ABC del DAW

  • anonimo

30-12-17 13.28

1) un DAW può gestire molteplici funzioni 
- registratore audio 
- registratore MIDI 
- gestore di strumenti VST (spesso da procurarsi a parte) 
- gestore di effetti virtuali 
- console di mixaggio 
- console di mastering 

Etcetera... 

2) è importante capire se si sta registrando MIDI o audio 

3) registrazione MIDI tramite strumento con suoni propri: bisogna scindere il flusso dati dal flusso audio 

- in registrazione i dati MIDI (note on, note off, volume etc) dallo strumento viaggiano normalmente tramite cavo USB o cavo MIDI (e relativo adattatore) al computer/DAW 

- per il feedback ci sono diverse opzioni (occhio ai settaggi sia sullo strumento che sul DAW per non avere sdoppiamenti o inopinati silenzi) 

a) dal DAW allo strumento per via MIDI, lo strumento "legge" i dati MIDI e li esegue e poi l'audio viaggia su normali cavi audio dallo strumento all'amplificatore/diffusore (o cuffie) 
b) lo strumento invia immediatamente il suo audio all'ampli/diffusore (o cuffie) 

- in esecuzione i dati MIDI viaggiano sul cavo USB dal DAW allo strumento, lo strumento "legge" i dati MIDI e li esegue e quindi l'audio tramite cavi audio dallo strumento va all'amplificatore/diffusore (o cuffie) 

È evidente che in questa configurazione non occorrerebbe neppure una scheda audio, come è altresì evidente che le possibilità di editing sono molto semplici, flessibili ed estese 

4) registrazione audio tramite strumento con suoni propri 

- in registrazione si hanno le seguenti possibilità: 

a) se lo strumento non dispone di uscita digitale (audio over USB) nè di scheda audio interna, l'audio viaggia su cavi audio dallo strumento alla scheda audio esterna ovvero si effettua una conversione A/D, poi dalla scheda audio al DAW (normalmente tramite USB). 

Se c'e una scheda audio integrata nello strumento, il suono uscirà già in formato digitale, ma di solito in questo caso lo strumento ha anche l'audio over USB quindi non c'è stata alcuna conversione, i convertitori D/A dello strumento sono stati saltati...per pura accademia, se lo strumento avesse una scheda audio integrata ma non avesse l'audio over USB, ci sarebbe stata una conversione A/D 

c) c'è anche la possibilità che si usi la scheda audio interna al computer, nel qual caso il flusso è: strumento->scheda audio del computer (ovvero conversione A/D) 

- in esecuzione l'audio viaggia dal DAW alla scheda audio, poi dalla scheda audio all'ampli/diffusore (o cuffie). Se la scheda audio è interna allo strumento, sembrerebbe che l'audio torni allo strumento, ma in realtà torna solo alla scheda audio incorporata, il motore non viene attivato
  • anonimo

30-12-17 13.30

5) registrazione MIDI con VST 

- in registrazione la master invia i segnali MIDI al DAW 

- in feedback il DAW invia i dati MIDI al VST che li esegue, dopodichè l'audio risultante dev'essere inviato ad una scheda audio per la conversione D/A e da questa all'ampli/diffusore (o cuffie) 

- in esecuzione il DAW invia i comandi MIDI al VST che li esegue, l'audio risultante viene inviato alla scheda audio per la conversione D/A e quindi all'ampli/diffusore (o cuffie) 

6) registrazione audio con VST 

- in registrazione la master invia i segnali di controllo digitali al DAW, che li invia ai VST che li eseguono; l'audio risultante viene registrato in digitale sul DAW 

- in feedback l'audio registrato sul DAW viene inviato alla scheda audio per la conversione D/A e da questa all'ampli/diffusore (o cuffie) 

- in esecuzione l'audio registrato sul DAW viene inviato alla scheda audio per la conversione D/A e da questa all'ampli/diffusore (o cuffie) 

Ovvio che lavorando su materiale audio l'editing possibile sarà diverso e molto meno granulare dell'editing possibile in modalità MIDI
  • anonimo

30-12-17 13.31

I dati midi alla DAW possono essere inviati anche senza una prestatasti: 
- si può utilizzare la tastiera interna virtuale di Reaper 
- si può creare un file xml o midi con software tipo Musescore e poi importarli in Reaper 
- si può utilizzare il pianoroll 
- si può infine importare un midi già fatto, tipo quelli che si trovano su Internet.
  • anonimo

30-12-17 13.34

Ad un certo punto bisognerà trasformare tutte le tracce MIDI in tracce audio (il che libererà anche risorse) e poi procedere all'editing audio, al missaggio/compressione/fx etcetera...poi si crea il master stereo (mastering)
  • Dallaluna69
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30-12-17 15.09

Aggiungo che lo scopo principe di ogni DAW è giungere alla finalizzazione di un brano, svolgendo tutte le funzioni normalmente svolte da uno studio di registrazione.

