L'Analogico

  • greg
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11-07-17 18.04

Bene Mi si chiede una domanda.
Ed è questa, in breve, ma che può far sviluppare il tema come un delta di un fiume.
Alla luce di tutta la nuova produzione di synth analogici, siano essi mono, poly, modulari, semi modulari.......eccetera, cosa accadrà, acquisteranno valore, come nel caso dello ZEP TEPI (PRIMO TEMPO) degli analogici? O saranno trattati come surrogati dei vari Model D, Prophet5, JP8? Naturalmente è un modo anche di capire il perché di questo forte interesse, tutto nuovo per un mondo già esplorato e che si dava per superato definitivamente o quasi con l'avvento di vst e carrellata di giga di campionamenti?
  • vin_roma
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11-07-17 19.07

Surrogati a vita.
  • kurz4ever
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11-07-17 19.27

@ greg
Bene Mi si chiede una domanda.
Ed è questa, in breve, ma che può far sviluppare il tema come un delta di un fiume.
Alla luce di tutta la nuova produzione di synth analogici, siano essi mono, poly, modulari, semi modulari.......eccetera, cosa accadrà, acquisteranno valore, come nel caso dello ZEP TEPI (PRIMO TEMPO) degli analogici? O saranno trattati come surrogati dei vari Model D, Prophet5, JP8? Naturalmente è un modo anche di capire il perché di questo forte interesse, tutto nuovo per un mondo già esplorato e che si dava per superato definitivamente o quasi con l'avvento di vst e carrellata di giga di campionamenti?
Bah...penso che sia la solita moda che serve a far vendere nuovi strumenti... Negli anni 70/80 analogici come se piovesse...costavano come una casa... Poi basta analogici, via col campionamento e il digitale...poi via con i va... Oramai era ora di ripartire con gli analogici... Ma già yamaha ha rifatto con basi più solide l'sy99...
È tutta una ruota...oramai abbiamo inventato tutto...ci saranno nuovi superclassici? Boh...forse...ma per quanto mi riguarda il jupiter 80 suona quanto basta simile ad un analogico d'annata ( ed anche il pc3) e io non ho intenzione di ricominciare la giostra...
  • maxpiano69
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11-07-17 19.52

@ greg
Bene Mi si chiede una domanda.
Ed è questa, in breve, ma che può far sviluppare il tema come un delta di un fiume.
Alla luce di tutta la nuova produzione di synth analogici, siano essi mono, poly, modulari, semi modulari.......eccetera, cosa accadrà, acquisteranno valore, come nel caso dello ZEP TEPI (PRIMO TEMPO) degli analogici? O saranno trattati come surrogati dei vari Model D, Prophet5, JP8? Naturalmente è un modo anche di capire il perché di questo forte interesse, tutto nuovo per un mondo già esplorato e che si dava per superato definitivamente o quasi con l'avvento di vst e carrellata di giga di campionamenti?
Negli anni 80 se avessi fatto la stessa domanda riguardo gli "originali" ti avrebbero probabilmente risposto di non sperarci e buttarli nella spazzatura o permutarli per un synth digitale finché eri in tempo... il resto é storia (fino ai giorni nostri) ed allora solo il tempo ancora una volta dirá se qualcuno dei prodotti attuali diventerá un "classico", magari riscoperto dopo essere passato per un periodo di oblio piú o meno lungo, o no.

Dipenderá da tanti fattori ma di sicuro la frammentaione musicale enorme di questi giorni, rispetto a quanto accade a negli anni 70, non aiuta a legare un particolare strumento ad un determinato "sound" o autore/gruppo o genere...

