gruppi anni sessanta - settanta

  • paolo_b3
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31-03-18 11.49

@ orange1978
ma la domanda che molti si pongono é....

....ma un renato zero, piuttosto che un angelo branduardi o anche ligabue per diversificare i generi...

se OGGI avessero 16/17 anni, riuscirebbero partendo oggi ad arrivare dove sono arrivati? io penso di no...io penso che se un renato zero partisse oggi da un talent show magari si farebbe notare, magari vincerebbe anche un xfactor (ma ne dubito...) ma di sicuro forse durerebbe due dischi non di piu.

E secondo me molti altri cantautori come guccini, de gregori, dalla, battiato, vecchioni....non credo arriverebbero dove sono arrivati se partissero oggi da zero a 15/20 anni.

Sono certo invece che laura pausini e ramazzotti farebbero quasi le stesse cose perche li puoi vestire quasi come vuoi, una pausini puoi trasformarla in un ibrido tra emma e annalisa, alla fine fanno sempre la stessa musica rivisitata da 40 anni....un vecchioni boh...secondo me quel tipo di artisti ora sopravvivono perche sono gia famosi hanno vecchi fans e anche nuovi ma non so se un discografico crederebbe in loro oggi se fossero nuovi, sono cambiate troppe cose a livello di immagine e mercato e un conto é lanciare un giovane da costruire un conto gestire un anziano gia famoso e con una grande carriera alle spalle.
Sono tempi diversi e quindi realtà diverse.
Se le cose vanno così molto dipende da chi ascolta musica, che detesto definire "utilizzatore finale" o "consumatore".
E il contesto favorisce questo e penalizza quello, se continuiamo a guardare i talent show, la musica continuerà per quella strada, chi è causa del suo mal pianga se stesso emo
  • vin_roma
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31-03-18 12.05

Prima, uno come Zero non esisteva, un bravo ma sfigato ragazzo della porta accanto come Baglioni non c'era, un incazzato come Cocciante non c'era ma c'era una cosa importante: una vera industria discografica ...che non c'era prima e il forte incremento economico fece si che le aziende investivano in mezzi e ricerca di personaggi. L. E. Bacaliv ed E. Morricone erano gli arrangiatori della RCA... Questo portava ad una severa selezione degli artisti che comunque non erano tantissimi ed un Baglioni o De Gregori svettavano subito. Comunque c'era anche molto da dire, ogni strada era percorribile ed era facile trovare quella giusta. Tutte le cose quando nascono sono buone, poi si imbastardiscono.
  • mike71
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31-03-18 12.13

orange1978 ha scritto:
peró alla fine non capisco, il capitalismo alla fine esisteva anche negli anni 30/40/50/60...e in quella societá sono nati grandi capolavori artistici, e anche grandi pensatori e correnti di pensiero.
c'era la concorrenza e competitivitá commerciale anche nel 1960...peró un essere umano non aveva il valore di uno smartphone o di uno snack alla vaniglia...e c'erano i beatles i rolling stones ma anche stockhausen o bill evans...

Ai tempi del politecnico dovetti inserire un esame economico, dato che mi avevano parlato molto bene del professor Ravazzi e quindi mi iscrissi al suo corso di economia politica. Riusci` a spiegare molto berne ad un branco di ingegneri le differenze tra le teorie economiche di Adam Smith, di Karl Marx, di David Ricardo, e di Keynes, ed infine di quelle dei neoclassici.

Puo` essiste una societa` capitalistica "keynesiana" che e` quella che e` resistita fino agli anni '80. Poi ha preso piede l'ideologia neoliberista con l'arrivo del famoso edonismo reagnano, con alcune scelte di politica economica totalmente in controtendenza con le politiche keynesiane e socialdemocratiche. Si e` arrivati ad una compressione del reddito nazionale disponibile in cambio di un aumento di PIL ed un cambio di filosofia che dall'economia si e` espansa in altri campi della societa`. I risultati sono quelli che sono visibili adesso.