I brani usualmente si esportano in wav, se destinati a un cd o in mp3 se diretti a Internet.

Usualmente le DAW hanno la possibilità di mettere dei sample in loop, per creare basi ritmiche o interi brani con pochi tocchi di mouse.

Fondamentale la fase di missaggio, per la quale ogni DAW di norma è ben fornita di effetti ai quali se ne possono aggiungere altri di terze parti.
Una DAW come Cubase o Reaper, se ben armata di validi plugin fx, riesce a fare oggi quello che un tempo faceva uno studio da un milioncino di dollari.
  • Whoispink
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30-12-17 18.04

Questa oscillazione tra "il DAW" e "la DAW" mi dà un po' alla testa emo . Ho sempre inteso "la DAW" (nel senso di Digital Audio Workstation = stazione di lavoro per l'audio digitale, dove stazione è sostantivo femminile). Tanto per cazzeggiare un po' eh emo
  • MiLord
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30-12-17 18.11

Thanks Cyrano! emo
  • anonimo

30-12-17 18.13

@ Whoispink
Questa oscillazione tra "il DAW" e "la DAW" mi dà un po' alla testa emo . Ho sempre inteso "la DAW" (nel senso di Digital Audio Workstation = stazione di lavoro per l'audio digitale, dove stazione è sostantivo femminile). Tanto per cazzeggiare un po' eh emo
Ed in effetti hai ragione...
  • barbetta57
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30-12-17 18.27

Dallaluna69 ha scritto:
Una DAW come Cubase o Reaper, se ben armata di validi plugin fx, riesce a fare oggi quello che un tempo faceva uno studio da un milioncino di dollari.

beh, no. una DAW del giorno d'oggi fa molto di più di quella che faceva uno studio da un milioncino di dollari. quello che non può fare è lo studio stesso, ma in fatto di flessibilità e di opzioni lavorative siamo distanti anni luce. il fatto è che la disponibilità pressoché infinita di strumenti e plugins ha rivoltato il modo di fare musica fino alle radici. non sono rari progetti con 100 e passa tracce, catene infinite di effetti su singole tracce, tutte cose che una volta non erano nemmeno concepibili. si può discutere se sia un bene o un male tutto ciò. anzi, mi piacerebbe conoscere il vostro metodo lavorativo. personalmente, io uso molto poco effettistica di canale (se si eccettuano i compressori) e mi limito a spolverare con gli equalizzatori, non di rado uso le tracce flat, allo usare filtri passa alto. dove invece sono più puntiglioso è sull'effettistica di ambiente.
  • anonimo

30-12-17 18.40

A me piace lavorare con gli strumenti più asciutti possibili, tengo tutto il possibile in MIDI sino a che non sono convintissimo dell'esecuzione (comprese dinamiche, articolazioni etc)

Ovviamente se un FX è parte integrante di un suono (phaser, flanger, overdrive, delays, amps etc) allora questo entra direttamente in fase esecutiva

Per certi timbri un filino di riverbero di traccia aiuta nell'esecuzione, ma non mi piace annegare il sound di uno strumento fin dall'inizio

Poi faccio rendering audio traccia per traccia ed equalizzo traccia per traccia laddove ce ne fosse bisogno, insieme al panpotting fine, mix dei volumi, FX speciali, compressore sui timbri bisognosi (spesso le drums).

