Vendi qualcosa? gli italiani sono come gli arabi

stesgarbi 11-09-15 22.35
Ebbene....ho volutamente utilizzato il termine "arabi", in senso positivo, ricordando che ci fu un tempo in cui essi erano la prima potenza commerciale dell'allora mondo conosciuto.
Ma oggi siamo nel XXI secolo.
Dunque.... Quest'estate nell'agriturismo è capitato un ragazzo serio, e soprattutto musicista di professione (studia anche al conservatorio).
Capirete....ore e ore a parlare di musica, di synth ecc. ecc..
Il discorso cade anche, ovviamente, sugli strumenti musicali che possiedo, al chè lui sgrana gli occhi quando gli dico che vorrei vendere il.mio Rhodes mk2 ed il prohet 08.
Lui subito mi dice che il prophet lo compra senz'altro, perché gli serve, ma sognerebbe anche il rhodes.
Obbietto che ancora non so quale prezzo fare, dovendo guardare le quotazioni dell'usato.
Lui si connette a internet con il cell e guarda....il prezzo più basso per il P 08 è "tot"....il prezzo più basso per il rhodes è "tot".
Ok, gli dico, facciamo quel prezzo per il P08 e, se compri anche il rhodes, ti faccio uno sconto su quest'ultimo.
Quindi concordiamo il "minor prezzo" (stabilito da lui) per il P08 ed un prezzo forfettario (scontato) per entrambi gli strumenti.
Prima di partire, lui mi dice di avere parlato con suo padre (finanziatore), il quale sarebbe d'accordo sull'acquisto di entrambi gli strumenti.
Oggi, dopo loro insistenze, ho ricevuto a casa mia questo ragazzo con il padre, mostrando e facendo provare i due strumenti, senza limiti di tempo.
Alla fine, il padre comincia a fare discorsi della serie: "è troppo caro"... "se hai chiesto X, vuol dire che vuoi ottenere molto meno"... "sono riuscito a portare via un motif xs a molto meno" (ma che c'entra il motif con quello che vendo io?).... "dai, facciamo un prezzaccio per tutti e due gli strumenti" ...."tanto quella roba lì (il rhodes) sarà difficile che la vendi"... ecc.
Ho congedato I due soggetti con garbo ed in modo cordiale, ovviamente, invitandoli a pensarci e a farmi sapere.
Ma .... VAFFANCULO!!!
Ma che razza di popolo di emme siamo?
Possibile che siamo così "levantini"?
E poi andiamo a gloriarci di essere "gente civile"...
Ma dico...in Italia....se uno vende qualsiasi cosa (una tastiera, una casa o quant'altro) devi per forza chiedere il doppio o quasi, se no l'acquirente non ti crede, quando dici che hai già fatto un prezzo scontato?
E poi, se concordi lo sconto....Arriva il Paparino che vuole il "prezzaccio" sul prezzo già scontato?
Sapete cosa? A questa gente non vendo un c....NEMMENO SE MI OFFRONO IL DOPPIO!
Il P08 e il rhodes se li vadano a comprare il Cina, in Maghreb...o su marte!
Mi hanno fatto perdere un pomeriggio....è mi hanno pure offeso, insinuano che voglio fare il "furbetto"....
Se venderò qualcosa, metterò gli annunci sui siti tedeschi.
Azzarola. ... emo

Stefano



Edited 11 Set. 2015 21:04
rena 11-09-15 23.01
Per quanto riguarda invece la maleducazione, nessuno è come gli italiani. Provando a vendere qualcosa sul mercatino musicale, capita molto spesso gente che dopo aver chiesto info, foto dettagliate, aver trattato il prezzo, ottenuto lo sconto desiderato e concordato anche la modalità di pagamento, scompare senza nemmeno una mail di comunicazione della mutata decisione.
Markelly 12-09-15 03.43
Morale: mai trattare con un musicista serio, che studia conservatorio, ma che per comprare deve chiedere I spicci al paparino.
nicolo 12-09-15 08.57
Che tristezza.
dario65 12-09-15 08.58
Tipico dell' Italiano medio, qui la musica non cambia, sono tutti bravi, furbi, noi siamo tutti filibustieri e tentiamo di rubare a chiunque!
Concordo caro, tieniti gli strumenti (e che strumenti), se li venderai sono certo che troverai chi li apprezzerà ma soprattutto... chi li meriterà!
Buon week!
anonimo 12-09-15 13.02
L'Italiano medio e' cosi' su tutto.