  • paolovaleri
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31-03-18 12.43

Ho iniziato a suonare in pubblico nel 1965. Il mio complesso, perché allora si diceva così, aveva l'impianto Meazzi Factotum, poi venne il Binson con l'eco a disco. Avevamo il Farfisa Compact con un leslie 147, pesantissimo. Per spostarci usavamo un furgoncino Romeo Diesel, lento come una lumaca e dall'avviamento, in inverno, quasi impossibile: l'unico modo per farlo partire era infilare uno straccio con un po' di benzina nel filtro dell'aria e dargli fuoco, in modo che il motore aspirasse la fiamma. Lo ricordo benissimo, perché lo guidavo io. Suonavamo nei Night, facevamo le cosiddette mesate, ed il proprietario ti poteva protestare entro tre giorni. Se andavi bene poi stampavi il nome del suo locale come referenza sul foglietto delle richieste, che mettevi sui tavoli, e più locali potevi enumerare, più eri affidabile. Il facchinaggio era la parte più faticosa, c'era ovviamente chi si faceva un c..o così e lo scansafatiche, che era già tanto se portava le borse con i cavi, e durante la cena dopo la serata veniva sfottuto a sangue. Quello era il momento più bello, quando veniva fuori l'amicizia che ci legava, perché col complesso si stava sempre insieme, anche durante il giorno, e si dividevano anche le ragazze. Se penso che molti dei miei amici di allora oggi non ci sono più - io ero il più piccolo del complesso - mi vengono i lucciconi. Erano tutti più bravi di me, leggevano la musica a vista, io avrei imparato dopo. Voglio aggiungere una cosa: il costo degli strumenti era spropositato: un Twin Reverb costava, scontato, 300.000 lire di allora, 5 mesi di stipendio di un impiegato, 7.500 € di oggi. Però durava tanto, oggi con il mio vecchio Twin mio figlio fa le sue serate più importanti.
  • orange1978
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31-03-18 12.51

@ paolovaleri
Ho iniziato a suonare in pubblico nel 1965. Il mio complesso, perché allora si diceva così, aveva l'impianto Meazzi Factotum, poi venne il Binson con l'eco a disco. Avevamo il Farfisa Compact con un leslie 147, pesantissimo. Per spostarci usavamo un furgoncino Romeo Diesel, lento come una lumaca e dall'avviamento, in inverno, quasi impossibile: l'unico modo per farlo partire era infilare uno straccio con un po' di benzina nel filtro dell'aria e dargli fuoco, in modo che il motore aspirasse la fiamma. Lo ricordo benissimo, perché lo guidavo io. Suonavamo nei Night, facevamo le cosiddette mesate, ed il proprietario ti poteva protestare entro tre giorni. Se andavi bene poi stampavi il nome del suo locale come referenza sul foglietto delle richieste, che mettevi sui tavoli, e più locali potevi enumerare, più eri affidabile. Il facchinaggio era la parte più faticosa, c'era ovviamente chi si faceva un c..o così e lo scansafatiche, che era già tanto se portava le borse con i cavi, e durante la cena dopo la serata veniva sfottuto a sangue. Quello era il momento più bello, quando veniva fuori l'amicizia che ci legava, perché col complesso si stava sempre insieme, anche durante il giorno, e si dividevano anche le ragazze. Se penso che molti dei miei amici di allora oggi non ci sono più - io ero il più piccolo del complesso - mi vengono i lucciconi. Erano tutti più bravi di me, leggevano la musica a vista, io avrei imparato dopo. Voglio aggiungere una cosa: il costo degli strumenti era spropositato: un Twin Reverb costava, scontato, 300.000 lire di allora, 5 mesi di stipendio di un impiegato, 7.500 € di oggi. Però durava tanto, oggi con il mio vecchio Twin mio figlio fa le sue serate più importanti.
con il twin reverb vintage ci ho registrato come fonico un bel disco...usavamo quello e un silver face piu recente a seconda dei suoni microfonato quasi sempre con un sennheiser md441 vintage con attacco tuchel, un altro md441u del 1982, e per certi suoni combinazione md 408 vintage (il microfono del papa con la capsula del famoso 409) e uher 534 (lo shure sm57 della akg)...ho molti mic vintage come vedi :) a seconda dei suoni...e come pre drawmer 1962 e avalon ad2022.

