Jupiter 8... ma perchè Roland non ha fatto così???

kurz4ever 22-08-17 15.33
però non suona mica male

Ma perchè Roland non ha fatto questo al posto del JD/Xa (non che quello suoni male, ma...)
mima85 22-08-17 18.30
@ kurz4ever
però non suona mica male

Ma perchè Roland non ha fatto questo al posto del JD/Xa (non che quello suoni male, ma...)
Perché un Jupiter 8 emulato in digitale è parecchio meno costoso da produrre rispetto all'analogico e gli si avvicina in modo ragionevole, e perché probabilmente non vogliono infognarsi a fare assistenza ad un polifonico analogico da 8 voci con tutti gli altri prodotti che hanno a cui devono già fornire supporto tecnico.

Sono in contatto già da parecchio tempo col tizio di quel progetto. È encomiabile il suo lavoro perché ha messo via Roland giocando nel loro stesso territorio, lo ammiro. Però mi ha detto che solo per una scheda con su 2 voci del suo Jupiter clonato partono via qualcosa come 800 euro di componentistica, senza nemmeno calcolare tutto il lavoro che gli sta dietro. Se si vogliono le 8 voci, questa cifra va moltiplicata per 4, più la cifra richiesta per le schede restanti (CPU, pannello, eccetera), per il case e via dicendo.

Se Roland facesse mai il nuovo Jupiter 8 analogico, dubito che lo venderebbe sotto i 4500/5000 euro. Che è pur sempre 1/3 di quel che costava nell'81 il Jupiter 8 originale, però son comunque soldi che non sono in tanti ad essere disposti a spendere.

Certo anche a me piacerebbe finalmente vedere un Jupiter 8 analogico uscire dalle fabbriche di Roland, però da una parte posso comprendere perché Roland non voglia imbarcarsi in un progetto del genere. Successo di mercato incerto e troppe potenziali gabole dietro l'angolo, perché un synth analogico è molto più schizzinoso di un digitale a riguardo del buon funzionamento della sua elettronica. E siccome Roland ha già un'altra marea di prodotti a cui dedicarsi non vogliono rischiare.
kurz4ever 23-08-17 08.14
@ mima85
Perché un Jupiter 8 emulato in digitale è parecchio meno costoso da produrre rispetto all'analogico e gli si avvicina in modo ragionevole, e perché probabilmente non vogliono infognarsi a fare assistenza ad un polifonico analogico da 8 voci con tutti gli altri prodotti che hanno a cui devono già fornire supporto tecnico.

Sono in contatto già da parecchio tempo col tizio di quel progetto. È encomiabile il suo lavoro perché ha messo via Roland giocando nel loro stesso territorio, lo ammiro. Però mi ha detto che solo per una scheda con su 2 voci del suo Jupiter clonato partono via qualcosa come 800 euro di componentistica, senza nemmeno calcolare tutto il lavoro che gli sta dietro. Se si vogliono le 8 voci, questa cifra va moltiplicata per 4, più la cifra richiesta per le schede restanti (CPU, pannello, eccetera), per il case e via dicendo.

Se Roland facesse mai il nuovo Jupiter 8 analogico, dubito che lo venderebbe sotto i 4500/5000 euro. Che è pur sempre 1/3 di quel che costava nell'81 il Jupiter 8 originale, però son comunque soldi che non sono in tanti ad essere disposti a spendere.

