Programmare da zero, cosa preferiamo

  • giacomo_torino
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25-05-18 18.59

Sondaggio... mi chiedevo:
nella nostra strumentazione (quella che possediamo realmente) qual è l'hardware preferito nella programmazione? quello che - se abbiamo in mente un suono (layer o split) - ci consente di arrivare in pochissimo e con soddisfazione (e divertimento, perchè no) al risultato?
Dividerei in due categorie... synth e workstation

Mi rivolgo soprattutto a chi programma da zero, non a chi spippola un preset, cambia l'attack e lo salva dicendo "ho fatto un suono"...
ed eviterei sermoni biblici, cercando di contenere le motivazioni in una utile e stringata sintesi


Per me:
Synth:
Roland JP8000 (pannello sempre molto friendly e divertente, in un attimo si fanno davvero tante cose, anche particolari)
Korg MS2000 (lo preferisco se devo ottenere suoni standard ma con modulazioni complesse, facilissime da fare sui 16 step del sequencer)

Workstation:
mah, tanti dubbi, FA06, Krome, altre cianfrusaglie come K2000, Oasys... però alla fine dei conti dovrei dire Kronos (tranne il Karma) perchè ormai alla fine ho imparato a conoscerlo e a non perdermi, anche se i percorsi di alcune modulazioni del suono ancora mi sfuggono (AMS)

A voi... emo
  • Dallaluna69
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25-05-18 21.35

Vado OT (e visto che sono il primo che risponde, direi che si comincia bene emo) dato che utilizzo solo VST: il mio preferito per la creazione di suoni è Omnisphere 2. Suoni stravolgibili e plasmabili in ogni modo immaginabile. Mi da grandi soddisfazioni. emo
  • giacomo_torino
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25-05-18 21.43

Sul software si gioca facile... emo
Mi sa che sto thread non frega na mazza a nessuno... a me sembrava interessante... emo
  • paolo_b3
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25-05-18 21.47

Non so se il mio punto di vista può arricchire la discussione. L'unico periodo in cui ho avuto voglia di fare un suono partendo da zero è stato quando avevo il kawai SX210. Ad onor del vero sono sempre partito con un'idea in testa (come Cesare Ragazzi) e non mi ci sono mai nemmeno avvicinato, all'epoca il mio mito era il pad dell' Oberheim:
Poi passando alla generazione dei rompler, partendo da D50, mi sono reso conto che c'è talmente tanto da esprimere con i suoni preset che non valeva la pena perdersi a cercare nuove sonorità. almeno non prima di aver sfruttato al meglio le preesistenti. Del resto all'epoca i sistemi erano "chiusi" ossia programmare un DX7 o un D50 era prerogativa dei pochi esperti.
Oggi se ho bisogno di risolvere una situazione so che il suono ce l'ho, effettivamente mi rendo conto che senza nuovi suoni non ci possono essere nuove sonorità, ma io, in fin dei conti, mi devo solo divertire.
  • michelet
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25-05-18 22.11

C'è poco da dire, in genere i sintetizzatori che invogliano maggiormente a programmarli, sono quelli con i comandi "a vista".
Di conseguenza, i miei preferiti sono:
Roland JX-10 ed il suo fidato PG-800 (a cui sto pensando di aggiungere il kit PWM e Flash da 16 banchi),
Korg Radias
Yamaha AN1x

In realtà potrei aggiungere anche il quartetto microKORG, microKORG XL+, JD-Xi e Mininova, però anche questi fanno parte della seconda categoria.

Riguardo invece a tutti gli altri strumenti del mio homestudio, per ovvi motivi di tempo, non comincio mai dal classico "Voice Init" di antica memoria (DX7mkI), mi limito a modificare quanto già nelle librerie a disposizione.
  • giacomo_torino
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25-05-18 22.15

Tanti pigroni in giro eh?... emo
  • michelet
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25-05-18 23.14

@ giacomo_torino
Tanti pigroni in giro eh?... emo
Fino ad un certo punto. VIsto che le ore della giornata sono 24, di cui almeno 8 trascorse lavorando e altre 8 in attività varie non connesse alla musica. Ne rimangono altre 8, di cui almeno 6 dedicate al riposo. Se la matematica non mi inganna, significa che "potrei" avere a disposizione 2 ore al giorno per dedicarmi al mio hobby preferito.
Ho visto statisticamente che 2 ore passano veramente in fretta, specialmente se ci si dedica alla creazione di suoni da zero. E trovo oltremodo frustrante vedere che in quel tempo ho combinato poco o nulla, anche perché il giorno dopo non è detto che abbia ancora quelle due ore, tanto sospirate.
E poi, non è detto che sia necessario programmare a tutti i costi delle timbriche inedite per realizzare dei prodotti originali. A me piace produrre un genere dove vengono utilizzati principalmente timbriche acustiche, vetrose (come piace a Jaam) o basate su campioni, dove l'elettronica fa da contorno.
Brani esclusivamente basati su timbriche sintetiche ne ho composti pochi, perché dopo un po' mi stanco.
In definitiva, non mi ritengo un pigro ma uno che cerca di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo.
  • Synthex77
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26-05-18 00.09

ms2000 era quello che mi dava più soddisfazioni...
  • giacomo_torino
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26-05-18 02.13

Synthex77 ha scritto:
ms2000 era quello che mi dava più soddisfazioni

Allora non sono il solo... emoemo
  • giannirsc
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26-05-18 06.19

Negli anni 90 programmavo da zero i miei suoni sulla wavestation e da “addetti al settore” venivo visto come un temerario..ricordo un famoso arrangiatore che quando mi vide entrare nei sub menù della Korg mi diede del pazzo..
È ovvio che un synth con tante manopole sia di più facile gestione come ad esempio il jd800 e possa dare più soddisfazioni, ma nel mio caso programmare la wavestation era la cosa che mi soddisfava di più.

