il vero "caccia multiruolo" musicale? il pc

  • orange1978
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01-10-18 03.24

il mio ragionamento è abbastanza semplice, guardate le schede tecniche dell aviazione inglese o francese attuale e confrontatela con quelle del passato e vi renderete conto che un tempo operavano molti aerei ognuno con diverse capacità militari operative.

oggi invece la tendenza come con il Dassault Breguet Raphale francesce o F35 Lightning è quella di avere meno aerei ma in grado di ricoprire piu ruoli, questo significa avere alcuni vantaggi ossia piu facilità di addestramento, costi di gestiine piu bassi grazie a pezzi di ricambio compatibili tra i modelli etc....

ora se pensiamo alla musica, questa tendenza è molto peggiorata rispetto a un tempo sopratutto sui synth e tastiere, oggi si tendono a fare tanti tanti strumenti e tutti limitati, anziche fare meno strumenti potenti in grado di ricoprire piu ruoli all'occorrenza....e la tecnologia ci sarebbe per realizzare strumenti completi e di grande potenza.

l'unica cosa che oggi puo essere considerata in quel modo è il computer appunto che puo essere trasformato all'occorrenza in un riverbero a molla, in un compressore, in un rompler dedicato agli archi, in un sintetizzatore digitale... e via cosi, in una parola è versatile.

le ragioni credo siano per lo piu commerciali, oggi si cercano cose economiche e poco impegnative, semplici, si è persa la cultura del programmare lo strumento, e comunque anche sul software se notate si tende a fare programmi con migliaia di suoni gia fatti con il risultato che poi nessuno si programma piu i suoni ma usa solo presets...non è detto che sia un male ma pochi sanno sfruttare realmente cio che comprano.

voi che ne pensate?
  • giosanta
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01-10-18 06.50

In studio o dal vivo? Perché se nel prima caso un computer può essere la soluzione definitiva nel secondo, a mio personale avviso, indipendentemente dalla natura del motore sonoro, il problema è sempre lo stesso: l'interfaccia.
Un sinth, un Hammond ecc. gestiti a colpi di mouse, per me, sono fuori discussione, e parlo da un punto di vista strettamente operativo, a prescindere da questioni d'immagne, rapporto empatico con lo strumento ecc.
  • paolo_b3
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01-10-18 07.11

@ orange1978
il mio ragionamento è abbastanza semplice, guardate le schede tecniche dell aviazione inglese o francese attuale e confrontatela con quelle del passato e vi renderete conto che un tempo operavano molti aerei ognuno con diverse capacità militari operative.

oggi invece la tendenza come con il Dassault Breguet Raphale francesce o F35 Lightning è quella di avere meno aerei ma in grado di ricoprire piu ruoli, questo significa avere alcuni vantaggi ossia piu facilità di addestramento, costi di gestiine piu bassi grazie a pezzi di ricambio compatibili tra i modelli etc....

ora se pensiamo alla musica, questa tendenza è molto peggiorata rispetto a un tempo sopratutto sui synth e tastiere, oggi si tendono a fare tanti tanti strumenti e tutti limitati, anziche fare meno strumenti potenti in grado di ricoprire piu ruoli all'occorrenza....e la tecnologia ci sarebbe per realizzare strumenti completi e di grande potenza.

l'unica cosa che oggi puo essere considerata in quel modo è il computer appunto che puo essere trasformato all'occorrenza in un riverbero a molla, in un compressore, in un rompler dedicato agli archi, in un sintetizzatore digitale... e via cosi, in una parola è versatile.

le ragioni credo siano per lo piu commerciali, oggi si cercano cose economiche e poco impegnative, semplici, si è persa la cultura del programmare lo strumento, e comunque anche sul software se notate si tende a fare programmi con migliaia di suoni gia fatti con il risultato che poi nessuno si programma piu i suoni ma usa solo presets...non è detto che sia un male ma pochi sanno sfruttare realmente cio che comprano.