.....e che suoni meravigliosi escono da quell ampli.

grazie mille per la tua preziosa testimonianza :)
  • vin_roma
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31-03-18 13.08

@paolovaleri, se sei di Cosenza, in che zona operavi?

Il ricordo che ho da adolescente, sulla costa calabra tra Paola e Cosenza, era di gran fermento. Solo nel mio paesino, tra le terme e il mare, l'estate c'era un locale con la rotonda sulla spiaggia e col gruppo fisso, li vidi il mio primo Hammond, poi c'era la piazza delle terme con il palco fisso e, se non era Rita Pavone o Michele, erano tanti gruppi locali tra cui uno di Ermanno Del Trono, da Cetraro, che faceva jazz col C3 e poi tanti locali con musica dal vivo come "l'Onda Verde", una discoteca nel bosco.

Oggi è un mortorio!
  • OperatorOne
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31-03-18 14.11

@ paolovaleri
Ho iniziato a suonare in pubblico nel 1965. Il mio complesso, perché allora si diceva così, aveva l'impianto Meazzi Factotum, poi venne il Binson con l'eco a disco. Avevamo il Farfisa Compact con un leslie 147, pesantissimo. Per spostarci usavamo un furgoncino Romeo Diesel, lento come una lumaca e dall'avviamento, in inverno, quasi impossibile: l'unico modo per farlo partire era infilare uno straccio con un po' di benzina nel filtro dell'aria e dargli fuoco, in modo che il motore aspirasse la fiamma. Lo ricordo benissimo, perché lo guidavo io. Suonavamo nei Night, facevamo le cosiddette mesate, ed il proprietario ti poteva protestare entro tre giorni. Se andavi bene poi stampavi il nome del suo locale come referenza sul foglietto delle richieste, che mettevi sui tavoli, e più locali potevi enumerare, più eri affidabile. Il facchinaggio era la parte più faticosa, c'era ovviamente chi si faceva un c..o così e lo scansafatiche, che era già tanto se portava le borse con i cavi, e durante la cena dopo la serata veniva sfottuto a sangue. Quello era il momento più bello, quando veniva fuori l'amicizia che ci legava, perché col complesso si stava sempre insieme, anche durante il giorno, e si dividevano anche le ragazze. Se penso che molti dei miei amici di allora oggi non ci sono più - io ero il più piccolo del complesso - mi vengono i lucciconi. Erano tutti più bravi di me, leggevano la musica a vista, io avrei imparato dopo. Voglio aggiungere una cosa: il costo degli strumenti era spropositato: un Twin Reverb costava, scontato, 300.000 lire di allora, 5 mesi di stipendio di un impiegato, 7.500 € di oggi. Però durava tanto, oggi con il mio vecchio Twin mio figlio fa le sue serate più importanti.
Bello! Esattamente come me la hanno raccontata a me.
Ammirazione per la vecchia guardia. emo
I miei primi live risalgono agli anni 90 e già era scomparsa quasi tutta quella magia che ci racconti tu.
  • paolovaleri
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31-03-18 14.35

@ vin_roma
@paolovaleri, se sei di Cosenza, in che zona operavi?