Se deve vendere qualcosa, trova sempre scuse come "rarissimo, per amatori ecc" e chiede cifre esorbitanti, ma se deve comprare, storce il naso anche quando chiedi prezzi gia' tirati al minimo, e vuole approfittare ancora di piu'.

I prezzi gonfiati nell'usato li trovi in tutti i settori (musica, modellismo, radioamatori ecc.).

Se vai nei mercatini/scambio vedi spesso persone avidissime che cercano di venderti al prezzo del nuovo dei rottami, ma quando devono comprare cercano di dirti che la tua roba (la stessa che venderanno) e' monnezza e non vale piu' nulla.

In Italia non c'e' settore amatoriale che non abbia i suoi "trafficoni" che speculano : se vai nelle grandi fiere settoriali, vedi gente che si spaccia per "amatore" e spara dei prezzi assurdi per i suoi prodotti, e sono gli stessi che quando comprano dicono che la tua merce non vale nulla.
Quei posti li evito, e con quella gente non tratto.

E' un fattore culturale : secondo te perche' abbiamo i farmaci piu' cari d'Europa, la benzina in autostrada e' a prezzo di usura (vedi relativo thread), e tutto costa in modo sproporzionato?.
Perche' abbiamo gli stipendi piu' bassi?

Perche' l'italiano medio quando deve spendere ha le braccine corte, e quando deve vendere pensa di essere l'unico ad avere il pezzo rarissimo, e diventa un usuraio.

Con quella gente non ci tratto (ne a vendere e neppure a comprare).

Sono certo che se tu avessi chiesto un prezzo stracciatissimo, ti avrebbero detto di scendere ancora.
E se avessi chiesto di meno avrebbero fatto la scenata per far scendere ancora lo strumento.

Con certa gente non bisogna perderci tempo (e' capitato anche a me) : preferisco vendere a meno (senza regalare ovviamente) ad una persona piu' corretta, che realizzare meglio con quelle persone li.
zavaton 12-09-15 13.24
Purtroppo di questi individui ce ne sono in giro parecchi, classche persone che qualunque cosa acquistino vogliono sempre trattare e pretendere lo sconto!

Giustamente andrebbero mandati subito a farsi fottxxe.

Questi attegiamenti non gli ho mai capiti, se voglio una cosa e il prezzo è tot o mi va bene oppure lascio perdere, in vita mia non ho mai trattato e preteso sconti.

Su mercatino ho acquistato tre strumenti, una volta visto il prezzo ho telefonato, sono andato a provarlo poi ho pagato e me ne sono riotornato a casa.
mima85 12-09-15 14.02
stesgarbi ha scritto:
Alla fine, il padre comincia a fare discorsi della serie: "è troppo caro"... "se hai chiesto X, vuol dire che vuoi ottenere molto meno"... "sono riuscito a portare via un motif xs a molto meno" (ma che c'entra il motif con quello che vendo io?).... "dai, facciamo un prezzaccio per tutti e due gli strumenti" ...."tanto quella roba lì (il rhodes) sarà difficile che la vendi"... ecc.
Ho congedato I due soggetti con garbo ed in modo cordiale


Io non sarei stato tanto cordiale. Dopo tutte quelle insistenze, specialmente dopo il "quella roba li è difficile che la vendi", avrei detto con tono seccato "mi spiace il prezzo è questo, o così o quella è la porta".

Echeccazzo. Gente di cacca.
anonimo 12-09-15 14.16
Questi acquirenti costringono il venditore a chiedere 150 per ottenere 100... É un circolo vizioso senza fine
zavaton 12-09-15 19.43
Oltretutto poi questi individui nei casi in cui riescono a raggiungere il loro scopo acquistando la merce alle loro condizioni poi vanno in giro vantandosi di aver fatto un ottimo affare e sputtxxxdo chi ha venduto a loro la merce.

Dulcis in fundo: cornuto e mazziato!
Edited 12 Set. 2015 17:44
anonimo 12-09-15 22.45
Al il mio negoziante di strumenti di fiducia ho sempre detto con vera sincerita' : fammi il prezzo che puoi fare, ma in pieno rispetto del tuo lavoro, perche' quello viene prima di tutto.

Ebbene, devo dire che spesso fa piu' del dovuto, forse proprio per ricambiare il rispetto.
A volte mi ha fatto sconti a sorpresa (soprattutto sull'usato) senza che neppure lo chiedessi, e la mia risposta e' stata "sei sicuro di starci dentro"?
A volte non poteva proprio, o faceva sconto minimo, ed io ho detto "capisco ed apprezzo".

