Monologo di Antonio Scurati

d_phatt 21-04-24 17.48
O meglio, quel che ne rimane. Faccenda di una gravità indescrivibile.

Anche l'edizione internazionale del Guardian ne parla.
paolo_b3 21-04-24 22.26
Scivolone non da poco, considerando che una volta finiti nelle sabbie mobili si sono agitati e sono sprofondati ulteriormente.
D'altronde la classe dirigente messa in campo è quella che è, evidentemente non è vero che "uno vale uno".

Comunque il protagonista da oggi è "Antonio Oscurati" emoemoemo
d_phatt 22-04-24 00.46
paolo_b3 ha scritto:
Comunque il protagonista da oggi è "Antonio Oscurati"

Ma così fai passare la notizia in secondo piano...emo
paolo_b3 22-04-24 07.59
@ d_phatt
paolo_b3 ha scritto:
Comunque il protagonista da oggi è "Antonio Oscurati"

Ma così fai passare la notizia in secondo piano...emo
Beh sempre in tema di efficienza ed efficacia, in questo modo il monologo è salito alla cronaca nazionale e, come hai notato tu, internazionale. In questo modo tutti ne hanno appreso il contenuto, oltre a rendersi conto della figura barbina,

Direi che è uno staff di gente capace...
stesgarbi 22-04-24 13.27
@ paolo_b3
Beh sempre in tema di efficienza ed efficacia, in questo modo il monologo è salito alla cronaca nazionale e, come hai notato tu, internazionale. In questo modo tutti ne hanno appreso il contenuto, oltre a rendersi conto della figura barbina,

Direi che è uno staff di gente capace...
Nella seconda metà degli anni '70 sono stato uno studente milanese "berchettiano" di sinistra. di quelli che manifestavano in piazza..
Antifascista, elettore del PCI ai tempi di Berlinguer, ancora oggi "nostalgico" della figura del Presidente Pertini.

Fatta questa doverosa premessa, oggi rimango fedele al ripudio del fascismo in quanto dittatura, con tutti gli orrori che ne derivarono ..

E tuttavia, oggi ripudio apertamente l'antifascismo.

RIFIUTO DI CONSIDERARMI "ANTIFASCISTA" nell'accezione in cui oggi viene interpretata da una certa parte politica..

RIPUDIO L'ANTIFASCISMO di oggi, come espressione di un potere intollerante, violento, prevaricatore, negatore della libertà di pensiero, al pari del fascismo. .
Fascismo ed antifascismo sono divenuti due facce della stessa medaglia (la dittatura) con la differenza che, mentre il fascismo oggi in Italia rivive sostanzialmente in piccoli gruppi di "nostalgici" ormai sostanzialmente innocui (non come negli anni '70, quando esisteva il terrorismo neofascista) il vero pericolo per la libertà democratica risiede nella retorica violenta dell'estremismo dei cosiddetti "antifascisti" (o "antifà", come preferiscono definirsi) sostenuti ed appoggiati dall'assordante silenzio di alcune forze politiche, che li utilizzano quale puntello del loro sistema di potere.
Perchè mi è sempre più chiaro che il cosiddetto "antifascismo" si è ormai ridotto a strumento di potere, utilizzato da una parte politica per delegittimare chiunque non si adegui al suo "sistema". .
Il cosiddetto antifascismo, di fatto, è divenuto il mezzo con cui si vorrebbe imporre una dittatura uguale e contraria a quella che infestò l'Europa nella prima metà del secolo scorso.
L' "antifascismo" oggi predicato da politici, intellettuali e mezzi di informazione non è più che una delirante caricatura dei valori per i quali migliaia di Partigiani (quelli veri, non i "sedicenti tali" dell'ANPI) hanno sacrificato la loro vita.
La storia viene continuamente distorta, manipolata, piegata, approfittando della profonda ignoranza delle giovani generazioni in materia di Storia (quella con la "esse" maiuscola), giungendo a definire come "fascismo" o "fascista" qualunque cosa non sia conforme al "comune sentire" di una parte.
E i giovani gridano, definendo "partigiani" un gruppo di terroristi, confondendo gli Ebrei in quanto popolo con le scelerate politiche di un governo scelerato, in un'ammucchiata di "antisionismo" che ignora persino il vero significato storico del termine "sionista".
E le "femministe" urlano e strillano contro il patriarcato in Italia, stendendo un pietoso "velo" sull'uccisione di centinaia di donne in Iran, ad opera di una dittatura che il patriarcato lo pratica per legge.
E le comunità LGBTQ+ simpatizzano allegramente con i rappresentanti di un mondo in cui gli omosessuali vengono messi in prigione, o addirittura condannati a morte.

Ma tant'è, tutto fa brodo.
Va bene qualsiasi cosa, da dare in pasto a tifoserie degne della peggiore "curva sud".

Oggi, in Italia, l'antifascista può essere solo di una parte politica? Ebbene, io mi ribello a questa logica e quindi rifiuto di definirmi antifascista.

Io credo che chiunque ami la libertà e la democrazia sia per definizione un antifascista.
Io credo che chiunque rispetti (tollerare non basta) la libertà di pensiero altrui, pur non condividendolo, sia per definizione un antifascista.
Io credo che chiunque sia disposto ad ascoltare e a dialogare con chi ha opinioni diverse, sia per definizione un antifascista.
Tutto ciò senza che qualcuno si arroghi il diritto di affibbiare "patenti" o "certificazioni".

La Costituzione Italiana, in quanto democratica, è per definizione CONTRARIA A QUALSIASI DITTATURA.