Il ricordo che ho da adolescente, sulla costa calabra tra Paola e Cosenza, era di gran fermento. Solo nel mio paesino, tra le terme e il mare, l'estate c'era un locale con la rotonda sulla spiaggia e col gruppo fisso, li vidi il mio primo Hammond, poi c'era la piazza delle terme con il palco fisso e, se non era Rita Pavone o Michele, erano tanti gruppi locali tra cui uno di Ermanno Del Trono, da Cetraro, che faceva jazz col C3 e poi tanti locali con musica dal vivo come "l'Onda Verde", una discoteca nel bosco.

Oggi è un mortorio!
Ho iniziato a suonare in Campania, sulla costiera amalfitana. Mi sono trasferito a Cosenza nella seconda metà degli anni 70. Ero amico di Ermanno, che era un bravo organista ma anche un ottimo batterista, negli ultimi tempi il suo gruppo suonava una musica particolarissima, un misto fra musica etnica e dialettale con una forte componente jazzistica, a me piaceva moltissimo, abbiamo fatto insieme alcune serate allo Sporting Club di Cosenza. Oltretutto Ermanno ed io eravamo iscritti allo stesso club di automobili d'epoca, altra passione comune.Quando mi trasferii a Cosenza, iniziai a fare piano bar - sono anche un cantante - dapprima con l'organo elettronico, poi con le tastiere - negli alberghi sulla costa, da Falerna a Scalea, e in inverno ero fisso in un club a Cosenza. Erano tempi straordinari, un posto bellissimo era il Raggio Verde di Fuscaldo, ci venivano Michele, Fred Bongusto, i Flippers e tutti i grandi nomi della musica di allora. Ma anche a Guardia Piemontese si faceva grande musica. Più tardi venne il Castello di Sangineto, dove suonava un mio amico pianista, e i locali tra Villapiana e Sibari. Se penso alle tante serate che facevo allora ed oggi l'ultima serata che ho fatto è stata a Capodanno - buona però, piano e tastiera, solo standard jazz tranne per un'ora di burdel a mezzanotte - capirai che magone. Oggi non c'è più nulla, le basi registrate hanno distrutto il mercato, e nessuno più legge la musica. Se mi mandi la tua mail privata ti mando un brano registrato da un'anima buona la sera di Capodanno.
  • paolo_b3
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31-03-18 14.39

paolovaleri ha scritto:
Se mi mandi la tua mail privata ti mando un brano registrato da un'anima buona la sera di Capodanno.


Non ci escludere, interessa a tutti credo! emo
  • maxpiano69
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31-03-18 14.41

@ paolo_b3
paolovaleri ha scritto:
Se mi mandi la tua mail privata ti mando un brano registrato da un'anima buona la sera di Capodanno.


Non ci escludere, interessa a tutti credo! emo
Quoto, mettila su dropbox o one drive o qualcosa di simile, piuttosto emo
(e grazie ancor aper aver condiviso la tua bellisima storia)
  • tsuki
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31-03-18 15.06

@ maxpiano69
Quoto, mettila su dropbox o one drive o qualcosa di simile, piuttosto emo
(e grazie ancor aper aver condiviso la tua bellisima storia)
Allora,la societa' allora era completamente diversa,meno tecnologica,piu' idealista in generale,direi piu' "ingenua".Allora non esisteva la discoteca,nel senso che "SE" volevi fare intrattenimento musicale ci voleva l'orchestra,il complesso...No complesso,no ballo,e quindi ,c'era un target dei gruppi: gruppo di buon livello e fama,locale di livello,cachet di buon livello,e cosi' a scendere,localino da niente,gruppo sconosciuto e basso ingaggio.Piu' diventavi bravo e conosciuto e piu' guadagnavi...E poi c'era una figura chiave,il "Manager",un tizio che metteva un po' di soldi e voleva ammortizzarli in fretta per cui ti buscava serate a nastro,e piu' suonavi (andava a %) e piu' guadagnava:uno da noi che aveva diversi gruppi era noto come "Franco 20%" ahahahah!!! In genere si aveva la propria sala prove,questa strumentazione che era fatta di cambiali,ed un furgone:i grossi transit,i medi i vecchi wolkswagen,e dopo i 238 (a gas)...Ragazzi,vi assicuro una cosa:ci divertivamo!!! E le ragazze stavano sempre intorno ad un gruppo! Naturalmente intorno a tutto questo fatto in prevalenza di bravi ragazzi amanti della musica c'era tutto un sottobosco di gente strana,a volte anche poco raccomandabile,ma...bastava stare in campana.E se non stavi attento ti fregavano la strumentazione...
  • paolovaleri
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31-03-18 15.42