Questo e' il vero rapporto che si dovrebbe instaurare nelle compravendite : cercare giustamente di risparmiare (e' una cosa normale e lecita), ma non dimenticare mai il rispetto di chi vende.

Viceversa il venditore in gamba, sa che se tratta il cliente con onesta' e rispetto, otterra' fedelta' ed apprezzamento.

Quelli che vogliono strafare (siano essi venditori, o acquirenti) li mando a stendere a prescindere : preferisco rimetterci, ma non avere a che fare con certa gente.
zavaton 12-09-15 23.44
@ anonimo
Al il mio negoziante di strumenti di fiducia ho sempre detto con vera sincerita' : fammi il prezzo che puoi fare, ma in pieno rispetto del tuo lavoro, perche' quello viene prima di tutto.

Ebbene, devo dire che spesso fa piu' del dovuto, forse proprio per ricambiare il rispetto.
A volte mi ha fatto sconti a sorpresa (soprattutto sull'usato) senza che neppure lo chiedessi, e la mia risposta e' stata "sei sicuro di starci dentro"?
A volte non poteva proprio, o faceva sconto minimo, ed io ho detto "capisco ed apprezzo".

Questo e' il vero rapporto che si dovrebbe instaurare nelle compravendite : cercare giustamente di risparmiare (e' una cosa normale e lecita), ma non dimenticare mai il rispetto di chi vende.

Viceversa il venditore in gamba, sa che se tratta il cliente con onesta' e rispetto, otterra' fedelta' ed apprezzamento.

Quelli che vogliono strafare (siano essi venditori, o acquirenti) li mando a stendere a prescindere : preferisco rimetterci, ma non avere a che fare con certa gente.
Sacrosanta verità emo
nicolo 13-09-15 01.16
bravo kaiman.
non ci avevo pensato.
benissimo trattare, ma quello che importa è il rispetto.
mi ha tirato fuori un "che tristezza" ma non avevo riflettuto sul nocciolo della faccenda.
questa gente non ha rispetto.
anonimo 13-09-15 02.38
nicolo ha scritto:
bravo kaiman.
non ci avevo pensato.
benissimo trattare, ma quello che importa è il rispetto.


Una volta in un albergo (un po' "in") vidi la ragazza delle pulizie sgridata da un cafone arricchito (il classico "io pago"), perche' tardo' a fare la stanza (mancava personale e non era colpa sua).

Le dissi in disparte di lasciar perdere la mia stanza, e per recuperare fare quella del "cafone", poi andai dalla direttrice e le raccontai la cafonata.

Lei mi rispose che avrebbe preferito perdere il cliente, ma non la ragazza delle pulizie.

Qualche giorno dopo era ferragosto : misi una scheda finta nel lettore interno stanza, per far credere che ero dentro (il famoso "do not disturb", poi dissi alla ragazza del piano "oggi e' ferragosto, e almeno nella mia stanza non si lavora.

Prima di partire per rientrare a casa, chiesi gentilmente se potevano lasciarmi un set bagno (sapone, bottiglietta schiuma ecc.).

Quando tornai nel pomeriggio, trovai un grosso cesto di vimini pieno di gadget dell'albergo (saponi e bagno schiuma a volonta', asciugamano confezionato, ciabatte con logo.

Chiesi stupito cos'era, e mi risposero di non preoccuparmi : il personale di ogni piano (pur non conoscendomi aveva fatto passaparola) penso' di lasciarmi un dono, con il consenso della direttrice, che saputo come avevo trattato il personale (lei ci teneva alle sue maestranze) mi riempi' ancora di gadget dell'albergo (Sacco mare, cappellino ecc), e mi fece un grosso sconto sugli extra (liquorino, bevande).
Ho cercato in tutti i modi di rifiutare, ma non e' stato possibile : mi sono sentito in imbarazzo.

Il cafone invece e' stato trattato come uno sconosciuto, con tutte le fredde formalita' che meritava (lui pagava !).