Creazione del master stereo, riverbero globale (sono abbastanza avaro) e compressione finale se proprio serve ma non sono un fan del compressore, schiaccia molto le dinamiche
  • anonimo

30-12-17 18.50

In più, cerco di stare attento ai seguenti elementi:

1) separazione delle frequenze delle tracce: il sound globale se ne giova parecchio a mio parere, se ogni strumento se ne sta nel suo range senza "salire sopra" agli altri il risultato finale sarà molto meno "impiastricciato"

2) disposizione "in profondità" delle tracce (gioco di volumi, riverberi e panpotting fine) mi piace "far uscire" uno strumento dallo sfondo quando la sua parte ha una particolare importanza nel tessuto compositivo. Questo a mio avviso evita il "piattume" che spesso si sente in certe produzioni

3) dinamiche: la musica deve respirare, e l'abuso di compressione uccide il respiro
  • barbetta57
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30-12-17 19.05

nel senso che non annego di effetto (ambiente) ma ne uso parecchi diversi, anche delay per ricreare la stereofonia, e soprattutto uso i riverberi in funzione di arricchimento timbrico dei canali a cui sono destinati (quindi equalizzazione e risposta dell'ambiente complementare al suono a cui è destinata, magari riverberi grossi su suoni chiari e cose simili). uso esclusivamente il riverbero stabbiar di cubase, che a me piace moltissimo, e tutta l'effettistica di base di cubase, ad eccezione di alcuni plugins IK multimedia, soprattutto il pultec ed il compressore standard, a volte l'ottico. i compressori non servono solamente per la dinamica, ad esempio quello dell'IK che uso ha un suo colore che mi piace, inoltre modificano in maniera drastica a volte l'attacco del suono. uso moltissimo anche il transfert designer standard e quello multibanda, oppure il compressore multibanda (sempre roba standard) al posto di un eq per togliere risonanze o enfatizzare determinate frequenze.
  • Fabri72
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30-12-17 19.12

Ciao Cyrano. Grazie per il contributo for dummies come me.
Buon anno.
Fabrizio
  • Dallaluna69
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31-12-17 00.32

@ barbetta57
Dallaluna69 ha scritto:
Una DAW come Cubase o Reaper, se ben armata di validi plugin fx, riesce a fare oggi quello che un tempo faceva uno studio da un milioncino di dollari.

beh, no. una DAW del giorno d'oggi fa molto di più di quella che faceva uno studio da un milioncino di dollari. quello che non può fare è lo studio stesso, ma in fatto di flessibilità e di opzioni lavorative siamo distanti anni luce. il fatto è che la disponibilità pressoché infinita di strumenti e plugins ha rivoltato il modo di fare musica fino alle radici. non sono rari progetti con 100 e passa tracce, catene infinite di effetti su singole tracce, tutte cose che una volta non erano nemmeno concepibili. si può discutere se sia un bene o un male tutto ciò. anzi, mi piacerebbe conoscere il vostro metodo lavorativo. personalmente, io uso molto poco effettistica di canale (se si eccettuano i compressori) e mi limito a spolverare con gli equalizzatori, non di rado uso le tracce flat, allo usare filtri passa alto. dove invece sono più puntiglioso è sull'effettistica di ambiente.
Tutto vero. Aggiungerei che una DAW oggi può copiare gli effetti da una traccia all'altra (Reaper lo fa con un click), copiare le automazioni da una traccia all'altra, etc. Sono ore di lavoro risparmiate.
Sono cose belle da raccontare, perché chi si approccia ad una DAW, che sia free o a pagamento, deve sapere che sta per trovarsi per le mani uno strumento potentissimo. emo
Quello che si è perso (e infatti esistono mille plugin che cercano di ricrearlo) è il sound analogico, che derivava dal passaggio della traccia da valvole e nastri e veri compressori...

Una cosa che non abbiamo ancora segnalato è che la maggioranza della DAW fa anche video editing. Questo per fornire un servizio più completo a chi vuol postare i propri lavori su youtube e similia.
  • barbetta57
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31-12-17 00.36

Mah, sul sound analogico sono sempre stato scettico.
  • vin_roma
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31-12-17 02.02

@ barbetta57
Mah, sul sound analogico sono sempre stato scettico.
Senza dubbio tecnicamente migliore oggi ma... Ho ancora da qualche parte una quintalata di nastri 2' ex RCA It. e quando avevo il registratore funzionante mi divertivo a sentire cosa c'era su. Beh, la differenza era nella profondità. La maggior parte del registrato erano provini ma con pianoforte vero, magari non al meglio dell'affinazione, chitarre, archi... Bastava niente e tutto camminava, non c'era bisogno di chissà.che in eq., comp., pan, tutto era sempre "giusto" mentre oggi per avere la stessa padronanza di mix devi riempire le tracce di processori e il risultato è sempre un suono troppo in primo piano, senza anima, senza respiro. Per avere oggi la stessa "poesia" devi avere le tracce live di un gruppo che suona con le palle, altrimenti è plastica, bella, lucida, ma plastica.
  • barbetta57
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31-12-17 10.26