@ tsuki
Allora,la societa' allora era completamente diversa,meno tecnologica,piu' idealista in generale,direi piu' "ingenua".Allora non esisteva la discoteca,nel senso che "SE" volevi fare intrattenimento musicale ci voleva l'orchestra,il complesso...No complesso,no ballo,e quindi ,c'era un target dei gruppi: gruppo di buon livello e fama,locale di livello,cachet di buon livello,e cosi' a scendere,localino da niente,gruppo sconosciuto e basso ingaggio.Piu' diventavi bravo e conosciuto e piu' guadagnavi...E poi c'era una figura chiave,il "Manager",un tizio che metteva un po' di soldi e voleva ammortizzarli in fretta per cui ti buscava serate a nastro,e piu' suonavi (andava a %) e piu' guadagnava:uno da noi che aveva diversi gruppi era noto come "Franco 20%" ahahahah!!! In genere si aveva la propria sala prove,questa strumentazione che era fatta di cambiali,ed un furgone:i grossi transit,i medi i vecchi wolkswagen,e dopo i 238 (a gas)...Ragazzi,vi assicuro una cosa:ci divertivamo!!! E le ragazze stavano sempre intorno ad un gruppo! Naturalmente intorno a tutto questo fatto in prevalenza di bravi ragazzi amanti della musica c'era tutto un sottobosco di gente strana,a volte anche poco raccomandabile,ma...bastava stare in campana.E se non stavi attento ti fregavano la strumentazione...
Le cose stavano in modo molto più diretto. Contava l'incasso del bar. Se eri davvero bravo e suonavi i pezzi "giusti" perché inquadravi i clienti e capivi cosa volevano, il bar incassava, perché ai tavoli, dapprima nei night, poi nei Club e negli alberghi, i clienti ordinavano Champagne e tartine, e l'incasso saliva. Se l'incasso saliva ti tenevano, se no cercavano altrove. Anche se in modo molto diverso, era difficile anche allora, solo che chi andava a suonare in pubblico in genere sapeva suonare.
  • vin_roma
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31-03-18 17.06

Ritrovamento storico:
Questo era il gruppo con cui suonavo fisso all'Hotel Savoy (via Veneto) a Roma, la foto fu fatta proprio lì.
Era il 1977...
Noi eravamo giù al night e l'impresario, Risuleo, ci portava spesso un ragazzetto, tal Michele Zarrillo, per farlo "allenare" col pubblico.

Ah, indovinate chi ero?
  • paolo_b3
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31-03-18 17.34

vin_roma ha scritto:
Ah, indovinate chi ero?


Domanda facile, stai seduto al pianoforte emo

Lei invece mi sembra "topolotta", non sarà colei che ora è tua moglie?
  • paolo_b3
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31-03-18 17.51

Bella questa idea di postare foto d'epoca, mi accodo!

Il gruppo

Ecco una foto del mio primo gruppo, siamo a giugno del 1983. Le casse le avevamo comperate e poichè erano malconcie le avevo riverniciate io. Sotto le mie dita niente popodimeno che "la chimera dei collezionisti di vintage": la solina ELEX.
  • maxpiano69
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31-03-18 18.08

@ paolo_b3
Bella questa idea di postare foto d'epoca, mi accodo!

