KORG SV2 il mio grande amore Rhodes

  • stesgarbi
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05-04-24 23.12

Anni fa ho venduto (a malincuore) il mio Rhodes MK2, che mi aveva accompagnato per molti anni nelle mie attività musicali.
Ho sempre amato il Rhodes, al punto tale che negli anni '80 me lo portavo sui palchi, nonostante le divertite "osservazioni" dei molti che mi decantavano il DX 7 come sostituto definitivo di uno strumento ormai destinato all'oblio.
Niente da fare. La mia strumentazione di quegli anni era rigorosamente Rhodes + un synth (ne ho utilizzati vari: Juno 60, Juno 106, Alpha juno 1, ESQ 1, Polysix, Poly61, Poly 800).
In questi ultimi anni avevo sentito molto la mancanza del Rhodes, che proprio non riuscivo a colmare neppure con i molti plugins o librerie kontakt di cui mi ero dotato.
Quando uscì il Crumar seven ero elettrizzato e andai subito a provarlo e riprovarlo.... ottima macchina, davvero ben suonante e stupenda a vedersi.... ma ancora non mi era "scattato" quel non so chè.... sentivo che "mancava" qualcosa (forse troppo perfetto?).
Poi, un giorno, mi imbatto nel video di Enzo Messina che descrive il suo rapporto con il Korg SV1 (che stranamente non avevo mai preso in considerazione) ed ho "percepito" il suo entusiasmo per il suono Rhodes di questa macchina, espresso con occhi luccicanti e toni quasi commossi, come non aveva mai fatto per altri strumenti analoghi.
Così ho cominciato ad approfondire, guardando video e leggendo commenti vari su google.
Poi sono andato a provarne uno (SV2) facendo bene attenzione ai settaggi.... e quel "qualcosa" è scattato... l'ho sentito subito "mio".
Così, quando ho trovato un annuncio di un SV2 a 1000 euro sul mercatino, mi sono smazzato 500 km tra andata e ritorno in una mattinata per andarlo a ritirare.
L'SV2 (parecchio migliorato nei piani elettrici, rispetto al già buono SV1) va conosciuto, capito, settato con cura (con l'ausilio del suo editor), suonato nel modo giusto con la curva dinamica più adatta al contesto del brano, ma una volta entrato nel suo "meccanismo sonoro", mi prende l'anima e faccio fatica a smettere di suonarlo.
Ha delle imperfezioni, alcune delle quali toccano singole note, ma questo accadeva normalmente anche nel Rhodes originale... e forse sono proprio queste sue imperfezioni che lo rendono così "umano"..
Trovo che questa macchina - nonostante sia basata su campioni - abbia una sorta di natura selvaggia e sia riuscita in qualche modo a catturare l'essenza dell'anima del Rhodes.
Nell'SV2 vi è il classico MK1 Suitcase, migliorato e già buono di suo, ma ho scoperto anche un bellissimo MK 1 Stage ed un Mark V settato "alla coreana" molto ben fatto e coinvolgente.
Utilizzando la distorsione valvolare ed i suoi buoni effetti di chorus/phaser/Wha ho spaziato tra sonorità Zavinuliane, passando per suoni che richiamano i tipici settaggi da "tappeto" utilizzati nei primi dischi di Pino Daniele, fino alle sonorità "spigolose" dei Napoli Centrale, o quelle secche di alcuni dischi degli Area o di Finardi (si vede che sono un vecchietto, eh emoemo )
Tutto suona in modo convincente, inserendosi bene nei mix.
Ma l'emozione più grande è stata ritrovare il mio stupendo Mark 2 Stage, magicamente ricreato, con un chorus che mi ha immediatamente riportato indietro agli anni '80 e primi '90.
A volte mi diverto semplicemente ad improvvisare sull' SV, con l'accompagnamento di una ritmica di batteria creata su SD 3, talvolta con l'aggiunta di un paio di riff di basso.
Insomma, questo strumento è l'unico fino ad ora che mi ha fatto rivivere le emozioni del mio vecchio Rhodes.
Lo amo alla follia.