Il Mio 25 aprile sarà vissuto nella gratitudine per coloro che sono morti per consentirmi di vivere in un paese democratico e libero.
E libero intendo rimanere anche dai cosiddetti "antifascisti".
paolo_b3 22-04-24 15.35
@ stesgarbi
Nella seconda metà degli anni '70 sono stato uno studente milanese "berchettiano" di sinistra. di quelli che manifestavano in piazza..
Antifascista, elettore del PCI ai tempi di Berlinguer, ancora oggi "nostalgico" della figura del Presidente Pertini.

Fatta questa doverosa premessa, oggi rimango fedele al ripudio del fascismo in quanto dittatura, con tutti gli orrori che ne derivarono ..

E tuttavia, oggi ripudio apertamente l'antifascismo.

RIFIUTO DI CONSIDERARMI "ANTIFASCISTA" nell'accezione in cui oggi viene interpretata da una certa parte politica..

RIPUDIO L'ANTIFASCISMO di oggi, come espressione di un potere intollerante, violento, prevaricatore, negatore della libertà di pensiero, al pari del fascismo. .
Fascismo ed antifascismo sono divenuti due facce della stessa medaglia (la dittatura) con la differenza che, mentre il fascismo oggi in Italia rivive sostanzialmente in piccoli gruppi di "nostalgici" ormai sostanzialmente innocui (non come negli anni '70, quando esisteva il terrorismo neofascista) il vero pericolo per la libertà democratica risiede nella retorica violenta dell'estremismo dei cosiddetti "antifascisti" (o "antifà", come preferiscono definirsi) sostenuti ed appoggiati dall'assordante silenzio di alcune forze politiche, che li utilizzano quale puntello del loro sistema di potere.
Perchè mi è sempre più chiaro che il cosiddetto "antifascismo" si è ormai ridotto a strumento di potere, utilizzato da una parte politica per delegittimare chiunque non si adegui al suo "sistema". .
Il cosiddetto antifascismo, di fatto, è divenuto il mezzo con cui si vorrebbe imporre una dittatura uguale e contraria a quella che infestò l'Europa nella prima metà del secolo scorso.
L' "antifascismo" oggi predicato da politici, intellettuali e mezzi di informazione non è più che una delirante caricatura dei valori per i quali migliaia di Partigiani (quelli veri, non i "sedicenti tali" dell'ANPI) hanno sacrificato la loro vita.
La storia viene continuamente distorta, manipolata, piegata, approfittando della profonda ignoranza delle giovani generazioni in materia di Storia (quella con la "esse" maiuscola), giungendo a definire come "fascismo" o "fascista" qualunque cosa non sia conforme al "comune sentire" di una parte.
E i giovani gridano, definendo "partigiani" un gruppo di terroristi, confondendo gli Ebrei in quanto popolo con le scelerate politiche di un governo scelerato, in un'ammucchiata di "antisionismo" che ignora persino il vero significato storico del termine "sionista".
E le "femministe" urlano e strillano contro il patriarcato in Italia, stendendo un pietoso "velo" sull'uccisione di centinaia di donne in Iran, ad opera di una dittatura che il patriarcato lo pratica per legge.
E le comunità LGBTQ+ simpatizzano allegramente con i rappresentanti di un mondo in cui gli omosessuali vengono messi in prigione, o addirittura condannati a morte.

Ma tant'è, tutto fa brodo.
Va bene qualsiasi cosa, da dare in pasto a tifoserie degne della peggiore "curva sud".

Oggi, in Italia, l'antifascista può essere solo di una parte politica? Ebbene, io mi ribello a questa logica e quindi rifiuto di definirmi antifascista.

Io credo che chiunque ami la libertà e la democrazia sia per definizione un antifascista.
Io credo che chiunque rispetti (tollerare non basta) la libertà di pensiero altrui, pur non condividendolo, sia per definizione un antifascista.
Io credo che chiunque sia disposto ad ascoltare e a dialogare con chi ha opinioni diverse, sia per definizione un antifascista.
Tutto ciò senza che qualcuno si arroghi il diritto di affibbiare "patenti" o "certificazioni".

La Costituzione Italiana, in quanto democratica, è per definizione CONTRARIA A QUALSIASI DITTATURA.

Il Mio 25 aprile sarà vissuto nella gratitudine per coloro che sono morti per consentirmi di vivere in un paese democratico e libero.
E libero intendo rimanere anche dai cosiddetti "antifascisti".
Se vuoi puntare il dito contro un goffo tentativo di mettere in difficoltà un governo, che peraltro si mette già in difficoltà da solo e non certo per la figuretta fatta con Oscurati ti do ragione, ma l'antifascismo ha un significato chiaro e univoco, è un emblema della nostra nazione dopo gli accadimenti del secolo scorso. Le cose andarono così, si poteva fare diversamente? Non lo so, ma quella pagina della nostra storia deve essere giudicata senza ambiguità.
stesgarbi 22-04-24 16.19
paolo_b3 ha scritto:
l'antifascismo ha un significato chiaro e univoco, è un emblema della nostra nazione dopo gli accadimenti del secolo scorso

Aveva..... l'antifascismo aveva, un tempo, un significato chiaro e univoco.
Oggi, quel significato non l'ha più, ridotto com'è ad uno slogan buono per eccitare una tifoseria politica.

La verità è che l'"antifascismo" è divenuto strumento di potere e prevaricazione, spesso violenta..

Non punto il dito su un presunto "tentativo" e non intendo fare da avvocato difensore di un governo..

