Piano jazz da autodidatta?

  • squibb93
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04-02-17 15.32

Ciao ragazzi secondo voi è possibile imparare generi come jazz blues e affini da autodidatta raggiungendo un livello soddisfacente per me che lo suono e decente per chi ne capisce e ascolta? Premetto che sono diplomato al Conservatorio in pianoforte classico quindi non partirei da 0. Alla luce di ciò che consiglio potete darmi? Grazie in anticipo
  • okboard
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04-02-17 15.43

Ciao,
sicuramente parti da una base ben solida :)

Io penso in generale che con l'insegnante giusto si risparmia tempo, ti spiega direttamente il metodo corretto, ti corregge dove sbagli etc.
Poi sicuramente c'è una folta schiera di persone che impara da sé e non è certo da demonizzare / screditare a priori.

Buono studio emo
  • squibb93
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04-02-17 16.13

@ okboard
Ciao,
sicuramente parti da una base ben solida :)

Io penso in generale che con l'insegnante giusto si risparmia tempo, ti spiega direttamente il metodo corretto, ti corregge dove sbagli etc.
Poi sicuramente c'è una folta schiera di persone che impara da sé e non è certo da demonizzare / screditare a priori.

Buono studio emo
Intanto grazie per la risposta. Sicuramente un insegnante sarebbe la scelta più appropriata come dici tu, purtroppo a causa di spostamenti continui e mancanza di tempo ho dovuto scartare questa ipotesi, almeno per il momento.

Conosco il testo di Levine riguardante il piano jazz, non so se può essere sufficiente. Mi chiedevo anche se esistano dei videocorsi validi anche a pagamento.
  • anonimo

04-02-17 16.33

Su youtube c'é la chain di jazz2511 (Doug McKenzie), gratuita ed abbastanza ben fatta, con un sacco di materiale per imparare il piano jazz mainstream

Per farsi le ossa sull'improvvisazione bisogna affrontare il bebop...e qui di testi e tutorials ce n'é a centinaia, ma a mio avviso moltissimi, seppur utilissimi per chi già se ne capisce, porterebbero fuori strada il principiante

La soluzione é trascriversi dei brani di Powell, Wynton Kelly, Red Garland, Oscar Peterson e compagnia bella...e magari anche di Hancock, Bill Evans, Petrucciani e Keith Jarrett...però poi viene al pettine il nodo: ci vuole qualcuno che ti spieghi in maniera strutturata e progressiva i concetti ed i principi che stanno dietro alle frasi di questi grandi, e ti sappia correggere, incoraggiare e guidare nella scoperta di questo lessico e del tuo stile personale

Visto che sei tecnicamente a posto, ti basterebbero delle lezioni anche via Skype, al limite quindicinali
  • Roberto_Forest
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04-02-17 18.11

ho già risposto a una domanda simile recentemente, forse era proprio a te, comunque le lezioni di armonia sul sito jazzitalia.net sono semplice e chiare e partono dalla base fino a spiegare tutto.
comunque questo è per imparare l'armonia, che non è complicata e le regole non sono poi tante, ma per impararlo a suonare bene ci vuole tempo. e bisogna suonarlo tanto, e bisogna avere anche un gruppo.
  • squibb93
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04-02-17 18.48

@ Roberto_Forest
ho già risposto a una domanda simile recentemente, forse era proprio a te, comunque le lezioni di armonia sul sito jazzitalia.net sono semplice e chiare e partono dalla base fino a spiegare tutto.
comunque questo è per imparare l'armonia, che non è complicata e le regole non sono poi tante, ma per impararlo a suonare bene ci vuole tempo. e bisogna suonarlo tanto, e bisogna avere anche un gruppo.
No non era a me, grazie comunque a tutti per le risposte. Mi pare di capire che alla teoria si possa sopperire da soli ma poi il problema si riscontra nella pratica, che passa dall'analisi e comprensione delle versioni dei vari jazzisti.
  • anonimo

04-02-17 20.36

Ci sono alcuni aspetti differenti da vagliare:

1) capacità di armonizzare e di disporre i voicings (e qui tra il Levine e qualche buona trascrizione si impara)

2) capacità di percepire e trasmettere lo swing (e qui se nessuno i ascolta e ti guida...la vedo difficile)

4) capacità di improvvisare (e qui secondo me fare da autodidatta é possibile, ma difficile e molto lungo)

5) capacità di accompagnare (trascrivere qualche buon accompagnatore, il Levine e suonare in gruppo)

6) formarsi un repertorio

7) suonare in tutte le tonalità

8) Imparare a comprendere e riprodurre vari stili (dixieland/new orleans, stride, bebop, modale etcetera)

