E' scomparso Al Jarreau.

  • BB79
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13-02-17 12.50

@ tsuki
La musica non muore mai...Prima o poi ci saranno tutte le premesse perché si verifichino le condizioni per una nuova rivoluzione musicale,come quella che porto' il mondo dal melodico al nuovo sound,che porto' l'italia da Nico Fidenco alla PFM,ed allora rifioriranno i nuovi geni....Non è che "si è rotta la macchinetta",ahahah....Tutto va' per cicli,piu' o meno lunghi,e ricicli.
quel che dici è indubbiamente verosimile,
il problema è nel "prima o poi"...emoemoemo
  • anonimo
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13-02-17 13.50

BB79 ha scritto:
quel che dici è indubbiamente verosimile,
il problema è nel "prima o poi"...emoemoemo


Infatti.

Se per veder nascere questi mostri sacri, ci sono volute condizioni particolari (le due guerre, la ricostruzione, il boom economico, strumenti e suoni innovativi ecc)., altri cicli di pari livello (anche senza guerre), non si riapriranno certo domani.

poi i casi singoli ci saranno (mosche bianche), ma un boom come quello dal dopoguerra agli anni 90, ce lo scorderemo per un bel po'.
Noi pero' c'eravamo.

Non e' un caso che si stia facendo uso indiscriminato di cover e cose simili.
  • BB79
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13-02-17 15.32

valenciano ha scritto:
Noi pero' c'eravamo.


lo puoi dire forte, compare musico
Al's tribute

emoemoemo
  • renatus
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13-02-17 17.19

valenciano ha scritto:
Se per veder nascere questi mostri sacri, ci sono volute condizioni particolari (le due guerre, la ricostruzione, il boom economico, strumenti e suoni innovativi ecc)., altri cicli di pari livello (anche senza guerre), non si riapriranno certo domani.


Sono sostanzialmente d'accordo, anche se accentuerei l'aspetto sociale e culturale.

Il fattore più importante (a mio modo di vedere) è lo scontro/passaggio da una civiltà prevalentemente agricolo/industriale ad una informatica/digitale. Non sottolineo l'aspetto tecnologico, ma piuttosto come è cambiato il modo di vivere, socializzare e comunicare. Questo insieme di passaggi ha avuto impatti articolati sul modo di vivere, sulla cultura, sull'arte.

Ci sono generazioni che sono nate in una cultura (il mondo occidentale prima degli anni '70) ed è stato pervaso prima da quel modo di pensare e, solo dopo aver assorbito quel tipo di cultura, se ne è staccato andando a creare qualcosa di nuovo e, se vogliamo. irripetibile.

Ora le nuove generazioni nascono e crescono in un mondo già trasformato senza più legami e radici con quell'ambiente agricolo/industriale.
E' quindi fisicamente quasi impossibile che si possa ripetere quello di cui siamo stati testimoni. Ci sarà dell'altro, per carità, ci sarà spazio per fare musica in modo innovativo. Ma sarà totalmente diverso da quello che abbimo visto, imparato e sperimentato.

Questa è solo la mia opinione.
  • maxpiano69
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13-02-17 18.58

@renatus: c'é molto di vero e condivisibile in quello che scrivi, almeno per me
  • anonimo
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13-02-17 19.00

renatus ha scritto:
Ci sarà dell'altro, per carità, ci sarà spazio per fare musica in modo innovativo.


La musica in modo innovativo si puo' fare. Oggi gli strumenti (anche professionali) possono essere usati da tutti, mentre un tempo erano privilegio di pochi fortunati.
Il problema sono gli spazi che, rispetto ad allora, sono sotto controllo di colossi enormi (media, discografici ecc) che decidono a priori chi deve emergere e chi no.
Questo e' un danno enorme per l'arte (e la musica e' un'arte), perche' prevale l'interesse economico sul vero valore degli artisti.

Dal dopoguerra agli anni 80/90 gli artisti crescevano e diventavano famosi, attraverso i locali dove si facevano notare, e dove gli stessi artisti facevano comunita'.
Poi c'erano le radio libere, ma libere veramente.
Le case discografiche erano tante, e la concorrenza serrata spingeva le medesime a trovare cose nuove per distinguersi.
Oggi ci sono i grandi network che impongono il numero di passaggi dell'artista da loro scelto, e lasciano poco o nulla ai veri emergenti (gli emergenti sono a loro volta filtrati e preconfezionati dai talent show).