PS: chi ti ha "chiesto la domanda?" emo
  • vin_roma
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11-07-17 19.54

Analogico, FM, parziali PCM, campionamento (anche VSTi), modelli fisici. Dopo le prime due tipologie si è sempre pensato alle tastiere come espressione surrogata della realtà. Per me, da quasi vent'anni, non c'è più niente di nuovo nel mondo synth, solo imitazioni virtuali per regalarci piani ed organi ben suonanti e maneggevoli. Il Moog o l' Arp, il timpro Pad tipo i primi Roland, il piano Fender e l' Hammond restano gli strumenti base, immutabili, come un violoncello o una tromba, il resto sono variazioni sul tema dettate dall' economia e dalla voglia di rimanere sul mercato da parte delle case costruttrici.
  • paolo_b3
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11-07-17 20.48

Posso dire che la macchina non sostituirà mai l'uomo? emo
  • greg
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11-07-17 20.55

maxpiano69 ha scritto:
chi ti ha "chiesto la domanda?"

Eh, niente. Quando inizi a postare il sito ti chiede cosa vuoi fare.........postare una demo.......io pongo la domanda.......emo
  • greg
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11-07-17 21.15

@ vin_roma
Analogico, FM, parziali PCM, campionamento (anche VSTi), modelli fisici. Dopo le prime due tipologie si è sempre pensato alle tastiere come espressione surrogata della realtà. Per me, da quasi vent'anni, non c'è più niente di nuovo nel mondo synth, solo imitazioni virtuali per regalarci piani ed organi ben suonanti e maneggevoli. Il Moog o l' Arp, il timpro Pad tipo i primi Roland, il piano Fender e l' Hammond restano gli strumenti base, immutabili, come un violoncello o una tromba, il resto sono variazioni sul tema dettate dall' economia e dalla voglia di rimanere sul mercato da parte delle case costruttrici.
Ecco, questo è il punto.
Insistiamo a cercare nei nuovi strumenti il "vecchio" rifatto meglio possibile. Ciò che noto è adesso la ricerca di "volgarizzare" tutta la nobiltà inarrivabile dei synth anni'70 '80. Roland, Behringer, Arturia ed altri stanno proponendo talvolta anche doppioni.Si sta creando addirittura un affollamento di proposte decisamente interessanti, ma sovrapponibili, per un utilizzo a volte superfluo.
Per ciò che mi riguarda il discorso da fare è un altro. Possedendo due macchine Roland anni '80 e un Voyager e, soprattutto, non essendo particolarmente aggiornato sui giri armonici intorno a cui si costruiscono prodotti tipicamente industriali (ormai ogni canzone pop o blues che sia attuale sono rifacimenti e rivisitazioni), il mio dubbio è: questi nuovi synth quanto sono in grado di ricreare una base su cui impostare nuove cose interessanti dal punto di vista musicale? Oppure secondo voi gli strumenti non hanno influenzato che in minima parte la musica?
Sono un retorico; è fin troppo acclarato che la musica è sempre dipesa dallo strumento in auge; ma questo è il punto, ora esiste praticamente tutto, bello o brutto, nuovo o usato, analogico o digitale, virtuale o quello che cavolo si cuoce, ibrido o acustico..........ma perché allora non esistono più correnti musicali ben definite e riconoscibili, se non si è proprio dei maniaci capaci di scovare certa musica in chissà quali anfratti?
L'analogico era moribondo, ma non se ne può fare a meno? Quanto si è in grado in registrazioni a riconoscerne la presenza a dispetto di emulazioni ben camuffate?
  • vin_roma
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11-07-17 21.48

Oggi forse abbiamo troppo... Deve esistere un rapporto tra disponibilità di mezzi e qualità dei prodotti, come nella diversa qualità tra una grande catena alimentare e l' ortolano di fiducia che vende dal suo orto. Prima di tutto pensare che le tastiere siano determinanti in campo musicale lo trovo poco veritiero, non c'è un synth di nuova generazione che abbia determinato un sound, hanno avuto importanza negli anni '80 Fairlight con i cori digitali, DX7,D50... poi, a parte il sound sequenziale, mi dite chi ha lasciato il segno se non le solite chitarre o pianoforti parlando di musica da consumo? Sono solo pippe mentali dei tastieristi queste smanie del suono migliore, quello che serve anche oggi ce l'hanno già abbondantemente offerto i synth di oltre vent'anni fa. Ma appunto, forse, proprio l' abbondanza ci fa perdere di vista lo scopo e più che fate musica perdiamo tempo a fare i test. Vanno bene i chitarristi, sempre sei corde e poche ma importanti migliorie e i compositori/pianisti puri che quando scrivono lo fanno per la musica e non per sfruttare un effimero effetto dell'ultimo synth/inganno lanciato sul mercato.
  • maxpiano69
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11-07-17 22.00