Mi piacerebbe sapere se qualcuno tra voi ha esperienza di questo strumento e come lo vive.
  • ruggero
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05-04-24 23.24

@ stesgarbi
Anni fa ho venduto (a malincuore) il mio Rhodes MK2, che mi aveva accompagnato per molti anni nelle mie attività musicali.
Ho sempre amato il Rhodes, al punto tale che negli anni '80 me lo portavo sui palchi, nonostante le divertite "osservazioni" dei molti che mi decantavano il DX 7 come sostituto definitivo di uno strumento ormai destinato all'oblio.
Niente da fare. La mia strumentazione di quegli anni era rigorosamente Rhodes + un synth (ne ho utilizzati vari: Juno 60, Juno 106, Alpha juno 1, ESQ 1, Polysix, Poly61, Poly 800).
In questi ultimi anni avevo sentito molto la mancanza del Rhodes, che proprio non riuscivo a colmare neppure con i molti plugins o librerie kontakt di cui mi ero dotato.
Quando uscì il Crumar seven ero elettrizzato e andai subito a provarlo e riprovarlo.... ottima macchina, davvero ben suonante e stupenda a vedersi.... ma ancora non mi era "scattato" quel non so chè.... sentivo che "mancava" qualcosa (forse troppo perfetto?).
Poi, un giorno, mi imbatto nel video di Enzo Messina che descrive il suo rapporto con il Korg SV1 (che stranamente non avevo mai preso in considerazione) ed ho "percepito" il suo entusiasmo per il suono Rhodes di questa macchina, espresso con occhi luccicanti e toni quasi commossi, come non aveva mai fatto per altri strumenti analoghi.
Così ho cominciato ad approfondire, guardando video e leggendo commenti vari su google.
Poi sono andato a provarne uno (SV2) facendo bene attenzione ai settaggi.... e quel "qualcosa" è scattato... l'ho sentito subito "mio".
Così, quando ho trovato un annuncio di un SV2 a 1000 euro sul mercatino, mi sono smazzato 500 km tra andata e ritorno in una mattinata per andarlo a ritirare.
L'SV2 (parecchio migliorato nei piani elettrici, rispetto al già buono SV1) va conosciuto, capito, settato con cura (con l'ausilio del suo editor), suonato nel modo giusto con la curva dinamica più adatta al contesto del brano, ma una volta entrato nel suo "meccanismo sonoro", mi prende l'anima e faccio fatica a smettere di suonarlo.
Ha delle imperfezioni, alcune delle quali toccano singole note, ma questo accadeva normalmente anche nel Rhodes originale... e forse sono proprio queste sue imperfezioni che lo rendono così "umano"..
Trovo che questa macchina - nonostante sia basata su campioni - abbia una sorta di natura selvaggia e sia riuscita in qualche modo a catturare l'essenza dell'anima del Rhodes.
Nell'SV2 vi è il classico MK1 Suitcase, migliorato e già buono di suo, ma ho scoperto anche un bellissimo MK 1 Stage ed un Mark V settato "alla coreana" molto ben fatto e coinvolgente.
Utilizzando la distorsione valvolare ed i suoi buoni effetti di chorus/phaser/Wha ho spaziato tra sonorità Zavinuliane, passando per suoni che richiamano i tipici settaggi da "tappeto" utilizzati nei primi dischi di Pino Daniele, fino alle sonorità "spigolose" dei Napoli Centrale, o quelle secche di alcuni dischi degli Area o di Finardi (si vede che sono un vecchietto, eh emoemo )
Tutto suona in modo convincente, inserendosi bene nei mix.
Ma l'emozione più grande è stata ritrovare il mio stupendo Mark 2 Stage, magicamente ricreato, con un chorus che mi ha immediatamente riportato indietro agli anni '80 e primi '90.
A volte mi diverto semplicemente ad improvvisare sull' SV, con l'accompagnamento di una ritmica di batteria creata su SD 3, talvolta con l'aggiunta di un paio di riff di basso.
Insomma, questo strumento è l'unico fino ad ora che mi ha fatto rivivere le emozioni del mio vecchio Rhodes.
Lo amo alla follia.

