La teoria dei colori

  • anonimo

18-02-17 21.42

Leggendo quel che Miles Davis suggerì ad Herbie Hanckok per ottenere un suono più moderno, ovvero "non suonare le note burrose" (don't play the butter notes) cioè le note "ovvie", mi é venuta l'idea di categorizzare le note con dei codici colori (il burro mi ha fatto venire in mente il giallo)

Bianco: I e V, molto "trasparenti" e banali
Giallo: III e 7, piuttosto neutre
Verde: 9, 11 e 13, colorate
Rosso: 9, 11, 13 e V alterate: aggiungono molto sapore e colore
Nero: le avoid notes (tipo la 7 maggiore su un accordo di dominante), da usarsi con parsimonia e cautela
  • anonimo

18-02-17 21.48

Con questo "sistema" potremmo attuare un approccio tipo "cantus firmus" all'improvvisazione:

1) per ogni accordo scegliamo una nota, magari partendo dalle note meno colorate per salire a quelle più colorate e poi discendere (bada bene: un accordo=una nota)

2) colleghiamo le due note attraverso abbellimenti, note di passaggio etc
  • mima85
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19-02-17 11.59

Insomma un po' come fa lui emo
  • paolo_b3
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20-02-17 07.48

@ anonimo
Con questo "sistema" potremmo attuare un approccio tipo "cantus firmus" all'improvvisazione:

1) per ogni accordo scegliamo una nota, magari partendo dalle note meno colorate per salire a quelle più colorate e poi discendere (bada bene: un accordo=una nota)

2) colleghiamo le due note attraverso abbellimenti, note di passaggio etc
Cyr, dacci qualche ragguaglio pratico in più: vuoi che facciamo una piccola composizione, o lo immagini applicato su un brano già esistente (diciamo una traccia del Real Book)?