Accattateve 'u Montage...

  • vin_roma
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05-10-18 01.25

Si, titolo provocatorio, fatto un po' perché sento che i "tastieristi" moderni, tra computer e solite minestre ri-riscaldate, stanno un po' perdendo il senso della musica, perlomeno per il discernimento tra quello che dovrebbe essere la musica e i mezzi per esprimerla.

C'è una nuova Yamaha, uh, anche la Korg, eeeh, ma Dexibell... si, ma attualmente quale arranger mi facilita di più?

Si, lei Hazel Scott stava in mezzo a due guerre e pure brutte perché allora quando ci si mettevano le cose le facevano con tutti i crismi...
ma anche con la tecnologia non scherzavano, con le innovazioni, con il gusto.
Anche oggi si suona così, per carità, però una volta certi personaggi erano di contorno ad una cultura dove i riferimenti erano Gershwin, Carmichael e anche da noi, tutto sommato, non si scherzava, anzi, tutt'altro, era una cosa seria e sociale.
Per l'oggi, per dire, mi viene in mente Hiromi Ueara ...ma se accendi la radio (o qualche altro mezzo di comunicazione) non trovi, come una volta, il corrispettivo riferimento a Gershwin ...anzi, senti l'appiattimento più letale per le orecchie e lo spirito.

Ok, starò invecchiando per questi tempi ...ma quanta perizia e quanto prodigio in quelle personalità che coloravano la storia:


Poi sento dire: il digitale..., ah, l'acustico si scorda, vuoi mettere un suono sempre perfetto? e li a menarsi per l'RD2000, il CP1, il Casio...
e si arriva anche a dare giudizi sulle marche di pianoforti in base ai campionamenti ascoltati ora sul Dexibell, ora sullo Yamaha ...senza aver mai messo le mani su uno Steinaway o su un Hammond vero.

Scusate, ma i tastieristi di oggi li vedo come una classe di approssimativi ubriacati dall'abbondanza dei mezzi offerti e che hanno perso il reale scopo degli strumenti (in questo caso i pianoforti, anche se questa ebbrezza colpisce più i tastieristi che i batteristi, chitarristi, violinisti, sassofonisti...).
  • vin_roma
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05-10-18 01.38

Questo è vero: non solo lo strumento o l'acustica ma l'intenzione, la scoperta, la frontiera, la mente... che questa, come altre menti in altri campi, fanno crescere, aprono orizzonti (o che li hanno aperti allora...) ...insomma ...VITA! non sciacallaggio comodo.

Questo è finto: , bravo ma ...in fondo inutile, non aggiunge niente, non fa storia quanto lo sporco Peterson.
  • ahivela
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05-10-18 01.54

vin_roma ha scritto:
Poi sento dire: il digitale..., ah, l'acustico si scorda


Hai ragione su tutto, pero' un piano scordato, cioe' il 90% dei piani che si sentono in giro, per me, e' una cosa terribile, insopportabile da ascoltare e da suonare...
  • paolo_b3
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05-10-18 07.32

Tu però Vin stai mischiando due cose, se mi permetti:
La prima è il mezzo o se vogliamo l'hardware, la seconda sono le idee o se vogliamo il software.
Sui mezzi è vero che c'è un livellamento verso il basso, ma avere accesso a strumenti più economici credo sia un bene innanzitutto per chi fa musica professionalmente. E' vero, nessun pianoforte digitale ha il suono di un pianoforte acustico vero, anche solo di medio livello, senza scomodare i primi della classe, ma è altrettanto vero che se si dovesse suonare con pianoforti veri e con orchestre vere anzichè emulatori, la musica sarebbe retaggio di pochi abbienti.
Sulle idee concordo con te, c'è un appiattimento verso la logica del profitto, che forse è frutto del primo aspetto, tutti possono fare musica, quindi per le case di produzione c'è un ampio bacino da cui loro vanno a pescare le proposte più remunerative.
Ma questo è un male che affligge in toto la nostra società, certo le arti sono le più esposte al problema, perchè sono un fenomeno soggettivo, ma vale per le auto, per gli abiti, per gli elettrodomestici...
Siamo la società del consumo e chi si oppone viene emarginato.
  • anonimo