Mi piacerebbe sapere se qualcuno tra voi ha esperienza di questo strumento e come lo vive.
io avevo lo stesso entusiasmo suonando il Rhodes del CP4. Potevo farlo abbaiare o cantare in base al tocco: uno dei campioni migliori all'interno di quello strumento.
  • filigroove
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06-04-24 01.33

@ stesgarbi
Anni fa ho venduto (a malincuore) il mio Rhodes MK2, che mi aveva accompagnato per molti anni nelle mie attività musicali.
Ho sempre amato il Rhodes, al punto tale che negli anni '80 me lo portavo sui palchi, nonostante le divertite "osservazioni" dei molti che mi decantavano il DX 7 come sostituto definitivo di uno strumento ormai destinato all'oblio.
Niente da fare. La mia strumentazione di quegli anni era rigorosamente Rhodes + un synth (ne ho utilizzati vari: Juno 60, Juno 106, Alpha juno 1, ESQ 1, Polysix, Poly61, Poly 800).
In questi ultimi anni avevo sentito molto la mancanza del Rhodes, che proprio non riuscivo a colmare neppure con i molti plugins o librerie kontakt di cui mi ero dotato.
Quando uscì il Crumar seven ero elettrizzato e andai subito a provarlo e riprovarlo.... ottima macchina, davvero ben suonante e stupenda a vedersi.... ma ancora non mi era "scattato" quel non so chè.... sentivo che "mancava" qualcosa (forse troppo perfetto?).
Poi, un giorno, mi imbatto nel video di Enzo Messina che descrive il suo rapporto con il Korg SV1 (che stranamente non avevo mai preso in considerazione) ed ho "percepito" il suo entusiasmo per il suono Rhodes di questa macchina, espresso con occhi luccicanti e toni quasi commossi, come non aveva mai fatto per altri strumenti analoghi.
Così ho cominciato ad approfondire, guardando video e leggendo commenti vari su google.
Poi sono andato a provarne uno (SV2) facendo bene attenzione ai settaggi.... e quel "qualcosa" è scattato... l'ho sentito subito "mio".
Così, quando ho trovato un annuncio di un SV2 a 1000 euro sul mercatino, mi sono smazzato 500 km tra andata e ritorno in una mattinata per andarlo a ritirare.
L'SV2 (parecchio migliorato nei piani elettrici, rispetto al già buono SV1) va conosciuto, capito, settato con cura (con l'ausilio del suo editor), suonato nel modo giusto con la curva dinamica più adatta al contesto del brano, ma una volta entrato nel suo "meccanismo sonoro", mi prende l'anima e faccio fatica a smettere di suonarlo.
Ha delle imperfezioni, alcune delle quali toccano singole note, ma questo accadeva normalmente anche nel Rhodes originale... e forse sono proprio queste sue imperfezioni che lo rendono così "umano"..
Trovo che questa macchina - nonostante sia basata su campioni - abbia una sorta di natura selvaggia e sia riuscita in qualche modo a catturare l'essenza dell'anima del Rhodes.
Nell'SV2 vi è il classico MK1 Suitcase, migliorato e già buono di suo, ma ho scoperto anche un bellissimo MK 1 Stage ed un Mark V settato "alla coreana" molto ben fatto e coinvolgente.
Utilizzando la distorsione valvolare ed i suoi buoni effetti di chorus/phaser/Wha ho spaziato tra sonorità Zavinuliane, passando per suoni che richiamano i tipici settaggi da "tappeto" utilizzati nei primi dischi di Pino Daniele, fino alle sonorità "spigolose" dei Napoli Centrale, o quelle secche di alcuni dischi degli Area o di Finardi (si vede che sono un vecchietto, eh emoemo )
Tutto suona in modo convincente, inserendosi bene nei mix.
Ma l'emozione più grande è stata ritrovare il mio stupendo Mark 2 Stage, magicamente ricreato, con un chorus che mi ha immediatamente riportato indietro agli anni '80 e primi '90.
A volte mi diverto semplicemente ad improvvisare sull' SV, con l'accompagnamento di una ritmica di batteria creata su SD 3, talvolta con l'aggiunta di un paio di riff di basso.
Insomma, questo strumento è l'unico fino ad ora che mi ha fatto rivivere le emozioni del mio vecchio Rhodes.
Lo amo alla follia.

