturali dettate da secoli di dominazioni austriache da una parte e franco-sabaude dall'altra.
Ragionare in termini folk per l'Italia non è facile, è un paese molto frammentato.
E forse alla fine i generi che mettono d'accordo tutti i regionalismi sono proprio quelli importati dall'estero, una sorta di globalizzazione della musica su scala nazionale che valorizza il sound d'importazione a scapito della tradizione regionale, ma mette d'accordo tutti da Palermo ad Aosta e in fin dei conti al discografico va bene così, la quadratura è compiuta e i soldi in cassa arrivano lo stesso.
Finalmente un'analisi interessante emo
Sarebbe bello veramente se ci fosse più consapevolezza, coraggio e interesse nell'esprimere le peculiarità regionali, facendole talmente bene da non aver paura di coinvolgere un pubblico vasto.
Al sud sono riusciti a "resistere" orgogliosi delle loro origini, al nord purtroppo no... non credo sia colpa delle influenze straniere ma del fatto che essendoci "giro di soldi", ci si è lasciati prendere dall'esterofilia che genera denaro facile.
Chi sarebbe disposto ad ascoltare un gruppo folk che prende dalle tradizioni locali del nord?
Gran pochi credo... infatti il panorama "indie" ad esempio è dominato dal centro/nord (Roma, Pisa, Bologna...), musica banale che può attirare tutti, zero peculiarità regionali ma il tipico marasma metropolitano italiano...