Grande dizionario degli accordi

Jerrymusic 22-10-16 20.52
Ciao a tutti!

Vi segnalo un libro che ritengo utilissimo per tutti, a prescindere dallo strumento suonato o dal genere eseguito, anche se particolarmente consigliato ai pianisti e tastieristi.
È il "Grande dizionario degli accordi", un'opera scritta dal grande pianista jazz Salvatore Bonafede e dalla cantante e arrangiatore Roberta Giuffrida, che oltre ad essere musicisti sono anche dei valenti didatti.

Contiene armonizzazione di scale parallele con funzioni armoniche e scambio modale, gli accordi in grado fondamentale in tutte le tonalità, comprese 9a, 11a, 13a e trascritti per mano destra e per mano sinistra, anche con omissione di fondamentale.

Troppo spesso ci si ritrova a non sapere la giustificazione armonica di un accordo, o a non riuscire ad eseguire una sigla che non si comprende... ebbene, in questo testo, rilegato in spiraletta per una maggiore comodità, si trova la risposta.
Ne sto traendo un grande giovamento, e sembra che sia in uscita il seguito con tutti i rivolti.

La casa editrice è la Volonté&Co di Milano.

Spero di essere stato utile con questa segnalazione. Se si, sganciare un thanks!emo
anonimo 22-10-16 22.43
che senso ha un dizionario degli accordi?
vin_roma 23-10-16 02.32
La penso come Jaam.

Da quello che capisco è un' opera pesante e inutile, forse buona per quegli studenti sprovveduti ai quali fanno credere che esista un' armonia jazz e che si deve imparare ed eseguire a memoria.

L' armonia ha dei principi e, se insegnati e fatti comprendere, permettono il riconoscimento e la costruzione immediata di qualsiasi astrusità armonica.

Così è come mostrare un po' di risultati matematici da imparare a memoria omettendo il fatto che conoscendo i principi base del calcolo si possono, da soli, risolvere tutte le operazioni immaginabili.

Cose del genere esistono, ma hanno una giusta collocazione: sono i prontuari di accordi per chitarristi parrocchiali!
anonimo 23-10-16 13.42
Forse si tratta di un compendio di voicings, il che potrebbe essere utile se accompagnato dall'analisi ragionata dei modelli strutturali

In effetti c'é ancora nel mondo del jazz (e del pop/rock) una certa confusione tra armonia e voicing...per non parlare degli aspetti contrappuntistici

Sarebbe bello aprire una discussione che confronti la teoria scientifica dell'armonia, che vede la tonalità come conseguenza obbligata del contenuto armonico delle singole note e della forza propulsiva della sensibile e della controsensibile, e la teoria culturale che vede la tonalità come "emersione" graduale di agglomerati verticali in un contesto meramente "orizzontale", il contrappunto, in cui le regole concernono principalmente la condotta melodica e le norme "verticali" sono limitate al governo della consonanza/dissonanza

Sarebbe anche interessante confrontare un approccio al voicing di carattere schematico/a blocchi ad uno che proponga almeno la gestione e l'analisi della eading voice e magari del basso

emo
Jerrymusic 23-10-16 16.08
Con tutto il rispetto dovuto agli amici che hanno commentato, lo scopo del libro è eminentemente pratico, utile per la tecnica e per lo studio dell'armonia applicata allo strumento (specie il pianoforte). Non è un trattato di armonia, ma un prontuario che in maniera immediata, grazie anche a tabelle appositamente create, permette una più agevole comprensione degli sviluppi armonici nelle varie tonalità.
Studio pianoforte jazz al conservatorio e mi sembrava potesse essere utile segnalare il testo. Se con questo ho urtato la sensibilità didattico musicale di qualcuno, chiedo venia. Mi asterrò per il futuro dallo scrivere altro.

Buona domenica.
Edited 23 Ott. 2016 14:08
anonimo 23-10-16 16.42
@ Jerrymusic
Con tutto il rispetto dovuto agli amici che hanno commentato, lo scopo del libro è eminentemente pratico, utile per la tecnica e per lo studio dell'armonia applicata allo strumento (specie il pianoforte). Non è un trattato di armonia, ma un prontuario che in maniera immediata, grazie anche a tabelle appositamente create, permette una più agevole comprensione degli sviluppi armonici nelle varie tonalità.
Studio pianoforte jazz al conservatorio e mi sembrava potesse essere utile segnalare il testo. Se con questo ho urtato la sensibilità didattico musicale di qualcuno, chiedo venia. Mi asterrò per il futuro dallo scrivere altro.