05-10-18 08.13

l'acustico bisogna meritarselo, è un punto di arrivo quando chi ti chiama per un concerto ti fa trovare minimo un mezza coda accordato, per tutti gli altri (me compreso) ci sono gli stage piano...
  • vin_roma
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05-10-18 09.00

È più o meno quello che ha detto paolo nella seconda parte.
C'è un nesso tra diffusione e qualità e, non per chi ha vissuto a cavallo di due momenti storici, ma per i giovanissimi che si affacciano oggi il parametro è l'RD2000, il Montage o l'MP8 con tutte le relative ricadute sulla reale espressività, sull'impegno, sulla qualità musicale.

Discorso lungo e articolato che in generale tocca anche il reale senso della "democrazia" di un mondo interconnesso dove tutti possono dire tutto e il contrario di tutto, un mondo che si sta impantanando in una corsa al ribasso intrisa di comunicazione di basso livello e piena di fake.
Saranno i primi passi incerti di un nuovo mondo ma certamente il tiro andrà aggiustato, così, in tutti i campi, non si va lontano.

Intanto oggi sarò nel sud della Francia e, come in Romania pochi giorni fa, avrò un pianoforte grancoda sul palco che mi hanno obbligato ad usare anche se molto farò con un digitale per esigenze midi ...c'è e lo vogliono sentire...!

Vado, a pranzo sarò a Nizza emo
  • anonimo

05-10-18 09.19

vin_roma ha scritto:
Intanto oggi sarò nel sud della Francia e, come in Romania pochi giorni fa, avrò un pianoforte grancoda sul palco


vedi chi se lo merita lo trova
  • paolo_b3
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05-10-18 09.51

Cerchiamo di essere ottimisti: l'automobile.
Se vai in contromano in autostrada fa male, se hai bisogno di un soccorso medico ti può salvare la vita. Alla fine sono le persone che decidono del proprio futuro, ma sono fiducioso che la gente, sbagliando, capirà e migliorerà. Tocca ai giovani.
  • paolo_b3
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05-10-18 09.53

vin_roma ha scritto:
Vado, a pranzo sarò a Nizza


Fatti una tartare alla nostra faccia emo
  • anonimo

05-10-18 11.09

vin_roma ha scritto:
Poi sento dire: il digitale..., ah, l'acustico si scorda, vuoi mettere un suono sempre perfetto? e li a menarsi per l'RD2000, il CP1, il Casio...
e si arriva anche a dare giudizi sulle marche di pianoforti in base ai campionamenti ascoltati ora sul Dexibell, ora sullo Yamaha ...senza aver mai messo le mani su uno Steinway o su un Hammond vero.

Infatti: suonare uno Steinway (come nella foto del mio Avatar), non ha prezzo e non ha paragone con alcun Pianoforte Digitale...

Purtroppo è il solito discorso della praticità, del costo contenuto che fa arrivare alla portata di tutti strumenti che, una volta, erano appannaggio di pochi (oddio, non è che lo Steinway del locale storico dove ho suonato, lo facciano suonare proprio a chiunque, a tutti i clienti che entrano, compresi i bambini, altrimenti sarebbe la fine...).

Faccio il paragone con la fotografia: una volta, se eri appassionato di fotografia, ti compravi (magari a rate) la macchina fotografica professionale, facevi qualche corso o avevi un amico molto esperto che ti insegnava e fotografavi. Non tutti avevano la possibilità di comprare un apparecchio professionale.

