Tasto in legno nei piani digitali

15-02-10 22.32

@ io93
la mia domanda era:visto che dovi si batte con il dito è sull'avorio sintetico cosa cambia se sotto ci sta del legno o della plastica??
nulla.
  • simoplak
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15-02-10 22.40

Io ho trovato il CP300 fantastico; di sicuro i Roland serie RD mi fanno tutti pena. Neanche la Fatar montata sui Nord stage mi piace...
  • yurirob
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16-02-10 00.09

Due cose che ricordo quando frequentavo un pò di più i negozi di strumenti ... adesso purtroppo non più...emo

Ho provato varie volte la meccanica AWA Grand Pro Kawai, sia su MP9500 che su MP8 che su MP8II. Non ho mai riscontrato sostanziali differenze: non credo centri solo il tasto in legno ma - come ha già scritto qualcuno - com'è costruita la meccanica: è molto "legnosa", pesante, poco reattiva e piuttosto lenta, almeno per le mie dita.
Ho avuto la possibilità di provare fianco a fianco un MP8 e un CP300. La meccanica di quest'ultimi era di poco più pesata, nel senso che per far scendere un tasto sul CP300 avrei dovuto mettere un peso superiore a quello dell'MP8, anche se di poco. L'action però del CP e il punto di trigger giocavano a suo favore facendolo risultare più suonabile del Kawai.
Poi però è una questione di gusti: è vero che la maggior parte dei pianisti e dei maestri (almeno mi pare) consiglia di suonare su meccaniche non troppo dure, però è altrettanto vero che ci sono pianisti che continuano a preferire strumenti con meccaniche davvero logoranti (almeno per me) come i piani Roenish o certi Petrof ad esempio. Se nei brani lenti si può avere un controllo dinamico superiore, nei brani in cui bisogna correre diventa veramente duro reggere queste meccaniche. E io ne so qualcosa, ahimè. Per non parlare di quando si deve studiare ore...

Altra piccola osservazione: non è detto che nei digitali il tasto in legno sia sinonimo di meccanica più dura:
prendete ad esempio due Yamaha Clavinova: il CLP340 e il CLP370. Mi è capitato di provarli più volte in negozi diversi e ho trovato la meccanica GH3 del CLP340 più dura e legata di quella dell'altro modello che ha invece i tasti bianchi in legno. Non stiamo parlando di differenze abissali, ma un pò di differenza si sentiva. Tra le due preferisco quella del CLP370, ma non solo per il legno, bensì per la maggiore naturalezza.
  • dielle63
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16-02-10 11.31

Io il discorso lo ribalterei : non è il tasto in legno di per se ad essere fondamentale, ma a voi non capita di mettere le mani su un piano digitale (anche spento) ed avvertire la "plasticosità" del tasto?

Non parlo di senso di liscio o di temperatura: parlo si sostanza, di oggetto fatto bene.

Il discorso poi che toccando solo la parte bianca che è avorio sintetico non ha importanza il fatto che il tutto sia di legno non mi trova daccordo:
i mobili di casa possono essere di legno massello o impellicciati e dentro di cartone: quello che tocchiamo fuori è sempre la finitua (cera, vernice trasparente)........volete dirmi che non c'è differenza?

Le parti in metallo della macchina sono verniciate allo stesso modo della plastica dei paraurti e delle modanature in plastica: volete dirmi che non avertite differenza?

Non avvertite la differenza tra pelle finta e pelle sintetica nelle scarpe, o di un vero acciaio in un orologio? (anche le plastiche swatch hanno lo stesso colore).