Buona domenica.
Edited 23 Ott. 2016 14:08
Non dovresti prendertela...ogni contributo é per sua natura utile e ben accettoemo

però, consentimi, é altresì libera la discussione e tutti possono esprimere commenti positivi ma anche dubbiosi o, perché no, negativi

emo
vin_roma 23-10-16 18.01
Per me una cosa del genere equivale ad una tavola matematica:

2+2=4
2+3=5
2+4=6...

3x2=6
3x3=9...

Se uno studente di conservatorio per ricostruire un FA#7/6 ha bisogno delle tavole di riferimento, datemi il numero del suo insegnante d' armonia che lo denuncio alla polizia musicale.

Ho solo potuto vedere le pagine con gli argomenti trattati (e non c' è traccia di argomentazioni teorico/didattiche):
Con la mano destra:
Do magg.
Do min.
...
Re magg.
Re min.
....
Poi per la mano sinistra:
Do magg.
Do min.
...
Re magg.
Re min.
...
Poi con le 7, le 9... dim. etc...


Stiamo parlando di Università e usiamo i metodi della materna!
Edited 23 Ott. 2016 16:33
vin_roma 23-10-16 19.12
@Jerrymusic

Ho espresso il mio parere, magari con un po' di colore...
ma se puoi chiarirmene l' utilità sono pronto ad ascoltare.

Per me è inconcepibile che uno che si vuole approcciare alla letteratura Jazz non abbia confidenza con intervalli e scale, le stesse cose che, avendone consapevolezza, annullano l' utilità di questa pubblicazione.

Fammi capire il tuo punto di vista.
Edited 23 Ott. 2016 17:18
Jerrymusic 23-10-16 19.54
Sarà che sono abituato ad interloquire e a dare il mio punto di vista con toni più pacati... ma tant'è, a volte incontro qualcuno che pensa di essere ancora al tempo delle crociate... scherzo naturalmente, solo per mostrare che il "colore" possiamo mettercelo tutti emo

Premesso che non devo fare apologia di nessun tipo, e che il mondo è bello perché vario, ritengo che quello che per me può essere una cosa del tutto superflua (traduco per Vin... "inutile"), magari ad altri che non hanno il mio stesso livello di conoscenza dell'armonia o delle progressioni jazz può essere di giovamento.

Anche perché, se sbaglio mi "corrigerete", non scrivo in una sezione del forum titolata "Sezione di super musicisti con conoscenze dell'occulto armonico riservato a pochi eletti"...

Infine, il fatto che io ritenga utile il testo indicato (che uso per la tecnica di sviluppo del "tocco" al pianoforte, un po come facevo per la velocità e l'agilità con scale ed arpeggi col pianoforte classico ed ancora uso fare oggi) è comunque un parere personale che andrebbe rispettato. Come rispetto il parere contrario di chi sa esprimersi in maniera altrettanto rispettosa. Ma si sa, alle crociate non si può rinunciare dall'oggi al domani!emo
ahivela 24-10-16 20.33
Cyrano ha scritto:
In effetti c'é ancora nel mondo del jazz (e del pop/rock) una certa confusione tra armonia e voicing..


Purtroppo hai ragione.
Il fatto grave e' che si tende a dare stragrande prevalenza alla prima, misconoscendo quasi del tutto l'importanza (secondo me fondamentale) del secondo. Pensare la musica badando solo all'armonia e non al voicing e' come illustrare la realta' con un fumetto o un cartone animato, piuttosto che con una foto o un film.
Con tutto il rispetto per fumetti e cartoons... emo
vin_roma 24-10-16 21.10
Esiste musica che usa la verticalità e musica che usa l' orizzontalità.

C' è musica che si esprime con l' emotività derivata dagli impatti armonici e musica che predilige le evoluzioni melodiche.
La quasi totalità della musica si basa su un' architettura armonico/ritmica fatta di equilibri.
La quasi totalità della musica è ascrivibile, anche quando non è manifesta, in un contesto di rapporti armonici che, in maniera più o meno evoluta, rispondono a dei principi fisico/acustici.