voi che ne pensate?
Io ti do un parere da dilettante, suono per diletto.
Capisco e concordo sulla tua analisi, ma per le mie esigenze, quello che si trova nelle attuali tastiere, basta e avanza.
Sull'uso del PC sono abbastanza convinto anche io che possa offrire molte possibilità, infatti sono prossimo all'acquisto di un portatile un po dotato, ovviamente per lavoro, ma quando "ce l'hai li" se ti càpita di doverci fare un live... emo
I dubbi sono due:
1) Affidabilità dal vivo del PC, secondo me in questo caso il sopramanico può fare la differenza, nel senso che se lo hai testato e lo hai portato ai suoi limiti, hai buone probabilità di non farti piantare in asso dalla macchina nel mezzo della festa, ma la certezza è degli stolti.
2) Qualità: e arrivo al punto per cui ho risposto e perchè mi interessa il tuo parere, secondo te la qualità del suono che esce dagli emulatori può competere con quella degli strumenti reali? Se si a quale prezzo? Ovvero anche sui freeware e sui software sotto ai 300 € (per dire) o solo su programmi di alta fascia?
  • anonimo

01-10-18 08.35

@ orange1978
il mio ragionamento è abbastanza semplice, guardate le schede tecniche dell aviazione inglese o francese attuale e confrontatela con quelle del passato e vi renderete conto che un tempo operavano molti aerei ognuno con diverse capacità militari operative.

oggi invece la tendenza come con il Dassault Breguet Raphale francesce o F35 Lightning è quella di avere meno aerei ma in grado di ricoprire piu ruoli, questo significa avere alcuni vantaggi ossia piu facilità di addestramento, costi di gestiine piu bassi grazie a pezzi di ricambio compatibili tra i modelli etc....

ora se pensiamo alla musica, questa tendenza è molto peggiorata rispetto a un tempo sopratutto sui synth e tastiere, oggi si tendono a fare tanti tanti strumenti e tutti limitati, anziche fare meno strumenti potenti in grado di ricoprire piu ruoli all'occorrenza....e la tecnologia ci sarebbe per realizzare strumenti completi e di grande potenza.

l'unica cosa che oggi puo essere considerata in quel modo è il computer appunto che puo essere trasformato all'occorrenza in un riverbero a molla, in un compressore, in un rompler dedicato agli archi, in un sintetizzatore digitale... e via cosi, in una parola è versatile.

le ragioni credo siano per lo piu commerciali, oggi si cercano cose economiche e poco impegnative, semplici, si è persa la cultura del programmare lo strumento, e comunque anche sul software se notate si tende a fare programmi con migliaia di suoni gia fatti con il risultato che poi nessuno si programma piu i suoni ma usa solo presets...non è detto che sia un male ma pochi sanno sfruttare realmente cio che comprano.

voi che ne pensate?
Purtroppo (o per fortuna?) il ruolo del tastierista, e non del pianista, è quello di essere uno “spippolatore”. Già dall’avvento dell’organo con i suoi registri, all’esecutore era possibile intervenire sul proprio suono. E nel corso dei decenni, il tastierista non ha variato la sua indole. Si è arrivati agli estremi con il passare degli anni, a braccetto con la tecnologia a disposizione: manopole, potenziometri, pedali, breath controller, ribbon e beams. Fatta questa breve introduzione, arrivo alla chiave del mio ragionamento: l’elettronica.
Ci siamo legati a questa in quanto esecutori dell’unico, forse, strumento sul quale è stato possibile svilupparla fino all’estremo. Dove il termine estremo è sinonimo di quantità di informazione.
Avevamo il Solina, volevamo emulare gli archi, consapevoli di non esserne all’altezza in termini di fedeltà, e allora lo usavamo per dare una connotazione “moderna” agli strings nel proprio brano. Poi, ad esempio, ricreavamo il vento con il Moog. Si dette anche un nuovo suono di basso al vero suono di basso, “quello synth”, più o meno crunch, un po’ fat ma non troppo, sharp, a dente di sega, o sinusoidale. Poi la tecnologia ci dette in pasto il campionamento: e li iniziò la gara a chi lo facesse più fedele (l’emulazione di uno strumento acustico). I preset delle prime macchine digitali erano 64, 128, 128 su due banchi A e B, poi 128 su 4 banchi A, B, C, D. Poi la ROM sempre più capiente fino ad arrivare ai Gigabyte odierni. E vista la fruizione verso la massa, la tastiera, è stata preparata con al suo interno centinaia e migliaia di presets. Pronti all’uso. In perfetta simbiosi con i tempi accelerati del mondo moderno, del tutto e subito e pure bene.
Perché passare giornate a cercare il proprio timbro, quando ci troviamo nel vortice di questo meccanismo di iper velocità nel quale viviamo la nostra esistenza quotidiana, quando c’è già qualcuno pagato bene che ce l’ha fatto?
Banco D2, preset 876, tap, et voilà. Gli tolgo un pelo di cutoff, allungo la release e via...questo l’ho fatto io.
Siamo legati indissolubilmente, a guardare ciò che siamo diventati oggi, al continuo sviluppo dell’elettonica? Penso, è mia opinione, che il mondo cambierà. Perché non vedo un futuro lineare, “pacifico” e produttivo creativamente parlando, della musica per il tastierista. Temo il peggio, un drastico calo delle proprie risorse creative, date ormai in pasto a questo sistema tanto accelerato da averci mangiato il tempo per farsi un preset a modo proprio, senza avere l’impressione durante lo “spippolamento” che stiamo perdendo tempo.
  • PandaR1
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01-10-18 10.54