Il mio è un preciso ATTO DI ACCUSA tour court contro l'odierno (cosiddetto) "antifascismo" di una certa parte politica, che con quello vero non ha nulla a che spartire.

I sedicenti "antifascisti" di oggi son tali e quali i fascisti di ieri.

Uguali nel metodo, nello squadrismo, nell'intolleranza delle opinioni altrui e nella prevaricazione violenta.

E nessuna Costituzione al mondo può definirsi Antifascista, senza ripudiare automaticamente ogni forma di dittatura sia essa russa, cinese, maduriana, iraniana ecc. ecc. .

Trovo assai contraddittorio chi si definisce "antifascista", ma si rifiuta di condannare apertamente e senza riserve qualsiasi dittatura, sia essa di destra o di sinistra.
Così come trovo contraddittorio che un sindacato si definisca "antifascista" e canti in piazza l'inno della vecchia Unione Sovietica.

Non vi è esempio alcuno, nella storia, di un regime comunista che non sia stato una dittatura.

La dottrina marxista-leninista è in re ipsa incompatibile con il concetto stesso di democrazia. poichè non ammette una visione alternativa della società, nè riconosce il diritto di esistere a idee diverse .
Enrico Berlinquer lo aveva capito, ed ebbe persino il coraggio di pronunciare - ad un congresso del PCUS al cospetto di Breznev - una parola ritenuta impronunciabile (quasi una bestemmia): "pluralismo".

Una parola il cui significato gli odierni cosiddetti "antifascisti" non sanno neppure dove stia di casa.
paolo_b3 22-04-24 18.08
@ stesgarbi
paolo_b3 ha scritto:
l'antifascismo ha un significato chiaro e univoco, è un emblema della nostra nazione dopo gli accadimenti del secolo scorso

Aveva..... l'antifascismo aveva, un tempo, un significato chiaro e univoco.
Oggi, quel significato non l'ha più, ridotto com'è ad uno slogan buono per eccitare una tifoseria politica.

La verità è che l'"antifascismo" è divenuto strumento di potere e prevaricazione, spesso violenta..

Non punto il dito su un presunto "tentativo" e non intendo fare da avvocato difensore di un governo..

Il mio è un preciso ATTO DI ACCUSA tour court contro l'odierno (cosiddetto) "antifascismo" di una certa parte politica, che con quello vero non ha nulla a che spartire.

I sedicenti "antifascisti" di oggi son tali e quali i fascisti di ieri.

Uguali nel metodo, nello squadrismo, nell'intolleranza delle opinioni altrui e nella prevaricazione violenta.

E nessuna Costituzione al mondo può definirsi Antifascista, senza ripudiare automaticamente ogni forma di dittatura sia essa russa, cinese, maduriana, iraniana ecc. ecc. .

Trovo assai contraddittorio chi si definisce "antifascista", ma si rifiuta di condannare apertamente e senza riserve qualsiasi dittatura, sia essa di destra o di sinistra.
Così come trovo contraddittorio che un sindacato si definisca "antifascista" e canti in piazza l'inno della vecchia Unione Sovietica.

Non vi è esempio alcuno, nella storia, di un regime comunista che non sia stato una dittatura.

La dottrina marxista-leninista è in re ipsa incompatibile con il concetto stesso di democrazia. poichè non ammette una visione alternativa della società, nè riconosce il diritto di esistere a idee diverse .
Enrico Berlinquer lo aveva capito, ed ebbe persino il coraggio di pronunciare - ad un congresso del PCUS al cospetto di Breznev - una parola ritenuta impronunciabile (quasi una bestemmia): "pluralismo".

Una parola il cui significato gli odierni cosiddetti "antifascisti" non sanno neppure dove stia di casa.
Mah, nel nostro paese c'è stata una guerra civile che dalla fine della seconda guerra mondiale è proseguita fino agli anni 80, in quel contesto ci sono state da entrambe le parti in conflitto gesti criminali le cui colpe non si è ancora finito di ascriverle, anche se sono probabilmente di un ordine di grandezza inferiore, rispetto ai crimini commessi per la conservazione del potere, sempre nello stesso periodo. In compenso erano in numero enormemente maggiore.
Quello di cui tu parli è un'onda lunga di questa divisione intestina italiana, condannala pure, hai la mia approvazione, ma perchè andare a minare le basi di un concetto sacrosanto come l'antifascismo?
stesgarbi 22-04-24 19.32
paolo_b3 ha scritto:
ma perchè andare a minare le basi di un concetto sacrosanto come l'antifascismo?

Proprio perchè mi sento profondamente antifascista nell'animo, contesto questo "antifascismo" ignorante, distorto, lontano dal suo concetto originario, strumentalizzato da chi fomenta un odio tra fazioni che non ha più senso, per delegittimare e negare il più elementare fondamento di una democrazia pluralista e multipartitica; l'alternanza tra forze politiche al governo.

La cosa singolare è che questa negazione del diritto di alternanza "in nome della democrazia" in Italia la si pratica da sempre.
Lo faceva la DC ai tempi dell'Unione Sovietica, con la "conventio ad excludendum" del PCI (nonostante il chiaro percorso in senso democratico intrapreso dal partito, soprattutto ad opera di Enrico Berlinguer).
Dopo la caduta del muro di Berlino, il "doncamillismo" anticomunista è stato riproposto da Berlusconi.
Ed ora, la stessa cosa accade - a parti invertite - a quasi ottant'anni da un'epoca che andrebbe consegnata definitivamente alla Storia, con il bagaglio di consapevolezza di un Popolo che, tuttavia, l'attuale classe politica ha gettato nuovamente nel roveto di un faziosismo politico da talk show di quart'ordine.