Non sempre la musica può essere ascrivibile in regole teorico/armoniche.

L' armonia può essere il letto di un fiume melodico che essa stessa crea, l' armonia può essere una contingenza necessaria di varie linee melodiche.
vin_roma 24-10-16 21.13
Ovviamente ho detto un mare di ovvietà...emo
anonimo 24-10-16 21.53
@ vin_roma
Ovviamente ho detto un mare di ovvietà...emo
ma quando maiemo

sono concetti semplici ma profondi e spesso misconosciuti

anonimo 24-10-16 22.04
Aggiungerei un paio di dettagli

Esistono diversi "piani" che sono ascrivibili al mondo dell'armonia:

1) i fenomeni psicoacustici e l'emergere dell'accordo maggiore basato sulla piramide degli armonici organizzati per terze sovrapposte

2) lo sviluppo di questa struttura terziaria "sovrapposta" alle vestigia della modalità, ovvero le scale maggiori e minori, e la scoperta di triadi maggiori, minori e diminuite

3) la percezione della consonanza e dissonanza degli intervalli

4) dall'incontro/scontro della scala e degli accordi costruiti sulla scala e dal mondo della consonanza/dissonanza nasce la percezione della tonalità identificata dal movimento di sensibile e controsensibile: la cadenza

5) e di seguito, si studia la concatenazione degli accordi e le sue regole, dapprima in forma fondamentale poi in rivolto

6) il discorso si amplia con da una parte le settime, none, accordi eccedenti e cromatici, dall'altra con la modulazione: ma siamo sempre nell'ambito dello studio della concatenazione degli accordi e dei loro rapporti con le regioni armoniche in funzione del centro tonale

7) nel frattempo, si vedono i modi pratici di gestire queste concatenazioni: bassi numerati, bassi liberi, armonizzazione del corale, armonizzazione cromatica libera

8) e a latere si approfondisce la condotta delle parti, con almeno i rudimenti di contrappunto (condotta melodica, specie di contrappunto, imitazione)

9) a questo punto chi si interessa di jazz/pop/rock può distillare i voicings come strutture codificate da usarsi "a blocco" per armonizzare velocemente e in maniera semplice una progressione data

10) ma anche lo studio dei voicings non può prescindere dai concetti base di condotta delle parti

Come si puó notare, il bignamino degli accordi non trova posto in quest'analisi...emo

emo
Edited 24 Ott. 2016 20:08
vin_roma 25-10-16 03.50
Cyrano ha scritto:
1) i fenomeni psicoacustici e l'emergere dell'accordo maggiore basato sulla piramide degli armonici organizzati per terze sovrapposte

Considerando la somma delle armoniche è da un po' di tempo che sono giunto a pensare che nel nostro sistema tonale non esiste nessuna nota statica di riposo assoluto poiché anche un singolo Do porta con se certamente un' armonia maggiore elementare ...ma, fisiologicamente, anche la nota Sib... che (forse) è di difficile estrazione ma è parte integrante del colore tonale e quindi ogni suono, sotto sotto, si porta un moto di dominante.
Perciò ho ipotizzato l' esistenza di una scala magg. "naturale" che termina la sua corsa sul IV grado, quindi, nel caso si trattasse della scala di Do naturale, per il suo contenuto armonico verrebbe ascritta alla tonalità di Fa.

Ho fatto questo esperimento:

scala di Fa in un' ottava: Fa Sol La Sib Do Re Mi Fa , giusta no? come siamo da sempre abituati a sentirla...

ora provate questa: Do Re Mi Fa Sol La Sib Do Re MI Fa ...

riprovate la prima: Fa Sol La Sib Do Re MI Fa ...Non fermatevi alla prima impressione, risuonate diverse volte ora l' una ora l' altra scala... nella scala in ottava a me manca qualcosa, della serie: dopo la lasagna non puoi portarmi la pasta in bianco...

ho provato anche andata e ritorno: >Do Re Mi Fa Sol La Sib Do Re Mi Fa <Mi Re Do Sib La Sol Fa suona! E con molto senso tonale.

Esistono le scale:
>maggiori
>minori naturali
>minori melodiche
>minori armoniche

ed ora anche le
>maggiori naturali!!! emoemoemo

E mo' davvero mi denunciano alla polizia musicale.
Cyra' ...me devo fa' vede' da qualcuno?