@ orange1978
il mio ragionamento è abbastanza semplice, guardate le schede tecniche dell aviazione inglese o francese attuale e confrontatela con quelle del passato e vi renderete conto che un tempo operavano molti aerei ognuno con diverse capacità militari operative.

oggi invece la tendenza come con il Dassault Breguet Raphale francesce o F35 Lightning è quella di avere meno aerei ma in grado di ricoprire piu ruoli, questo significa avere alcuni vantaggi ossia piu facilità di addestramento, costi di gestiine piu bassi grazie a pezzi di ricambio compatibili tra i modelli etc....

ora se pensiamo alla musica, questa tendenza è molto peggiorata rispetto a un tempo sopratutto sui synth e tastiere, oggi si tendono a fare tanti tanti strumenti e tutti limitati, anziche fare meno strumenti potenti in grado di ricoprire piu ruoli all'occorrenza....e la tecnologia ci sarebbe per realizzare strumenti completi e di grande potenza.

l'unica cosa che oggi puo essere considerata in quel modo è il computer appunto che puo essere trasformato all'occorrenza in un riverbero a molla, in un compressore, in un rompler dedicato agli archi, in un sintetizzatore digitale... e via cosi, in una parola è versatile.

le ragioni credo siano per lo piu commerciali, oggi si cercano cose economiche e poco impegnative, semplici, si è persa la cultura del programmare lo strumento, e comunque anche sul software se notate si tende a fare programmi con migliaia di suoni gia fatti con il risultato che poi nessuno si programma piu i suoni ma usa solo presets...non è detto che sia un male ma pochi sanno sfruttare realmente cio che comprano.

voi che ne pensate?
A parte i discorsi (giustissimi) che ti hanno fatto di immediatezza d'uso, imho c'e' una grossa componente di gusto nel possedere e gusto nel suonare hardware fisico che non puo' essere sostituito da un pc... e' un po' come fare il car sharing e girare con una scatoletta non tua o avere una BMW M4 in garage... e' un po' diverso...
  • vin_roma
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01-10-18 11.58

Oppure:

Mega PC con scheda multitraccia e gestione separata di ogni VST.
Fuori i vari controller usb che di base potrebbero essere:
> master pesata x piano e Rhodes
> controller Hammond filologico
> master 4/8 con controlli reali per synth
> master 5/8 per simulazioni orchestrali
Una bella botta di suono con molta praticità.

Ma stiamo sempre nei surrogati.
Il bassista suona un basso, il sassofonista un sax, un batterista la batteria ...e noi a imitare.

Pensate che venerdì sarò all'estero dove sul palco vogliono vedere lo Steinway a coda (niente digitali finti) e, se servisse, col massimo del reale: Hammond, Rhodes... Non badano a spese e vogliono il massimo.
...e sto in crisi perché mi tocca rivedere tutti i set.
emo pensa te come stiamo messi!
  • Spirit
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01-10-18 12.07

@ orange1978
il mio ragionamento è abbastanza semplice, guardate le schede tecniche dell aviazione inglese o francese attuale e confrontatela con quelle del passato e vi renderete conto che un tempo operavano molti aerei ognuno con diverse capacità militari operative.