Oggi, invece, con gli smartphone, siamo tutti fotografi!!! E si vede! emo Qualcuno scatta delle bellissime fotografie, per carità (si vede che è portato ed ha il gusto del bello), altri, invece, si limitano a fotografare il piatto di pastasciutta o la pizza che stanno per mangiare, oppure fanno foto a paesaggi marini dove il mare appare... ...in pendenza!!! emo

La diminuzione dei costi ha fatto arrivare alla portata di tutti strumenti che, una volta, erano per pochi. Non tutti, però, sono in grado di sfruttare l'arsenale tecnologico che abbiamo oggi a disposizione: il classico esempio del ragazzino di 12 anni che sa suonare sì e no, a malapena, "Happy Birthday", ma che si compra una Tastiera da 4000 Euro, emo o, invece, fior di Professionisti che suonano ancora con vecchie Tastiere degli anni '90... Insomma: quello che conta è il "manico, l'importante è saper suonare!
  • tsuki
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05-10-18 11.53

Una cosa è certa: chiunque abbia messo le mani su un gran coda per un certo tempo,riesce a capire perfettamente quando,parlando del digitale,si dice " l'acustico è una cosa diversa"...Cosi' come per mè che ho la fortuna di avere in casa un buon A.100 del 59 con un 145,il paragone con qualsiasi clone porta a dire "va' bhè...bellino...ma è un'altra cosa". Ma c'è da dire che questi cloni digitali consentono per peso,ingombri e prestazioni dignitose,di portare live dei suoni che se no' sarebbero confinati alle grandi sale da concerto,ai dischi,alle grandi produzioni e basta,per cui darei a questi strumenti il merito di popolarizzare della musica che altrimenti resterebbe-in un certo qual modo-di nicchia.Naturalmente ritengo anche io che l'approccio allo studio della musica deve essere ortodosso e rigoroso,sia per quanto attiene gli strumenti classici che per quanto riguarda l'approccio mentale;ritengo che si possa passare a qualcosa di meno rigoroso sia in un senso che nell'altro solo quando ci si è fatta una solida formazione tecnica;poi va bhè,tutta la faccenda del talento individuale,della predisposizione etc va bene,sarebbe la variabile.Che poi oggi il tecnicismo dell'elettronica applicata allo strumento musicale in senso lato sia esagerato,ed anche a mio avviso sta' facendo perdere il senso di una certa espressivita' naturale ottenibile su uno strumento adatto senza troppe alchimie elettroniche,mi sembra un fatto sotto gli occhi di tutti....Ed è un vero peccato...Pero' il mondo sta' andando in questa direzione,fino a che,come sempre succede,tutti o quasi si accorgeranno che era meglio prima,e si tornera' a cercare lanostalgia di momenti che hanno solcato le epoche....
  • denismzz
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05-10-18 12.17

@ vin_roma
È più o meno quello che ha detto paolo nella seconda parte.
C'è un nesso tra diffusione e qualità e, non per chi ha vissuto a cavallo di due momenti storici, ma per i giovanissimi che si affacciano oggi il parametro è l'RD2000, il Montage o l'MP8 con tutte le relative ricadute sulla reale espressività, sull'impegno, sulla qualità musicale.

Discorso lungo e articolato che in generale tocca anche il reale senso della "democrazia" di un mondo interconnesso dove tutti possono dire tutto e il contrario di tutto, un mondo che si sta impantanando in una corsa al ribasso intrisa di comunicazione di basso livello e piena di fake.
Saranno i primi passi incerti di un nuovo mondo ma certamente il tiro andrà aggiustato, così, in tutti i campi, non si va lontano.

Intanto oggi sarò nel sud della Francia e, come in Romania pochi giorni fa, avrò un pianoforte grancoda sul palco che mi hanno obbligato ad usare anche se molto farò con un digitale per esigenze midi ...c'è e lo vogliono sentire...!

Vado, a pranzo sarò a Nizza emo
Per caso suoni con lo Stefano Profeta?
  • benjomy
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05-10-18 12.18

come diceva paolo duie sono gli aspetti.
uno quello tecnico che a volte diventa una gara a chi ce l'ha più lungo.
vedo foto di salette con decine di tastiere, con tutte le ultime arrivate, kronos, Ns, montage, etc. etc.. ma spesso non sento nemmeno una nota uscire da quelle tastiere
però è anche interessante discutere delle evoluzione tecnica, e quindi non tutte le discussioni sono sterili, visto che, comunque, anche noi "pianisti", per vari motivi, non sempre abbiamo la possibilità di suonare su uno steinway (magariu...) e quindi ben vengano i pianoforti digitali, i VST etc.