Non sono in grado di dare giudizi TECNICI sulla meccanica o sull'opportunità di studiare su questo o su quell'altro piano, ma sul semplice fatto dei materiali, a mio avviso, la differenza si sente eccome.
Edited 16 Feb. 2010 10:47
  • McDany
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24-02-10 00.25

Allora penso di poter dire qualcosa sui piani digitali, sia per aver un Diploma di Pianoforte conquistato al Conservatorio, sia da tecnico del settore..attivita' quest'ultima abbandonata, per dedicarmi completamente alla musica....fatta questa premessa che penso non interessi a nessuno..veniamo al nocciolo della questione.
Se si ha intenzione di studiare seriamente Pianoforte...e ovviamente mi riferisco all'acustico, i piani digitali li dovete buttare dalla finestra, perché fanno soltanto danno!! meglio suonare su uno scassato verticale che su digitale!
Usare il digitale con la scusa di poter suonare in cuffia anche di notte non giova, anzi alla lunga é controproducente,ecco perchè:...siccome la meccanica di un digitale riproduce artificialmente quella vera di un piano per quanto buona esso sia, se ci si passa troppo tempo, le dita faranno poi fatica a suonare il piano vero, per cui si rischia di dover ristudiare il tutto sul vero e si perde tempo.
Questo perchè la meccanica vera, ha decisamente un'altro peso rispetto alla plastica del digitale, e le ditte che montano la linguetta di legno sotto al tasto, come molti di voi hanno giustamente detto: è solo lo specchietto per le allodole e a null'altro serve. C'è da dire poi che anche la migliore meccanica del digitale (vedi yamaha) dopo un anno si allenta , peggiorando cosi' se mai ci fosse l'eventuale resa.
Indubbiamente se si intende suonicchiare cosi' per puro diletto o fare della musica leggera o musica elettronica ecc... ben vengano i pianoforti digitali, strumenti elettronici come tanti altri!

In verita' devo dirvi che solo la Fatar "aveva" prodotto una meccanica tutta in legno proprio per i digitali, è sarebbe stata davvero la svolta, ma non è stata mai messa in produzione perchè costava troppo e nessuna casa produttrice di digitali l'ha comprata...in ragione di quanto appena detto percio' i digitali possono andar bene in ragione delle proprie esigenze e aspettative.

Saluti
  • michelet
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24-02-10 10.45

McDany ha scritto:
.siccome la meccanica di un digitale riproduce artificialmente quella vera di un piano per quanto buona esso sia, se ci si passa troppo tempo, le dita faranno poi fatica a suonare il piano vero, per cui si rischia di dover ristudiare il tutto sul vero e si perde tempo.

Direi che con questo il buon McDany ha sintetizzato emo tutto.
E per questo si merita il suo primo thanks emoemo
  • superfly
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24-04-10 15.20

Pur non sapendo apprezzarne le doti, visto che praticamente non so piu' suonare, penso che sia plausibile ipotizzare che l'utilizzo del legno nel corpo del tasto dia semplicemente una risposta elastica differente rispetto a qualsiasi altro materiale. Potrebbe essere migliore, o forse anche peggiore di qualche composto di plastica...
In pratica, le proprieta' fisiche di peso specifico ed elasticita' del legno daranno un feedback caratteristico, specie dopo molti minuti che si suona, alle dita.
Immagino in principio che qualsiasi prodotto alternativo troppo rigido e pesante possa rilasciare troppa energia alle punte delle dita durante l'impatto e quindi stancare o addirittura creare dei traumi alle mani.
Detto questo, puo' essere forse molto difficile mettersi in queste condizioni, magari solo suonando davvero per molto tempo ininterrottamente, e in piu' e' necessario valutare anche la durezza del materiale utilizzato come rivestimento esterno, al posto dell'avorio.
  • mastroraro
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28-06-11 01.29

Il problema non è il legno in sé, ma che il tasto sia fisicamente simile a quello di un pianoforte, bilanciato come un tasto di pianoforte, con pesatura e contrappesi simili, proprio per simulare quelle interazioni meccaniche (in primis gravitazionali) che una mano abituata ai pianoforti acustici vero desidera trovare anche su una tastiera...
  • mastroraro
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28-06-11 01.57