Ma quindi, non capisco: se adesso si rimettono in produzione synth che riprendono quelle architetture e sonoritá, considerando che gli esemplari vintage sono limitati in numero e costosi da manutenere, secondo voi é un bene o un male? Al di lá del fatto che mantengano un valore nel tempo (quanto?).

O dobbiamo solo vivere di vintage restaurato? Ma allora lo stesso discorso dovremmo farlo per le chitarre ed i pianoforti, o no?

Per me vale solo la distinzione tra prodotti validi e meno validi, dal punto di vista di chi li usa e si spera che lo faccia per creare musica e non per fare solo i test (ma questa categoria esiste in qualsiasi ambito, non tutti quelli che provano o guidano una moto supersport fanno le gare...)
  • vin_roma
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11-07-17 22.06

@ maxpiano69
Ma quindi, non capisco: se adesso si rimettono in produzione synth che riprendono quelle architetture e sonoritá, considerando che gli esemplari vintage sono limitati in numero e costosi da manutenere, secondo voi é un bene o un male? Al di lá del fatto che mantengano un valore nel tempo (quanto?).

O dobbiamo solo vivere di vintage restaurato? Ma allora lo stesso discorso dovremmo farlo per le chitarre ed i pianoforti, o no?

Per me vale solo la distinzione tra prodotti validi e meno validi, dal punto di vista di chi li usa e si spera che lo faccia per creare musica e non per fare solo i test (ma questa categoria esiste in qualsiasi ambito, non tutti quelli che provano o guidano una moto supersport fanno le gare...)
In effetti dovrebbe essere così, al di là del consumismo. Il Minimoog ha la stessa dignità del violino, doveva restare in produzione! emo
  • maxpiano69
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11-07-17 22.08

@ vin_roma
In effetti dovrebbe essere così, al di là del consumismo. Il Minimoog ha la stessa dignità del violino, doveva restare in produzione! emo
Lancia una petizione online alla Moog, secondo me ne prendi un bel po'di firme emo
  • giosanta
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12-07-17 11.39

@ vin_roma
Analogico, FM, parziali PCM, campionamento (anche VSTi), modelli fisici. Dopo le prime due tipologie si è sempre pensato alle tastiere come espressione surrogata della realtà. Per me, da quasi vent'anni, non c'è più niente di nuovo nel mondo synth, solo imitazioni virtuali per regalarci piani ed organi ben suonanti e maneggevoli. Il Moog o l' Arp, il timpro Pad tipo i primi Roland, il piano Fender e l' Hammond restano gli strumenti base, immutabili, come un violoncello o una tromba, il resto sono variazioni sul tema dettate dall' economia e dalla voglia di rimanere sul mercato da parte delle case costruttrici.
Concodo integralmente.
Aggiungo solo che non si può prescindere dallo natura dell'origine del suono dello strumento, per cui i digitali non potranno mai essere oggetto della rivalutazione di cui sono oggetto, GIUSTAMENTE, gli analogici, intrinsecamente irripetibili.
  • mima85
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12-07-17 12.00

@ vin_roma
Surrogati a vita.
Non sono d'accordo. Se lasciamo da parte le repliche, digitali od analogiche che siano e che sono dei surrogati per definizione, analogici come i "figli" della rinata Sequential Circuits e gli altri della linea di Dave Smith (Prophet 08, 12, Mono/Poly Evolver...), i nuovi modulari più o meno di boutique e tutti gli altri analogici prodotti da ditte più o meno famose, sono strumenti a se stanti con il loro suono ed il loro carattere. Non sostituiscono nulla, un OB-6 non rimpiazzerà mai un OB-8 (o Xa), è semplicemente un nuovo strumento, con il suo carattere, un altro suono ed altre possibilità. Magari per certi versi imparentato col suo nonno degli anni '80, ma non ne è una replica od un surrogato.