Certo anche a me piacerebbe finalmente vedere un Jupiter 8 analogico uscire dalle fabbriche di Roland, però da una parte posso comprendere perché Roland non voglia imbarcarsi in un progetto del genere. Successo di mercato incerto e troppe potenziali gabole dietro l'angolo, perché un synth analogico è molto più schizzinoso di un digitale a riguardo del buon funzionamento della sua elettronica. E siccome Roland ha già un'altra marea di prodotti a cui dedicarsi non vogliono rischiare.
Mah.. Con gli acquisti in scala aziendale dei componenti i costi scendono di un bel po'. Poi jdxa ha già 4 voci analogiche a 2 oscillatori (e costa una cifra civile a ha anche tutta la parte supernatural)... Belle niente da dire... Ma questo suona meglio....
Ora puntano alle riproduzioni completamente digitali e con i plug-in in affitto...emo
mima85 23-08-17 09.44
Anche se gli acquisti di componentistica in scala aziendale riducono i prezzi, dubito che Roland il clone del Jupiter 8 lo venda ad un prezzo inferiore a quello che ho ipotizzato, anche fosse solo per il nome che porta. Poi appunto resta il problema dell'assistenza. Clonare un Jupiter 8 significherebbe rifarlo in componentistica discreta come l'originale (il JD-Xa invece da quanto ho visto usa molto circuiti integrati, ed ha la metà delle voci), altrimenti non sarebbe un clone. E quando un synth del genere da un problema, trovarlo e risolverlo può essere molto dispendioso in termini di tempo. Probabilmente Roland non vuole tirarsi addosso altre problematiche a livello di assistenza oltre quelle che ha già.

Parliamoci chiaro, anche a me piacerebbe molto vedere la rinascita del Jupiter 8 analogico. Ma ragionando razionalmente, considerate le politiche attuali di Roland dubito che una cosa del genere avverrà.
anonimo 23-08-17 10.10
non preoccupatevi tra un po' behringer fa la versione rack a 500€
mima85 23-08-17 10.11
@ anonimo
non preoccupatevi tra un po' behringer fa la versione rack a 500€
Ma magari emo
drmacchius 23-08-17 12.18
@ mima85
Ma magari emo
ma behringer -e in un certo senso anche waldorf- come mai riescono a fare analogici e cloni a prezzi accettabili? seguendo il tuo discorso i prezzi minimi di vendita dovrebbero essere molto piú alti perché la componentistica ha prezzi elevati e una piccola azienda non puö acquistarla a prezzi competitivi....anche produrre a basso costo in cina richia di ridurre l´affidabilitá, ma waldorf -e il grosso dei produttori di analogici di qualitä- produce o in europa o in nord america, dove il lavoro qualificato -quello necessarioper produrre analogici affidabili- costa decisamente di piú che nel´sudest asiatico
mima85 23-08-17 14.10
drmacchius ha scritto:
ma behringer -e in un certo senso anche waldorf- come mai riescono a fare analogici e cloni a prezzi accettabili?


Nessuno di loro ha a listino un clone a componentistica discreta di un polifonico analogico a VCO della complessità costruttiva di un Jupiter. Finché si tratta di clonare un Minimoog le cose restano tutto sommato semplici e si può mantenere un prezzo basso, ma sui polifonici, specialmente se dotati di polifonia piuttosto generosa (per la tipologia di synth s'intende) le cose cambiano.
kurz4ever 23-08-17 14.47
@ mima85
drmacchius ha scritto:
ma behringer -e in un certo senso anche waldorf- come mai riescono a fare analogici e cloni a prezzi accettabili?


Nessuno di loro ha a listino un clone a componentistica discreta di un polifonico analogico a VCO della complessità costruttiva di un Jupiter. Finché si tratta di clonare un Minimoog le cose restano tutto sommato semplici e si può mantenere un prezzo basso, ma sui polifonici, specialmente se dotati di polifonia piuttosto generosa (per la tipologia di synth s'intende) le cose cambiano.
ma scusate... Dave Smith fa il Profet Rev2 e lo vendono a 2.5k euro...16 voci, cosa mi perdo?
mima85 23-08-17 15.00
kurz4ever ha scritto:
ma scusate... Dave Smith fa il Profet Rev2 e lo vendono a 2.5k euro...16 voci, cosa mi perdo?