Mi piacerebbe sapere se qualcuno tra voi ha esperienza di questo strumento e come lo vive.
Che bello leggere certe cose. Mi piacerebbe provarlo, ho avuto Sv1 e l’ho venduto solo perché allora mi servivano degli split di tastiera.
Ho il Seven e devo dirti che, secondo me, il meglio lo dà se lo editi un po’.
  • wildcat80
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06-04-24 07.06

A suo tempo ho comprato l'SV1 appena uscito perché era esposto a fianco a uno Stage 73 MkI ed ero rimasto sbalordito dal realismo (per i tempi ovviamente, era il 2009 se non ricordo male).
Il giorno che sono arrivato deciso a prendere il Rhodes ho trovato solo SV1 e mi sono accontentato.
Ok il rimpianto del Rhodes c'è stato, soprattutto perché mia moglie era convinta anche della collocazione domestica che gli avrei destinato emo
Abituato ai tempi a Nord che catturava l'essenza del suono puro come usciva dai pick up, su SV1 l'esperienza non era quella dell'ascoltatore, ma quella di chi realmente sta davanti al piano con tutto il rumore e l'imperfezione della cosa reale.
Un po' una ruffianata, ma sono quelle cose che o ami da morire o odi da morire.
L'amore è durato relativamente poco perché ai tempi suonavo tanto in giro ed effettivamente SV1 era tutto fuorché comodo da portare, un po' per il peso, un po' per la forma che non consentiva di poggiare la seconda tastiera... Per cui fra piano e Quicklock Z era davvero un trasloco ogni volta.
La versione nuova è veramente interessante, mi lascia sempre perplesso il form factor, che però è una caratteristica di design non indifferente, a metà strada fra un Polymoog e una TV BrionVega, che secondo me sul suo stand originale è un piccolo capolavoro.
  • giosanta
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06-04-24 08.36

stesgarbi ha scritto:
nonostante le divertite "osservazioni" dei molti che mi decantavano il DX 7 come sostituto definitivo di uno strumento ormai destinato all'oblio.

"Il tempo è galantuomo". Piuttosto l'obilo è destinato agli imbecilli.
Posso solo aggiungere che nell'ultimo concerto che ho ascoltato, il trio di Alessandro Tedesco trombonista di Benevento, il pianista di cui purtroppo ora non ricordo il nome, nella chiacchierata successiva post concerto mi raccontava che lo SV 1 73 appena utilizzato lo riteneva ottimo emulo del Suitcase di casa, oltre un Rhodes MK2 73 che a volte, condizioni logistiche permettendo, riusciva a portare in live.
  • ifus
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06-04-24 11.17

Qualcuno che ha provato sia Korg SV2 e Nord Stage 4, quali differenze su Rhodes?
  • Roberto_Forest
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06-04-24 18.50

@ ifus
Qualcuno che ha provato sia Korg SV2 e Nord Stage 4, quali differenze su Rhodes?
Nord non è più un riferimento per i rhodes. 10-15 anni fa forse, ora no.
  • giosanta
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06-04-24 18.59

wildcat80 ha scritto:
...un po' per la forma che non consentiva di poggiare la seconda tastiera...

Fermo restando il massimo rispetto per la tua intangibile opinione, rapportando questa considerazione a quant'altro offre il mercato, bisogna dire che quanto auspichi e condivido (il piano d'appoggio) si ha con il Nord Grand, Crumar Seven e Viscount Legend '70. Yamaha CP 88 e CK 88, Nord Piano 3, Kawai MP 7 e 11, Roland RD, Studiologic X, Dexibell..., Kurzweil SP7, Crumar Seventeen e Parsifal, hanno i comandi sul pannello superiore, quindi comunque uno spazio inutilizzabile. Non solo: in questi ultimi sono posizionati quasi in orizzontale, quindi una eventuale seconda tastiera va posizionata a notevole distanza verticale dalla prima per poter accedere ai comandi di quest'ultima, mentre almeno nello SV, visto che i comandi sono raccolti su un pannello stretto e molto inclinato, il secondo stand può essere posizionato in maniera tale da avere la seconda tastiera a distanza verticale assai ridotta dalla prima.
  • wildcat80
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06-04-24 19.35

giosanta ha scritto:
. Il messaggio originale verrà incluso automaticamente (salvo utilizzo del "Quote" )
wildcat80 ha scritto:
...un po' per la forma che non consentiva di poggiare la seconda tastiera...