Ben vengano questi nuovi analogici. Io adoro i synth vintage, ma richiedono un certo impegno per il loro mantenimento e molti dei loro componenti oggi non si trovano più (se mi salta uno degli integrati IR3R01 degli inviluppi sul Jupiter 8, sono fottuto...). Dal punto di vista di uno che gli strumenti li usa perché deve produrre musica a livello professionale, questo è un grosso limite, perché rischia di trovarsi fermo col suo lavoro finché il suo analogico vintage, dopo che si è guastato, non viene riparato. E le riparazioni possono richiedere molto tempo e molti soldi.

Oggi abbiamo la fortuna finalmente di avere degli strumenti di nuova produzione, in grado di ridarci degnamente le sonorità che fino a pochi anni fa erano appannaggio esclusivo dei vintage del passato, e come tali vanno visti. Non come dei surrogati dei vecchi synth, ma delle nuove versioni, più evolute e con il loro suono specifico. Però sempre della famiglia di "quel" suono elettronico, della sottrattiva implementata in analogico.

E poi, come giustamente ricorda qualcun altro qui nel thread, alla fin fine tutto sta alle dita del musicista che usa questi strumenti. Perché uno può anche avere tutta la combriccola dei nonnosynth degli anni '70/'80 in studio, ma se come musicista è scarso, scarsa sarà la musica che ne tira fuori.
  • tsuki
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12-07-17 12.27

Ma il fatto è che,quando sono nati,i sinth hanno portato delle sonorita' nuove,inusitate,davvero diverse da tutto in ambito musicale...Quando è venuto fuori il primo Moog monofonico,chi li aveva sentiti mai quei suoni? E quei Pads sintetici ma caldi degli oberheim e del Prophet chi li aveva mai percepiti in vita sua? Poi passati al versante digitale,anche li' alcune nuove sonorita'...Il piano elettrico del DX7,oggi stra-iper stufato,sembrava arrivare dritto da marte...Ed i suoni vetrosi del D50,il Fantasia,il Calliope,ma che caxxo di roba era??? Oggi abbiamo tutto,c'è tutto,che c'è di nuovo? Che suono vuoi??? C'è. "Sai,io vorrei.."Taci:c'è. Per cui dico,ovvio che tutto sia una ribollita di cio' che è stato gia' fatto,a volte pallide copie,altre volte anche con una originalita' tutta sua....Ma son d'accordo con Vin Roma,la presenza sonora di alcuni strumenti che hanno fatto storia,il Moog mod.D,il Prophet5,gli Oberheim,gli Hammond,ed altri,era talmente preponderante e talmente tipica che si,avrebbero dovuto continuare a produrli proprio com'erano,perchè avevano una loro dignita' che,in qualche misura,poteva paragonarsi a quella degli strumenti classici.
  • giosanta
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12-07-17 12.30

mima85 ha scritto:
Non sono d'accordo...

Caro Mima, come sai meglio di me, discorsi di questi tipo non sono, e non saranno, nuovi, avvengono con ciclica frequenza perché attengono il complesso legame suono-musica.
È il punto è tutto qui, "Quegli" strumenti, i loro suoni, sono legati intrinsecamente ed imprescindibilmente ad un certo tipo di musica da cui non è possibile astrarli.
È tutto questo insieme che li ha consegnati alla storia e ne ha, passate certe mode, concretizzato il mito.
Dopodiché tecnicamente quello che dici è senz'altro condivisibile, ma non scalfisce quanto sopra.
  • maxpiano69
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12-07-17 14.26

@ giosanta
mima85 ha scritto:
Non sono d'accordo...