9) crearsi il proprio stile

10) sopravvivere al disprezzo di moglie/amici/altri musicisti che non capiscono perché ci siamo dati ad una musica "noiosa ed intellettualistica"
  • squibb93
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04-02-17 20.43

@ anonimo
Ci sono alcuni aspetti differenti da vagliare:

1) capacità di armonizzare e di disporre i voicings (e qui tra il Levine e qualche buona trascrizione si impara)

2) capacità di percepire e trasmettere lo swing (e qui se nessuno i ascolta e ti guida...la vedo difficile)

4) capacità di improvvisare (e qui secondo me fare da autodidatta é possibile, ma difficile e molto lungo)

5) capacità di accompagnare (trascrivere qualche buon accompagnatore, il Levine e suonare in gruppo)

6) formarsi un repertorio

7) suonare in tutte le tonalità

8) Imparare a comprendere e riprodurre vari stili (dixieland/new orleans, stride, bebop, modale etcetera)

9) crearsi il proprio stile

10) sopravvivere al disprezzo di moglie/amici/altri musicisti che non capiscono perché ci siamo dati ad una musica "noiosa ed intellettualistica"
Grazie Cyrano sei stato molto esaustivo e anche divertente. A questo punto ci penserò su e magari valuterò il tuo consiglio di lezioni via Skype
  • anonimo

04-02-17 20.58

@ anonimo
Ci sono alcuni aspetti differenti da vagliare:

1) capacità di armonizzare e di disporre i voicings (e qui tra il Levine e qualche buona trascrizione si impara)

2) capacità di percepire e trasmettere lo swing (e qui se nessuno i ascolta e ti guida...la vedo difficile)

4) capacità di improvvisare (e qui secondo me fare da autodidatta é possibile, ma difficile e molto lungo)

5) capacità di accompagnare (trascrivere qualche buon accompagnatore, il Levine e suonare in gruppo)

6) formarsi un repertorio

7) suonare in tutte le tonalità

8) Imparare a comprendere e riprodurre vari stili (dixieland/new orleans, stride, bebop, modale etcetera)

9) crearsi il proprio stile

10) sopravvivere al disprezzo di moglie/amici/altri musicisti che non capiscono perché ci siamo dati ad una musica "noiosa ed intellettualistica"
il più "fticoso" è il punto 7, doversi ricordare tutte le scale emo
  • anonimo

04-02-17 22.06

@ anonimo
il più "fticoso" è il punto 7, doversi ricordare tutte le scale emo
Ti svelo un segreto: devi pensare in termini di centri tonali, regioni armoniche ed intervalli, e non in termini di scaleemo
  • anonimo

04-02-17 22.52

@ anonimo
Ti svelo un segreto: devi pensare in termini di centri tonali, regioni armoniche ed intervalli, e non in termini di scaleemo
Puoi spiegarti meglio?
  • anonimo

05-02-17 02.23

@ anonimo
Puoi spiegarti meglio?
Detto in breve:

1) devi imparare in maniera profonda (non solo teorica ma anche di sonorità) la successione di intervalli della scala maggiore: e già hai fatto la metà del lavoro, se vuoi lavorare nel centro tonale ad esempio di Gb non dovrai ricordarti tutte le note a memoria, basta la successione di intervalli che é sempre uguale, in tutte le tonalità

3) pensare agli accordi (stack di terze) più che alle scale

3) devi (sempre con l'ottica degli intervalli) sapere che sul primo e sul terzo grado c'é la regione della tonica , sul secondo e sul quarto quella della sottodominante, sul quinto e sul settimo quella della dominante e sul sesto quella del relativo minore...ciascuna regione armonica ha una sua dominante (secondaria) una quinta sotto il suo primo grado e può quindi divenire "transitoriamente" una sorta di centro tonale peovvisorio (e qui si apre la scelta di restare con le note della melodia nell'ambito del centro tonale principale o muoversi decisamente verso le note della regione armonica "mirata": esempio, in C vado sulla regione armonica della dominante che é G, posso continuare ad usare il F ma anche introdurre il F#)
  • anonimo

05-02-17 02.27

Puoi inoltre far uso di aiuti mnemonici tipo il circolo delle quinte:

1) se salgo di una quinta aggiungo un diesis sulla settima: C niente diesis, G un diesis che é F#, D due diesis quello di prima cioé il F# e il C# e così via

2) se scendo di una quinta aggiungo un bemolle che sarà il quarto grado: C nessun bemolle, F un bemolle che sarà Bb, Bb due bemolle che saranno Bb ed Eb e così via
  • anonimo