P.S.: evito di commentare gli altri punti altrimenti davvero mi carcerano!
Edited 25 Ott. 2016 4:06
vin_roma 25-10-16 05.17
Comunque, senza voler fare la figura dello "sborone", vorrei farmi comprendere da Jerrymusic dicendo che sono rimasto un po' interdetto dall' affermazione: "Vi segnalo un libro che ritengo utilissimo per tutti...".
Ok, e prima di rispondere sono andato ad informarmi sulla pubblicazione ...ma ho trovato solo un elenco di accordi, fini a se stessi, statici... di buono (a fiducia) ho trovato solo l' idea di rendere leggibili le scale armonizzate per le quali, in molti, trovano difficoltà nel realizzarle a "colpo d' occhio".

Io sono della vecchia guardia e con l' armonia c' ho speso molto tempo e con quest' ottica ho trovato inutile lo sviluppo ciclopico di qualcosa che ognuno che vuole suonare, anche con un approccio amatoriale, può realizzare da sé conoscendo le minime e comunque indispensabili nozioni sui gradi e gli intervalli delle scale.
Uno percorso di studio, anche amatoriale, dovrebbe rendere ovvio che un C #11/13 o un B b5/7 abbiano una determinata successione di suoni, poi, (dovrei aprire una polemica sui nuovi ordinamenti) chi studia in conservatorio dovrebbe poterlo scrivere da sé un libro del genere, anche al secondo anno di armonia, altro che averne il bisogno di consultarlo!

Sono certamente polemico, non con te, non con gli autori, piuttosto verso un decadimento generale nella qualità dell' istruzione e non solo musicale di cui forse anche tu, al di là delle tue doti personali, ne sei vittima.
Edited 25 Ott. 2016 3:20
anonimo 25-10-16 11.44
@ vin_roma
Cyrano ha scritto:
1) i fenomeni psicoacustici e l'emergere dell'accordo maggiore basato sulla piramide degli armonici organizzati per terze sovrapposte

Considerando la somma delle armoniche è da un po' di tempo che sono giunto a pensare che nel nostro sistema tonale non esiste nessuna nota statica di riposo assoluto poiché anche un singolo Do porta con se certamente un' armonia maggiore elementare ...ma, fisiologicamente, anche la nota Sib... che (forse) è di difficile estrazione ma è parte integrante del colore tonale e quindi ogni suono, sotto sotto, si porta un moto di dominante.
Perciò ho ipotizzato l' esistenza di una scala magg. "naturale" che termina la sua corsa sul IV grado, quindi, nel caso si trattasse della scala di Do naturale, per il suo contenuto armonico verrebbe ascritta alla tonalità di Fa.

Ho fatto questo esperimento:

scala di Fa in un' ottava: Fa Sol La Sib Do Re Mi Fa , giusta no? come siamo da sempre abituati a sentirla...

ora provate questa: Do Re Mi Fa Sol La Sib Do Re MI Fa ...

riprovate la prima: Fa Sol La Sib Do Re MI Fa ...Non fermatevi alla prima impressione, risuonate diverse volte ora l' una ora l' altra scala... nella scala in ottava a me manca qualcosa, della serie: dopo la lasagna non puoi portarmi la pasta in bianco...

ho provato anche andata e ritorno: >Do Re Mi Fa Sol La Sib Do Re Mi Fa <Mi Re Do Sib La Sol Fa suona! E con molto senso tonale.

Esistono le scale:
>maggiori
>minori naturali
>minori melodiche
>minori armoniche

ed ora anche le
>maggiori naturali!!! emoemoemo

E mo' davvero mi denunciano alla polizia musicale.
Cyra' ...me devo fa' vede' da qualcuno?


P.S.: evito di commentare gli altri punti altrimenti davvero mi carcerano!
Edited 25 Ott. 2016 4:06
La tua intuizione é correttissima, come corretta é anche l'analisi del modo lidio come potenziale "scala primigenia", o dell'approccia a tetracordi

Insomma, ce ne sarebbe da studiareemo
ahivela 25-10-16 18.05
Cyrano ha scritto:
modo lidio come potenziale "scala primigenia"