Caro Mima, come sai meglio di me, discorsi di questi tipo non sono, e non saranno, nuovi, avvengono con ciclica frequenza perché attengono il complesso legame suono-musica.
È il punto è tutto qui, "Quegli" strumenti, i loro suoni, sono legati intrinsecamente ed imprescindibilmente ad un certo tipo di musica da cui non è possibile astrarli.
È tutto questo insieme che li ha consegnati alla storia e ne ha, passate certe mode, concretizzato il mito.
Dopodiché tecnicamente quello che dici è senz'altro condivisibile, ma non scalfisce quanto sopra.
Quella musica usava quegli strumenti elettrici/elettronici perché quelli c'erano all'epoca non perché li potesse scegliere tra n altri (come é invece successo da li in poi), quindi il problema non sono gli strumenti in se ma la creativitá di chi li usa e potremmo quindi dire che quegli strumenti sono semplicemente stati "fortunati" a nascere in un determinato periodo e/o finire nelle "mani giuste (? chiedo e mi chiedo)
  • mima85
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12-07-17 14.33

giosanta ha scritto:
È il punto è tutto qui, "Quegli" strumenti, i loro suoni, sono legati intrinsecamente ed imprescindibilmente ad un certo tipo di musica da cui non è possibile astrarli.


Secondo me no, o perlomeno non del tutto. Da un punto di vista storico si, sono legati a quel tipo di musica, perché sono nati quand'è nata quella musica e l'hanno caratterizzata in modo importante. Ma al netto della storia e della miticizzazione, che sono relativi e c'entrano più con lo strumento in se che con il puro "fare musica", uno un Jupiter 8 od un OB-X li può usare anche per creare nuova musica, che non scimmiotti quella degli anni '80, basta avere la giusta creatività.

Negli anni '90 gente come i Boards of Canada, gli Air e via dicendo, si sono ripresi queste macchine a quel tempo così fuori moda per pochi spicci e, usandole creativamente, ci hanno composto musica nuova, che era nuova all'epoca ed ancora oggi può essere definita "sperimentale", e sta fuori dai canoni tipici degli anni '80. Credo che sia superfluo specificarlo, ma il synth analogico può andare ben oltre i brass e gli strings anni '80, per quanto belli siano (perlomeno per me). Per questo i vecchi analogici li vedo si "legati" ad un certo periodo, ma solo da un punto di vista storico, cosa che tra l'altro fa molto comodo agli inserzionisti per venderli a prezzi da salasso. Da un punto di vista prettamente musicale sono semplicemente strumenti, che possono essere usati in infiniti modi.

E parlando dei nuovi synth analogici, sebbene abbiano il loro carattere, alla fin fine sempre suoni di stampo sottrattivo analogico fanno. Per questo io non li vedo come dei "surrogati" dei vintage (ripeto, repliche a parte che lo sono per definizione), ma come strumenti con una loro dignità ed una loro personalità. D'altra parte anche allora il suono di un Jupiter 8 era diverso da quello di un Jupiter 6, che era diverso da quello di un OB-Xa, eccetera. Lo stesso vale con quelli attuali rispetto ai loro antenati anni '80.

E con un OB-6, un Prophet 6 od un Korg Minilogue, ci puoi fare musica in puro stile anni '80 o musica nuova e rivoluzionaria. Dipende dal musicista che li usa.
  • vin_roma
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12-07-17 14.50

Fra 200 anni (se l'uomo esisterà) in campo di innovazione musicale del XX secolo, si parlerà del VCO, Moog o Arp che sia, del campionamento e di Hammond, tutto il resto saranno variazioni sul tema. Come il violino sta al '600, Minimoog, con pari dignità, starà al '900 insieme al suono elettricizzato e per questo capace di essere modificato. Tutto il resto verrà visto come ovvia conseguenza.
  • mima85
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12-07-17 15.00

vin_roma ha scritto:
Fra 200 anni (se l'uomo esisterà) in campo di innovazione musicale del XX secolo, si parlerà del VCO, Moog o Arp che sia, del campionamento e di Hammond


E l'Hammond probabilmente sarà l'unico tra tutti che potranno trovare ancora funzionante emo