oggi invece la tendenza come con il Dassault Breguet Raphale francesce o F35 Lightning è quella di avere meno aerei ma in grado di ricoprire piu ruoli, questo significa avere alcuni vantaggi ossia piu facilità di addestramento, costi di gestiine piu bassi grazie a pezzi di ricambio compatibili tra i modelli etc....

ora se pensiamo alla musica, questa tendenza è molto peggiorata rispetto a un tempo sopratutto sui synth e tastiere, oggi si tendono a fare tanti tanti strumenti e tutti limitati, anziche fare meno strumenti potenti in grado di ricoprire piu ruoli all'occorrenza....e la tecnologia ci sarebbe per realizzare strumenti completi e di grande potenza.

l'unica cosa che oggi puo essere considerata in quel modo è il computer appunto che puo essere trasformato all'occorrenza in un riverbero a molla, in un compressore, in un rompler dedicato agli archi, in un sintetizzatore digitale... e via cosi, in una parola è versatile.

le ragioni credo siano per lo piu commerciali, oggi si cercano cose economiche e poco impegnative, semplici, si è persa la cultura del programmare lo strumento, e comunque anche sul software se notate si tende a fare programmi con migliaia di suoni gia fatti con il risultato che poi nessuno si programma piu i suoni ma usa solo presets...non è detto che sia un male ma pochi sanno sfruttare realmente cio che comprano.

voi che ne pensate?
Il pc storicamente, nasce per essere un "multiruolo". Il campo musicale è solo una delle possibili applicazioni su cui si è voluto indirizzare un hardware che di suo ha già una funzionalità progettata per essere impiegata in più campi. Detto ciò sconfesso in parte il ragionamento di Orange ma ne condivido il paragone proposto rispetto all'hardware musicalmente dedicato che offre comunque meno universalità di usi rispetto al PC. Possiamo dire che il PC oggi può essere Sequencer, sintetizzatore, campionatore, batteria elettronica, arpeggiatore, arranger, riverbero,distorsore, amplificatore etc. etc.e per tanto uno strumento essenziale per la "massa" che aspira a far musica, magari contenendo i costi. Detto ciò il PC è uno strumento prestato, adattato alla musica e non concepito, come il pianoforte o un sint analogico esclusivamente per suonare. Il mercato musicale oggi offre strumenti meno complessi e versatili rispetto al pc... ma solo oggi? Non lo faceva anche prima? Perchè chiedere alle ditte che si occupano di strumenti musicali di creare dei multiruolo... quando la musica da sempre si compone di macchine hardware specializzate in pochi suoni? Non è che l'uomo vuole sempre di più e alla fine... non sa manco lui cosa vuole? Ai non umani, l'ardua sentenza emo
  • giosanta
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01-10-18 12.13

vin_roma ha scritto:
... controller Hammond filologico ...

Molto pragmaticante c'è anche un altro aspetto. Cito prodotti della stessa casa in modo da non creare equivoci. Master dedicata DMC 122 + sw dedicato circa 1400 euro + il PC..., Mojo Xt - plug and play (stesso magnifico sw incorporato) - circa 1800 Euro; tanto per dare un'idea dei costi dell'interfaccia dedicata e del risparmio globale...

01-10-18 14.15

vin_roma ha scritto:
Ma stiamo sempre nei surrogati.
Il bassista suona un basso, il sassofonista un sax, un batterista la batteria ...e noi a imitare.


in realtà questo è un luogo comune: noi sfruttiamo quello che (grazie al Cielo e all'ingegno umano) la tecnologia attuale ci offre: compiango i trombettisti che per suonare il loro (obsoleto seppure efficace) strumento si gonfiano a dismisura le loro guance; mi spiace per i violinisti che per suonare il loro (obsoleto e splendido) strumento hanno seri problemi alle cervicali; mi spiace per gli arpisti che per suonare il loro (obsoleto seppure affascinante) strumento si frantumano i polpastrelli... tutto questo per conservare una tradizione che prima o poi cesserà di esistere, come i cari e 'vecchi' pianoforti acustici...
  • benjomy
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01-10-18 15.06

igiardinidimarzo ha scritto:
to per conservare una tradizione che prima o poi cesserà di esistere, come i cari e 'vecchi' pianoforti acustici...