DCO (molto più semplici da implementare e gestire dei VCO, che richiedono circuiti di compensazione in temperatura e circuiteria/routine di auto accordatura) e largo uso di circuiti integrati in luogo della componentistica discreta. Gli altri 2 synth polifonici che Dave Smith fa e che sono a VCO costano tra i 2'500/2'800 euro con solo 6 voci di polifonia.
drmacchius 24-08-17 00.59
@ mima85
kurz4ever ha scritto:
ma scusate... Dave Smith fa il Profet Rev2 e lo vendono a 2.5k euro...16 voci, cosa mi perdo?


DCO (molto più semplici da implementare e gestire dei VCO, che richiedono circuiti di compensazione in temperatura e circuiteria/routine di auto accordatura) e largo uso di circuiti integrati in luogo della componentistica discreta. Gli altri 2 synth polifonici che Dave Smith fa e che sono a VCO costano tra i 2'500/2'800 euro con solo 6 voci di polifonia.
capsico il discorso dei vco.....quindi il jupiter originale confrontato ai prezzi attuali, quanto sarebbe costato? o meglio, confrontato al prezzo di una utilitaria dell´epoca tipo la golf, quanto costava il jupiter ai tempi?
mima85 24-08-17 08.17
drmacchius ha scritto:
quindi il jupiter originale confrontato ai prezzi attuali, quanto sarebbe costato? o meglio, confrontato al prezzo di una utilitaria dell´epoca tipo la golf, quanto costava il jupiter ai tempi?


Se non sbaglio costava l'equivalente odierno di circa 15'000 euro.
kurz4ever 24-08-17 13.27
@ mima85
drmacchius ha scritto:
quindi il jupiter originale confrontato ai prezzi attuali, quanto sarebbe costato? o meglio, confrontato al prezzo di una utilitaria dell´epoca tipo la golf, quanto costava il jupiter ai tempi?


Se non sbaglio costava l'equivalente odierno di circa 15'000 euro.
meco....
mima85 24-08-17 14.22
kurz4ever ha scritto:
meco....


1000 euro più 1000 euro meno emo

D'altronde era lo stato dell'arte della tecnologia analogica del tempo, con oltrettutto in più una parte digitale di controllo (oggi uno Z80, qualche chip di EPROM e RAM e qualche porta logica costano pochi spiccioli, ma allora valevano dei bei soldi). E nella stessa fascia di prezzo c'erano gli Oberheim OB-X/Xa e gli altri synth analoghi.

Ai tempi per prenderti un analogico di fascia bassa come il Juno dovevi spendere l'equivalente attuale di circa 3000 euro. Quella era l'alternativa "economica", e questo dice tutto su quanto costasse l'elettronica ai tempi. Oggi con quella cifra ti prendi comodamente un analogico di fascia alta, con 2 oscillatori, filtro multimodo, un sacco di modulazioni, effettistica integrata, porte MIDI, USB, tonnellate di memoria per le patch, integrazione totale con la DAW, e tutte queste belle cose qui. E siamo solo nel dominio dell'analogico, perché se parliamo di macchine digitali, per quella cifra compri uno strumento che l'unica cosa che gli manca è che ti faccia il caffè.

Tra l'altro proprio adesso che sto scrivendo questo post alla radio sta passando "People From Ibiza"... Analogico e DX-7 a manetta emo
kurz4ever 24-08-17 14.53
@ mima85
kurz4ever ha scritto:
meco....


1000 euro più 1000 euro meno emo

D'altronde era lo stato dell'arte della tecnologia analogica del tempo, con oltrettutto in più una parte digitale di controllo (oggi uno Z80, qualche chip di EPROM e RAM e qualche porta logica costano pochi spiccioli, ma allora valevano dei bei soldi). E nella stessa fascia di prezzo c'erano gli Oberheim OB-X/Xa e gli altri synth analoghi.