Fermo restando il massimo rispetto per la tua intangibile opinione, rapportando questa considerazione a quant'altro offre il mercato, bisogna dire che quanto auspichi e condivido (il piano d'appoggio)


Guarda è ovviamente un' opinione personale da contestualizzare. In quegli anni ho suonato in diversi gruppi senza saletta, per cui era un continuo smonta e rimonta fra prove e serate. Venivo da Nord che offriva un'esperienza molto più ergonomica da questo punto di vista, e la soluzione doppia tastiera era fattibile anche con molta leggerezza di armamentario. Per poter fare le stesse cose era un po' impegnativo, perché in alcuni casi le tastiere potevano essere 3 (SV1, synth leggero e clone a singolo manuale). Peraltro ero specializzando ed ero spesso schiavizzato fino a tardi, per cui era tutta una corsa: fuori dall'ospedale alle 8 di sera, in un'ora dovevo essere in saletta o nel locale, troppo sbattimento.... insomma, avevo fatto un acquisto sbagliato dal punto di vista logistica/ergonomia.
Mi è dispiaciuto un sacco venderlo, perché mi piaceva moltissimo come oggetto di design (in casa stava benissimo, dettaglio che le mogli non sottovalutano), il suono mi soddisfaceva e l'esperienza di ascolto con quei rumori che per il tempo erano molto autentici.
E poi aveva pure il Pianet, l'RMI, insomma, molto adatto alle mie esigenze sonore ma non logistiche.
Oggi probabilmente l'avrei tenuto fisso a casa.
  • d_phatt
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06-04-24 19.45

@ wildcat80
giosanta ha scritto:
. Il messaggio originale verrà incluso automaticamente (salvo utilizzo del "Quote" )
wildcat80 ha scritto:
...un po' per la forma che non consentiva di poggiare la seconda tastiera...

Fermo restando il massimo rispetto per la tua intangibile opinione, rapportando questa considerazione a quant'altro offre il mercato, bisogna dire che quanto auspichi e condivido (il piano d'appoggio)


Guarda è ovviamente un' opinione personale da contestualizzare. In quegli anni ho suonato in diversi gruppi senza saletta, per cui era un continuo smonta e rimonta fra prove e serate. Venivo da Nord che offriva un'esperienza molto più ergonomica da questo punto di vista, e la soluzione doppia tastiera era fattibile anche con molta leggerezza di armamentario. Per poter fare le stesse cose era un po' impegnativo, perché in alcuni casi le tastiere potevano essere 3 (SV1, synth leggero e clone a singolo manuale). Peraltro ero specializzando ed ero spesso schiavizzato fino a tardi, per cui era tutta una corsa: fuori dall'ospedale alle 8 di sera, in un'ora dovevo essere in saletta o nel locale, troppo sbattimento.... insomma, avevo fatto un acquisto sbagliato dal punto di vista logistica/ergonomia.
Mi è dispiaciuto un sacco venderlo, perché mi piaceva moltissimo come oggetto di design (in casa stava benissimo, dettaglio che le mogli non sottovalutano), il suono mi soddisfaceva e l'esperienza di ascolto con quei rumori che per il tempo erano molto autentici.
E poi aveva pure il Pianet, l'RMI, insomma, molto adatto alle mie esigenze sonore ma non logistiche.
Oggi probabilmente l'avrei tenuto fisso a casa.
Di fatto la comodità di tastiere versatili, immediate, compatte e leggere come Nord e (pochi) simili ha pochi eguali, non solo per il professionista che deve sbrigare un lavoro in breve tempo, ma anche e forse soprattutto per il non professionista che esige determinate prestazioni e vuole pochi sbattimenti...