.. io invece sono convinto che i cari e vecchi pianoforti acustici resisteranno ancora per tanti anni... eccome se resisteranno... e meno male!!!emo
  • mike71
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01-10-18 15.10

http://zynthian.org/

SEcondo me questo risolve il problema dell'uso di un personal computer di uso generale.
Il fattore di forma è più da expander, l'interfaccia utente è dedicata, ma dentro c'è un Raspberry Pi con Linux.

La cosa importante di un PC è che essendo una piattaforma aperta e programmabile, può avere un comportamento molto adattabile alle esigenze dell'utilizzatore. D'altra parte un sistema a microprocessore dedicato come ormai sono quasi tutti i sintetizztori di oggi si può permettere hardware dedicato e quindi soluzioni software dedicate e come effetto collaterare risulta essere una piattaforma assi più stabile rispetto a quella di un personal computer. In quest'ultimo può diventare molto compicato fare funzionare su hardware e software recente programmi vecchi o peggio avere problemi imprevisti causati dal software e dalla configurazione del sistema.
  • vin_roma
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01-10-18 15.41

@ igiardinidimarzo
vin_roma ha scritto:
Ma stiamo sempre nei surrogati.
Il bassista suona un basso, il sassofonista un sax, un batterista la batteria ...e noi a imitare.


in realtà questo è un luogo comune: noi sfruttiamo quello che (grazie al Cielo e all'ingegno umano) la tecnologia attuale ci offre: compiango i trombettisti che per suonare il loro (obsoleto seppure efficace) strumento si gonfiano a dismisura le loro guance; mi spiace per i violinisti che per suonare il loro (obsoleto e splendido) strumento hanno seri problemi alle cervicali; mi spiace per gli arpisti che per suonare il loro (obsoleto seppure affascinante) strumento si frantumano i polpastrelli... tutto questo per conservare una tradizione che prima o poi cesserà di esistere, come i cari e 'vecchi' pianoforti acustici...
Avevo scritto tanto ma poi ho cancellato...

perché forse hai ragione, con Montage l'armonica verrà sicuramente più pulita e a non so quanti bit...

  • anonimo

01-10-18 15.46

@ vin_roma
Avevo scritto tanto ma poi ho cancellato...

perché forse hai ragione, con Montage l'armonica verrà sicuramente più pulita e a non so quanti bit...

spettacolo!!! a sting non resta che aprire le braccia per l'ammirazione
  • fighterrx

01-10-18 16.13

benjomy ha scritto:
.. io invece sono convinto che i cari e vecchi pianoforti acustici resisteranno ancora per tanti anni... eccome se resisteranno... e meno male!!!



Probabilmente in qualche teatro tipo alla Scala, dove si attingerà per campionare le librerie che poi verranno effettivamente utilizzate in qualche rompler (HW o SW) dal 99.99% dei musicisti e dal 99.99% del pubblico.

L'accordatore di pianoforte sarà una professione come il costruttore di gondole: ce ne sono 4 o 5 in tutto il mondo (qualche turista giapponese da scarrozzare in laguna si trova sempre) e sono a rischio estinzione più dei Panda. Il tempo in cui le gondole erano il mezzo di trasporto imprescindibile della maggior superpotenza navale al mondo (capace di sgominare l'invincibile flotta Ottomana a Lepanto) è passato da qualche secolo.

Ad un certo punto ci saranno solo i modelli fisici e non servirà neanche il piano vero per i campionamenti. Certo il pianoforte sopravviverà per altri 2000 anni, così come l'arpa è sopravvissuta al crollo dell'antica Grecia.

Ma se anche si estinguesse un domani, ce ne faremmo tutti una ragione. Così come ci siamo fatti una ragione per la scomparsa del regolo calcolatore: strumento imprescindibile per ogni ingegnere degli anni '60. Così come ci siamo fatti una ragione della scomparsa delle tabelle trigonometriche e dei logaritmi (ancora previste nei Licei negli anni 80!! Peraltro già allora totalmente in disuso.).

La maggior parte dei millennials un pianoforte dal vivo non l'ha mai visto. Solo in televisione. Io stesso non mi ricordo quando ho visto l'ultimo (se escludo quello in vetrina in un negozio di strumenti musicali: la sua sporca figura la fà sempre, specie se c'ha anche solo una mezza coda!).

