Il primo ascolto di un qualsiasi brano musicale

  • trivial105
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25-10-09 19.51

l'altro giorno ho ascoltato un concerto di musica classica. erano tutte musiche che avevo ascoltato pochissime volte in precendenza e mi sono reso conto, o meglio ho avuto l'ennesima conferma, di come ad un concerto si goda tantissimo di più quando si conosce ciò che si sta per ascoltare.

detto questo vorrei sviluppare la discussione su due filoni

1) filone psico/musicologico: sono certo che a tutti capita di "godersi" di più l'ascolto di un brano musicale se è conosciuto, ma a volte temo che in me queta peculiarità sia particolarmente accentuata. al primo ascolto di un qualsiasi brano è come se riuscissi a farmi solo una panoramica sfocata del materiale musicale presente, solo con ascolti successivi metto a fuoco tutto e capisco cosa mi trovo di fronte. quante brani mi sono sembrati inizialmente insignificanti e poi sono entrati a far parte del mio personale santuario musicale!

certo tutto cambia in funzione della complessità del brano. una canzoncina pop scedente la inchiodo a km di distanza. ma già un buon album di musica leggera necessita 3-4 ascolti, un album prog 5-6, ancora di più la musica classica. prova a farmi ascoltare una sinfonia per la prima volta: NON SO DIRTI NULLA. chiamami tra una settimana e ti saprò dire se l'adoro o se mi fa schifo. credo di aver reso l'idea

a voi invece cosa succede?

2) filone storico: ecco che allora penso ad un secolo fa quando non c'era modo di ascoltare e riascoltare musica sui moderni supporti, ma tutto andava colto all'istante. come diavolo facevano a decretare il successo o meno di un'opera. certo si prendevano anche sonore cantonate, opere che oggi consideriamo capolavori assoluti furono accolte da tremendi fischi. e questo tanto quanto lo si può giustificare perchè spesso si trattava di opere innovative (vedi la sagra della primavera) che sconvolgevano ogni parametro.

ma ciò che ancor di più mi sconvolge è pensare ai successi clamorosi. prendiamo una nona di beethoven o qualsiasi altra opera per la quale il pubblico sia andato in delirio alla prima rappresentazione. come diavolo facevano a rendersi conto della bellezza di un qualcosa così, di primo acchitto?

A VOI LA PAROLA!!
  • Asterix
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26-10-09 14.52

Mah, ci sono dei brani classici che ho amato al primo ascolto pur essendo molto complessi, poi col tempo li ho apprezzati in tutti i loro aspetti, lo stesso vale anche per certe cose di musica rock/prog.

Ci sono dei brani complessi che hanno un impatto emotivo immediato e molto forte, altri che ne hanno meno.

Per esempio Beethowen non mi piace quasi mai al primo ascolto perchè la costruzione è complessa, c'è un grande lavoro tematico, io rischio di perdere il filo, mentre se ascolto Chopin, anche se mi perdo la struttura c'è sempre un bel tema che ti tiene desta l'attenzione.

Non ho ascoltato per anni dopo un ascolto frettoloso "A trick of the tail" dei Genesis, poi una volta l'ho messo su e l'ho ascoltato per settimane.

Però certe cose classiche colpiscono subito: Sciostakovic, Berlioz, certe cose monumentali di J.S.Bach (BWV 565).
Ma secondo me è tutto molto soggettivo.
Dipende molto anche da che disposizione d'animo sei in quel momento.

27-10-09 13.26

per quel che mi riguarda, più ci si avvicina all'era dei supporti di memoria, più la musica si è allontanata dall'"impatto" (parlando di musica cosiddetta colta, ovviamente..il grind è d'impatto, la dance è d'impatto, l'hard rock è d'impatto). ma questo perchè si è creata la possibilità di analizzare ascoltando più e più volte anche singoli passaggi (poi ora che la maggior parte degli spartiti li si trova in grandi database gratuiti e legali..).
prima, diciamo, la complessità era si presente e in misura non minore ad ora, ma era ricoperta da una patina di buon gusto..josquin non era un coglione, le voci erano incastrate in maniera perfetta, eppure è piacevole già al primo ascolto.
una manciata di secoli dopo i romantici ancora si basavano sull'impatto(benchè soggettivo);
invece, sfido a godere al primo ascolto con Schoenberg (piuttosto che berg, e weber, o stockhausen), ma siamo su un altro piano, quella è arte da leggere col libretto delle istruzioni.

per quel che riguarda il profilo storico: certo che una volta si poteva sentire molto meno, ma proprio per questo la gente ascoltava molto di più!
ora se ti vengono a dire che a 10 metri da casa tua viene un'orchestrina di paese (senza nulla togliere, anzi!onore e gloria a questi musicisti che lo fanno quasi sempre aggratis) a suonare, poniamo, la nona di beethoven, probabilmente ci andresti..ma già se si parlasse di 10 km ci penseresti due volte...d'altro canto, hai già 10 edizioni diverse sicuramente molto più belle, suonate meglio, che ti puoi ascoltare in poltrona, stoppare quando vuoi, fumando e bevendo e senza gente intorno che mormora.
pensa a 50 anni fa (esistevano già i dischi, ma non erano così alla portata di tutti):la gente sarebbe accorsa anche a 20 km pagando profumatamente (potendoselo permettere), perchè si trattava di un EVENTO! e chi se lo perde? e quando lo riascolto? per ben che vada potrò leggermi gli spartiti, se ho un'ottima cultura musicale...

per quanto concerte l'aspetto psichico: quando le cose vanno come ci si aspetta siamo contenti, e ho detto tutto emo
  • SavateVoeanti
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27-10-09 17.31

si, infatti..
adesso il pubblico medio piu del tormentone non ha voglia di sentire altro, basta riuscire a canticchiare il tormentone.emo

Una volta il concetto di musica era un altro:

quando uno ascoltava musica sapeva di andare in contro a una cosa di maestria percui si predisponeva ad impegnarsi all'ascolto,
Invece adesso ci sono i tormentoni ai quali non serve destare tanto impegno perchè arriva da solo al cervello, e se proponi una cosa complessa viene rifiutata perche è troppo impegnativa(quindi noiosa).


Tutta colpa del progresso, la agevolazioni di qualsiasi cosa ti rende pigro e si riflette su tutto lo stile di vita, (quindi anche nellascolto)


secondo me è così!emo