Sono appassionato (dilettante, ci tengo a sottolinearlo) di Storia, ho letto molto del fascismo, che reputo ufficialmente trasformato in nazifascismo nel '38, della Storia novecentesca, di ciò che hanno rappresentato le dittature, anche quelle di destra, ad esempio le dittature sudamericane ed africane finanziate dall'imperialismo occidentale (non solo USA, ma anche inglese e francese).
Questa mia passione dilettantesca ha rafforzato il mio essere antifascista, forgiando questo concetto in una consapevolezza nuova, che mi porta a provare disgusto per le dittature di ogni genere e colore.
Per tutti questi motivi, proprio non riesco a collocarmi nel cosiddetto "antifascismo", fasullo, strumentale, oggi propinato da una classe politica che, purtroppo, non ha nulla a che vedere con la serietà, la preparazione e l'educazione di coloro che l'hanno preceduta.

La tragica (e infame) esperienza fascista, vissuta da noi Italiani, avrebbe dovuto insegnarci ad unirci nella democrazia, nell'educazione al rispetto delle opinioni altrui e nell'accettazione dell' "altro" politico come avversario e non come "nemico" da abbattere ad ogni costo.
Avremmo potuto (e dovuto) imparare che essere antifascisti non può prescindere dall'amore per la democrazia e dall'avversione per ogni forma di dittatura, non solo quella fascista.
Avremmo potuto (e dovuto) imparare che l'avversario politico è sempre legittimato a governare, se il voto degli elettori lo stabilisce, e che l'opposizione va fatta in modo costruttivo, con idee, programmi e confronto civile e democratico.... non limitandosi a gridare "quanto sono brutti e cattivi" ... o peggio, impedendo di parlare (e questo vale per tutti, di una parte e dell'altra).

Purtroppo non è così.

Stefano
paolo_b3 22-04-24 19.40
@ stesgarbi
paolo_b3 ha scritto:
ma perchè andare a minare le basi di un concetto sacrosanto come l'antifascismo?

Proprio perchè mi sento profondamente antifascista nell'animo, contesto questo "antifascismo" ignorante, distorto, lontano dal suo concetto originario, strumentalizzato da chi fomenta un odio tra fazioni che non ha più senso, per delegittimare e negare il più elementare fondamento di una democrazia pluralista e multipartitica; l'alternanza tra forze politiche al governo.

La cosa singolare è che questa negazione del diritto di alternanza "in nome della democrazia" in Italia la si pratica da sempre.
Lo faceva la DC ai tempi dell'Unione Sovietica, con la "conventio ad excludendum" del PCI (nonostante il chiaro percorso in senso democratico intrapreso dal partito, soprattutto ad opera di Enrico Berlinguer).
Dopo la caduta del muro di Berlino, il "doncamillismo" anticomunista è stato riproposto da Berlusconi.
Ed ora, la stessa cosa accade - a parti invertite - a quasi ottant'anni da un'epoca che andrebbe consegnata definitivamente alla Storia, con il bagaglio di consapevolezza di un Popolo che, tuttavia, l'attuale classe politica ha gettato nuovamente nel roveto di un faziosismo politico da talk show di quart'ordine.

Sono appassionato (dilettante, ci tengo a sottolinearlo) di Storia, ho letto molto del fascismo, che reputo ufficialmente trasformato in nazifascismo nel '38, della Storia novecentesca, di ciò che hanno rappresentato le dittature, anche quelle di destra, ad esempio le dittature sudamericane ed africane finanziate dall'imperialismo occidentale (non solo USA, ma anche inglese e francese).
Questa mia passione dilettantesca ha rafforzato il mio essere antifascista, forgiando questo concetto in una consapevolezza nuova, che mi porta a provare disgusto per le dittature di ogni genere e colore.
Per tutti questi motivi, proprio non riesco a collocarmi nel cosiddetto "antifascismo", fasullo, strumentale, oggi propinato da una classe politica che, purtroppo, non ha nulla a che vedere con la serietà, la preparazione e l'educazione di coloro che l'hanno preceduta.

La tragica (e infame) esperienza fascista, vissuta da noi Italiani, avrebbe dovuto insegnarci ad unirci nella democrazia, nell'educazione al rispetto delle opinioni altrui e nell'accettazione dell' "altro" politico come avversario e non come "nemico" da abbattere ad ogni costo.
Avremmo potuto (e dovuto) imparare che essere antifascisti non può prescindere dall'amore per la democrazia e dall'avversione per ogni forma di dittatura, non solo quella fascista.
Avremmo potuto (e dovuto) imparare che l'avversario politico è sempre legittimato a governare, se il voto degli elettori lo stabilisce, e che l'opposizione va fatta in modo costruttivo, con idee, programmi e confronto civile e democratico.... non limitandosi a gridare "quanto sono brutti e cattivi" ... o peggio, impedendo di parlare (e questo vale per tutti, di una parte e dell'altra).

Purtroppo non è così.

Stefano
Mi piace discutere con te perchè lo riusciamo a fare nonostante la vediamo allo stesso modo. emo
d_phatt 23-04-24 00.26
paolo_b3 ha scritto:
Non lo so, ma quella pagina della nostra storia deve essere giudicata senza ambiguità.