Infatti molti canti popolari, quelli tramandati a voce da secoli, le varie madonne, il canto a fronna, il canto a figliola, sono per lo piu' basati sul modo lidio, anziche' su quello ionico, come invece si aspetterebbe il nostro orecchio "civilizzato" e moderno. Ci deve essere una ragione, se sono nati e si sono conservati in questo modo, pur tra culture e luoghi abbastanza indipendenti tra loro.
Jerrymusic 26-10-16 00.25
@ vin_roma
Comunque, senza voler fare la figura dello "sborone", vorrei farmi comprendere da Jerrymusic dicendo che sono rimasto un po' interdetto dall' affermazione: "Vi segnalo un libro che ritengo utilissimo per tutti...".
Ok, e prima di rispondere sono andato ad informarmi sulla pubblicazione ...ma ho trovato solo un elenco di accordi, fini a se stessi, statici... di buono (a fiducia) ho trovato solo l' idea di rendere leggibili le scale armonizzate per le quali, in molti, trovano difficoltà nel realizzarle a "colpo d' occhio".

Io sono della vecchia guardia e con l' armonia c' ho speso molto tempo e con quest' ottica ho trovato inutile lo sviluppo ciclopico di qualcosa che ognuno che vuole suonare, anche con un approccio amatoriale, può realizzare da sé conoscendo le minime e comunque indispensabili nozioni sui gradi e gli intervalli delle scale.
Uno percorso di studio, anche amatoriale, dovrebbe rendere ovvio che un C #11/13 o un B b5/7 abbiano una determinata successione di suoni, poi, (dovrei aprire una polemica sui nuovi ordinamenti) chi studia in conservatorio dovrebbe poterlo scrivere da sé un libro del genere, anche al secondo anno di armonia, altro che averne il bisogno di consultarlo!

Sono certamente polemico, non con te, non con gli autori, piuttosto verso un decadimento generale nella qualità dell' istruzione e non solo musicale di cui forse anche tu, al di là delle tue doti personali, ne sei vittima.
Edited 25 Ott. 2016 3:20
Beh, la figura dello sborone l'hai fatta... perlomeno con me! A parte il fatto che mi hai dato dell'amatoriale... ma non sono il tipo che gioca a rimpiattino con le polemiche, anche perché il termine "amatoriale", piuttosto che il senso spregiativo da te usato, mi richiama la radice etimologica del termine... AMORE per la musica. E conservatorio o no, vecchia o nuova guardia, più o meno tempo a studiare l'armonia... quello appartiene ai cuori che sono capaci di emozione.

Senza rancore.
anonimo 26-10-16 00.54
@ ahivela
Cyrano ha scritto:
modo lidio come potenziale "scala primigenia"


Infatti molti canti popolari, quelli tramandati a voce da secoli, le varie madonne, il canto a fronna, il canto a figliola, sono per lo piu' basati sul modo lidio, anziche' su quello ionico, come invece si aspetterebbe il nostro orecchio "civilizzato" e moderno. Ci deve essere una ragione, se sono nati e si sono conservati in questo modo, pur tra culture e luoghi abbastanza indipendenti tra loro.
Dici una cosa verissima!

Credo si tratti di un qualcosa legato all'origine dei modi, che non erano intesi come un "tutt'uno" ma come due tetracordi giustapposti

Ora il tetracordo con la tonica in alto dice: "sol la si do" e la sensibile é appunto in cima

Quando nacque la tonalità, la grande novità fu appunto la "scoperta della sensibile" (concetto che nel gregoriano manca quasi del tutto): e cosa doveva essere più naturale che usare lo stesso modello di tetracordo, quello con la sensibile in cima, anche sulla metà bassa del modo maggiore?

Questo spiegherebbe due cose: perché i canti popolari, spesso arcaici e modaleggianti, si basano sulla scala lidia...ed inoltre, farebbe risplendere di "luce propria" il concetto di "dominante della dominante"...

La mancanza della controsensibile peraltro attenuerebbe il dominio della tonica, creando un ambiguità fortissima tra il V grado come dominante, con il suo III grado sensibile che tende a risolvere sulla tonica, ed il V grado come nuova tonalità, dove il #IV della scala lidia madre funzionerebbe da sensibile sul V grado...

Ma forse é meglio discutere di queste pedanterie da vecchi barbogi in un thread a parte, non vorrei mandare in vacca l'importantissimo argomento della lista dettagliata degli accordi in tutte le tonalità scritti in chiave di violine e anche di bassoemo
Edited 25 Ott. 2016 22:57