05-02-17 02.29

Insomma, una volta che sai tutti gli intervalli e la scala maggiore di C sai tutto ciò di cui hai bisogno
  • anonimo

05-02-17 09.17

@ anonimo
Detto in breve:

1) devi imparare in maniera profonda (non solo teorica ma anche di sonorità) la successione di intervalli della scala maggiore: e già hai fatto la metà del lavoro, se vuoi lavorare nel centro tonale ad esempio di Gb non dovrai ricordarti tutte le note a memoria, basta la successione di intervalli che é sempre uguale, in tutte le tonalità

3) pensare agli accordi (stack di terze) più che alle scale

3) devi (sempre con l'ottica degli intervalli) sapere che sul primo e sul terzo grado c'é la regione della tonica , sul secondo e sul quarto quella della sottodominante, sul quinto e sul settimo quella della dominante e sul sesto quella del relativo minore...ciascuna regione armonica ha una sua dominante (secondaria) una quinta sotto il suo primo grado e può quindi divenire "transitoriamente" una sorta di centro tonale peovvisorio (e qui si apre la scelta di restare con le note della melodia nell'ambito del centro tonale principale o muoversi decisamente verso le note della regione armonica "mirata": esempio, in C vado sulla regione armonica della dominante che é G, posso continuare ad usare il F ma anche introdurre il F#)
ok, chiarissimo; però non è comunque immediato per me vedere gli intervalli al volo, forse ci vuole ancora qualche tempo emo
  • nebbia
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05-02-17 09.38

@ anonimo
ok, chiarissimo; però non è comunque immediato per me vedere gli intervalli al volo, forse ci vuole ancora qualche tempo emo
Visto che siamo in vena di decaloghi emo metto [:-fiu ]i miei tre punti fermi:
1. la fondamentale la fa il bassista . Se non la fa "è nell'aria"
2. La 5 giusta chi se ne frega, non è interessante
3. Una 9b sul V non si nega a nessuno
emo
  • anonimo

05-02-17 11.36

@ nebbia
Visto che siamo in vena di decaloghi emo metto [:-fiu ]i miei tre punti fermi:
1. la fondamentale la fa il bassista . Se non la fa "è nell'aria"
2. La 5 giusta chi se ne frega, non è interessante
3. Una 9b sul V non si nega a nessuno
emo
1) sulla tonica anche io facevo così, ma poi ho imparato ad usare anche le shells e le decime alla sinistra, sopratutto in piano solo ma anche accompagnando ed anche in gruppo (ciò non esclude le rootless che restano comunque un device indispensabile)

2) la quinta non è la nota più interessante del mondo, ma in alcuni voicings (per esempio clusters, o con movimento interno) ha il suo perché

3) b9, #9, b13, #5, #11, bV emo
  • anonimo

05-02-17 12.34

@ anonimo
Insomma, una volta che sai tutti gli intervalli e la scala maggiore di C sai tutto ciò di cui hai bisogno
ops, per quanto riguarda questo punto non ho alcun problema, ho imparato a costruire ad esempio le scale minori pensandole come maggiori, mi basta cambiare la partenza esempio: voglio la scala minore di E, penso alla scala di G con le sue alterazioni partendo però da E
  • anonimo

05-02-17 12.36

@ anonimo
ops, per quanto riguarda questo punto non ho alcun problema, ho imparato a costruire ad esempio le scale minori pensandole come maggiori, mi basta cambiare la partenza esempio: voglio la scala minore di E, penso alla scala di G con le sue alterazioni partendo però da E
Questo é l'approccio modale

Io intendevo: la scala maggiore é

T T S T T T S

che tu cominci da C, da Gb, da B, la successione di toni e semitoni non cambia
  • anonimo

05-02-17 12.54

@ anonimo
Questo é l'approccio modale

Io intendevo: la scala maggiore é

T T S T T T S

che tu cominci da C, da Gb, da B, la successione di toni e semitoni non cambia
scusa Cyrano,
la struttura della scala maggiore mi è chiarissima, casomai ragionare in termini di T T S T T T S quando si passa da una scala all'altra diventa più complicato.

Per farmi capire: se mi chiedi di sana pianta di suonarti la scala di Mib devo provare e ovviamente sbaglio qualche nota; ovviamente se la suono con in testa la struttura T T S T T T S non sbaglio mai, ma ti rallenta. Questo discorso però vale solo per le scale che si suonano raramente, alcune come C, F e G e relative minori si imparano quasi subito senza fare conti.