@ McDany
Allora penso di poter dire qualcosa sui piani digitali, sia per aver un Diploma di Pianoforte conquistato al Conservatorio, sia da tecnico del settore..attivita' quest'ultima abbandonata, per dedicarmi completamente alla musica....fatta questa premessa che penso non interessi a nessuno..veniamo al nocciolo della questione.
Se si ha intenzione di studiare seriamente Pianoforte...e ovviamente mi riferisco all'acustico, i piani digitali li dovete buttare dalla finestra, perché fanno soltanto danno!! meglio suonare su uno scassato verticale che su digitale!
Usare il digitale con la scusa di poter suonare in cuffia anche di notte non giova, anzi alla lunga é controproducente,ecco perchè:...siccome la meccanica di un digitale riproduce artificialmente quella vera di un piano per quanto buona esso sia, se ci si passa troppo tempo, le dita faranno poi fatica a suonare il piano vero, per cui si rischia di dover ristudiare il tutto sul vero e si perde tempo.
Questo perchè la meccanica vera, ha decisamente un'altro peso rispetto alla plastica del digitale, e le ditte che montano la linguetta di legno sotto al tasto, come molti di voi hanno giustamente detto: è solo lo specchietto per le allodole e a null'altro serve. C'è da dire poi che anche la migliore meccanica del digitale (vedi yamaha) dopo un anno si allenta , peggiorando cosi' se mai ci fosse l'eventuale resa.
Indubbiamente se si intende suonicchiare cosi' per puro diletto o fare della musica leggera o musica elettronica ecc... ben vengano i pianoforti digitali, strumenti elettronici come tanti altri!

In verita' devo dirvi che solo la Fatar "aveva" prodotto una meccanica tutta in legno proprio per i digitali, è sarebbe stata davvero la svolta, ma non è stata mai messa in produzione perchè costava troppo e nessuna casa produttrice di digitali l'ha comprata...in ragione di quanto appena detto percio' i digitali possono andar bene in ragione delle proprie esigenze e aspettative.

Saluti
Le nuove meccaniche Kawai (RM3 Grand con o senza let off) hanno fatto un bel passo in avanti (non conosco la vecchia Fatar, ma so che esiste ancora la Numa Black). Certo sul doppio scappamento bisogna ancora lavorarci, ma finalmente si sente un tasto che si abbassa come una leva, e come una leva viene su, e questo non è poco... Ci si può lavorare per suonare anche sui coda, e senza buttare via il tempo...
  • vin_roma
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28-06-11 03.45

La mia sensazione col tasto in legno è che sento qualcosa di solido, coerente con la leva e non un "tot" di peso che dipende dalla tensione della molla.

Certo che il resto della meccanica deve essere all' altezza del costo di una tastiera in legno e di solito questo rapporto è stato sempre rispettato, lo dico avendo suonato varie volte Yamaha Grand Touch, Numa Black e per ultimo un Roland provato da Cherubini di cui non ricordo la sigla.

Quindi ho trovato le tastiere in legno più leggere e con scatto e sgancio dalla meccanica più percepibile rispetto alle tastiere in plastica, fatto dovuto forse al maggior peso del tasto che può essere controllato più efficientemente da una meccanica performante.
  • jeedo
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28-06-11 17.00

McDany ha scritto:
In verita' devo dirvi che solo la Fatar "aveva" prodotto una meccanica tutta in legno proprio per i digitali, è sarebbe stata davvero la svolta, ma non è stata mai messa in produzione perchè costava troppo e nessuna casa produttrice di digitali l'ha comprata...


In realtà la GEM aveva adottato la tastiera in legno prodotta dalla Fatar nel suo modello di punta: l' RP910... poi, purtroppo, la GEM ha chiuso.