Diverso è il discorso relativo alla qualità della musica che si produce.
Fermo restando che col passare degli anni diventa sempre più difficile comporre qualcosa di veramente originale o innovativo e allo stesso tempo di qualità, secondo me non bisogna nemmeno fossilizzarsi su quanto di buono è stato fatto nel passato e magari essere aperti e trovare qualocosa di buono anche nella musica contemporanea (ad esempio hiromi che hai citato tu...)
poi vabbè c'è la musica di massa... e su quella non mi esprimo...
  • luigitarta
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05-10-18 13.18

@ benjomy
come diceva paolo duie sono gli aspetti.
uno quello tecnico che a volte diventa una gara a chi ce l'ha più lungo.
vedo foto di salette con decine di tastiere, con tutte le ultime arrivate, kronos, Ns, montage, etc. etc.. ma spesso non sento nemmeno una nota uscire da quelle tastiere
però è anche interessante discutere delle evoluzione tecnica, e quindi non tutte le discussioni sono sterili, visto che, comunque, anche noi "pianisti", per vari motivi, non sempre abbiamo la possibilità di suonare su uno steinway (magariu...) e quindi ben vengano i pianoforti digitali, i VST etc.

Diverso è il discorso relativo alla qualità della musica che si produce.
Fermo restando che col passare degli anni diventa sempre più difficile comporre qualcosa di veramente originale o innovativo e allo stesso tempo di qualità, secondo me non bisogna nemmeno fossilizzarsi su quanto di buono è stato fatto nel passato e magari essere aperti e trovare qualocosa di buono anche nella musica contemporanea (ad esempio hiromi che hai citato tu...)
poi vabbè c'è la musica di massa... e su quella non mi esprimo...
Che sia piano "acustico" o "digitale" è sempre l'artista/pianista a fare la differenza.....quando ci mette l'anima ed il corpo nonche le mani.....

Avere 5 tastiere di ultima generazone, con sequencer, campionatore ecc, e non "farne uscire niente" equivale a non suonare affatto, quando invece 200 anni fa , c'erano musicisti che con un semplice pianoforte creavano ciò che oggi è ancora insuperato....
Questa è la cruda verità,,,,
  • zaphod
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05-10-18 13.33

@ anonimo
vin_roma ha scritto:
Poi sento dire: il digitale..., ah, l'acustico si scorda, vuoi mettere un suono sempre perfetto? e li a menarsi per l'RD2000, il CP1, il Casio...
e si arriva anche a dare giudizi sulle marche di pianoforti in base ai campionamenti ascoltati ora sul Dexibell, ora sullo Yamaha ...senza aver mai messo le mani su uno Steinway o su un Hammond vero.

Infatti: suonare uno Steinway (come nella foto del mio Avatar), non ha prezzo e non ha paragone con alcun Pianoforte Digitale...

Purtroppo è il solito discorso della praticità, del costo contenuto che fa arrivare alla portata di tutti strumenti che, una volta, erano appannaggio di pochi (oddio, non è che lo Steinway del locale storico dove ho suonato, lo facciano suonare proprio a chiunque, a tutti i clienti che entrano, compresi i bambini, altrimenti sarebbe la fine...).

Faccio il paragone con la fotografia: una volta, se eri appassionato di fotografia, ti compravi (magari a rate) la macchina fotografica professionale, facevi qualche corso o avevi un amico molto esperto che ti insegnava e fotografavi. Non tutti avevano la possibilità di comprare un apparecchio professionale.