Anche a me capita di montare e smontare ogni volta quando devo usare la mia roba. Con il rack che mi sono fatto la cosa è diventata molto veloce e comunque richiede del tempo, con tre tastiere mi rifiuterei di andare...emo
  • filigroove
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07-04-24 11.54

Personalmente tra il Nord Stage 76 e l’Sv1 73 non ho trovato una grande differenza nella comodità di trasporto. Ho un piacevole ricordo della sensazione di solidità complessiva e in particolare delle manopole.
  • giosanta
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07-04-24 14.10

filigroove ha scritto:
Personalmente tra il Nord Stage 76 e l’Sv1 73 non ho trovato una grande differenza nella comodità di trasporto.

Dati alla mano la differenza di peso è 400 gr. a favore Nord...
  • wildcat80
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07-04-24 14.52

@ filigroove
Personalmente tra il Nord Stage 76 e l’Sv1 73 non ho trovato una grande differenza nella comodità di trasporto. Ho un piacevole ricordo della sensazione di solidità complessiva e in particolare delle manopole.
Eh calma, io usavo il Nord Electro 73, ben altro peso.
L'unica cosa che non mi piaceva dell'SV1 era un dettaglio: il posizionamento dei preset molto vicino alla tastiera a rischio di selezione accidentale, ma bastava prenderci le misure.
  • stesgarbi
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07-04-24 15.37

wildcat80 ha scritto:
il posizionamento dei preset molto vicino alla tastiera a rischio di selezione accidentale

Ho avuto lo stesso "problema" emo
  • Arci66
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07-04-24 16.40

Per i più facoltosi oggi c’è il MK8emo
Per quelli meno il VST V8 che io ho preso…e suona molto beneemo
  • Ilaria_Villa
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07-04-24 16.48

@ stesgarbi
Anni fa ho venduto (a malincuore) il mio Rhodes MK2, che mi aveva accompagnato per molti anni nelle mie attività musicali.
Ho sempre amato il Rhodes, al punto tale che negli anni '80 me lo portavo sui palchi, nonostante le divertite "osservazioni" dei molti che mi decantavano il DX 7 come sostituto definitivo di uno strumento ormai destinato all'oblio.
Niente da fare. La mia strumentazione di quegli anni era rigorosamente Rhodes + un synth (ne ho utilizzati vari: Juno 60, Juno 106, Alpha juno 1, ESQ 1, Polysix, Poly61, Poly 800).
In questi ultimi anni avevo sentito molto la mancanza del Rhodes, che proprio non riuscivo a colmare neppure con i molti plugins o librerie kontakt di cui mi ero dotato.
Quando uscì il Crumar seven ero elettrizzato e andai subito a provarlo e riprovarlo.... ottima macchina, davvero ben suonante e stupenda a vedersi.... ma ancora non mi era "scattato" quel non so chè.... sentivo che "mancava" qualcosa (forse troppo perfetto?).
Poi, un giorno, mi imbatto nel video di Enzo Messina che descrive il suo rapporto con il Korg SV1 (che stranamente non avevo mai preso in considerazione) ed ho "percepito" il suo entusiasmo per il suono Rhodes di questa macchina, espresso con occhi luccicanti e toni quasi commossi, come non aveva mai fatto per altri strumenti analoghi.
Così ho cominciato ad approfondire, guardando video e leggendo commenti vari su google.
Poi sono andato a provarne uno (SV2) facendo bene attenzione ai settaggi.... e quel "qualcosa" è scattato... l'ho sentito subito "mio".
Così, quando ho trovato un annuncio di un SV2 a 1000 euro sul mercatino, mi sono smazzato 500 km tra andata e ritorno in una mattinata per andarlo a ritirare.
L'SV2 (parecchio migliorato nei piani elettrici, rispetto al già buono SV1) va conosciuto, capito, settato con cura (con l'ausilio del suo editor), suonato nel modo giusto con la curva dinamica più adatta al contesto del brano, ma una volta entrato nel suo "meccanismo sonoro", mi prende l'anima e faccio fatica a smettere di suonarlo.
Ha delle imperfezioni, alcune delle quali toccano singole note, ma questo accadeva normalmente anche nel Rhodes originale... e forse sono proprio queste sue imperfezioni che lo rendono così "umano"..
Trovo che questa macchina - nonostante sia basata su campioni - abbia una sorta di natura selvaggia e sia riuscita in qualche modo a catturare l'essenza dell'anima del Rhodes.
Nell'SV2 vi è il classico MK1 Suitcase, migliorato e già buono di suo, ma ho scoperto anche un bellissimo MK 1 Stage ed un Mark V settato "alla coreana" molto ben fatto e coinvolgente.
Utilizzando la distorsione valvolare ed i suoi buoni effetti di chorus/phaser/Wha ho spaziato tra sonorità Zavinuliane, passando per suoni che richiamano i tipici settaggi da "tappeto" utilizzati nei primi dischi di Pino Daniele, fino alle sonorità "spigolose" dei Napoli Centrale, o quelle secche di alcuni dischi degli Area o di Finardi (si vede che sono un vecchietto, eh emoemo )
Tutto suona in modo convincente, inserendosi bene nei mix.
Ma l'emozione più grande è stata ritrovare il mio stupendo Mark 2 Stage, magicamente ricreato, con un chorus che mi ha immediatamente riportato indietro agli anni '80 e primi '90.
A volte mi diverto semplicemente ad improvvisare sull' SV, con l'accompagnamento di una ritmica di batteria creata su SD 3, talvolta con l'aggiunta di un paio di riff di basso.
Insomma, questo strumento è l'unico fino ad ora che mi ha fatto rivivere le emozioni del mio vecchio Rhodes.
Lo amo alla follia.