@ vin_roma
Senza dubbio tecnicamente migliore oggi ma... Ho ancora da qualche parte una quintalata di nastri 2' ex RCA It. e quando avevo il registratore funzionante mi divertivo a sentire cosa c'era su. Beh, la differenza era nella profondità. La maggior parte del registrato erano provini ma con pianoforte vero, magari non al meglio dell'affinazione, chitarre, archi... Bastava niente e tutto camminava, non c'era bisogno di chissà.che in eq., comp., pan, tutto era sempre "giusto" mentre oggi per avere la stessa padronanza di mix devi riempire le tracce di processori e il risultato è sempre un suono troppo in primo piano, senza anima, senza respiro. Per avere oggi la stessa "poesia" devi avere le tracce live di un gruppo che suona con le palle, altrimenti è plastica, bella, lucida, ma plastica.
sono convinto che il 90% della qualità di ciò che si registra passa dallo strumento, dalle dita dell'esecutore, dal il microfono, come è stato messo e dove si trova, e per la competenza di chi riprende. il restante 10% è dovuto al mezzo di acquisizione, che ora è un supporto magnetico ed un ADC. se questo è scarso ovviamente sarà scarsa l'acquisizione, ma normalmente quello che gli fai entrare esce.
  • vin_roma
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31-12-17 13.43

@ barbetta57
sono convinto che il 90% della qualità di ciò che si registra passa dallo strumento, dalle dita dell'esecutore, dal il microfono, come è stato messo e dove si trova, e per la competenza di chi riprende. il restante 10% è dovuto al mezzo di acquisizione, che ora è un supporto magnetico ed un ADC. se questo è scarso ovviamente sarà scarsa l'acquisizione, ma normalmente quello che gli fai entrare esce.
Senza dubbio i nastri di cui dicevo danno un effetto "antico" ...non proponibile oggi, ma, come la musica di ieri, è un suono più "sensato"? "artistico"?

Lo so che oggi è meglio, ma, dal punto di vista della musicalità, si è perso qualcosa, forse l'effetto "pellicola", la sincerità e profondità dell'ambiente reso.

Boh, anch'io, ripeto, non potrei fare a meno del digitale ma ...boh, una volta sembrava subito seria la musica, oggi te devi ingegna'!
  • barbetta57
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31-12-17 13.50

sono nato, "registratorialmente" parlando con i nastri, anche se tranne che in due occasioni, non ho mai avuto a che fare con i bestioni da due pollici, ma sempre con macchine da mezzo pollice. di cui ho posseduto vari esemplari tascam e fostex. ho tuttora un revox A77 a 78 inches su 1/4 che usavo fino a quando non ho acquistato il primo DAT. so di andare controcorrente, ma io questa bellezza del nastro come nastro in sè, non la sento. il digitale è un supporto come un altro, quello che gli metti esce. (il nastro, no, forse è questo che inganna)
  • vin_roma
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31-12-17 15.08

@ barbetta57
sono nato, "registratorialmente" parlando con i nastri, anche se tranne che in due occasioni, non ho mai avuto a che fare con i bestioni da due pollici, ma sempre con macchine da mezzo pollice. di cui ho posseduto vari esemplari tascam e fostex. ho tuttora un revox A77 a 78 inches su 1/4 che usavo fino a quando non ho acquistato il primo DAT. so di andare controcorrente, ma io questa bellezza del nastro come nastro in sè, non la sento. il digitale è un supporto come un altro, quello che gli metti esce. (il nastro, no, forse è questo che inganna)
Hai ragione ma forse il diverso con i vecchi sistemi sta proprio nell'approccio nel far musica, non nel presunto suono migliore. Col digitale è tutto sotto la lente, tutto perfettibile, si suona in differita, si esaspera la perfezione. Una volta si suonava più velocemente e quello che si registrava era effettivamente il definitivo e non ci si perdeva molto tempo perché non c'era possibilità di intervento quindi il flusso musicale ci guadagnava in immediatezza e musicalità. Oggi, con tutti gli interventi pre e post, si offre una musicalità ingessata, spesso fredda ...il territorio appunto di quasi tutti gli attori attuali che sfornano sequenze blande con assenza di architetture, che basano la loro capacità su strutture elementari che sono cose da età della pietra, ci piazzano due note da incapaci e ci balbettano sopra strofette da dementi. Però suonano bene!