Già, ed è proprio quello che Giorgia Meloni e i suoi compari si rifiutano regolarmente di fare. Questo fatto, di per sé e al di là di tutto il resto, lo trovo di una gravità inaudita.
wildcat80 23-04-24 08.53
Sono completamente d'accordo a metà con tutti emoemo
Negare la libertà di opinione proprio in occasione del 25 aprile è un fatto che ha del clamoroso e che ci riporta immediatamente in Russia o in Iran.
Ma concordo con Stefano quando fa le pulci alla sinistra attuale, che ricordo essere il motivo per cui il populismo sbanca.
Penso che un giorno arriveranno a dire che la scelta di indossare l'hijab e di essere completamente sottomesse al marito è una liberta scelta delle donne mussulmane, perché la narrazione attuale è questa: ho letto proprio stamattina un'intervista di una giovane credo influencer italoegiziana che parlava addirittura dell'hijab come accessorio trendy invidiato dalle amiche non mussulmane.
stesgarbi 23-04-24 09.02
@ d_phatt
paolo_b3 ha scritto:
Non lo so, ma quella pagina della nostra storia deve essere giudicata senza ambiguità.

Già, ed è proprio quello che Giorgia Meloni e i suoi compari si rifiutano regolarmente di fare. Questo fatto, di per sé e al di là di tutto il resto, lo trovo di una gravità inaudita.
Secondo me, invece, questa storiella del "rifiuto di abiurare" è solo un escamotage di una sinistra italiana, lontana dai lavoratori, senza idee, senza visione politica e programmatica, che cerca affannosamente di non perdere posizioni di potere accumulate in anni di governi a guida PD (partito che dalla sua fondazione, il 14 ottobre 2007, in 14 anni di vita ha cambiato ben 9 segretari).

In questo modo, però, viene fomentato l'odio tra fazioni.
In questo modo si torna agli anni '70, tra anarchici, manifestazioni antiebraiche, coretti ("via via la Polizia" o "celerini assassini") che io stesso, da studente, strillavo in quegli anni.

Ancora una volta si attua li "metodo democristiano", per cui si deve votare uno schieramento per non far vincere quegli altri, in nome della "paura del regime".
All'epoca di diceva che "i comunisti mangiano i bambini, se il PCI andrà al governo entreremo nel Patto di Varsavia, ci troveremo i carri armati russi sotto casa, come in Cecoslovacchia, ci porteranno via le seconde case per darle in coabitazione come in URSS... " ed altre sciocchezze del genere.
E io votavo PCI, perchè non credevo a quelle sciocchezze e mi fidavo di una classe dirigente seria e preparata (a cominciare da Enrico Berlinguer) ma, soprattutto, perchè credevo nel fondamentale principio democratico dell'alternanza tra forze politiche al governo.

Oggi sento ripetere le stesse sciocchezze, a parti invertite e, come allora, non ci credo.

Personalmente, proprio non riesco a votare per una "coalizione", oltretutto priva di una classe dirigente degna di questo nome, che propone un "minestrone" di ingredienti incompatibili fra loro (centrismo e radicalismo) senza un vero programma alternativo coerente, soltanto "per battere le destre".

E questo "antifascismo" fasullo, violento, contrario nei metodi e nei concetti ai principi democratici, francamente mi fa più paura delle cosiddette "destre".

Concludo dicendo questo:
nell'antichità delle Polis greche e della Roma repubblicana, la politica era fatta soprattutto di antagonismo.
Nel XXI secolo, dopo oltre duemila anni di storia, la politica dovrebbe basarsi sul dialogo e sul civile confronto democratico.... ma così non è, almeno in Italia.... purtroppo.
Ricordo che all'epoca Togliatti (appena tornato dall' URSS) decise di far iniziare un percorso democratico al PCI, partecipando alla stesura della Costituzione e addirittura sostenendo l'amnistia dei gerarchi fascisti detenuti in carcere.
Ricordo quando il "grande nemico" Giorgio Almirante si recò di persona ad omaggiare Enrico Berlinguer nella camera ardente: "Vengo qui non per le idee, ma per rendere omaggio all'uomo" disse.

Altri tempi, altri uomini, altro livello di civiltà.
wildcat80 23-04-24 10.00
stesgarbi ha scritto:
Altri tempi, altri uomini, altro livello di civiltà.


Vero, ma siamo arrivati al punto del cane che si morde la coda.
Perché il succo del problema odierno è la mancanza di fiducia nello Stato, e di conseguenza della politica.
Vota sempre meno gente, ed è un voto di protesta.
Ricordo ancora anni fa, quando la roccaforte rossa di Genova venne sbancata dalla Lega: nessuno si è fatto domande, la risposta è stata raccattare voti nei migranti, perso un bacino elettorale, se ne fa un altro, perché i votanti sono pochi e bisogna solo raccogliere. Ieri i migranti, oggi la comunità LGBTQ+, io non ho nulla contro migranti e comunità arcobaleno, ma è evidente che sia impossibile far coesistere sotto lo stesso cappello culture così lontane se non dietro la giustificazione del raccogliere voti.
Dall'altra parte cosa succede? Che la Lega collassa perché la linea politica del partito ha perso le proprie radici, che non erano assolutamente orientate al populismo nazionalista, era il movimento delle autonomie.
Che Fratelli d'Italia cancella il lavoro di Fini, che con la svolta di Fiuggi ha smarcato la destra parlamentare italiana dalle ombre lunghe del fascismo.
Perché Fini riconosce l'antifascismo partigiano come momento cardine della nascita della Repubblica e la Meloni glissa?
Così arriviamo ai giorno nostri, con l'antifascismo sbandierato che diventa una panacea a tutti i mali no?
d_phatt 23-04-24 15.07
@stesgarbi, perdonami, ma non sono per nulla d'accordo nel confondere e collegare tra loro i seguenti concetti, che devono essere invece ben distinti e separati:

A) Il rifiuto continuo e reiterato da parte di Meloni e di molti esponenti del suo governo di giudicare pubblicamente e senza ambiguità alcuna quella cosa orribile, indegna, all'estremo opposto della civiltà (plot twist: NON è una opinione) chiamata fascismo;
B) La situazione del centrosinistra italiano e qualsiasi stortura si voglia associare al termine "antifascismo".

