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Buona lettura e poi via ai commenti23-01-18 18.31
Io ho studiato Classica e adesso mi cimento nel Ragtime-Blues-boogie-Jazz(grancalma), che per quanto imbrantato io sia(ma tanto lo si percepisce anche solo ascoltando i dischi) ho visto che grande parte della differenza lo fa il fatto che nella classica si da grandissima importanza al legare le note che tante volte è un grosso dispendio di energie e compromentte anche la velocità, mentre negli altri generi che ho citato c'è tutta la libertà di legarle come no, dipende dalla comodità delle dita visto che nell'improvvisare non si ha tempo di scegliere le diteggiature, e comunque anche se non è improvvisato non si sta la a complicarsi la vita per il legato.23-01-18 18.32
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tasti23-01-18 20.09
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Il pianista jazz è un pianista classico (si pensi alle esposizioni dei temi) che in più sa improvvisare e conosce il lessico ritmico/armonico/melodico afro-americano24-01-18 01.19
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Non mi pare ci sia niente di assurdo. Fermo restando che Ad alti livelli sia necessario avere una tecnica ineccepibile, l'approccio È necessariamente diverso, piu filologico nella classica piu creativo nel jazz. Anche la mancanza di uno spartito di riferimento (quale versione scegliere?) per il brano jazz, al contrario della classica comporta un approccio un po’ diverso, quindi mi pare normale che il cervello lavori in maniera differente. Si dice ( e a volte è vero) che un pianista classico senza spartito sia un po’ perso. Ma sono solo aspetti e caratteristiche diverse dello stesso mondo.. ciascuno con le proprie prerogative24-01-18 10.13
La musica classica è statica, è quella, chi la va ad ascoltare vuole sentire quei strumenti in quel momento.24-01-18 13.38
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Ma i maestri spesso son cosi'. Il mio ,se per caso mi sorprendeva a suonare un'aria "moderna",apriti cielo!!! Mezz'ora di esercizi supplementari!!!24-01-18 16.15