Solo per informazione.
  • Jeanlu
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28-06-11 19.40

Io dico la mia...
Per me a parità di pesi, contrappesi, risposta in dinamica, dimensioni tasto e quant'altro credo che una meccanica in legno avrà sempre una marcia in più rispetto a una meccanica pesata in plastica. Sempre.
Nella realtà odierna certo capita spesso di trovare pianoforti digitali con meccaniche in plastica che danno una sensazione piacevolissima e molto realistica, talvolta superiori anche a pianoforti digitali di alto livello con tasti in legno tutti perfettini (un'ottimo tasto di plastica può essere meglio di uno scarso tasto di legno, assolutamente). Però, in linea di massima, un'ottimo pianoforte con tasto in legno è superiore a un'ottimo tasto in plastica. Non vedo nessuna logica nel pensare il contrario.
Questo, inutile precisarlo, è un discorso indipendente dalla soggettività di noi pianisti, chi fa Jazz, chi fa Classica, chi è a metà strada (meticcio emo)..
IMHO emo
Edited 28 Giu. 2011 17:42
  • imola22000
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30-06-11 17.14

@ dielle63
La mia esperienza è limitatissima ma sull'argomento ho perso tempo a documentarmi e riflettere.

Volendo trovare qualcosa di suonabile con la cuffia (quando non posso usare l'acustico) ho comprato prima l'MP5 ed ho suonato a lungo un ES6. Non esiste il paragone con il tasto del vero piano: entrambi i kawai hanno una meccanica eccessivamente morbida ma, quello che è peggio, specie nei tasti neri si sente moltissimo la "fragilità" della plastica. Non ho difficoltrà ad asserire che in alcuni casi ti mette la paura di romperli suonandoci.

Adesso ho una numa black (ed ho provato una rd700sx) e devo dire che è un'altra cosa. La sensazione tattile è molto vicina al piano vero: i tasti sono corposi, pieni, sicuri.

Se una differenza vera c'è è sulla risposta dinamica che, essendo elettronica, è molto diversa dall'acustico. Intendo dire che nella numa black, pur essendo regolabile e personalizzabile la dinamica, la risposta al tocco è molto diversa dal piano vero.

Ma se parliano di "sensazione di suonare il piano" ... il tasto in legno fa la differenza.
Edited 15 Feb. 2010 10:56
Personalmente di tasti in legno ho provato per una buona ora un Kawai Mp8II circa 2 anni fà.
ricordo una sensazione bellissima ed un ottimo bilanciamento tra meccanica e suono di piano.
Contestualmente a questa prova ho suonato un Roland FP7 è la sensazione della meccanica era altrettanto bella ma molto più leggera di MP8 ....(piu scorrevole e più simile a MP5)
Forse la SENSAZIONE del legno rende quella meccanica più vicina a quella di un vero piano.
Certo la lunga leva in legno di MP8 da' sicuramente un bilanciamento e contrappeso più verosimile ad un piano , ma non riesco proprio ad immaginare come potrebbe essere la stessa leva in "plastica."
In ogni caso ovviamente io preferisco il legno anche sui digitale, è un altro tatto.
Ho anche provato un RD700GX (i tasti credo che sono in finto legno e quindi in plastica) era davvero gradevole ma consentitemi lontana da quella di un vero piano acustico.

PS. - Att.ne secondo me le nuove meccaniche con il finto rivestimento in avorio (Roland - Kawai) sono una cavolata. O lo fanno bene come negli acustici oppure è meglio non farlo (si lucida o opacizza in brevissimo tempo)

Ho da poco acquistato un K5 kawai nuovo e Vi assicuro che il rivestimento in Neotex è una vera goduria (oltre che a meccanica e timbro possente) ....altro che il rivestimento dei vari CA63-93 CN33 RD700 ecc ecc

x Dielle63

riguardo ai tasti neri del Kawai MP5 e ES6 molti come te hanno venduto la tastiera per questo motivo (rumore di plastica tic-tic)....ricordi ne abbiamo parlato di persona perchè volevo prendere il tuo.
Poi l'ho preso nuovo (credendo che il difetto fosse stato risolto da Kawai nelle ultime versioni) ed ho avuto gli stessi problemi (che Kawai mondo non riconosce come tali), ma ho risolto definitivamente con uno stupido intervento e la tastiera sembra tutt'altro che "fragile", ma morbida, silenziosa e robusta (quale è).
Edited 30 Giu. 2011 15:22
  • mastroraro
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01-07-11 01.05