Ai tempi per prenderti un analogico di fascia bassa come il Juno dovevi spendere l'equivalente attuale di circa 3000 euro. Quella era l'alternativa "economica", e questo dice tutto su quanto costasse l'elettronica ai tempi. Oggi con quella cifra ti prendi comodamente un analogico di fascia alta, con 2 oscillatori, filtro multimodo, un sacco di modulazioni, effettistica integrata, porte MIDI, USB, tonnellate di memoria per le patch, integrazione totale con la DAW, e tutte queste belle cose qui. E siamo solo nel dominio dell'analogico, perché se parliamo di macchine digitali, per quella cifra compri uno strumento che l'unica cosa che gli manca è che ti faccia il caffè.

Tra l'altro proprio adesso che sto scrivendo questo post alla radio sta passando "People From Ibiza"... Analogico e DX-7 a manetta emo
...ok e fare un full analog usando 4 schede del JD/XA (16 voci)... + stadio effetti digitale... perchè non suona "grosso" come il jupiter originale?
SimonKeyb 24-08-17 14.56
Una curiosità, dato che si è toccato un argomento che mi interessa.

Mi riferisco a Mima ma anche altri che possano avere informazioni riguardo i synth ad architettura analogica attualmente sul mercato, che utilizzano componentistica discreta o SMD: tipo il Voyager, il LP, il Matrixbrute, i prophet/OB della DSI, ma anche gli analogici behringer.... sapete come sono fatti? e che differenze di suono comportano l'utilizzo dell'una o l'altra tecnologia?
mima85 24-08-17 15.02
kurz4ever ha scritto:
...ok e fare un full analog usando 4 schede del JD/XA (16 voci)... + stadio effetti digitale... perchè non suona "grosso" come il jupiter originale?


Elettronica di tipo diverso, giovane (nel senso di appena uscita dalla fabbrica o con poche ore di uso sulle spalle), più moderna e precisa, e disegno circuitale differente rispetto al Jupiter originale. Senza contare che oggi il suono di un Jupiter 8 è quello di un synth con sulle spalle 35 e rotti anni d'età, quindi con l'elettronica invecchiata, magari pure fuori calibrazione e di conseguenza con una maggior quantità di quelle imperfezioni che definiscono il "suono analogico" così come lo apprezziamo comunemente oggi. Quand'erano nuovi anche i Jupiter sicuramente erano più precisi e puliti come sonorità.
mima85 24-08-17 15.12
SimonKeyb ha scritto:
sapete come sono fatti?


A livello di progetto circuitale non ci sono molte differenze rispetto a com'erano fatti 30/40 anni fa, anzi non è raro che facendo un analogico nuovo si riesumino i progetti di qualche decennio fa proprio per avere un suono più "vintage" (vedi l'OB-6, ispirato ai SEM sempre di Oberheim). Alla fine per fare un VCO o un filtro ci sono sempre quella manciata di tipologie di circuito tra cui scegliere, oggi come qualche decennio fa. Chiaramente a livello costruttivo schede e circuiti sono più compatti per via della ridotta dimensione dei componenti SMD usati oggi, e tante cose che magari ai tempi erano implementate con componentistica discreta oggi sono su chip.

Tanto per rendere l'idea, questo è l'interno di un moderno Prophet 6, mentre questo è un Jupiter 8, a cui nella foto tra l'altro mancano le schede del pannello. Di quelle schede zeppe di componenti che si vedono in foto, ce ne sono 2 strati impilati l'uno sull'altro. E questo è un Memorymoog emo.

SimonKeyb ha scritto:
che differenze di suono comportano l'utilizzo dell'una o l'altra tecnologia?


Come risposto a kurz4ever, l'elettronica di oggi (che sia SMD o no) è più precisa, meno influenzabile dalla temperatura e con tolleranze più strette rispetto a quella di 30/40 anni fa. Quindi un analogico prodotto oggi con componentistica di fabbricazione corrente suonerà in generale più pulito rispetto ad uno prodotto negli anni '80, ma questa non è necessariamente una cosa negativa.