Mi piacerebbe sapere se qualcuno tra voi ha esperienza di questo strumento e come lo vive.
emoemo
  • hindefus
  • Membro: Expert
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08-04-24 07.35

La forza del Korg SV1 o SV2 sta non tanto nei campioni, ma nella sezione effetti e nella simulazione degli amplificatori e nell’interfaccia che sono davvero notevoli.
Non guastano ovviamente un bellissimo design vintage ed una buona meccanica. Il tutto contribuisce a creare un tale feeling con lo strumento da renderlo gobibile a punto da non farti smettere di suonare.
Magari si potessero processare delle sorgenti esterne
  • Antony
  • Membro: Guru
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08-04-24 08.10

@ stesgarbi
Anni fa ho venduto (a malincuore) il mio Rhodes MK2, che mi aveva accompagnato per molti anni nelle mie attività musicali.
Ho sempre amato il Rhodes, al punto tale che negli anni '80 me lo portavo sui palchi, nonostante le divertite "osservazioni" dei molti che mi decantavano il DX 7 come sostituto definitivo di uno strumento ormai destinato all'oblio.
Niente da fare. La mia strumentazione di quegli anni era rigorosamente Rhodes + un synth (ne ho utilizzati vari: Juno 60, Juno 106, Alpha juno 1, ESQ 1, Polysix, Poly61, Poly 800).
In questi ultimi anni avevo sentito molto la mancanza del Rhodes, che proprio non riuscivo a colmare neppure con i molti plugins o librerie kontakt di cui mi ero dotato.
Quando uscì il Crumar seven ero elettrizzato e andai subito a provarlo e riprovarlo.... ottima macchina, davvero ben suonante e stupenda a vedersi.... ma ancora non mi era "scattato" quel non so chè.... sentivo che "mancava" qualcosa (forse troppo perfetto?).
Poi, un giorno, mi imbatto nel video di Enzo Messina che descrive il suo rapporto con il Korg SV1 (che stranamente non avevo mai preso in considerazione) ed ho "percepito" il suo entusiasmo per il suono Rhodes di questa macchina, espresso con occhi luccicanti e toni quasi commossi, come non aveva mai fatto per altri strumenti analoghi.
Così ho cominciato ad approfondire, guardando video e leggendo commenti vari su google.
Poi sono andato a provarne uno (SV2) facendo bene attenzione ai settaggi.... e quel "qualcosa" è scattato... l'ho sentito subito "mio".
Così, quando ho trovato un annuncio di un SV2 a 1000 euro sul mercatino, mi sono smazzato 500 km tra andata e ritorno in una mattinata per andarlo a ritirare.
L'SV2 (parecchio migliorato nei piani elettrici, rispetto al già buono SV1) va conosciuto, capito, settato con cura (con l'ausilio del suo editor), suonato nel modo giusto con la curva dinamica più adatta al contesto del brano, ma una volta entrato nel suo "meccanismo sonoro", mi prende l'anima e faccio fatica a smettere di suonarlo.
Ha delle imperfezioni, alcune delle quali toccano singole note, ma questo accadeva normalmente anche nel Rhodes originale... e forse sono proprio queste sue imperfezioni che lo rendono così "umano"..