Sicuramente ci sono nuovi mostri sacri, ma restano nascosti e non hanno le stesse possibilita' di farsi conoscere e comunque devono confrontarsi con consumatori di musica, che sono stati indottrinati all'ascolto dei generi preconfezionati.

Ci sono le eccezioni, ma sono rarita'.

E' vero, c'e' anche internet, ed ogni tanto qualcuno riesce a sfondare cosi', ma sono casi rari che devono sempre confrontarsi con i colossi gonfiati spalleggiati dai grandi controllori del mercato.

renatus ha scritto:
Ma sarà totalmente diverso da quello che abbimo visto, imparato e sperimentato.


Purtroppo lo stiamo gia' notando. I mostri sacri (miti) ci sono anche oggi, ma in numero sempre minore, soppiantati invece dai divi usa e getta, confezionati dai talent show.

Forse esagero, ma la tendenza che percepisco e' piu' o meno quella.

renatus ha scritto:
Questa è solo la mia opinione.


Sacrosanta : guai se esistesse un'opinione unica !.. il confronto delle idee, e' la vitamina che aiuta a farle crescere.
  • paolo_b3
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13-02-17 22.42

@ anonimo
renatus ha scritto:
Ci sarà dell'altro, per carità, ci sarà spazio per fare musica in modo innovativo.


La musica in modo innovativo si puo' fare. Oggi gli strumenti (anche professionali) possono essere usati da tutti, mentre un tempo erano privilegio di pochi fortunati.
Il problema sono gli spazi che, rispetto ad allora, sono sotto controllo di colossi enormi (media, discografici ecc) che decidono a priori chi deve emergere e chi no.
Questo e' un danno enorme per l'arte (e la musica e' un'arte), perche' prevale l'interesse economico sul vero valore degli artisti.

Dal dopoguerra agli anni 80/90 gli artisti crescevano e diventavano famosi, attraverso i locali dove si facevano notare, e dove gli stessi artisti facevano comunita'.
Poi c'erano le radio libere, ma libere veramente.
Le case discografiche erano tante, e la concorrenza serrata spingeva le medesime a trovare cose nuove per distinguersi.
Oggi ci sono i grandi network che impongono il numero di passaggi dell'artista da loro scelto, e lasciano poco o nulla ai veri emergenti (gli emergenti sono a loro volta filtrati e preconfezionati dai talent show).

Sicuramente ci sono nuovi mostri sacri, ma restano nascosti e non hanno le stesse possibilita' di farsi conoscere e comunque devono confrontarsi con consumatori di musica, che sono stati indottrinati all'ascolto dei generi preconfezionati.

Ci sono le eccezioni, ma sono rarita'.

E' vero, c'e' anche internet, ed ogni tanto qualcuno riesce a sfondare cosi', ma sono casi rari che devono sempre confrontarsi con i colossi gonfiati spalleggiati dai grandi controllori del mercato.

renatus ha scritto:
Ma sarà totalmente diverso da quello che abbimo visto, imparato e sperimentato.


Purtroppo lo stiamo gia' notando. I mostri sacri (miti) ci sono anche oggi, ma in numero sempre minore, soppiantati invece dai divi usa e getta, confezionati dai talent show.

Forse esagero, ma la tendenza che percepisco e' piu' o meno quella.

renatus ha scritto:
Questa è solo la mia opinione.


Sacrosanta : guai se esistesse un'opinione unica !.. il confronto delle idee, e' la vitamina che aiuta a farle crescere.
La vostra analisi, Valenciano e Renatus, è decisamente saggia ed intelligente, ma lasciatemi credere che se ci sarà un "nuovo Al Jarreau" (ma potrei citare altri) questo non potrà essere fermato da niente e da nessuno, perchè qui parliamo di Eccellenza, invece lo scenario che configurate voi rappresenta il tentativo di raccogliere limoni da una quercia.
Ovviamente i "mostri sacri" sono pochi mentre all'industria della musica ne servirebbero di più, quindi tentano di fabbricarli e i risultati sono sotto agli occhi di tutti.
  • atrozzilla
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13-02-17 23.34

Un Artista geniale...visto in live, all'Arena di Verona, verso fine anni '80...davvero un concerto indimenticabile emo emo emo.....
mi spiace tantissimoemoemo....