Non sono assolutamente un fan del centrosinistra italiano di oggi, anzi ti dirò di più, non esiste in Italia un partito di cui io sia convinto sostenitore; l'attuale e passata inadeguatezza di quell'area politica nei confronti del ruolo che dovrebbe assumere nei confronti della società e del popolo italiano mi è chiara, anzi limpida. Questo però, nonché qualsiasi altra discussione politica, non va assolutamente ad intaccare il punto A), che è un FATTO, un fatto che neanche gli esponenti interessati si sono mai curati di nascondere.

Inoltre, la parola antifascismo di per sé indica una cosa sola: essere contrari al fascismo. Io sono contrario al fascismo con tutto me stesso, lo schifo più della trap e dei pomodori crudi, e quindi sono antifascista. Inutile girarci intorno con mille giri di parole: sono libero di sentirmi antifascista senza che questo fatto DI PER SÉ abbia accezioni negative oppure no?

Questo non significa che tutti gli antifascisti mi siano simpatici, o che non ci siano imbecilli tra gli antifascisti, anzi ti dirò di più, poiché il fascismo non può essere neanche minimamente parte di una società civile propriamente detta, essere antifascisti non è un particolare merito, è proprio un requisito minimo per essere considerati parte di una società civile. È come dire "non sono analfabeta", proprio una cosa di base che più non si può.

Dopodiché, sicuramente ci sono criminali e imbecilli tra gli antifascisti, ma è come dire che ci sono criminali e imbecilli tra coloro che sanno leggere e scrivere. Allora condanniamo il saper leggere e il saper scrivere?

Non scherziamo.
stesgarbi 23-04-24 16.12
wildcat80 ha scritto:
Perché Fini riconosce l'antifascismo partigiano come momento cardine della nascita della Repubblica e la Meloni glissa?

Per lo stesso motivo per cui, all'epoca, il PCI fece fatica a rinnegare i "compagni che sbagliano" ed oggi il PD non riesce a condannare con chiarezza e senza "distinguo" le violenze degli anarchici, dei centri sociali, degli estremisti violenti (inclusi gli antisemiti, che a sinistra ci sono sempre stati) degli studenti filo-Hamas e, per giunta, sogna un'alleanza strutturale (il "campo largo") con un movimento apertamente filo cinese, antioccidentale, che non ha mai nascosto le sue simpatie, ad esempio, per la dittatura di Maduro.

Gli estremisti fortunatamente sono una piccola minoranza, eppure qualche voto lo si raccatta anche lì.
Ma da qui a parlare di "ritorno al fascismo" o "pericolo rosso" ce ne corre.... e ce ne corre assai.

Gli elettori che non votano sembrano averlo capito, così come hanno capito che questi dibattiti sterili, da bambini dell'asilo, servono alla politica per sviare l'attenzione dai problemi fondamentali del nostro Paese:
Ne cito solo due, tra i vari:
1) un debito pubblico mostruoso, che "ingessa" la nostra economia, impedendoci di fare investimenti produttivi degni di questo nome, oppure riparare i "buchi" nella nostra sanità, nella scuola, nel welfare sociale, nella P.A. ecc. ecc. (l'elenco sarebbe lunghissimo).
Chi ha molti debiti ha pochi soldi da spendere, se vuole "tenere a galla" il proprio bilancio, a meno di non fare sempre più debiti, aumentandoli ...... fino a quando i creditori non chiudono i cordoni della borsa.
Capita che i soldi vengano spesi male, come accade nelle famiglie che fanno debiti a go go, però vanno in vacanza in luoghi di lusso, si comprano i "macchinoni".e spendono 50 euro per una pizza "stellata" (ne ho visti, di casi del genere..... da me difesi in procedimenti ex art. 216 L.F. emo ).
Magari in Italia servirebbe una vera "spending review", ovvero una seria riqualificazione della spesa pubblica. ma questo comporterebbe inevitabilmente "sacrifici" per alcune categorie che portano voti.... e in un paese dove i governi durano in media un anno e mezzo, dove oramai si vive di elezioni locali a cadenza trimestrale e, peggio ancora, di "elezioni virtuali" (i sondaggi) almeno quattro volte alla settimana, hanno molto più successo quei personaggi che ti promettono di farti "ristrutturare casa gratuitamente", o quelli che ti promettono una sanità d'eccellenza in un batter di ciglia... oppure distribuzioni gratuite di grano e giochi al Circo Massimo.

2) Un' Europa piena di "buone intenzioni", ma concettualmente rimasta ferma alle logiche concettuali del Congresso di Vienna del 1815.
Un' Europa incapace di darsi un'identità politica e geostrategica, dove non soltanto i Paesi membri giocano al "gioco delle grandi e piccole potenze", ma addirittura gli schieramenti politici delle diverse nazioni si fanno la guerra tra loro.
E così capita che l'Ungheria di Orban venga additata come l'"orco sovranista, causa di tutti i mali", mentre si chiudono gli occhi sul vero sovranismo dei Francesi (da ultimo, ci stanno svuotando le fabbriche della ex Fiat, con buona pace delle migliaia di Lavoratori che perderanno il lavoro). Oppure si chiudono gli occhi su una Germania che si è fatta gli affari suoi con le banche.... e persino con Mosca, al punto che un ex Cancelliere tedesco ancora oggi è un dirigente di Gazprom .