Trovo che questa macchina - nonostante sia basata su campioni - abbia una sorta di natura selvaggia e sia riuscita in qualche modo a catturare l'essenza dell'anima del Rhodes.
Nell'SV2 vi è il classico MK1 Suitcase, migliorato e già buono di suo, ma ho scoperto anche un bellissimo MK 1 Stage ed un Mark V settato "alla coreana" molto ben fatto e coinvolgente.
Utilizzando la distorsione valvolare ed i suoi buoni effetti di chorus/phaser/Wha ho spaziato tra sonorità Zavinuliane, passando per suoni che richiamano i tipici settaggi da "tappeto" utilizzati nei primi dischi di Pino Daniele, fino alle sonorità "spigolose" dei Napoli Centrale, o quelle secche di alcuni dischi degli Area o di Finardi (si vede che sono un vecchietto, eh emoemo )
Tutto suona in modo convincente, inserendosi bene nei mix.
Ma l'emozione più grande è stata ritrovare il mio stupendo Mark 2 Stage, magicamente ricreato, con un chorus che mi ha immediatamente riportato indietro agli anni '80 e primi '90.
A volte mi diverto semplicemente ad improvvisare sull' SV, con l'accompagnamento di una ritmica di batteria creata su SD 3, talvolta con l'aggiunta di un paio di riff di basso.
Insomma, questo strumento è l'unico fino ad ora che mi ha fatto rivivere le emozioni del mio vecchio Rhodes.
Lo amo alla follia.

Mi piacerebbe sapere se qualcuno tra voi ha esperienza di questo strumento e come lo vive.
Di SV1/SV2 non discuto la qualità costruttiva, i controlli in realtime, lo stadio di amplificazione valvolare. Avessero messo sull'SV1 dei samples decenti di Grand Piano sarebbe stata gran cosa. Non si può acquistare un Sv1 solo per alcune timbriche di Electric Pianos. Il video di Enzo Messina, riguardo SV1, è assolutamente impietoso e a parte qualche manciata di suoni di Rhodes, boccia lo strumento senza sè e senza ma. l'SV2? Hanno migliorato i suoni di Grand Piano attingendo alle librerie di Kronos, samples di 12 anni fa. Anche la meccanica RH3 mi ha stancato, ha fatto il suo tempo e non è più all'altezza di gestire timbriche pianistiche.
  • zaphod
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08-04-24 10.17

Antony ha scritto:
Di SV1/SV2 non discuto la qualità costruttiva

Conta che SV1 era costruito in Italia, SV2 made in china... io ho avuto modo di provare SV2 e i pomelli ballavano parecchio. Non mi ha dato granchè idea di "ben costruito"

Antony ha scritto:
Hanno migliorato i suoni di Grand Piano attingendo alle librerie di Kronos

Non so di preciso quali campioni abbiano usato, ma se sono di Kronos hanno preso solo un paio di layer e impacchettati in pochi Mb... io sono rimasto parecchio deluso dai piani acustici di SV2.

Sta di fatto che lato Rhodes, SV1/2 è parecchio intrigante!
  • stesgarbi
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08-04-24 10.30

Antony ha scritto:
Non si può acquistare un Sv1 solo per alcune timbriche di Electric Pianos.

E chi lo dice? Dove sta scritto?.emo emo
Io ho acquistato l'SV2 proprio per quello.
Anzi, nello specifico proprio e soltanto per il Rhodes.
Del resto Il Mark II originale che ho venduto faceva solo il Rhodes emo

Per il Piano acustico utilizzo altro.