26-05-18 07.15

Nord Lead 4: non lo sfrutto appieno, ma ogni volta che devo creare un suono particolare, al diavolo software e pc: è proprio soddisfacente star li a spippolare/layerare/arpeggiare roba.

Non snobbo però il partire da un preset, modificarlo e layerarlo ad un altro preset modificato. Ammetto che i suoni più fighi sono arrivati da tal pratica, d altronde non si tratta di "pigrizia" ma di ottimizzazione del tempo. D altronde le energie per la musica, dati gli impegni, non possono esser sempre le stesse.

Workstation: enormi soddisfazioni con la moxf8, dove ottengo sempre ciò che ho in mente. Moxf8 che però ho deciso di vendere (per chi é interessato, 1050 euro ed è vostra), quindi mi restera electro e lead :)
  • zerinovic
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26-05-18 09.03

Parecchio pigro!emo
Il virusb é stato, dopo le dovute presentazioni, quello più soddisfacente.ma non quello più sorprendente.

Adesso ho il micro-x e devo ammettere che é piuttosto fetente la mezzasega.é pieno di risorse.
Ti strappa sempre un sorriseto..ma guarda te...
Sarò partito da un init...emo5 volte..e combi.
Da un init Program mai, solo modifiche.
Anche perché é difficile non trovare nemmeno un preset che ci va vicino.
  • mima85
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26-05-18 13.30

Sarò ripetitivo, ma il primo synth che, quando sono in vena (e di questi periodi accade poco) accendo e su cui spippolo è come sempre il Jupiter 6. L'anno scorso per un po' di tempo è stato il Jupiter 8, prima che mi strappasse fuori i nervi dalla pelle a suon di problemi, motivo per cui è stato sfrattato dallo stand.

Come detto sto attraversando un periodo dove pazienza e voglia sono molto poche, quindi per quanto concerne i digitali che ho (D-50, SY-77, Wavestation) quando mi servono mi limito ai preset, eventualmente caricando via MIDI qualche banco.

Tornando al Jupiter 6 comunque, i preset di fabbrica in memoria saranno rimasti si e no un paio. Tutte le altre locazioni le ho sovrascritte con suoni miei. Se qualcun altro oltre me qui su supporti ha questo synth, me lo dica che sarò ben felice di condividere le mie patch emo
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26-05-18 13.45

Il Kurzweil PC3 (é l'unica tastiera che ho! emo).
Per quanto se ne dica, l'ho sempre programmata direttamente senza PC e sw vari.
Il menù è ben fatto e per due layer in split bisogna fare solo ...due layer con i punti di split! emo
  • kurz4ever
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26-05-18 14.40

Mah, pure io devo dire di non trovarmi male col pc3k. Ho avuto integra 7 e jupiter 80 e non è che fosse tanto più immediato... pardon mi correggo, era immediato spippolare (usando il display interno o l'app per ipad che emula l'interfaccia di un jupiter analogico), ma non arrivavo mai al suono esatto, quindi alla fine preferisco andare più piano (neanche tantissimo) e fare solo coi kurz usando l'editor onboard.
  • vin_roma
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26-05-18 15.00

Ma è strano parlare di programmazione con gli strumenti di oggi.

In quanti partono da un "init program" per farsi un suono? Sarebbe anche complicato partire da zero con l'enormità di parametri che ci sono oggi.

L'unica vera programmazione che facevo era sui synth a manopole e bottoni e soprattutto sui campionatori (oltre l'EMU ho avuto Roland S50 e due S550 per avere 56 secondi di memoria x 2 ...e nell'86 avere la possibilità di editare su video era una cosa fantascientifica!). Oggi ci si limita, anche se pesantemente, a modificare i suoni esistenti.
Feci anche qualcosa con la DX7 da zero ma il più delle volte, grazie a questo da cui si copiavano tutti i parametri a mano , passavo nottate intere a leggere stringhe di numeri.
  • zaphod
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26-05-18 15.20

Se ci pensiamo, la possibilità di iniziare da una tabula rasa (init program) è nata con gli strumenti digitali, o comunque quando vi è stata la possibilità di memorizzare preset. Su un minimoog, per fare un esempio, il suono di partenza è l’ultimo utilizzato emo
Generalmente io sui synth preferisco sempre partire da suoni “init”. Anche quando avevo il dx27 (un fm a 4 operatori) mi divertiva vedere come poteva venire un suono, forse agevolato dalle poche variabili disponibili rispetto ad un dx7. Anche ora, sul P08, mi piace partire da zero.