Il gruppo

Ecco una foto del mio primo gruppo, siamo a giugno del 1983. Le casse le avevamo comperate e poichè erano malconcie le avevo riverniciate io. Sotto le mie dita niente popodimeno che "la chimera dei collezionisti di vintage": la solina ELEX.
Anvedi che capellone! emo Mannaggia, io di mie temo di non averne. emo

Forte anche la foto di Vin, la cantante mostra(va) davvero una certa ehm... "presenza scenica" emo
  • vin_roma
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31-03-18 18.34

paolo_b3 ha scritto:
Lei invece mi sembra "topolotta", non sarà colei che ora

Eeeh! Per arrivare a mia moglie devi passare da Marina, Rita, Ana, Mariantonietta, Gabriella, Luciana, Patrizia... Quasi vent'anni! Lei comunque non è più da diverso tempo, era Liana Mei (nome da circo!). Ero troppo giovane e non pensavo a certe cose, troppo preso dalla musica.
  • paolovaleri
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04-04-18 17.23

Per chi avrà la voglia ed il tempo di ascoltarlo (in cuffia, vi prego), inserisco il link di un pezzo che mi piace molto, scritto da Armando Trovajoli per Sophia Loren e spesso eseguito nei night club del bel tempo che fu. Premetto, onde evitare giudizi troppo severi, che il pezzo è estrapolato dalla registrazione della serata di Capodanno scorso, fatta con una scatoletta Behringer da 30 €, che l'età dell'esecutore purtroppo c'è – sono del 1947, e si sente da qualche cedimento di intonazione sulle note tenute - e, per farla completa, anche la tastiera ha i suoi anni, è una Korg PA1X Pro di una quindicina di anni fa. Comunque grazie per il vostro tempo.
https://1drv.ms/u/s!AnXmfHePL7UdkA3nhP6nBx5LLUyz
  • paolo_b3
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04-04-18 19.20

@ paolovaleri
Per chi avrà la voglia ed il tempo di ascoltarlo (in cuffia, vi prego), inserisco il link di un pezzo che mi piace molto, scritto da Armando Trovajoli per Sophia Loren e spesso eseguito nei night club del bel tempo che fu. Premetto, onde evitare giudizi troppo severi, che il pezzo è estrapolato dalla registrazione della serata di Capodanno scorso, fatta con una scatoletta Behringer da 30 €, che l'età dell'esecutore purtroppo c'è – sono del 1947, e si sente da qualche cedimento di intonazione sulle note tenute - e, per farla completa, anche la tastiera ha i suoi anni, è una Korg PA1X Pro di una quindicina di anni fa. Comunque grazie per il vostro tempo.
https://1drv.ms/u/s!AnXmfHePL7UdkA3nhP6nBx5LLUyz
Ottimo prodotto!!! Qualche lacuna di intonazione qua e la appena percettibili, ma lo rendono più "live"!!!! emo
Sappiamo bene tutti che dal vivo le condizioni non sono sempre le più congeniali all'esibizione, ma su un brano così si perdona tutto! emoemoemo
  • fulezone
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04-04-18 20.13

@ paolo_b3
Ottimo prodotto!!! Qualche lacuna di intonazione qua e la appena percettibili, ma lo rendono più "live"!!!! emo
Sappiamo bene tutti che dal vivo le condizioni non sono sempre le più congeniali all'esibizione, ma su un brano così si perdona tutto! emoemoemo
Che meraviglia quello di cui parlate, ormai tutti radical chic, figuriamoci il resto, fanno spesso un film con toto e Rita Pavone in cui lui è un direttore d'orchestra bisbetico e lei una cantante adottata che scappa di casa per andare nel locale del fidanzato che suona con il suo gruppo in una specie di riprovo, mi piacerebbe aprite uno locale con Jam Session, ho visto qualcosa del genere a Bruxelles, a Palermo stanno provando a fare qualcosa del genere.