P.S.: L'hammond si è estinto? Vero? I cloni imperversano, ma quando è stato costruito l'ultimo hammond che produce il suono senza un microprocessore? E soprattutto, chi li usa ancora?
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01-10-18 16.26

mike71 ha scritto:
SEcondo me questo risolve il problema dell'uso di un personal computer di uso generale.
Il fattore di forma è più da expander, l'interfaccia utente è dedicata, ma dentro c'è un Raspberry Pi con Linux.


Purtroppo un po' poco prestazionale... ad esempio il pianoteq su pi3 credo sia al limite dell'usabile...
  • giosanta
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01-10-18 16.34

Mah... sbaglierò ma nello specifico del pianoforte tutta questa agonia non la vedo ma, ripeto, posso sbagliare.
Sui palchi Jazz, e non parlo di Umbria Jazz, ho visto solo coda, nell'ambito della classica non ne parliamo proprio, i digitali si vedono sui palchi rock, dove tuttavia prima gli acustici venivano usati poco e nulla per evidenti problemi dovuti anche all'uso "proprietario" degli strumenti esistente in quest'ambito.
Abito in un piccolo paese, ma c'è un grande negozio che vende e noleggia solo pianoforti, essenzialmente Yamaha. Parlando con il proprietario è uscito fuori che i digitali sono in crescita esponenziale, ma a discapito dei verticali, nonostante la resistenza di qualche maestro arcaico, visto che i più recenti con mobile, tastiera di legno, meccanica con scappamento ed amplificazione dedicata incorporata, lo surclassano superando i suo limiti tecnici ed acustici, avendo in più l'incomparabile vantaggio della cuffia.
In altri termini un coda (IL PIANOFORTE), è stato ed è costoso quanto ineguagliabile e dove stava sta.
Cio detto a questo punto anche qui potremmo inserire il tema iniziale. Il pianoforte, che a parte tasti e pedali non ha interfaccia, è ideale per trasferire l'emulazione dei suoi contenuti sonori ad un PC/software solo che poi, per poterlo gestire degnamente, ci occorre una tastiera dedicata tipo VPC1 che costa e pesa...
  • vin_roma
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01-10-18 17.23

Certo che se si continua a fare musica elementare, che non ha bisogno di capacità esecutive, musica costruita con spezzoni di loop, al massimo che cannibalizza quello che di buono e umano è stato fatto prima ...certo che gli strumenti non serviranno più.

Sarà una nuova fase, altre cose da dire... boh!
Di certo servirà una società senza identità, non emotiva, blanda, senza passione, insomma, 'na roba pericolosa.
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01-10-18 17.41

@ vin_roma
Certo che se si continua a fare musica elementare, che non ha bisogno di capacità esecutive, musica costruita con spezzoni di loop, al massimo che cannibalizza quello che di buono e umano è stato fatto prima ...certo che gli strumenti non serviranno più.

Sarà una nuova fase, altre cose da dire... boh!
Di certo servirà una società senza identità, non emotiva, blanda, senza passione, insomma, 'na roba pericolosa.
Non siamo così pessimisti... prima o poi ci si accorgerà che omologazione e globalizzazione a tutti i costi... fanno solo cacare e male. E cmq dubito seriamente che le abilità manuali, compositive ed esecutive nell'uso di uno strumento musicale... possano sparire del tutto in favore di loop e automatismi vari.
  • benjomy
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01-10-18 17.59

giosanta ha scritto:
Mah... sbaglierò ma nello specifico del pianoforte tutta questa agonia non la vedo ma, ripeto, posso sbagliare.
Sui palchi Jazz, e non parlo di Umbria Jazz, ho visto solo coda, nell'ambito della classica non ne parliamo proprio,

sono d'accordo con te.
Soprattutto in ambito musica classica il pianoforte acustico la fa ancora da padrone e cene vorrà per scalzarlo.
non parliamo poi di alto livello dove , come un po' tutti gli ambiti, si sentono meno i fenomeni degli ultimi anni.
prediamo ad esempio una azienda come Fazioli che costruisce 120/130 pianoforti l'anno, con legni solo di un certo tipo etc.
ecco ..non mi pare che il pianoforte digitale, pur bello che sia, possa entrare neppure in confronto con una realtà simile...
.


  • anonimo

01-10-18 18.04

vin_roma ha scritto:
Di certo servirà una società senza identità, non emotiva, blanda, senza passione, insomma, 'na roba pericolosa.


Mah.