I miei gesti furono spontanei e casuali, ma mi insegnarono quanto e' importante il rispetto per chi lavora.
zaphod 14-09-15 17.51
robykaiman ha scritto:
lei ci teneva alle sue maestranze

Ecco: questo è un punto che poteva sfuggire, perso tra tutto il resto, ma ritengo invece sia fondamentale.
Dare valore al lavoro, alle persone che lavorano, purtroppo non è scontato.
I datori di lavoro, a volte (mi viene da dire spesso, ma magari è inesatto) considerano le maestranze come una spina nel fianco, talora proprio delle rotture di coglioni. Colpa di chi? Di tutti: di alcuni lavoratori che battono la fiacca, di un costo del lavoro esorbitante, della maleducazione del titolare di un'azienda che non vede molto al di là del proprio naso. Più un titolare tratta male un dipendente, più questo si sente legittimato a lavorare il minimo indispensabile, e via al circolo infinito. Credo che dare valore, il vero valore ad una cosa, sia un lavoro svolto, sia uno strumento musicale in vendita, possa contribuire a rendere felici tutti: chi compra, chi vende, chi dà lavoro, chi è dipendente.
Il mio non vuole essere un discorso da sindacalista, anzi, ma credo che molte persone non abbiano ancora capito una cosa: il proprietario di un'azienda guadagna anche grazie ai suoi sottoposti, e un dipendente virtuoso va premiato. Già prende lo stipendio? È quello il suo premio? Ni. A volte basta solo un "grazie" e tutti ci guadagnano. Non solo soldi.
Scusa Stesgarbi se sono andato un pelino OT. emo
anonimo 17-09-15 00.52
La mia esperienza personale: quando ero business unit director, il mio general manager, che era stato mio collega quando ero product manager e ricordavo come un ragazzo gentilissimo e buono, era diventato una merda umana arrogantissima, un narcisista, uno che provava piacere ad umiliare il personale e che negli staff meeting ne parlava con una maleducazione, una spocchia ed un fare insultante da film di fantozzi

Il potere corrode e corrompe le anime fragili, che colmano la loro insicurezza pestando la forza lavoro sotto i piedi
Edited 16 Set. 2015 22:53
anonimo 17-09-15 01.31
Cyrano ha scritto:
quando ero business unit director, il mio general manager, che era stato mio collega quando ero product manager


Per quanto siano di uso comune, non amo i termini in "managerese inglesizzato". (molti paesi europei li evitano, ed usano la loro lingua).

Spesso sento cose tipo "dobbiamo fare il briefing di tutte le human resources, per il report al product manager, sul trend dei vari warning per l'improvement del outsourcing... " e poi sento le stesse aziende che si chiedono perche' l'italiano e' esterofilo. (chi svaluta la propria lingua e' esterofilo a prescindere).

In Inghilterra per darsi un tono acculturato, usano il latino..

Gran parte dei paesi europei usa la lingua nazionale in azienda, e l'inglese lo usa solo per le relazioni con altri paesi.




Edited 16 Set. 2015 23:32
anonimo 17-09-15 01.54
Vero, ma fino ad un certo punto

Al limite "direttore di business unit" o "direttore generale"

Però il direttore generale italiano non è esattamente il general manager in senso americano, e ancor meno il managing director inglese

Così come "responsabile di prodotto" può essere tanto una figura di marketing come di vendita o al limite anche fi ricerca e sviluppo, mentre il product manager è una figura professionale chiaramente definita

Vero che i francesi la chiamano "chef de produit", il che è causa di incomprensioni perchè gli anglofoni leggendo "chef" pensano subito a un livello di direttore (cosa che nel 90% dei casi non è, dato che il "manager" è tipicamente quadro...lasciamo perdere il concetto di dirigenza che esiste solo in Italia)

all'estero ci sono gli impiegati, i quadri (managers), i vicedirettori (associate directors), i direttori, i vicepresidenti, i CEO o Managing Directors o (amministratori delegati di una corporate, ma non gli AD delle filiali) gli altri appartenenti alla C suite degli executive directors (COO, CFO etcetera) ed infine i membri del consiglio di amministrazione guidato dal Chairman (che non è il Presidente)

Andiamo poi a "italianizzare" la differenza tra: product manager, brand manager, brand leader, product director, marketing manager, marketing director o direttore marketing...differenze che sono evidenti se definiamo i ruoli in inglese, ma che richiederebbero lunghe perifrasi per esssere perspicui in italiano

Upstream marketing e downstream marketing?

Concludendo, un certo modo di fare organizzazione aziendale è nato e si è sviluppato in ambiente anglosassone, ergo non c'è nulla di male ad usare i termini "nativi"...del resto diciamo "swing" e non dondolio...emo

emo
anonimo 17-09-15 03.12
«non significa nulla se non hai quel dondolio»
anonimo 17-09-15 10.38
@ anonimo
«non significa nulla se non hai quel dondolio»
emo