Io le ho provate praticamente tutte, comprese le ultime Roland PHA III (versione Fp7f e versione Rd700nx, diversa e migliore della precedente) e le yamaha GH3 e NW (leggerissima la NW Stage del Cp1, evidentemente per facilitare i tastieristi e la portabilità), ho provato anche le NW montate dai nuovi clp serie 400 (una recensione straniera diceva che la 480 era più pesante della 470, a me son sembrate perfettamente identiche). Sulle NW il legno ha un significato poco più che nominale. Non so per quanto riguarda la resistenza all'usura... So che le GH dopo un uso intensivo di due-tre anni (da parte di un pianista classico) cominciano a deteriorarsi seriamente. Ho provato anche la numa piano e la numa nano (non ho avuto il piacere di provare la numa black), che non sono malaccio. In definitiva ho trovato che attualmente non c'é confronto possibile con le RM3 Grand della kawai con tasto in legno (montate da Mp10 stage piano - che ho comperato da più di un mese e di cui sono soddisfattissimo - da Ca13, ca63 e ca93). Chi ha bisogno di suonare sui coda non può pretendere di meno.... Ma kawai dovrebbe comunque trovare un'emulazione migliore per il doppio scappamento...
Guardate anche questo link, piuttosto elequente:
http://www.youtube.com/watch?v=fe7mcP8YuFA&feature=player_embedded
Edited 30 Giu. 2011 23:07
  • mastroraro
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01-07-11 01.35

@ imola22000
Personalmente di tasti in legno ho provato per una buona ora un Kawai Mp8II circa 2 anni fà.
ricordo una sensazione bellissima ed un ottimo bilanciamento tra meccanica e suono di piano.
Contestualmente a questa prova ho suonato un Roland FP7 è la sensazione della meccanica era altrettanto bella ma molto più leggera di MP8 ....(piu scorrevole e più simile a MP5)
Forse la SENSAZIONE del legno rende quella meccanica più vicina a quella di un vero piano.
Certo la lunga leva in legno di MP8 da' sicuramente un bilanciamento e contrappeso più verosimile ad un piano , ma non riesco proprio ad immaginare come potrebbe essere la stessa leva in "plastica."
In ogni caso ovviamente io preferisco il legno anche sui digitale, è un altro tatto.
Ho anche provato un RD700GX (i tasti credo che sono in finto legno e quindi in plastica) era davvero gradevole ma consentitemi lontana da quella di un vero piano acustico.

PS. - Att.ne secondo me le nuove meccaniche con il finto rivestimento in avorio (Roland - Kawai) sono una cavolata. O lo fanno bene come negli acustici oppure è meglio non farlo (si lucida o opacizza in brevissimo tempo)

Ho da poco acquistato un K5 kawai nuovo e Vi assicuro che il rivestimento in Neotex è una vera goduria (oltre che a meccanica e timbro possente) ....altro che il rivestimento dei vari CA63-93 CN33 RD700 ecc ecc

x Dielle63

riguardo ai tasti neri del Kawai MP5 e ES6 molti come te hanno venduto la tastiera per questo motivo (rumore di plastica tic-tic)....ricordi ne abbiamo parlato di persona perchè volevo prendere il tuo.
Poi l'ho preso nuovo (credendo che il difetto fosse stato risolto da Kawai nelle ultime versioni) ed ho avuto gli stessi problemi (che Kawai mondo non riconosce come tali), ma ho risolto definitivamente con uno stupido intervento e la tastiera sembra tutt'altro che "fragile", ma morbida, silenziosa e robusta (quale è).
Edited 30 Giu. 2011 15:22
Se è lecito chiedere, come hai risolto il problema del tic-tic?
  • efis007
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01-07-11 05.05