Sento molta gente affermare cose del tipo "tanto votare a che serve?" "Uno vale l'altro".
E sento molti, anche tra gli europeisti di sinistra, ammettere che "In Europa ci tocca stare, se no rischiamo il peggio,. ma quest' Europa fa un po' schifo"-

Molti, ormai, vivono alla giornata.... "Franza o Spagna, purchè se magna" "Chi vuol esser lieto sia, del doman non v'è certezza".
I sogni di un'Italia che rinasce, come nel dopoguerra, sono come il fascismo....consegnati alla storia.
stesgarbi 23-04-24 16.59
d_phatt ha scritto:
Io sono contrario al fascismo con tutto me stesso, lo schifo più della trap e dei pomodori crudi

Rispetto il Tuo punto di vista.
E tuttavia, consentimi una domanda:
provi lo stesso sentimento nei riguardi della dittatura sovietica?
Provi lo stesso sentimento per gli orrori di Pol Pot, oppure per la dittatura teocratica iraniana, per la dittatura cinese, per la dittatura zarista di Putin, per la dittatura del Maresciallo Tito (per non parlare dei vari "Amin" africani, dei Pinochet e dei Gualtieri in America Latina... l'elenco sarebbe lunghissimo) ?
Provi lo stesso sentimento per la dittatura dei terroristi Hamas, in Palestina... oppure credi che il loro regime sia migliore di quello fascista del ventennio?
.
Perchè, vedi, non si può limitare l'antifascismo a Mussolini/Hitler "perchè in Italia abbiamo avuto quello".(un "distinguo" che, purtroppo, sento fare da molti).
Antifascismo significa innanzitutto (e soprattutto) amore per la democrazia e per il confronto civile e democratico.

E ciò comporta necessariamente:
1) èssere contrari a qualsiasi forma di dittatura, sia essa di destra che di sinistra;
2) accettare il principio dell'alternanza democratica, multipartitica e pluralista; fondata sul voto degli elettori.
3) ripudiare esplicitamente ogni forma di violenza (incluso l'insulto gratuito all'avversario) esercitando il legittimo diritto di protestare e manifestare in piazza in modo pacifico.
4) contrapporre alle politiche di un governo un opposizione fondata su idee e proposte alternative (e non sulla demonizzazione dell'avversario):

Altrimenti, non è antifascismo..... almeno non per me.

E sulla Meloni, per me (IMHO) fino a prova contraria vale quanto ho già detto a proposito di Enrico Berlinguer e del PCI, che un tempo votavo convintamente infischiandomene degli "anatemi" del "Don" di turno.
Non credo al "pericolo fascista" oggi, così come allora non credevo al "pericolo comunista".

Vedi, se io vivessi in Emilia-Romagna, nel 2019 il mio voto regionale sarebbe certamente andato a Bonaccini, perchè lo stimo come una persona seria.
Vivendo in Lombardia, invece, proprio non ce l'ho fatta a a votare Majorino.
Questo per esplicitare che il mio voto non sarà "ideologico", ma dettato dalla fiducia che un candidato (o una forza politica) saprà infondermi nella serietà di come intende amministrare la Cosa Pubblica.
d_phatt 23-04-24 19.11
@ stesgarbi
d_phatt ha scritto:
Io sono contrario al fascismo con tutto me stesso, lo schifo più della trap e dei pomodori crudi

Rispetto il Tuo punto di vista.
E tuttavia, consentimi una domanda:
provi lo stesso sentimento nei riguardi della dittatura sovietica?
Provi lo stesso sentimento per gli orrori di Pol Pot, oppure per la dittatura teocratica iraniana, per la dittatura cinese, per la dittatura zarista di Putin, per la dittatura del Maresciallo Tito (per non parlare dei vari "Amin" africani, dei Pinochet e dei Gualtieri in America Latina... l'elenco sarebbe lunghissimo) ?
Provi lo stesso sentimento per la dittatura dei terroristi Hamas, in Palestina... oppure credi che il loro regime sia migliore di quello fascista del ventennio?
.
Perchè, vedi, non si può limitare l'antifascismo a Mussolini/Hitler "perchè in Italia abbiamo avuto quello".(un "distinguo" che, purtroppo, sento fare da molti).
Antifascismo significa innanzitutto (e soprattutto) amore per la democrazia e per il confronto civile e democratico.

E ciò comporta necessariamente:
1) èssere contrari a qualsiasi forma di dittatura, sia essa di destra che di sinistra;
2) accettare il principio dell'alternanza democratica, multipartitica e pluralista; fondata sul voto degli elettori.
3) ripudiare esplicitamente ogni forma di violenza (incluso l'insulto gratuito all'avversario) esercitando il legittimo diritto di protestare e manifestare in piazza in modo pacifico.
4) contrapporre alle politiche di un governo un opposizione fondata su idee e proposte alternative (e non sulla demonizzazione dell'avversario):

Altrimenti, non è antifascismo..... almeno non per me.

E sulla Meloni, per me (IMHO) fino a prova contraria vale quanto ho già detto a proposito di Enrico Berlinguer e del PCI, che un tempo votavo convintamente infischiandomene degli "anatemi" del "Don" di turno.
Non credo al "pericolo fascista" oggi, così come allora non credevo al "pericolo comunista".