Oggi, invece, con gli smartphone, siamo tutti fotografi!!! E si vede! emo Qualcuno scatta delle bellissime fotografie, per carità (si vede che è portato ed ha il gusto del bello), altri, invece, si limitano a fotografare il piatto di pastasciutta o la pizza che stanno per mangiare, oppure fanno foto a paesaggi marini dove il mare appare... ...in pendenza!!! emo

La diminuzione dei costi ha fatto arrivare alla portata di tutti strumenti che, una volta, erano per pochi. Non tutti, però, sono in grado di sfruttare l'arsenale tecnologico che abbiamo oggi a disposizione: il classico esempio del ragazzino di 12 anni che sa suonare sì e no, a malapena, "Happy Birthday", ma che si compra una Tastiera da 4000 Euro, emo o, invece, fior di Professionisti che suonano ancora con vecchie Tastiere degli anni '90... Insomma: quello che conta è il "manico, l'importante è saper suonare!
Quoto il tuo discorso.

Il problema è il tipo di approccio, da sopra o da sotto.
Spiego. Non è una posizione del kamasutra emo ma da che punto si arriva ad uno strumento. Da sopra, significa avere un background culturale solido, ampio, e intendo una preparazione specifica al pianoforte e/o all’organo. Un bravo pianista e/o organista, che conosce lo strumento di partenza e i suoi limiti (non tutti suonano su Steinway o Hammond “mint state”, ma anche su piani più popolari o hammond disastrati), riconoscerà, accetterà, e pure sfrutterà, magari, i limiti dei loro cloni. In genere, queste persone cercano il meglio possibile, ma è anche vero che qualunque cosa gli metti sotto, la suonano.
Quelli che approcciano “da sotto”, quindi con una preparazione meno solida, sono più portati a farsi irretire da caratteristiche non troppo importanti dello strumento, e a colpevolizzarlo per la propria inadeguatezza. Il pianoforte non mente: i tasti sono quelli, la cassa pure, le meccaniche invariabili: o sei capace a suonarlo, o non lo sei. Piuttosto duro, ma è così. Le tastiere d’oggi a volte sono un po’ come i filtri fotografici digitali, ti fanno sembrare un fotografo ma chi ha la mano si vede, sia che usi una reflex da 5000 euro (più obiettivi), sia uno smartphone.

Oggi, chi ha idee ha più possibilità di farle uscire. Una volta dovevi trovarti magari un’orchestra e diventarne direttore, per esprimere le tue idee. Oggi con una ws sei a posto. Ma questo non vuol dire che la workstation sostituisca l’orchestra, attenzione! Io la vedo solamente come un ottimo blocco per appunti.
  • zerinovic
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05-10-18 14.24

Tutti i digitali si ispirano,copiano, per parlarti in senso astronomico sono lune che brillano di luce riflessa,neanche pianeti come magari potrebbe essere un B3... il grancoda steinway é una stella. Punto.
Secondo me non c'è nemmeno bisogno di puntualizzarlo.
  • mike71
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05-10-18 14.35

lucablu ha scritto:
Faccio il paragone con la fotografia: una volta, se eri appassionato di fotografia, ti compravi (magari a rate) la macchina fotografica professionale, facevi qualche corso o avevi un amico molto esperto che ti insegnava e fotografavi. Non tutti avevano la possibilità di comprare un apparecchio professionale.


A me per la cresima regalarono una PETRI TTL reflex, completamente meccanica. Che ho ancora ed ho anche fatto riparare. Mi ricordo anche un libro di fotografia che partiva dalla fotografia in bianco e nero, per arrivare a quella a colori, parlava di filtri, latitudine di posa e tutto quanto. Ai tempi però c'erano anche le formato 110 e le macchine a fuoco fisso. Quelli che adesso usano l'iPhone per fotografare sono quelli che negli anni '80 avevano le macchine a fuoco fisso o le super automatiche. Rispetto ad una di quelle i telefoni attuali fanno ottime foto.
lucablu ha scritto:
Purtroppo è il solito discorso della praticità, del costo contenuto che fa arrivare alla portata di tutti strumenti che, una volta, erano appannaggio di pochi

Questa è una cosa importantissima. Se uno negli anni '70/80 voleva imparare a suonare il pianoforte doveva mettersi in casa un enorme e costoso oggetto, difficile da spostarsi. L'alternativa era suonare un altro strumento, se non avevi soldi e spazio per il pianoforte. Adesso un pianoforte digitale è una spesa assolutamente abbordabile. In teoria sarebbe un'ottima cosa per la diffusione della cultura musicale, almeno per chi è interessato, ma per questo un P45 od un CDP-130 sono grasso che cola.