Le vostre dita non appoggiano sul legno.
Appoggiano sulla plastica, o avorio sintetico che dir si voglia.
Non c'è quindi nessun contatto fisico col legno.
Ma allora a che serve il legno? emo
Il legno serve a fare esattamente ciò che fa su un piano acustico.
Vi siente mai chiesti perchè un piano acustico ha il tasto in legno?
E perchè non in plastica?
Che cambia?
E' sempre un piano acustico, non certo un digitale.
Però si usa il legno, che strano.
Qualcosa quindi ci sarà.
La vera motivazione del perchè si usa il legno va ricercata solo in una questione di "massa" e di "flutting".
Il legno ha una massa diversa dalla plastica.
Una leva in legno (il tasto è una leva) è diversa da una leva in plastica.
Le masse si comportano diversamente.
Un pezzo di legno pieno (legno da tasto si intende) pesa meno rispetto a un pezzo di plastica piena.
Questo consente di ottimizzare la meccanica in modo da avere un bilanciamento "tattile" della leva più piacevole rispetto alla plastica.
Insomma è difficile da spiegare.
Tutto il gruppo tasto costituisce una leva meccanica dotata di inerzia, bilanciamenti, resistenze al movimento, molle, e flutting (micro vibrazioni, risonanze, etc).
Il legno, per sua conformazione naturale (massa, fibra, etc) consente di ottenere un gruppo leva/meccanica dal comportamento "naturale".
Questa caratteristica si trasmette alle dita del pianista il quale trova piacevolezza nel suonare quella tastiera.
Se eliminiamo il legno (parlo di piano acustico eh!) e lo sostituiamo con la plastica otteniamo un comportamento generico più "fastidioso".
Il tasto e la meccanica concepita per il legno non si comporta altrettanto bene con la plastica, rimane "ingannata", sfasata, insomma funziona male, non è più come prima.
Questo perchè appunto è tarata per il legno, per la sua massa, per la sua inerzia.
La plastica è diversa, ha massa ed inerzia diversa, quindi la meccanica va completamente riprogettata per quel sistema.
Oppure... si alleggerisce la plastica, "scavandola" dentro il tasto.
Ma così facendo il tasto perde compostezza, non è più un corpo pieno, è un corpo cavo.
E con esso si inducono fenomeni di flutting (micro vibrazioni parassite) maggiori, che il dito recepisce, e gli dà quella sensazione di "mancanza di peso", di "cavo", di "vuoto".
Usare quindi il legno nei digitali è un accorgimento per cercare di avvicinare il movimento fisico del tasto al movimento fisico del tasto in legno.
Ossia cercare di ricreare quelle masse, inerzie, e flutting, tipico del tasto in legno di un pianoforte acustico.
Ma c'è un problema.
La meccanica di un digitale è molto diversa dalla meccanica di un acustico.
Per cui se da una parte (usando il legno) si ricreano le stesse masse ed inerzie del piano vero, dall'altra la meccanica (intesa proprio come parte meccanica) non è uguale, risponde in modo molto diverso, è un "accrocchio" (un accorgimento).
I vantaggi del tasto in legno vengono quindi vanificati dalla meccanica artificiosa.
Il risultato è che il pianista noterà (se lo noterà) un impercettibile cambiamento sensoriale tra tasto in legno pieno e tasto in plastica piena.
Ma non certo un risultato eclatante come ci si potrebbe aspettare mettendo un tasto in plastica (anzichè in legno) su un piano acustico!
Lì la differenza tra i due materiali sarebbe estremamente evidente, si sentirebbe subito.
Nei digitali è veramente minima, e spesso non dipende dal legno, ma solo dalla taratura della meccanica.
  • mastroraro
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01-07-11 23.27

Complimenti efis007, bell'intervento!
  • Manlio08
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01-07-11 23.48

Illuminante Efis, ti do un thanks emo