Vedi, se io vivessi in Emilia-Romagna, nel 2019 il mio voto regionale sarebbe certamente andato a Bonaccini, perchè lo stimo come una persona seria.
Vivendo in Lombardia, invece, proprio non ce l'ho fatta a a votare Majorino.
Questo per esplicitare che il mio voto non sarà "ideologico", ma dettato dalla fiducia che un candidato (o una forza politica) saprà infondermi nella serietà di come intende amministrare la Cosa Pubblica.
Mi ritrovo certamente nell'elenco di valori che indichi. Di fatto, se la poni in questi termini, siamo d'accordo su tutto o quasi emo

Io credo però che esista un "pericolo" neofascista, esattamente come esiste il pericolo relativo a qualsiasi tipo di dittatura, ce ne sono di attuali come ce ne sono state nel passato. Ed è un fenomeno globale, non limitato solamente all'Italia. I venti politici degli ultimi anni parlano chiaro: destre a tendenza estrema e molto ben organizzate, progressisti non sempre in grado di offrire un'alternativa credibile. Le percentuali di voto in determinati paesi parlano chiaro in tal senso.

Tra oggi e ieri c'è però una differenza importante: la tecnologia moderna mette a disposizione delle dittature strumenti di controllo impensabili nel passato, molto più efficienti, capillari e veloci. La Cina ne è l'esempio più evidente e notevole (in senso negativo); di fatto la nostra società occidentale è già sottoposta a meccaniche di questo tipo, le elezioni politiche vengono decise in grande parte dalla propaganda social, poi finché l'impianto sociale e legislativo di stampo occidentale regge mette un freno, dopo addio.
wildcat80 24-04-24 09.19
stesgarbi ha scritto:
ommenta post di : stesgarbi
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wildcat80 ha scritto:
Perché Fini riconosce l'antifascismo partigiano come momento cardine della nascita della Repubblica e la Meloni glissa?

Per lo stesso motivo per cui, all'epoca, il PCI fece fatica a rinnegare i "compagni che sbagliano" ed oggi il PD non riesce a condannare con chiarezza e senza "distinguo" le violenze degli anarchici, dei centri sociali, degli estremisti violenti (inclusi gli antisemiti, che a sinistra ci sono sempre stati) degli studenti filo-Hamas e, per giunta, sogna un'alleanza strutturale (il "campo largo") con un movimento apertamente filo cinese, antioccidentale, che non ha mai nascosto le sue simpatie, ad esempio, per la dittatura di Maduro


Vedi, nel 2024, dopo un Novecento emblematico, con ascesa e caduta di totalitarismi storici e nascita di nuovi regimi autoritari, chi vive in Paesi fortunati dovrebbe avere la maturità di mettere una pietra sopra al passato più doloroso e tracciare una linea netta.
Penso che alla fine sia sempre la paura di perdere elettori il comune denominatore di questi mancati smarcamenti.
È evidente che ci siano nostalgici che i leader non vogliono scontentare, perché sono voti.
Pur non avendo votato per FdI, ho guardato con la stessa curiosità la sua ascesa come fatto a suo tempo con i 5S, per vedere cosa avrebbero fatto partiti che per vocazione e numeri sono stati il contraltare ai centrismi (più o meno spostati verso destra e sinistra), sapendo bene che dentro al suo partito c'erano e ci sono nostalgici.
Mi auguravo una maturità ideologica che non mi sembra ancora esserci, anzi, una maturità raggiunta con la svolta di Fiuggi (che aveva allontanato i vari camerata verso nuove esperienze dichiaratamente nostalgiche) e oggi rinnegata.
Ilaria_Villa 24-04-24 17.01
@ wildcat80
stesgarbi ha scritto:
ommenta post di : stesgarbi
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wildcat80 ha scritto:
Perché Fini riconosce l'antifascismo partigiano come momento cardine della nascita della Repubblica e la Meloni glissa?

Per lo stesso motivo per cui, all'epoca, il PCI fece fatica a rinnegare i "compagni che sbagliano" ed oggi il PD non riesce a condannare con chiarezza e senza "distinguo" le violenze degli anarchici, dei centri sociali, degli estremisti violenti (inclusi gli antisemiti, che a sinistra ci sono sempre stati) degli studenti filo-Hamas e, per giunta, sogna un'alleanza strutturale (il "campo largo") con un movimento apertamente filo cinese, antioccidentale, che non ha mai nascosto le sue simpatie, ad esempio, per la dittatura di Maduro


Vedi, nel 2024, dopo un Novecento emblematico, con ascesa e caduta di totalitarismi storici e nascita di nuovi regimi autoritari, chi vive in Paesi fortunati dovrebbe avere la maturità di mettere una pietra sopra al passato più doloroso e tracciare una linea netta.
Penso che alla fine sia sempre la paura di perdere elettori il comune denominatore di questi mancati smarcamenti.
È evidente che ci siano nostalgici che i leader non vogliono scontentare, perché sono voti.
Pur non avendo votato per FdI, ho guardato con la stessa curiosità la sua ascesa come fatto a suo tempo con i 5S, per vedere cosa avrebbero fatto partiti che per vocazione e numeri sono stati il contraltare ai centrismi (più o meno spostati verso destra e sinistra), sapendo bene che dentro al suo partito c'erano e ci sono nostalgici.
Mi auguravo una maturità ideologica che non mi sembra ancora esserci, anzi, una maturità raggiunta con la svolta di Fiuggi (che aveva allontanato i vari camerata verso nuove esperienze dichiaratamente nostalgiche) e oggi rinnegata.
emo