Per "sporcare" il suono di un moderno analogico sovente si adottano dei trucchetti a livello di controllo digitale della catena di sintesi analogica. Nel senso che per esempio nelle tensioni di controllo dei VCO (che sono generate digitalmente e convertite in analogico da uno o più DAC) può essere introdotto di proposito un certo margine d'errore casuale per stonare leggermente gli oscillatori, in modo che lo strumento sia sempre intonato ma con il detune dei VCO leggermente diverso tra le voci, in modo da rendere il suono più organico e meno clinico. Lo stesso può essere fatto con i filtri.

La maggior parte delle volte queste imperfezioni indotte artificialmente si possono abilitare/disabilitare/parametrizzare dal setup globale del synth.
SimonKeyb 25-08-17 18.18
@ mima85
SimonKeyb ha scritto:
sapete come sono fatti?


A livello di progetto circuitale non ci sono molte differenze rispetto a com'erano fatti 30/40 anni fa, anzi non è raro che facendo un analogico nuovo si riesumino i progetti di qualche decennio fa proprio per avere un suono più "vintage" (vedi l'OB-6, ispirato ai SEM sempre di Oberheim). Alla fine per fare un VCO o un filtro ci sono sempre quella manciata di tipologie di circuito tra cui scegliere, oggi come qualche decennio fa. Chiaramente a livello costruttivo schede e circuiti sono più compatti per via della ridotta dimensione dei componenti SMD usati oggi, e tante cose che magari ai tempi erano implementate con componentistica discreta oggi sono su chip.

Tanto per rendere l'idea, questo è l'interno di un moderno Prophet 6, mentre questo è un Jupiter 8, a cui nella foto tra l'altro mancano le schede del pannello. Di quelle schede zeppe di componenti che si vedono in foto, ce ne sono 2 strati impilati l'uno sull'altro. E questo è un Memorymoog emo.

SimonKeyb ha scritto:
che differenze di suono comportano l'utilizzo dell'una o l'altra tecnologia?


Come risposto a kurz4ever, l'elettronica di oggi (che sia SMD o no) è più precisa, meno influenzabile dalla temperatura e con tolleranze più strette rispetto a quella di 30/40 anni fa. Quindi un analogico prodotto oggi con componentistica di fabbricazione corrente suonerà in generale più pulito rispetto ad uno prodotto negli anni '80, ma questa non è necessariamente una cosa negativa.

Per "sporcare" il suono di un moderno analogico sovente si adottano dei trucchetti a livello di controllo digitale della catena di sintesi analogica. Nel senso che per esempio nelle tensioni di controllo dei VCO (che sono generate digitalmente e convertite in analogico da uno o più DAC) può essere introdotto di proposito un certo margine d'errore casuale per stonare leggermente gli oscillatori, in modo che lo strumento sia sempre intonato ma con il detune dei VCO leggermente diverso tra le voci, in modo da rendere il suono più organico e meno clinico. Lo stesso può essere fatto con i filtri.

La maggior parte delle volte queste imperfezioni indotte artificialmente si possono abilitare/disabilitare/parametrizzare dal setup globale del synth.
Ti ringrazio avanzi un thank !
Quindi in breve, mi pare di capire l'SMD sia in grado di replicare più o meno in tutto e per tutto la sonorità dei componenti discreti, fatta eccezione per l'instabilità dei circuiti; che genera le stonature degli oscillatori che ci farebbero percepire un suono generalmente migliore e più caldo?
maxpiano69 25-08-17 19.21
@ SimonKeyb
Ti ringrazio avanzi un thank !
Quindi in breve, mi pare di capire l'SMD sia in grado di replicare più o meno in tutto e per tutto la sonorità dei componenti discreti, fatta eccezione per l'instabilità dei circuiti; che genera le stonature degli oscillatori che ci farebbero percepire un suono generalmente migliore e più caldo?
Ne replicano le configurazioni circuitali ma non le sonoritá, almeno non al 100% proprio perche quelle sonoritá di cui si parla sono determinate anche dal fatto che i circuiti a componenti discreti sono piú soggetti a variazioni dei loro parametri durante il funzionamento e questo influenza le forme d'onda generate (e non solo in termini i di picth= "stonatura")