PS: con la Petri e la pellicola Ilford HP5 ho fatto delle foto bellissime che sembrano fatte 40 anni fa. :-D
  • anonimo

05-10-18 15.33

zaphod ha scritto:
Un bravo pianista e/o organista, che conosce lo strumento di partenza e i suoi limiti (non tutti suonano su Steinway o Hammond “mint state”, ma anche su piani più popolari o hammond disastrati), riconoscerà, accetterà, e pure sfrutterà, magari, i limiti dei loro cloni. In genere, queste persone cercano il meglio possibile, ma è anche vero che qualunque cosa gli metti sotto, la suonano.

Sono perfettamente d'accordo! emo
  • clouseau57
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05-10-18 15.37

@ vin_roma
Si, titolo provocatorio, fatto un po' perché sento che i "tastieristi" moderni, tra computer e solite minestre ri-riscaldate, stanno un po' perdendo il senso della musica, perlomeno per il discernimento tra quello che dovrebbe essere la musica e i mezzi per esprimerla.

C'è una nuova Yamaha, uh, anche la Korg, eeeh, ma Dexibell... si, ma attualmente quale arranger mi facilita di più?

Si, lei Hazel Scott stava in mezzo a due guerre e pure brutte perché allora quando ci si mettevano le cose le facevano con tutti i crismi...
ma anche con la tecnologia non scherzavano, con le innovazioni, con il gusto.
Anche oggi si suona così, per carità, però una volta certi personaggi erano di contorno ad una cultura dove i riferimenti erano Gershwin, Carmichael e anche da noi, tutto sommato, non si scherzava, anzi, tutt'altro, era una cosa seria e sociale.
Per l'oggi, per dire, mi viene in mente Hiromi Ueara ...ma se accendi la radio (o qualche altro mezzo di comunicazione) non trovi, come una volta, il corrispettivo riferimento a Gershwin ...anzi, senti l'appiattimento più letale per le orecchie e lo spirito.

Ok, starò invecchiando per questi tempi ...ma quanta perizia e quanto prodigio in quelle personalità che coloravano la storia:


Poi sento dire: il digitale..., ah, l'acustico si scorda, vuoi mettere un suono sempre perfetto? e li a menarsi per l'RD2000, il CP1, il Casio...
e si arriva anche a dare giudizi sulle marche di pianoforti in base ai campionamenti ascoltati ora sul Dexibell, ora sullo Yamaha ...senza aver mai messo le mani su uno Steinaway o su un Hammond vero.

Scusate, ma i tastieristi di oggi li vedo come una classe di approssimativi ubriacati dall'abbondanza dei mezzi offerti e che hanno perso il reale scopo degli strumenti (in questo caso i pianoforti, anche se questa ebbrezza colpisce più i tastieristi che i batteristi, chitarristi, violinisti, sassofonisti...).
Vedi bene, tranquillo...emo
  • ROLL
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05-10-18 15.40

Senza entrare troppo nel merito dell'ottima e ricca discussione, e prendendo spunto da qualche intervento, ritengo che il pianoforte (e l'Hammond, come citato qua e là) sia un punto di partenza, e non di arrivo:
la mia generazione (almeno fino alla mia!) partiva dal pianoforte (chi prima, chi dopo, chi a coda, chi su un vecchio verticale), e poi nei decenni successivi si è aperto un mondo.

Io personalmente, nel mio umile piccolo, parlando di "tastiere" ho in mente come riferimento il pianoforte acustico; da lì traggo conclusioni.
Idem per l'Hammond: quello è il riferimento, da lì vedo dove si arriva.

Oggigiorno le tastiere sono strumenti nuovi, o per lo meno sono trattati come tali, come un nuovo tipo di strumento musicale, diversi dal pianoforte acustico (e dall'Hammond, aggiungo, ma è solo deformazione professionale).