Edit: mi rendo conto che il mio intervento non c’entra una fava col topic... chiedo venia e cerco di rimediare: io di synth ho solo il P08 e un mono (kawai 100-f). Quest’ultimo lo conosco come le mie tasche, ce l’ho da più di 20 anni, e so cosa ci posso ottenere e cosa no. Pertanto, lo cerco solo se ho un certo suono in mente, e so già che lo realizzerò prima che con il P08.
  • orange1978
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27-05-18 03.08

sicuramente il kurzweil k2000 (che non é una cianfrusaglia ed é molto meglio di quella cagata di oasys, infatti con k2000 ci hanno fatto centinaia di dischi dal pop alla trance, idm, edm piu estrema,con oasys in ben pochi sono riusciti a cavarci qualcosa di decente, a parte le demo ridicole korg come loves embraces all, solita roba scialba rnb)

comunque qualsiasi hardware, a parte forse le korg che sono abbastanza noiose da programmare.

per quanto riguarda INIT sound....è la prima cosa che si fa quando si prende un synth per studiarlo, in gergo questa operazione si chiama zeroing the synthesizer ossia azzerarlo e riportare tutti i cursori e manopole a livelli zero, tranne alcuni altrimenti non suonerebbe nulla proprio.

nel caso dei synth che offrono gia un init sound a volte io lo modifico ulteriormente azzerandolo ancora di piu perche magari alcuni parametri di partenza non mi soddisfano per esempio al posto della prima forma d'onda magari di pianoforte, ne metto un altra di default solitamente una sine o una square....poi risalvo il suono in una locazione free.

partire da un init o da un program e modificarlo è uguale, l'importante è il risultato ma certamente nei synth digitali complessi puo essere un problema perche i suoni sono appunto formati da diversi layers o elements e quindi diventa difficile capire cosa fanno e modificarli, sarebbe piu semplice partire per fare un quadro da una tela bianca o nera che da un paesaggio gia disegnato e modificarlo.

nei synth analogici come il voyager invece essendo molto semplici tutto si puo fare...con la fm è difficilissimo fare un suono senza partire da zero, va pianificato tutto altrimenti non esce niente di musicale, con l'additiva nemmeno a parlane (neanche mi ci metto).
  • maxpiano69
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27-05-18 07.51

@ vin_roma
Ma è strano parlare di programmazione con gli strumenti di oggi.

In quanti partono da un "init program" per farsi un suono? Sarebbe anche complicato partire da zero con l'enormità di parametri che ci sono oggi.

L'unica vera programmazione che facevo era sui synth a manopole e bottoni e soprattutto sui campionatori (oltre l'EMU ho avuto Roland S50 e due S550 per avere 56 secondi di memoria x 2 ...e nell'86 avere la possibilità di editare su video era una cosa fantascientifica!). Oggi ci si limita, anche se pesantemente, a modificare i suoni esistenti.
Feci anche qualcosa con la DX7 da zero ma il più delle volte, grazie a questo da cui si copiavano tutti i parametri a mano , passavo nottate intere a leggere stringhe di numeri.
Che ricordi quel libro Vin! Nottate passate a copiare parametri sul DX7 e poi provare a modificarli, anche in quel caso comunque difficilmente si partiva da zero (e vorrei vedere!!)

Oggi come oggi io, per quel che mi serve, mi trovo benissimo col Nord Stage 2, pochi parametri ma proprio per quello é abbastanza facile arrivare al risultato voluto (nei limiti delle sue possibilitá), anche partendo da un Init.
  • gianfuzzi
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27-05-18 08.42

@ giacomo_torino
Sondaggio... mi chiedevo:
nella nostra strumentazione (quella che possediamo realmente) qual è l'hardware preferito nella programmazione? quello che - se abbiamo in mente un suono (layer o split) - ci consente di arrivare in pochissimo e con soddisfazione (e divertimento, perchè no) al risultato?
Dividerei in due categorie... synth e workstation

Mi rivolgo soprattutto a chi programma da zero, non a chi spippola un preset, cambia l'attack e lo salva dicendo "ho fatto un suono"...
ed eviterei sermoni biblici, cercando di contenere le motivazioni in una utile e stringata sintesi


Per me:
Synth:
Roland JP8000 (pannello sempre molto friendly e divertente, in un attimo si fanno davvero tante cose, anche particolari)
Korg MS2000 (lo preferisco se devo ottenere suoni standard ma con modulazioni complesse, facilissime da fare sui 16 step del sequencer)

Workstation:
mah, tanti dubbi, FA06, Krome, altre cianfrusaglie come K2000, Oasys... però alla fine dei conti dovrei dire Kronos (tranne il Karma) perchè ormai alla fine ho imparato a conoscerlo e a non perdermi, anche se i percorsi di alcune modulazioni del suono ancora mi sfuggono (AMS)

A voi... emo
Come Giacomo JP8000 ! sara' perche e stato il mio primo synth ...con manopole ecc e il nord clavia 3.....come WS la korg m3 .